Industrie belliche e diritti umani. Nuovi affari milionari dell’Italia con l’Egitto
Condonato
l’efferato omicidio del giovane ricercatore Giulio Regeni e ignorati i report
sull’escalation della repressione di ogni forma di dissenso contro il regime di
Abdel Fattah al-Sisi, governo e industrie belliche italiane stringono nuovi
affari con l’establishment militare egiziano.
Il 22
novembre il gruppo a capitale statale Fincantieri Spa ha firmato con la Armament Authority del Ministero della
Difesa della Repubblica araba d’Egitto un contratto della durata decennale per
la fornitura di servizi di manutenzione e studi logistici a favore delle due fregate
multi-missione Fremm “ENS Al-Galala” ed “ENS Bernees” della Marina Militare
egiziana.
Il
contratto del valore di 260 milioni di euro comprende la quota che sarà
destinata a Orizzonte Sistemi Navali (la joint venture partecipata da
Fincantieri e dalla holding del complesso militare-industriale italiano Leonardo
Spa con quote, rispettivamente, del 51% e del 49%) in qualità di sub-fornitore.
“Il
contratto con le forze armate egiziane conferma
la strategia di Fincantieri di creare partnership strategiche di lungo termine
che prevedono la fornitura pluriennale di servizi tecnologici con clienti
chiave”, ha dichiarato l’amministratore delegato del gruppo della
cantieristica, Pierroberto Folgiero, pure membro dell’advisory board
dell’Università LUISS di Roma.
Le
unità da guerra “ENS Al-Galala” ed “ENS Bernees” erano state consegnate da
Fincantieri alla Marina della Repubblica d’Egitto tra il dicembre 2020 e
l’aprile 2021 dopo le attività di restyling nel cantiere di Muggiano-La Spezia.
Con un dislocamento a pieno carico di circa 6.500 tonnellate e una lunghezza di
144 metri, le due fregate multi-missione possono raggiungere una velocità di 27
nodi con un’autonomia di crociera massima di 6.800 miglia. Le Fremm sono armate
con un cannone Leonardo da 127/64 mm, un cannone Super Rapido da 76/62 mm e due
cannoni da 25 mm oltre al sistema missilistico superficie-aria MBDA SAAM-ESD in
grado di lanciare missili terra-aria della famiglia Aster. Per il loro acquisto
Il Cairo ha versato a Fincantieri 990 milioni
di euro.
“Queste
due unità assicurano nuove capacità d’intervento alla Marina militare egiziana,
consentendo di difendere le frontiere marittime e le linee di navigazione e di
proteggere le forze di terra durante la difesa e/o le operazioni d’attacco
nelle coste, difendendo altresì le fonti naturali dello stato nel Mediterraneo
e nel Mar Rosso”, ha enfatizzato la Presidenza dello stato nordafricano. “Le
fregate rappresentano la forza di deterrenza nazionale per mantenere la pace,
assicurare la libertà di navigazione e supportare la sicurezza del Canale di
Suez alla luce delle ostilità e delle sfide che affliggono la regione”.
Fincantieri
spera adesso di poter vendere all’Egitto altre quattro Fremm e una ventina tra
corvette e pattugliatori della classe “Falaj”. All’edizione dell’Egypt
Defence Expo – EDEX, l’esposizione internazionale delle industrie di guerra tenutasi
al Cairo dal 29 novembre al 2 dicembre 2021, il gruppo italiano ha fatto da main sponsor
dell’evento patrocinato dal presidente della Repubblica al-Sisi e dal Comando Supremo delle
forze armate egiziane. Per la prossima expo militare (prevista dal 4 al 7
dicembre 2023), come silver sponsor compare
Leonardo DRS, la controllata dell’omonimo gruppo con sede negli Stati Uniti
d’America, mentre tra i platinum sponsor
ci sarà pure il colosso missilistico europeo MBDA, controllato per il 25% da
Leonardo Spa, principale fornitore di missili per le unità di terra, di cielo e
del mare del regime egiziano.
Mentre le grandi e medie
aziende di morte del mondo intero si preparano alla kermesse egiziana, si
moltiplicano le denunce da parte delle maggiori organizzazioni non governative
sulla crescita esponenziale nel paese delle violazioni dei diritti umani. Il 23
novembre (giorno successivo alla firma del contratto tra Fincantieri e il
Ministero della Difesa egiziano), Amnesty International ha rilevato come le
autorità egiziane abbiano intensificato la
repressione contro dissidenti e manifestanti pacifici alla
vigilia delle elezioni presidenziali in
programma dal 10 al 12 dicembre.
“Dal
1° ottobre, almeno 196 persone sono state arrestate per aver preso
parte a manifestazioni non autorizzate e presunti atti di terrorismo (…) ed è
stata impedita anche la candidatura di un esponente dell’opposizione”, aggiunge
Amnesty. “La repressione sta colpendo anche le manifestazioni di
solidarietà con la Palestina, inizialmente sostenute da partiti politici e
altri soggetti filo-governativi. Tuttavia, le forze di sicurezza sono
intervenute non appena le proteste sono uscite dalle aree autorizzate e si sono
mescolate a richieste di libertà e di giustizia sociale”.
Nel
mirino dell’apparato repressivo egiziano, in particolare, gli insegnanti. “Il
15 ottobre le forze di sicurezza hanno violentemente disperso una loro protesta
di fronte al ministero dell’Istruzione per contestare il nuovo obbligo, per chi
si candida a impieghi nel settore pubblico, di seguire sei mesi di accademia
militare”, ricorda l’organizzazione non governativa. “Quattordici insegnanti
sono tuttora in carcere con accuse di terrorismo, diffusione di notizie false e uso improprio dei social
media”.
Articolo
pubblicato in Africa ExPress il 30
novembre 2023, https://www.africa-express.info/2023/11/30/viva-il-business-abbasso-i-diritti-umani-nuovi-affari-milionari-dellitalia-con-legitto/
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