Niscemi e il MUOS. Il diritto ad esistere, il dovere di resistere

Un sistema di comunicazione da guerre stellari e la lotta di cento giovani fidanzati

Sono fidanzati da due anni Giulia e Stefano. Coetanei, qualche esame ancora e poi la laurea, il sogno di mettere su famiglia e trovare lavoro dove sono nati e cresciuti. Due giovani come tanti che hanno scoperto però che la loro è una cittadina ad altissimo rischio elettromagnetico. Niscemi, Caltanissetta, sorge infatti a un paio di chilometri di distanza da una delle più potenti stazioni di telecomunicazioni al mondo delle forze armate statunitensi. Una struttura, quella di contrada Ulmo, nel cuore della riserva naturale “Sughereta”, che è destinata ad ospitare uno dei quattro terminali terrestri del nuovo sistema per le guerre stellari del XXI secolo, il MUOS, un mostro ecologico da milioni e milioni di dollari. Giulia e Stefano insieme a Francesca e Carlo, Roberto e Sandra, Andrea e Maria e altri cento giovani hanno trascorso l’estate ricorrendo in lungo e in largo Niscemi per informare gli abitanti, hanno organizzato marce e sit-in e presidiato l’ingresso della riserva per impedire l’arrivo dei tir con le mega-antenne satellitari. Infine hanno preso una decisione choc, obbligata per tutti coloro che ritengono che la salute sia un diritto fondamentale e inalienabile anche per ogni essere che verrà. Quella di non sposarsi se Niscemi sarà sacrificata all’altare del MUOS e del dio di tutte le guerre. “Noi, come molte altre coppie, avevamo deciso di costruire una famiglia nella nostra città natale, per amore della nostra terra”, scrivono in una lettera indirizzata ai vescovi siciliani. “Ma da quando è stato avviato il progetto del MUOS abbiamo paura di sposarci e mettere al mondo dei bambini malati. Molti scienziati sono concordi sul fatto che le onde elettromagnetiche ad altissima frequenza emesse dall’antenna possano danneggiare seriamente i nostri neonati (leucemia, malformazioni, tumori). Ragion per cui, l’unica soluzione che ci rimane è quella di trasferirci, lasciando genitori, cari amici, parenti e rinviando inevitabilmente a data da destinarsi, il giorno delle nostre nozze. Ci riteniamo minacciati, ricattati, offesi nei nostri animi di cristiani e di cittadini. Il matrimonio è un nostro diritto sia spirituale che civile. Questo nuovo sistema di guerra all’uomo e all’ambiente è la negazione profonda di questo nostro diritto”.
Contro il MUOS sono scesi in piazza migliaia di siciliani, tre consigli provinciali e tredici amministrazioni comunali hanno chiesto al governo la revoca delle autorizzazioni, sono state presentate interrogazioni al parlamento europeo e nazionale. Per qualche tempo anche il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo aveva detto “No” al dissennato progetto militare. Poi, sotto la spinta dell’ambasciata Usa in Italia e del ministro della difesa Ignazio La Russa, l’inatteso giro di valzer. Lombardo è divenuto un sostenitore del MUOS, ha contattato la facoltà d’Ingegneria di Palermo per ottenere un edulcorato studio di valutazione dell’impatto elettromagnetico e, alla fine, esautorando l’amministrazione comunale di Niscemi, ha autorizzato la Marina militare degli Stati Uniti ad avviare i lavori d’installazione delle antenne. Lavori bollati come “abusivi” dal sindaco Giovanni Di Martino che ha impugnato il provvedimento davanti al Tar e al Consiglio di Stato. “Due anni fa avevamo affidato uno studio ambientale a tre professionisti siciliani che avevano riscontrato gli effetti negativi del MUOS sulla flora e la fauna dell’area protetta “Sughereta””, spiega Di Martino. “Oggi siamo pure in possesso di un’approfondita analisi del Politecnico di Torino che rileva rischi insostenibili del nuovo sistema satellitare per la salute della popolazione e ravvisa una serie d’incongruenze negli studi della facoltà d’Ingegneria che hanno spianato la strada ai lavori”.
