Tutti gli uomini della Fondazione Leonardo Sistemi d’Arma, Intelligence & C.
I manager di una delle maggiori produttrici al mondo di armi e sistemi bellici, ex ministri, politici di destra e di centrosinistra, esponenti di punta delle forze armate e dei servizi segreti, accademici e finanche qualche giornalista e conduttore tv. La riedizione italiana di un modello di successo made in Israele, uno degli stati più armati e militarizzati: la condivisione della visione geostrategica e industriale-produttiva da parte delle forze politiche, degli apparati militari e d’intelligence, delle industrie belliche, dei centri di ricerca scientifica e del sistema universitario e scolastico.
Non c’è dubbio: la mission,
gli obiettivi, le attività e la composizione stessa della neonata Fondazione Med-Or
del gruppo Leonardo S.p.A. (ex Finmeccanica) consolidano lo strapotere del
complesso militare-industriale nella definizione dell’agenda di politica
estera, difesa, gestione
dell’economia e dell’ordine pubblico, cooperazione
internazionale e della stessa ricerca scientifica in Italia. Non è certo
casuale che per assumere la guida e la promozione dell’immagine di Leonardo
Med-Or, l’ex ministro dell’interno Marco Minniti, l’uomo che ha dato un
determinante colpo di acceleratore alla militarizzazione dei confini e ai
processi di guerra ai migranti e alle migrazioni, si sia dimesso da
parlamentare del partito democratico, ruolo ricoperto ininterrottamente per
vent’anni.
“La Fondazione nasce per
iniziativa di Leonardo S.p.A. nella primavera del 2021 per promuovere attività
culturali, di ricerca e formazione scientifica, al fine di rafforzare i legami,
gli scambi e i rapporti internazionali tra l’Italia e i Paesi dell’area del
Mediterraneo allargato fino al Sahel, Corno d’Africa e Mar Rosso (Med) e del Medio ed Estremo Oriente (Or)”, spiega l’ufficio stampa. “Leonardo
Med-Or è nata per unire competenze e capacità dell’industria con il mondo
accademico per lo sviluppo del partenariato geo-economico e socio-culturale.
Nel suo lavoro coinvolge personalità e professionisti con una lunga esperienza,
nazionale e internazionale, nel campo istituzionale, industriale, accademico”.
C’è poi l’ambizioso elenco
militar-sicuritario delle attività in cantiere nella fondazione di casa
Leonardo: programmi culturali e di formazione nei settori della safety e della security, dell’aerospazio
e della difesa; partenariati con le istituzioni accademiche e di ricerca
nazionali; iniziative di incontro e collaborazione tra università e centri di
ricerca; azioni funzionali all’implementazione
della sicurezza sanitaria post-pandemica nonché alla resilienza complessiva dei
paesi coinvolti”.
A credere nelle capacità della Fondazione
Med-Or di trasformarsi presto in uno dei più autorevoli think tank internazionali sono davvero tanti in Italia e all’estero. Prova
generale della fiducia riscossa a livello globale, la cerimonia
d’inaugurazione della sfarzosa sede romana della creatura di Leonardo S.p.A., celebrata
il 20 luglio scorso. All’evento non hanno fatto mancare presenze, saluti e
interventi, ministri e parlamentari della Repubblica, rappresentanti delle
cancellerie estere, generali e ammiragli, i vertici dei servizi segreti, alti
magistrati e rettori delle più prestigiose università italiane.
La lista resa pubblica
dall’ufficio stampa della Fondazione è lunghissima: il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione
internazionale, Luigi Di Maio; la
titolare del Viminale, Luciana Lamorgese;
il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini; il
ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Andrea
Orlando; la Presidente della Commissione Difesa al Senato ed ex
ministra, Roberta Pinotti; il Presidente
della Commissione Affari esteri alla Camera, Piero
Fassino (già ministro di Grazie a giustizia e del Commercio con l’estero);
il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti;
l’ex Presidente del Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica
(Copasir), Raffaele Volpi (sottosegretario
leghista alla Difesa nel primo governo Conte); l’ex sottosegretario forzista alla
Presidenza del Consiglio, Gianni Letta; il
Capo di Stato Maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli
(in quiescenza dal 5 novembre 2021); il direttore del quotidiano La Repubblica, Maurizio Molinari (già alla guida de La Stampa di Torino); l’ambasciatore del
Regno di Giordania in Italia, Khouri Fayiz (ex Capo di
gabinetto del ministero degli Esteri ad Amman).
