Tutti i droni di Sigonella


Gli ultimi anni hanno visto un sempre crescente ricorso da parte degli Stati Uniti ai droni, mezzi senza pilota controllati remotamente e in grado di compiere operazioni militari complesse in scenari difficili, come l’Afghanistan o il Pakistan. Questi interventi, non sempre apprezzati dall’opinione pubblica e non sempre condotti al successo, sono sempre più spesso oggetto di dibattito negli USA, dove i droni vengono già utilizzati anche nel campo della sorveglianza e della sicurezza.

L’Italia si pone certamente un passo indietro, ma il nostro paese risulta coinvolto direttamente in vicende connesse proprio allo sviluppo e utilizzo dei mezzi UAV, acronimo che sta per Unmanned Aerial Vehicle: dal piano per il MUOS di Niscemi alla base di Sigonella, fino al progetto EuroHawk, il “falco tecnologico” che dovrebbe portare ai primi droni interamente sviluppati in Europa.

Abbiamo cercato di capire qualcosa di più sul tema parlando con Antonio Mazzeo, giornalista e blogger siciliano.

Tu hai scritto che anche in Italia, nella base americana di Sigonella  in Sicilia, sono arrivati i droni “killer” americani. Di cosa si tratta e quando sono arrivati?

Si tratta dei famigerati Predator che vengono utilizzati un po’ in tutti gli scenari di guerra e che hanno richiamato l’attenzione delle principali organizzazioni internazionali e non governative in difesa dei diritti umani e delle stesse Nazioni Unite che hanno aperto un’inchiesta sull’uso dei Droni e la loro legittimità rispetto al diritto internazionale, proprio perché responsabili di omicidi e di vere e proprie stragi di civili, in Afghanistan, Pakistan, Yemen, Somalia, regione dei Grandi Laghi, Mali e Niger. Sono gli stessi Predator che furono istallati 3 anni fa anche a Sigonella durante le azioni di guerra anche in Libia che videro la partenza dalla base siciliana. Questi Predator sono ritornati per stare stabilmente a Sigonella, definita la capitale mondiale degli aerei senza pilota. Infatti oltre agli aerei killer Sigonella è anche la sede degli aerei Global Hawk, molto più grandi dei Droni Predator, funzionano da aerei spia, anch’essi senza pilota, ma funzionano da aerei guida degli attacchi aerei e dei bombardamenti negli scenari mondiali.

Tu denunci che nei prossimi mesi e anni gli aerei senza pilota a Sigonella serviranno ad attaccare e bombardare il Nord Africa, quanto ne sa a riguardo il Governo italiano?

Il governo italiano ha autorizzato nel settembre 2012 l’istallazione dei Predator. Certo non sappiamo e non si sa cosa l’Italia sappia delle operazioni e dell’utilizzo dei Droni. Noi forniamo le infrastrutture militari del nostro paese per operazioni di guerra senza avere alcuno strumento giuridico, politico, tecnico per impedire che dal nostro paese partano operazioni che siano in contrasto con quanto deciso a livello parlamentare, costituzionale o di governo e anche quanto deciso a livello NATO. Perché questi Predator sono ad uso esclusivo delle forze armate statunitensi.

E’ vero che gli USA hanno spostato parecchie decine di loro soldati dalla Spagna a Sigonella? Perché?

I siciliani sono avvisati: quella del 2013 sarà una stagione estiva all’insegna dei giochi di guerra dei marines di Sigonella, in pieno coordinamento con il Ministero della difesa italiano, alcuni aerei KC-130J Super Hercules e i convertiplani MV-22B Osprey del Corpo dei Marines saranno impegnati per l’estate in non meglio specificati “voli di addestramento” nei cieli dell’Isola. “In questo periodo, le popolazioni locali potranno aspettarsi un incremento dell’attività operativa di volo della NAS Americana”, aggiunge la nota a firma del vice responsabile per le relazioni pubbliche di Sigonella, Alberto Lunetta.

