Lotta ai pirati, la NATO torna in Somalia
Torna la NATO nella acque del Corno d’Africa per fare la guerra ai pirati. Una flotta militare composta da sei unità di Canada, Danimarca, Germania, Norvegia, Olanda, Portogallo, Spagna e Stati Uniti d’America sarà trasferita in Somalia sin dal prossimo mese di marzo. La decisione è stata assunta durante il recente summit dei ministri della Difesa dei paesi membri dell’Alleanza Atlantica, tenutosi nella città di Cracovia (Polonia).
Una missione analoga era stata effettuata dal 24 ottobre al 12 dicembre 2008, ed aveva sancito l’ennesimo salto di qualità negli interventi di pronto intervento e in scala planetaria della NATO. “La decisione di partecipare alla missione anti-pirateria ha rappresentato un prezioso precedente per la nostra alleanza”, dichiarò enfaticamente il generale John Craddock, Supreme Allied Commander Europe, a conclusione del primo dispiegamento navale. “Con poco tempo per pianificare, la NATO ha completato con successo la sua missione, dimostrando di poter rispondere, velocemente, in caso di crisi. Non potevamo avere miglior esempio del valore della NATO in un momento di trasformazione globale della sicurezza”. Nella ridefinizione delle strutture e dei compiti dell’Alleanza militare, la lotta alla pirateria navale è stata assunta come uno degli obiettivi strategici prioritari, e flotte armate potrebbero essere schierate in altre regioni “sensibili” per la navigazione, come ad esempio il Golfo di Guinea.
Alla task force NATO impegnata lo scorso autunno nel pattugliamento delle acque somale, aveva partecipato una unità da guerra italiana, il cacciatorpediniere Durand de la Penne. Ed italiano era pure il comandante della flotta, l’ammiraglio Giovanni Gumiero, uno dei più strenui sostenitori della necessità di “una presenza internazionale strutturata e coordinata nel Golfo di Aden”, per stroncare dal nascere i possibili tentativi di sequestro di navi mercantili e petroliere. “In questa zona è necessario che si assicuri un pattugliamento continuo”, ha dichiarato Gumiero alla vigilia del summit di Cracovia. “Un’attività di vigilanza permanente è l’unico modo per ottenere un vero effetto di deterrenza. Importante, a questo fine, è la presenza di elicotteri imbarcati a bordo delle unità navali”.
A differenza di quanto accaduto lo scorso dicembre, quando la forza navale NATO è stata sostituita da una flotta attivata dall’Unione Europea (EU NAVFOR), non ci sarà nessun passaggio di consegne e le nuove unità di guerra si affiancheranno a quelle battenti bandiera UE. Una ulteriore conferma del sincretismo ideologico ed operativo delle due istituzioni che in aprile festeggeranno congiuntamente nella sede del parlamento europeo di Strasburgo, il sessantesimo anniversario della costituzione del’Alleanza Atlantica. In verità si tratta di una partnership in cui l’Europa mantiene una posizione del tutto subalterna a Washington. Nella lotta ai pirati nel Golfo di Aden, nel Mar Rosso e nell’Oceano Indiano, l’UE e la stessa NATO si trovano ad operare sotto il “coordinamento” della Combined Task Force (CTF) 151, una forza navale “multinazionale” attivata dal Comando della V Flotta USA che ha sede in Bahrein.
Della CTF-151 fa pure parte la nave munizioni USS Lewis and Clark del Military Sealift Command, trasformata in una vera e propria piccola Guantanamo galleggiante per la detenzione dei sospettati di atti di pirateria. Nelle angustie celle ricavate nelle stive della Lewis and Clark sono detenuti attualmente una ventina di somali che potrebbero essere presto deportati in Kenya. Un memorandum sottoscritto a gennaio dal Dipartimento di Stato con le autorità keniane, prevede che le persone catturate siano processate nel paese africano. Ma al vaglio dell’amministrazione USA ci sarebbero però altre opzioni. Secondo quanto dichiarato dal portavoce del Pentagono, Bryan Whitman, “il Kenya non è l’unico paese dove i processi potrebbero aver luogo. C’è pure la possibilità degli Stati a cui appartengono le vittime di questi attacchi”. Alle aberranti triangolazioni di prigionieri concorrono anche le marine militari dei paesi partecipanti alla grande crociata contro la pirateria internazionale.
Il pattugliamento delle acque del Golfo di Aden non è l’unica attività NATO in Corno d’Africa. A partire del giugno 2007, l’alleanza militare cura il trasferimento di personale, armi ed equipaggiamenti della fallimentare missione di “peacekeeping” dell’Unione Africana in Somalia (AMISOM). In un primo tempo le operazioni di assistenza erano state autorizzate sino al 21 agosto 2007. Il North Atlantic Council ha poi prorogato di sei mesi in sei mesi l’impegno pro-AMISOM, e ancora oggi è operativo un ponte aereo NATO tra il Burundi e Mogadiscio. Bruxelles ha pure messo a disposizione dell’Unità di pianificazione e gestione strategica (SPMU) dell’Unione Africana alcuni “consiglieri militari” per coordinare le operazioni aeree in Somalia ed altre attività logistiche. La loro missione non si concluderà prima del luglio 2009.
Anche l’Italia non farà mancare il proprio appoggio alle operazioni alleate. Il 4 febbraio 2009, il pattugliatore d’altura Comandante Bettica è partito dalla Sicilia per una missione di due mesi nelle acque del Mar Rosso e del Golfo Persico. “Si tratta di un’attività che è tesa a rafforzare la cooperazione con le Marine dei paesi visitati, svolgere attività di presenza e sorveglianza marittima nelle aree di interesse, quale il Corno d’Africa, a tutela della marittimità nazionale, sostenere l’industria nazionale della difesa e concorrere a rendere visibile l’attività diplomatica all’estero del Paese”, si legge nella nota emessa dalla Marina Militare. L’unità appartiene al COMFORPAT, il Comando delle Forze da Pattugliamento per la Sorveglianza e la Difesa Costiera di Augusta (Siracusa), e dispone di un equipaggio di 78 uomini, di un elicottero per la lotta antinavale ed antisommergibile AgustaWestland Bell AB-212, e di sofisticati sistemi di puntamento (un cannone Oto Melara da 76/62 millimetri e due mitragliatrici OtoBreda-Oerlikon KBA).
Il Comandante Bettica raggiungerà le acque somale solo a fine mese. Sino al 26 febbraio, infatti, il pattugliatore farà da testimonial del complesso militare industriale italiano al salone internazionale della difesa IDEX 2009, in corso ad Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti.Articolo pubblicato in Agoravox.it il 23 febbraio 2009
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