Quelle strane incongruenze nel curriculum della ministra Lucia Azzolina

“La cosa nella quale io ho sempre creduto pensando alla politica è il concetto di competenza, nei posti giusti ci devono stare le persone competenti. Avendo lavorato a scuola per anni, avendo due lauree e un percorso di studi molto selettivo con pratica legale di diritto scolastico e altro, credo, in questo momento, di essere la persona giusta al posto giusto, soprattutto ai tempi del coronavirus…”. A dichiararlo a Rai Radio 1 la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina, stanca di essere sottoposta ad attacchi di ogni tipo. In verità il suo curriculum vitae è eccellente, anche se però a leggerlo bene c’è più di un’incongruenza.
La ministra di origine siciliana ha conseguito la laurea specialistica in Storia della Filosofia presso l’Università degli Studi di Catania nell’a.a. 2007-08 con votazione 110 e lode e una media di 30/30 agli esami e, nel dicembre 2013, una laurea magistrale in Giurisprudenza all’Università di Pavia con votazione finale 105/110 e media degli esami di 28/30. Lucia Azzolina ha sempre rivendicato di essersi laureata a Pavia “mentre continuava ad insegnare, contemporaneamente, nelle Scuole secondarie di secondo grado” (dal 26 settembre 2008 ha ricoperto l’incarico di docente di storia e filosofia in alcuni licei di La Spezia e Sarzana).
Da quanto pubblicato sul proprio profilo facebook si evince tuttavia che contestualmente agli studi giuridici a Pavia e alle lezioni in Liguria, dal giugno 2009 al dicembre 2010 la pentastellata ha frequentato l’Università degli Studi di Pisa per ottenere la specializzazione per l’insegnamento del sostegno ai diversamente abili nella scuola secondaria superiore. Tesi di perfezionamento di 40 pagine dal titolo Un caso di ritardo mentale associato a disturbi depressivi, la stessa che il prof. Massimo Arcangeli, noto linguista dell’Università di Cagliari ha pubblicamente criticato per i troppi copia-e-incolla e le poche citazioni bibliografiche.
Un’invidiabile performance, certo, con qualche dubbio di legittimità. Giuristi e organismi sindacali sono concordi: l’art. 142 del Regio decreto n. 1582 del 1933 – mai abrogato – vieta tassativamente l’iscrizione “contemporanea a diverse università e a diversi istituti superiori di istruzione o a diverse facoltà o Scuole della stessa università”. Fanno eccezione le scuole speciali e di perfezionamento in tecnica militare e non è certo questo il caso, nonostante il dilagante processo di militarizzazione del sistema educativo italiano. Gli stessi decreti della Repubblica che hanno disciplinato i requisiti e le modalità della formazione iniziale degli insegnanti dichiarano “incompatibile” la frequenza ai corsi suddetti di coloro che sono iscritti a corsi di dottorato di ricerca e a “qualsiasi altro corso che dà diritto all’acquisizione di crediti formativi universitari o accademici, in Italia e all’estero”. C’è solo un modo per aggirare l’ostacolo: chiedere la “sospensione” formale della propria carriera universitaria. Non sappiamo se Lucia Azzolina lo abbia fatto ma nel caso in cui avesse davvero “congelato” gli studi a Pavia per i 18 mesi impiegati per specializzarsi a Pisa, si sarebbe laureata in giurisprudenza in tempi record: soli 3 anni e mezzo contro i 5 previsti.
Come abbiamo visto, nel corso della sua intervista radiofonica Azzolina ha fatto riferimento a una “pratica legale di diritto scolastico” svolta prima di approdare ai vertici del ministero. “Ha svolto, dopo la laurea in Giurisprudenza, la pratica forense, occupandosi sempre di diritto scolastico”, si legge più precisamente nella biografia pubblicata sul sito del MIUR. Anche in questo caso è opportuno fare alcune precisazioni. Allo stato attuale Lucia Azzolina non ha prodotto alcun titolo che certifichi la sua specializzazione in “diritto scolastico” né risulta che sia mai stata iscritta all’albo degli avvocati.
Nel suo profilo facebook, la ministra ha comunque specificato di aver collaborato “dal febbraio 2014 ad oggi” con lo studio legale dell’avv. Giovanni Rinaldi di Biella. Essendo dipendente pubblica/insegnante, per le leggi in materia qualsivoglia collaborazione con soggetti ed enti privati deve intendersi solo in maniera “occasionale” e “saltuaria”, con l’espresso divieto di rapporti di lavoro subordinato. Azzolina non avrebbe potuto comunque esercitare la professione d’avvocato in quanto l’eventuale iscrizione all’albo è permessa solo agli insegnanti di materie giuridiche e lei insegnava storia e filosofia e sostegno prima di sostenere e vincere il concorso a dirigente negli stessi mesi in cui era membro della Commissione cultura della Camera dei Deputati.
Nel sito internet dello studio Rinaldi c’è solo un riferimento esplicito a collaborazioni con l’odierna ministra, quello relativo ad alcuni seminari formativi svolti in provincia di Agrigento nel settembre 2014 dall’ANIEF (organizzazione sindacale con cui Lucia Azzolina ha operato per alcuni anni in Lombardia e Piemonte), correlatori l’avvocato Giovanni Rinaldi, il presidente nazionale prof. Marcello Pacifico e la prof.ssa Azzolina. Di contro le cronache politiche riportano innumerevoli iniziative svolte dal tandem Rinaldi-Azzolina. Il legale, anch’egli originario della Sicilia e consigliere comunale del Movimento 5 Stelle a Biella dal 2014 al 2019 è stato uno dei più strenui sostenitori della campagna elettorale che ha consentito ad Azzolina di divenire parlamentare; quest’ultima, già sottosegretaria, si è spesa a favore di Giovanni Rinaldi, candidato (perdente) all’ultima elezione per la scelta del sindaco di Biella. A sorpresa, nello staff dello studio legale Rinaldi compare comunque la sorella di Lucia Azzolina, Rossana Azzolina, infaticabile supporter di M5S, che essendo indicata come “signora” non deve essere ancora fornita di laurea.
“La scuola e lo studio legale nel quale ho fatto pratica mi hanno offerto la possibilità di confrontarmi con tanti gruppi eterogenei identificabili negli Enti locali, nelle famiglie, nei genitori e nei colleghi e mi hanno permesso di sviluppare sicuramente una buona capacità di relazione”, riporta Lucia Azzolina tra le capacità e competenze del suo curriculum vitae formato europeo. “Conosco la scuola a 360°, l’ho vissuta dall’interno lavorandoci e la osservo dall’esterno collaborando nello studio legale dove mi occupavo di diritto scolastico e gestivo l’organizzazione del lavoro”. Quel curriculum era scaricabile in formato Pdf sino al gennaio 2020 dal sito del MIUR nella pagina dedicata ai sottosegretari, poi è scomparso. Ne abbiamo chiesto il motivo, telefonicamente e per email, alla segreteria della Ministra. Attendiamo fiduciosamente una risposta.

Commenti

Post più popolari