Gli Stati Uniti hanno spostato un gruppo di Marines e marinai nella Naval Air Station (NAS) di Sigonella per intervenire rapidamente a supporto delle forze di sicurezza che proteggono le ambasciate Usa ubicate in Nord Africa e in Africa Occidentale e per condurre operazioni di evacuazione di non-combattenti (NEO), assistenza umanitaria, soccorso in caso di catastrofe o per il recupero di velivoli o personale.

La “conformità” agli accordi bilaterali Italia-Usa dei nuovi marines in Sicilia è stata rivendicata dal ministro della difesa Mario Mauro. “Le attività condotte dal personale militare statunitense rientrano nelle misure assunte per garantire sicurezza al personale diplomatico e ai cittadini Usa presenti in Libia”, ha dichiarato Mauro in Parlamento. Peccato però che nei piani Usa il raggio di azione della task force si estenda a buona parte del continente africano. Stridenti contraddizioni pure sul numero dei militari effettivamente giunti a Sigonella. “Solo una parte del team di pronto intervento di circa 550 marines dislocato in Spagna è stato trasferito nella base siciliana”, la generica dichiarazione di Mauro. “Il rafforzamento Usa a Sigonella è stato prima di 75 e poi di 125 persone per un totale di 200”, ha precisato la ministra degli esteri Emma Bonino. “Per motivi di sicurezza operativa non è possibile fornire dettagli riguardanti il numero dei componenti della suddetta unità”, il laconico commento dell’ufficio stampa di US Navy.

Come funzionano dal punto tecnologico gli altri aerei senza pilota americani, quelli più grandi dei Droni Predator, i Global Hawk?

Possono viaggiare fino a 15.000 metri di altezza e hanno un’autonomia anche di 36 ore; quindi possono partire da Sigonella, arrivare in Sud Africa e rientrare alla base siciliana senza fare neanche una sosta. Sono aerei spia,hanno potentissimi radar, capaci di registrare qualsiasi immagine del continente africano, individuare gli obiettivi, e ovviamente coordinare gli attacchi dei droni-killer o dei cacciabombardieri per colpire i punti segnalati da questi aerei senza pilota. A Sigonella adesso ce ne sono 3 di questi aerei ma entro il 2015 ne verranno stanziati altri 20 Global Hawk, in dotazione parte alla marina militare statunitense, in parte alla sua aereonautica e in parte anche alla NATO che ha scelto Sigonella come sede dell’AGS, Alliance Ground Surveillance, il sistema di sorveglianza terrestre globale che è il nuovo progetto NATO dove sono stati investiti miliardi e miliardi di euro in cui l’Italia paga una tassa enorme e pagando anche lo scotto di militarizzare la Sicilia e militarizzare gli spazi aerei siciliani.

Proprio dal punto di vista sociale e ambientale in cosa consiste praticamente questo “scotto”?

Lo scotto non lo paga solo l’aeroporto di Catania Fontanarossa (quello più vicino alla base di Sigonella) ma anche l’aeroporto di Trapani-Birgi che subiscono ormai da tre anni tutta una serie di limitazioni dovuto all’intensificarsi del traffico dei Droni che in partenza, in volo, in atterraggio sono estremamente pericolosi. Questo comporta ritardi, sospensione temporanea di lavori in questi due aeroporti, e ha comportato anche fino al mese scorso il dirottamento di aerei civili diretti a Catania sull’aeroporto di Palermo Punta Raisi, con gran disagio per i passeggeri, turisti e lavoratori. Chissà cosa succederà quando i droni saranno 20 e non solo 3. Il problema ambientale è molto acuto sia dal punto di vista dell’inquinamento acustico, sia da quello dell’inquinamento ambientale.
 
Intervista a cura di Marco Magnano e Diego Meggiolaro, realizzata per L’informazione di Rbe (Radio Beckwith Evangelica), il 3 giugno 2013, http://rbe.it/news/2013/06/03/i-droni-tra-opportunita-costi-e-tutela-della-privacy/

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