Sempre secondo l’ufficio stampa di
Leonardo Med-Or alla cerimonia erano presenti anche il neopresidente del Copasir, il sen. Adolfo Urso (Fratelli
d’Italia), già viceministro delle Attività produttive, dello Sviluppo economico
e del Commercio con l’estero; il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta
sulla morte di Giulio Regeni, l’on. Erasmo Palazzotto (Pd, ex Sinistra
italiana); la direttrice generale del DIS - Dipartimento
Informazioni per la Sicurezza, l’organismo della Presidenza del Consiglio che
sovrintende ai servizi segreti, Elisabetta
Belloni (già segretaria generale del ministero degli Esteri); il direttore dell’AISI (il servizio di sicurezza interna), il generale dell’Arma dei carabinieri Mario Parente;
il direttore dell’AISE (il servizio di sicurezza esterna), il
generale dell’Esercito Giovanni Caravelli; il
Capo della Polizia e direttore generale della Pubblica Sicurezza, prefetto Lamberto
Giannini; il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, gen. Teo Luzi; il
Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, gen. Pietro Serino; il Capo di Stato
Maggiore della Marina militare, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone (dal 6
novembre Capo di Stato Maggiore della Difesa); il Procuratore Generale della
Corte di Cassazione, Giovanni Salvi; il Procuratore della Repubblica di Roma,
Michele Prestipino. In “rappresentanza del mondo accademico italiano” erano
presenti infine i rettori dell’Università degli Studi “Sapienza” di Roma,
Antonella Polimeni; della Libera Università LUISS “Guido Carli” di Roma, Andrea
Prencipe; dell’Orientale di Napoli, Roberto Tottoli; della Cattolica del Sacro
Cuore di Milano, Franco Anelli.
Di rilievo
il riconoscimento internazionale all’evento di lancio della Fondazione di Leonardo, Marco
Minniti & C., con i videomessaggi di saluto e auguri inviati dall’ex Commissario europeo per le migrazioni, gli affari
interni e la cittadinanza, il greco Dimitris Avramopoulos
(in carica dal 2014 al 2019, gli anni in cui l’Ue ha sperperato miliardi di
euro per potenziare il controllo esterno delle frontiere e i respingimenti manu militari dei flussi migratori); dal
vice Primo ministro, nonché titolare del dicastero degli Esteri dell’Emirato
del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani; dal ministro
dell’Istruzione del Regno dell’Arabia Saudita, Hamad bin Mohammed Al Sheikh; dal
ministro degli Esteri del Regno del Bahrain, Abdullatif bin Rashid Al Zayani; dal
vicepresidente del Libyan Presidential Council, il Consiglio presidenziale
dello stato libico, Abdullah al Lafi; dal ministro degli Affari esteri della Repubblica
Federale di Somalia, Mohamed Abdirizak.
A felicitarsi
per l’avvio delle attività della Fondazione anche il potente uomo d’affari
israeliano David Meidan, “operativo nell’esportazione di alta tecnologia all’avanguardia
prodotta in Israele”, così come è stato presentato all’evento romano. Prima di
dedicarsi all’export militare, David Meian ha lavorato dal 1977 al 2011 con il
Mossad, l’agenzia d’intelligence e spionaggio d’Israele, e con la super segreta
Unit 8200, l’unità dell’esercito che opera in stretto contatto
con gli enti spionistici statunitensi come la NSA - National Security Agency. “Uno dei suoi ruoli principali è stato stabilire relazioni
non ufficiali con i paesi del Medio Oriente che non hanno relazioni
diplomatiche con Israele”, hanno spiegato gli animatori di Leonardo Med-Or. Qualche
tempo fa David Meidan è stato inviato in Turchia dalle autorità di Tel Aviv per
rafforzare le relazioni diplomatiche con il presidente Erdogan. In passato era stato
pure coordinatore speciale per i prigionieri
di guerra e i dispersi in azione per conto del primo ministro Nemjamin
Netanyahu.
Progetti e consiglieri strategici della Fondazione di Minniti
& C.
