Aerei spia “Shadow” alla 173^ Brigata di Vicenza

L’Esercito USA ha assegnato un plotone di aerei senza pilota (UAV) “Shadow 200” alla 173^ Brigata Aerotrasportata di Vicenza. Lo ha reso noto il comandante del “Joint Multinational Training Command” dell’US Army, colonnello Tim Touzinsky. Annunciando l’intenzione del Pentagono di realizzare a Grafenwöhr, Germania, la principale area addestrativa in Europa dei nuovi aerei spia, Touzinsky ha accennato all’attivazione di tre plotoni “Shadow”, il primo presso la 172^ Brigata di Fanteria di Grafenwöhr, il secondo presso il 2° Reggimento di cavalleria di Vilseck (Germania), e il terzo presso la 173^ Brigata di Vicenza.
“Costruiremo una facility per i nuovi velivoli senza pilota, completa di pista aerea di 1.000 metri di lunghezza ed hangar, nel cuore dell’area di addestramento di Grafenwöhr”, ha dichiarato il colonnello dell’US Army. “Abbiamo due aeroporti in Germania in cui sono stati assegnati gli UAV all’esercito,Vilseck ed Hohenfels, ma gli Shadow non possono essere utilizzati perché devono essere tenuti lontani da aree residenziali. Questi tipi di aerei hanno bisogno di 800 piedi di piste per decollare o atterrare. Ma ci sono delle restrizioni su come possono volare ai margini dell’area di addestramento dato il pericolo d’incidente nel caso in cui si perda il collegamento radio”.
 
I residenti che vivono attorno all’aeroporto Dal Molin di Vicenza sono avvisati. Gli aerei spia “Shadow 200” hanno una spiccata propensione a schiantarsi a terra dopo il decollo, come è confermato dalle cronache dei primi voli sperimentali eseguiti in Kosovo nel 2004. Nei soli primi due giorni d’addestramento, l’US Army perdette due velivoli e fu costretta a sospenderne la sperimentazione. Dopo la “correzione” di alcuni problemi tecnici agli apparati di bordo furono riprese le operazioni, ma altri due gravi incidenti imposero un lungo stop ai nuovi aerei senza pilota. Furono poi testati negli scenari di guerra afghano ed iracheno. Qualche mese fa, gli “Shadow 200” sono stati dislocati dalla 172^ Brigata di Fanteria dell’US Army presso la base avanzata “Warhorse” di Baqubah, Iraq.
 
Lo Shadow è un aereo teleguidato ed è equipaggiato con sofisticati sensori e telecamere; viene utilizzato per sostenere le operazioni di riconoscimento diurno e notturno, sorveglianza, acquisizione dei target e danneggiamento dei sistemi di comando di guerra avversari. In particolare, il velivolo può sovraintendere alle operazioni di combattimento terrestre e ai raid aerei, fornire assistenza agli interventi di bombardamento e alle attività di ricerca e riscatto del personale disperso nei campi di battaglia.
 
Il nuovo sistema d’arma si caratterizza per l’alta mobilità e la facilità di trasporto. Può essere infatti trasferito via terra su speciali tir dotati di centri di comando e controllo, shelter e lanciatori. Lo “Shadow 200” è un velivolo “tattico”, potendo contare su un raggio massimo d’azione di 125 chilometri ed un’autonomia di volo per non oltre 12-14 ore. Ma ciò che lo caratterizza come uno dei più avanzati strumenti di spionaggio e d’attacco è la sua capacità di volare a grandi altitudini (tra gli 8.000 e i 10.000 piedi d’altezza in condizioni di luminosità e tra i 6.000 e gli 8.000 piedi durante la notte) e di poter registrare con estrema nitidezza e trasmettere a distanza le immagini rilevate a terra. Qualità d’intelligence che accrescono il potere di fuoco dei reparti schierati in un teatro terrestre particolarmente insidioso, come già è stato per Afghanistan e Iraq e come certamente sarà presto per il continente africano.
 
L’attribuzione di un plotone di “Shadow 200” alla 173^ Brigata Aviotrasportata di Vicenza va infatti interpretata nel quadro dei nuovi piani USA di penetrazione in Africa, insieme alla recentissima trasformazione del comando SETAF (Southern European Task Force) - ospitato anch’esso nella città veneta - in US Army Africa, la componente terrestre di Africom. Il 9 dicembre 2008, alla presenza dei due massimi rappresentanti dell’esercito USA in Europa, il generale William E. Ward, comandante Africom, e il generale Carter Ham, comandante di US Army Europe, la SETAF ha mutato emblema e bandiera, assumendo il ruolo di reparto d’élite per l’intervento armato nel continente africano. In realtà, per la SETAF di Vicenza non si tratterrà di un debutto in Africa. La forza aerotrasportata ha infatti una lunga storia operativa in questa vasta area geografica. Nel 1994, gli uomini della 173^ Brigata furono inviati in Rwanda per un’ambigua operazione di “peacekeeping” che non impedì lo sterminio di centinaia di migliaia di civili durante il conflitto interno. Due anni più tardi la SETAF fu mobilitata per facilitare l’evacuazione di personale USA presente a Monrovia, Liberia.
 
Ancora nel 1996, i reparti USA di Vicenza presero parte alla “Joint Task Force Guardian Assistance” inviata in Uganda e Rwanda per “assistere” le operazioni di rimpatrio dei rifugiati ruandesi dall’allora Zaire. Quando una parte dei rifugiati rientrò nel paese d’origine, la missione USA si trasformò in assistenza militare e logistica a favore delle nuove autorità del Rwanda. Nel 1997 fu la volta della Repubblica del Congo, dove la 173^ Brigata fu schierata per fornire “assistenza” all’evacuazione di popolazione non combattente proveniente dallo Zaire. Quando il paese fu nominato “Repubblica Democratica del Congo”, gli obiettivi della missione furono ridisegnati, e i militari USA si trasformarono in “consiglieri” del governo di transizione.

Articolo pubblicato in Agoravox.it il 18 dicembre 2008

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