Marina italiana per le campagne di guerra USA in Africa
Tour estivo in Africa
orientale per la fregata “Scirocco” della Marina militare italiana. Dal 14 al
20 agosto, l’unità della classe Maestrale
con 225 uomini di equipaggio, svariati sistemi missilistici e due elicotteri
AB-212 ha sostato nel porto di Dar Es Salaam in Tanzania, per
condurre un corso di addestramento a favore di una cinquantina di ufficiali tanzaniani.
Le attività, svolte in parte a bordo dell’unità e in parte nella locale Scuola
navale, sono state finalizzate a migliorare la conoscenza dei militari africani
nel settore della navigazione e della condotta d’imbarcazioni, della “difesa
passiva”, della “proliferazione degli ordigni esplosivi improvvisati” e del pronto
soccorso. Al corso hanno partecipato pure due ufficiali della marina di
Gibuti, il piccolissimo stato del Corno d’Africa che ospita la maggiore
installazione da guerra delle forze armate Usa nel continente africano.
Il comunicato emesso dallo
Stato maggiore della Marina militare italiana spiega che la missione in Tanzania
rientra nel
progetto Africa Partnership Station “che
ha lo scopo di rafforzare i rapporti di collaborazione con alcuni Paesi
africani, attraverso molteplici attività di supporto e formazione, dirette ad
incrementare e sviluppare le capacità operative nel campo della Difesa e della
Sicurezza marittima”. Nella nota, gli ammiragli omettono però di ricordare che
l’Africa Partnership Station (APS) è uno
dei programmi chiave di AFRICOM, il Comando Usa per le operazioni in Africa. Sotto
la direzione dell’U.S. Naval Forces Europe-Africa (NAVAF), il comando
navale con sede a Napoli, l’APS ha preso il via nel 2008 nel Golfo di Guinea
per poi estendersi a tutti mari del continente africano. Attualmente coinvolge
più di una trentina di paesi del continente nero, dell’Europa e dell’America
latina con il principale obiettivo di “favorire lo sviluppo delle nazioni
africane nel campo della sicurezza marittima e del contrasto al fenomeno del terrorismo
internazionale, della pirateria, del traffico di droga e di altre attività
criminali”.
Sempre secondo gli strateghi
di U.S. AFRICOM, l’Africa Partnership
Station si è “progressivamente evoluto da una serie di visite di unità navali
statunitensi nei porti africani ad un insieme di operazioni addestrative
regionali a terra e in mare”. L’APS, aggiungono i militari, “s’ispira sul principio
che una reale sicurezza marittima beneficerà tutte le nazioni e contribuirà
allo sviluppo e alla prosperità economica e contribuirà a fare da deterrente
alle violente ideologie estremiste nel continente”. Ancora uno strumento da
guerra dunque per assicurare la penetrazione politica, militare e finanziaria
nordatlantica in Africa sotto la direzione di Washington.
Attualmente i principali elementi operativi di APS
includono l’Africa Maritime Law
Enforcement Program (AMLEP), una missione condotta congiuntamente da U.S.
Naval Forces Europe-Africa NAVAF – Napoli, dal Comando atlantico della Guardia
coste degli Stati Uniti e da diverse marine militari e guardiacoste africane e
da una serie di esercitazioni multilaterali annuali denominate “Express” (Obangame Express, Saharan Express, Cutlass
Express e Phoenix Express). L’ultima
edizione di Phoenix Express (E12), in
particolare, si è tenuta nel maggio 2012 nelle acque del mar Ionio e del Mediterraneo
orientale e ha visto la partecipazione delle marine militari di Algeria, Croazia,
Egitto, Grecia, Italia, Libia, Marocco, Spagna, Tunisia, Turchia e Stati Uniti
d’America. L’esercitazione è stata supervisionata dalla Task Force 68 della VI
Flotta, dal 1st Fleet Anti-terrorism
Security Team del Corpo dei Marines schierato sulla fregata missilistica “USS
Simpson” e da altri reparti specializzati Usa inviati per l’occasione presso il
NATO Maritime Interdiction Operations
Center di Souda Bay, nell’isola di Creta.
“L’esercitazione marittima multinazionale PE12 con le
forze navali del sud Europa e del nord Africa è stata voluta per accrescere la
cooperazione tra le nazioni partecipanti e migliorare la sicurezza nell’area
mediterranea”, ha spiegato il Comando di U.S. NAVAF. “Le attività di addestramento
hanno incluso procedure di abbordaggio, l’utilizzo corretto di armi e munizioni,
la raccolta e l’elaborazione d’informazioni e intelligence, il rifornimento in
mare, la ricerca e il soccorso, le operazioni di elicotteri”.
Per il 2013, AFRICOM prevede d’incrementare ulteriormente le iniziative e
i paesi partner di Africa Partnership
Station. Secondo quanto deciso all’ultima conferenza di pianificazione APS di
Garmisch (Germania), il prossimo anno verranno coinvolte le marine da guerra di
Australia, Belgio, Benin, Camerun, Canada, Finlandia, Francia, Gabon, Gambia, Ghana,
Gibuti, Kenya, Mauritania, Mauritius, Marocco, Mozambico, Nigeria, Repubblica del
Congo, Sao Tomé e Principe, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Spagna,
Tanzania, Togo, Tunisia, Uganda e dell’immancabile Italia.
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