Dalla maxi-cerimonia del 20
luglio ad oggi, non si può certo dire che la Fondazione sia stata con le mani
in mano: sono stati implementati infatti due progetti di cooperazione internazionale, il primo
con il Regno del Marocco (borse di studio a favore di studenti universitari in
collaborazione con il Mohammed Polytechnic University di Rabat e la LUISS di
Roma); il secondo con la Repubblica del Niger (la donazione di cinquanta concentratori di ossigeno per le
strutture sanitarie impegnate nell’assistenza ai malati di Covid-19). Il Presidente Marco Minniti, in occasione di una visita alla
sede romana di MBDA Italia S.p.A., azienda leader nella progettazione e
realizzazione di sistemi missilistici avanzati, ha sottoscritto con il managing
director di MBDA, Lorenzo Mariani, un protocollo
di intesa per la “promozione di attività di collaborazione, a partire
soprattutto dall’alta formazione”. Nello specifico Minniti e Mariani si sono
impegnati a istituire stage presso le sedi e gli stabilimenti di MBDA in Italia
“con giovani provenienti dai paesi partner di Med-Or”. La Fondazione ha
annunciato che accordi simili saranno firmati a breve con altre aziende del gruppo
Leonardo e del settore industriale-militare nazionale.
Infine è
stata promossa una sezione on line che raccoglie analisi e articoli su
questioni internazionali e di politica estera. Tra le firme più autorevoli
quella del sociologo Guido Bolaffi, esperto di immigrazione internazionale ed
editorialista di Repubblica, Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore, nonché conduttore di
diverse trasmissioni radiotelevisive Rai. Già direttore dell’ufficio studi
della CGIL nazionale e poi segretario CGIL della Campania, dal 1993 al 2001 Bolaffi
ha ricoperto l’incarico di Capo dipartimento del Ministero per gli Affari sociali
e di presidente del Comitato per i minori stranieri non accompagnati e del Gruppo
interministeriale preposto all’elaborazione della legge sull’immigrazione Turco-Napolitano, approvata nel 1998
(premier Romano Prodi). Con il ribaltone del centrodestra guidato da Silvio
Berlusconi, il sociologo fu nominato nel 2001 Capo dipartimento del Ministero
della Politiche sociali e, ad interim, del Ministero del lavoro e della
previdenza sociale.
Ma chi sono gli uomini e le donne chiamati a guidare
l’istituzione candidata ad assumere un peso sempre maggiore nelle scelte di
politica di sicurezza, interna ed esterna? Innanzitutto l’ex Pci, poi Pds, Ds e
oggi Pd, Marco Minniti, figlio di un ex generale dell’Aeronautica militare e
nipote di Tito Minniti, l’aviatore ed eroe
della guerra di Etiopia ucciso a Bolali il 26 dicembre 1935 e alla cui
memoria è intitolato l’aeroporto di Reggio Calabria. Dopo aver ricoperto
l’incarico di coordinatore del Pds e dei subentrati Democratici della Sinistra,
nell’ottobre
del 1998 Marco Minniti fu chiamato a ricoprire l’incarico di sottosegretario
alla Presidenza del Consiglio (premier l’amico Massimo D’Alema), con delega
ai servizi per le informazioni e la sicurezza. Con il governo guidato da
Giuliano Amato (aprile 2000-giugno 2001), Minniti ricoprì il ruolo di
sottosegretario alla Difesa (ministro il futuro presidente della
Repubblica, Sergio Mattarella).
Intanto, nel novembre 2009, congiuntamente al
Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga (già ministro
dell’Interno negli anni della guerra di Stato al terrorismo rosso e cultore
delle relazioni con organizzazioni e servizi segreti in ambito nazionale e
NATO), Marco Minniti diede vita alla Fondazione ICSA (Intelligence Culture and Strategic Analysis), centro studi sui temi
d’intelligence che “si pone l’obiettivo di analizzare i principali aspetti
connessi alla sicurezza nazionale e internazionale, all’evoluzione dei modelli
di difesa militare, ai principali fenomeni criminali e del terrorismo in Italia
e all’estero, alla sicurezza informatica e tecnologica dello Stato e dei
cittadini”, come si legge nell’atto istitutivo.