“L’ARPA, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, ha evidenziato preoccupanti valori di campo elettrico nelle aree prossime alla stazione Usa di Niscemi, a cui si aggiungeranno le potenti emissioni del MUOS”, dichiara il dottore Massimo Coraddu, consulente esterno del dipartimento di Energetica del Politecnico. “Nonostante gli scarni dati disponibili possiamo affermare che con la realizzazione delle nuove antenne si verificherà un incremento medio dell’intensità del campo in prossimità delle abitazioni più vicine pari a qualche volt per metro rispetto al livello esistente, con la possibilità del verificarsi di punti caldi, con un incremento del campo nettamente superiore. C’è poi il rischio di effetti acuti legati all’esposizione diretta al fascio emesso dalle parabole MUOS in seguito a malfunzionamento o a un errore di puntamento. I danni alle persone accidentalmente esposte a distanze inferiori ai 20 Km saranno gravi e permanenti, con conseguente necrosi dei tessuti”. Per la cronaca, l’intero abitato di Niscemi sorge a soli 6 km. dagli impianti militari, mentre dentro il raggio ad alto rischio incidono pure i due grandi centri urbani di Gela e Caltagirone. Un incidente al MUOStro scatenerebbe un’ecatombe.
Le onde elettromagnetiche avranno pesantissimi effetti pure sul traffico aereo nei cieli siciliani e in particolare sul vicino aeroporto di Comiso, prossimo all’apertura. “La potenza del fascio di microonde del MUOS è senz’altro in grado di provocare gravi interferenze nella strumentazione di bordo di un aeromobile che dovesse essere investito accidentalmente”, aggiunge il fisico Coraddu. “Rischi ancora più grandi sono legati all’irraggiamento accidentale, a distanza ravvicinata, di un aereo militare, nel quale le interferenze generate possono arrivare a innescare accidentalmente gli ordigni trasportati. Queste eventualità non sono assolutamente da considerarsi remote e trascurabili, visto che l’aeroporto di Comiso verrebbe a trovarsi a poco più di 19 Km dal MUOS, e gli aeroporti militare di Sigonella e civile di Fontanarossa (Catania), si troverebbero rispettivamente a 52 Km e a 67 Km”. Sigonella, poi, è stata prescelta come capitale internazionale degli aerei senza pilota “Global Hawk” e “Predator” delle forze armate Usa e Nato e ciò accresce ulteriormente il rischio di collisioni e incidenti per i velivoli che attraversano lo spazio aereo di mezza Sicilia. Volare sarà come giocare alla roulette russa.
I cento giovani fidanzati di Niscemi sanno di essere più fragili di David e di affrontare un super Golia che la fa da padre-padrone del complesso militare industriale planetario. L’inventrice-produttrice del MUOS è infatti la famigerata Lochkeed Martin, 46,8 miliardi di dollari di fatturato nel 2010, quasi quanto il Pil di una parte del continente africano. Ma il “rivoluzionario” sistema di telecomunicazioni satellitari fa acqua da tutte le parti, ha già accumulato più di due anni di ritardo e un aumento del 400% dei costi programmati. Lochkeed Martin ha pure scoperto che i quattro satelliti che si pensava di lanciare in orbita non sono sufficienti e ha battuto cassa al Congresso per ottenere 340 milioni di dollari per produrne un quinto. Il MUOStro ha già dilapidato ingenti risorse finanziarie e minaccia di inghiottirne ancora chissà quante altre. I margini per contrastare il programma di morte esistono. Giulia e Stefano ci sperano. Come sperano ancora di lavorare, sposarsi e generare i loro figli in una Niscemi libera dal cancro elettromagnetico.

Articolo pubblicato in MAG Magazine, anno 4, Numero 18, dicembre 2011 – gennaio 2012

Commenti

  1. Ciao Antonio, sono una collega, come posso contattarti? La mia email è amica (at) infoamica.it Grazie, Francesca Romana

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  2. Ciao Antonio, sono un collega.
    Avrei bisogno di contattarti per il MUOS.
    Come posso?
    La mia e mail è salvatore.cannata@vrsicilia.it
    Grazie

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