Con il ritorno di Silvio Berlusconi alla guida di
Palazzo Chigi, Minniti assunse il ruolo di capogruppo Ds in Commissione Difesa
e componente della delegazione italiana all’Assemblea dei parlamentari presso
il Comando generale della NATO. A Bruxelles il politico calabrese fece da
relatore del gruppo di lavoro sull’Europa sud-orientale e la partnership Ue-NATO,
perorando l’ingresso nell’Alleanza di Albania, Croazia e Macedonia. Con il
secondo governo di centrosinistra a guida Prodi (2006), Marco Minniti ricoprì ancora una volta l’incarico di
viceministro dell’Interno (ministro Giuliano Amato) dedicandosi in particolare alle
prime “emergenze” sbarchi di migranti in sud Italia. Rieletto alla Camera dei
deputati nel 2013, Minniti fu nominato sottosegretario della Presidenza del
Consiglio da Enrico Letta, con delega ai servizi segreti, incarico
confermatogli dal successore Matteo Renzi. Dimessosi da presidente
esecutivo della Fondazione ICSA, Minniti fu chiamato dal presidente del consiglio
Gentiloni a guidare il ministero dell’Interno. Il prestigioso incarico
durò dal 12 dicembre 2016 al 1° giugno 2018, un periodo di appena un anno e
mezzo ma comunque densissimo di impegni e missioni internazionali soprattutto
sul fronte anti-immigrazione.
Accanto a Marco Minniti in Fondazione Leonardo Med-Or,
in qualità di direttore
generale, siede l’avvocata Letizia Colucci, presidentessa del
Consiglio di amministrazione dell’azienda missilistica MBDA Italia, e membro
del Cda di altri importanti gruppo aerospaziali e di telecomunicazione
militare/civile controllati (in parte) da Leonardo, come AVIO S.p.A, e-GEOS e Telespazio Iberica.
Prima di essere nominata a capo di MBDA, Letizia Colucci ha svolto incarichi nel
settore legale presso Alenia Spazio (oggi Thales Alenia Space Italia) e Alenia
Difesa, ed è stata inoltre condirettore di Selex Sistemi Integrati e segretaria
generale di Telespazio, altre importanti aziende del comparto
militare-industriale di Finmeccanica-Leonardo.
Del comitato strategico della Fondazione,
insieme a Minniti e Colucci fa parte il presidente di Leonardo S.p.A., Luciano
Carta, subentrato il 20 maggio 2020 alla guida dell’holding industriale a
Giovanni Di Gennaro (quest’ultimo originario di Reggio Calabria ed ex capo
della Polizia di Stato, ex direttore del DIS – Dipartimento delle Informazioni
di Sicurezza ed ex sottosegretario di Stato alla Presidenza del consiglio con
delega alle attività sicuritarie, governo Monti).
Già comandante delle compagnie “Cagliari” e “Genova” della Guardia di
finanza, Luciano Carta ha poi condotto il Comando provinciale di Livorno e il
Comando regionale Emilia-Romagna a Bologna. Dal gennaio 1994 al luglio 2002 è
stato Capo ufficio stampa del Comando Generale GdF e ha assunto l’incarico di direttore
responsabile della Rivista della Guardia
di Finanza e del periodico Il
finanziere.
Nella XIV Legislatura
(2001-2006) Luciano Carta ha fatto da consulente della Commissione Parlamentare
antimafia, presidente l’on. Luciano Violante. Promosso generale, Carta è stato
nominato prima comandante della Scuola di Polizia Tributaria di Ostia,
successivamente Comandante Interregionale per l’Italia Nord Occidentale (Milano)
e nel 2015 capo dei Reparti Speciali della Guardia di Finanza. Nell’aprile del
2015 il ministero dell’Economia lo aveva candidato alla nomina a capo di Stato
maggiore GdF, ma il Consiglio dei ministri (premier Matteo Renzi) gli preferì il generale Giorgio Toschi. Nel dicembre 2016 il generale Carta fu comunque promosso a vicedirettore dell’AISE
e il 21 novembre 2018 (presidente del Consiglio Giuseppe Conte) fu nominato direttore
della stessa Agenzia dei servizi segreti per l’estero. Grande Ufficiale al
merito Melitense del Sovrano Ordine di Malta, Luciano Carta è anche membro del consiglio
di amministrazione dell’Istituto per gli Studi di
Politica Internazionale (ISPI),
riconosciuto e affermato think tank il cui presidente è l’ambasciatore
Giampiero Massolo, pure presidente di Fincantieri S.p.A..
Non poteva ovviamente mancare
nel comitato strategico di Fondazione
Med-Or, Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo S.p.A. dal
maggio 2017, presidente onorario di AIAD - Federazione Aziende Italiane per
l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza (dal luglio 2017), nonché presidente
dell’ASD - Associazione europea delle industrie dell’Aerospazio e della Difesa (dal
settembre 2020).
L’esordio professionale di
Alessandro Profumo risale al 1977, quando fu assunto dal Banco Lariano di Como
(al tempo sotto il controllo dell’Istituto bancario San Paolo di Torino). Dieci
anni dopo entrò in McKinsey & Company, dove si occupò di progetti
strategici e organizzativi per diverse aziende finanziarie. Lasciato nel 1991
il settore della consulenza aziendale, Profumo divenne direttore centrale del
gruppo assicurativo RAS - Riunione Adriatica di Sicurtà e nel 1994 direttore
generale di Credito Italiano (oggi UniCredit). Di quest’ultimo istituto Profumo
fu nominato nel 1997 amministratore delegato, carica rivestita sino al
settembre 2010. Nel febbraio 2012 l’odierno Ad di Leonardo fu chiamato dal
Commissario europeo per il Mercato Interno e i Servizi a far parte del pool di
esperti che dovevano valutare il funzionamento del settore bancario nell’Unione
Europea e individuare possibili misure di riforme
strutturali. Dal 2011 al 2017 Alessandro Profumo è stato pure membro del
Cda del colosso energetico ENI; dal 2012 al 2015 presidente della Banca Monte
dei Paschi di Siena e successivamente consigliere e presidente di Equita SIM.
Nel suo curriculum, Profumo vanta pure una presenza nel comitato esecutivo di
Mediobanca e nel consiglio dell’Università “Luigi Bocconi” di Milano. Attualmente
è consigliere della Fondazione IIT (Istituto Italiano di Tecnologia) e della
Fondazione Together To Go Onlus di Milano che offre percorsi di riabilitazione
ai minori affetti da patologie neurologiche; membro dell’European Round Table
for Industrialists (ERT) e del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Banca
Impresa; presidente di parte italiana dell’Italy-Japan
Business Group.
Quinto e ultimo componente
del comitato strategico è l’ingegnere
aeronautico Lucio Valerio Cioffi, direttore generale di Leonardo S.p.A. dal
settembre 2020. Già tecnico responsabile del Flight control systems design and testing dei caccia-addestratori
avanzati M-346 e vicepresidente di Aermacchi S.p.A. (gruppo Finmeccanica-Leonardo),
l’ingegnere Cioffi è stato pure capo dell’ufficio tecnico e responsabile engineering
e industrializzazione della società aerospaziale Alenia e dal 2018 al 2020 responsabile
della divisione velivoli di Leonardo.
Agenti,
manager, giornalisti e politici pro-USA e Israele
Vediamo invece chi sono i
componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione Leonardo Med-Or
insieme al presidente Marco Minniti. Innanzitutto Enrico Savio, Chief Strategy & Market Intelligence
Officer del gruppo Leonardo dal luglio 2019. Diplomatosi presso l’Istituto
Superiore di Polizia, dal 1990 al 1996 Savio ha ricoperto vari incarichi nei
servizi antiterrorismo della Polizia di Stato e successivamente è passato alla direzione
centrale della Polizia criminale (ufficio
di coordinamento delle attività internazionali). Dopo un soggiorno negli
Stati uniti d’America dove ha frequentato l’Accademia dell’FBI, nel maggio 2002
Enrico Savio si è “sospeso” dalla Polizia di Stato per intraprendere esperienze manageriali in società private
dei settori della difesa e della sicurezza. Rientrato negli organici della
Polizia, nel 2008 è stato promosso a Capo di Gabinetto del DIS - Dipartimento
Informazioni per la Sicurezza (l’organismo che sovrintende ai servizi segreti AISE
e AISI). Del DIS Enrico Savio è divenuto vicedirettore generale nel dicembre
2016 (contestuale la nomina del gen. Luciano Carta all’AISE), incarico
ricoperto sino all’ingresso in Leonardo.
Nel Cda ci sono poi altri
dirigenti e manager dell’holding militare-industriale italiana: la responsabile
dell’ufficio finanziario Alessandra Genco (già vicepresidente della divisione Investment Banking del colosso
finanziario statunitense Goldman Sachs); la responsabile dell’ufficio
organizzazione e trasformazione di Leonardo, Simonetta Iarlori (già ricercatrice
in IBM e in Pirelli Lab, poi alle dipendenze del Gruppo UniCredit e di Cassa
Depositi e Prestiti S.p.A.); il direttore Relazioni istituzionali Italia di
Leonardo, Filippo Maria Grasso (pure membro della direzione Relazioni esterne e
responsabile della gestione delle politiche di sicurezza del gruppo Pirelli
S.p.A. ed ex presidente del Cda di Chemchina, società di China National
Rubber&Tyre Corporation). Docente di Tecniche
di relazioni internazionali istituzionali in diverse università e business school
italiane (tra esse anche la Cattolica del Sacro Cuore di Milano), Filippo Maria
Grasso è anche membro del Comitato esecutivo dell’Istituto Affari Internazionali (IAI).
Alla gestione amministrativa
di Med-Or concorre pure l’ingegnere Paolo Bigi, amministratore delegato di
Arkad, una delle principali società di ingegneria, costruzioni e servizi
energetici dell’Arabia saudita, operante in Medio Oriente, Nord Africa ed
Europa (in Congo,
per conto di ENI, ha realizzato un impianto di generazione a turbina a gas
finalizzato a fornire 320 MW di energia elettrica agli impianti della società
italiana). In passato Paolo Biagi è stato vicepresidente di Tecnimont
SpA e del gruppo industriale chimico austriaco Borealis AG, nonché membro del Cda
di Techint Engineering & Construction SpA.
Dal 2017 al 2020 l’ingegnere
è stato pure responsabile dell’ufficio per le operazioni internazionali del
Saudi Binladin Group (SBG), mega-società di costruzioni mediorientale con sede legale
a Gedda (Arabia Saudita), 5 miliardi di dollari di capitale e ingenti pacchetti
azionari in diverse corporation statunitensi. Il Saudi Binladin Group fu fondato
all’inizio degli anni trenta del secolo scorso dal cittadino yemenita Mohammed
bin Laden (padre di 52 figli, fra i quali il noto Osama bin Laden), strettamente
legato ad Abd al-Aziz Al Saud, il fondatore della petromonarchia saudita. Per
conto della famiglia regnante, i bin Laden hanno curato la costruzione e
l’amministrazione dei luoghi santi del mondo islamico come La Mecca e Medina,
aderendo al “wahhabismo”, il movimento rigorista sunnita diffusosi in Medio
oriente nel XVIII secolo e rilanciato dai Saud d’Arabia nel Novecento. Centrali
d’intelligence internazionali e studiosi indipendenti ritengono che gli ingenti
investimenti finanziari della monarchia saudita per esportare il pensiero wahhabita nel mondo islamico abbiano
contribuito a dar vita e alimentare i movimenti radicali nell’area
afghano-pakistana, in Caucaso ed Asia centrale e nel Sud-est asiatico. Per la
cronaca, la Saudi Investment Company (SICO), società finanziaria creata nel
maggio
Nel Cda della Fondazione
compaiono poi tre noti accademici: Francesca
Maria Corrao, ordinaria di Lingua e cultura araba e direttrice del Master
Mislam alla LUISS “Guido Carli”, nonché presidente del comitato scientifico
della Fondazione Orestiadi di Gibellina della Regione Siciliana; Egidio
Ivetic, professore associato presso il Dipartimento di Scienze storiche
dell’Università di Padova, direttore dell’Istituto per la Storia della Società
e dello Stato Veneziano presso la Fondazione “Giorgio Cini” nonché membro del consiglio
direttivo della Società Italiana per la Storia dell’Età Moderna; Germano
Dottori, già docente presso il dipartimento di Studi Politici della LUISS e dal
2011 presidente del Centro di Studi Strategici e di Politica Internazionale, ente
no-profit della stessa Libera università di Roma. Dal 1996 il prof. Dottori è
consulente parlamentare specializzato in politica estera, difesa e sicurezza
interna e dal 2016 membro del consiglio scientifico della rivista Limes. Durante il primo governo Conte
(2018-19), Germano Dottori è stato consigliere per gli Affari delegati del sottosegretario
alla Difesa Raffaele Volpi.
Membro del consiglio di
amministrazione e autore di alcuni interventi nella sezione news di Med-Or è lo
scrittore e giornalista Pietrangelo Buttafuoco, già presidente del Teatro
Stabile di Catania e attuale presidente del Teatro Stabile d’Abruzzo. Di
origini siciliane e nipote dell’ex parlamentare regionale,
nazionale ed europeo dell’MSI - Movimento Sociale Italiano, Antonino
Buttafuoco, Pietrangelo Buttafuoco è
stato dirigente nazionale del Fronte della Gioventù (l’organizzazione
giovanile missina), componente del Comitato centrale dell’MSI e dal 1995 fino
al 2003 membro dell’Assemblea nazionale di Alleanza Nazionale. Come
giornalista Buttafuoco ha collaborato con la riviste di destra Proposta
e le testate Il Secolo d’Italia, Il Giornale, Il Fatto Quotidiano e Il
Quotidiano del Sud. Oggi è direttore responsabile di CiviltàdelleMacchine.it,
il quotidiano online della Fondazione Leonardo - Civiltà delle Macchine, istituita
anch’essa da Leonardo S.p.A. nel 2018 per valorizzare il patrimonio
archivistico e museale del gruppo, “favorire il dialogo con la società civile,
la collaborazione con gli stakeholder, le comunità e i territori” e contribuire
a “far percepire Leonardo quale pilastro nel Sistema Paese e asset nazionale
dell’innovazione tecnologica”.
Il presidente della Fondazione sorella di Med-Or
è l’ex magistrato Luciano Violante, parlamentare comunista dal 1979 al 2008, presidente
della Commissione Antimafia dopo le efferate stragi del 1992, della Camera dei
deputati dal 1996 al 2001 e odierno presidente di Italiadecide, associazione fondata nel 2008 da esponenti politici,
intellettuali, imprenditori e gruppi industriali e finanziari (ENI, ENEL,
Ferrovie dello Stato Italiane, ecc.) con l’intento di “promuovere una analisi
dei problemi di fondo dell’Italia”, a partire dalle “difficoltà del sistema
decisionale”. Di
Fondazione Leonardo Civiltà delle Macchine è presidente onorario Luciano Carta,
membro del comitato strategico della Fondazione di Minniti; nel suo Cda ci sono
pure altri due rappresentanti di Med-Or, Lucio Valerio Cioffi e Alessandra Genco.
Nel Cda di Leonardo Med-Or c’è
pure l’avvocato Alessandro Ruben, parlamentare dal 2008 al 2013 per il Popolo
della Libertà (eletto in quota Alleanza Nazionale), componente prima della
Commissione Affari esteri e poi della Commissione Difesa. Ruben ha pure
ricoperto l’incarico di consigliere per gli Affari internazionali dell’allora ministro
della difesa Ignazio La Russa (Alleanza Nazionale) e. contestualmente, di presidente
del gruppo di collaborazione parlamentare
Italia - Stati Uniti d’America e membro della delegazione italiana presso
l’Assemblea Parlamentare della NATO. Dal maggio al novembre 2016 ha fatto invece
da collaboratore del ministro dell’Interno Angelino Alfano per i rapporti internazionali e con le minoranze.
Alessandro Ruben è noto per
essere il compagno-convivente della ministra per il Sud e la coesione
territoriale, Mara Carfagna (Forza Italia, ex modella e show girl e poi
ministra per le Pari opportunità con il terzo governo Berlusconi); ma anche per
essere stato consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche e presidente della
sezione italiana dell’Anti-Defamation
League (2004-08). Da 2017 Ruben è membro
onorario della Commissione nazionale della stessa organizzazione ebraica
fondata negli Stati Uniti d’America con
lo scopo di “combattere l’antisemitismo e tutte le forme di pregiudizio”.
In verità il campo d’azione dell’Anti-Defamation
League è stato un più controverso in questi anni. Secondo Amnesty
International l’organizzazione avrebbe contribuito dal 2002 a coprire le spese
per la formazione e l’addestramento in Israele e nei Territori occupati della
Palestina di ufficiali ed agenti di polizia di alcuni stati dell’Unione (Florida,
New Jersey, Pennsylvania, California, Connecticut, Massachusetts, ecc..).
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