Ucraina: Direttissimo Sigonella – Mar Nero
Vola, individua, spia e spara. E’ il “gioiello” di guerra della Marina militare degli Stati Uniti d’America a cui è stato dato il nome del dio del mare e delle catastrofi dei terremoti e dei maremoti. E’ il pattugliatore multi missione P-8A “Poseidon”, realizzato dall’holding industriale aerospaziale Boeing per la lotta antisommergibile ed antinave e per le attività di intelligence, sorveglianza e ricognizione. Il velivolo è stato consegnato nel 2014 e dal settembre 2016 opera stabilmente dalla grande base militare siciliana di Sigonella sotto il comando e il controllo di un distaccamento del Patrol Squadron 45 di US Navy appositamente trasferito in Sicilia da Jacksonville, Florida.
“Sigonella
consente lo schieramento dei P-8A in uno scacchiere geostrategico che comprende
il Mediterraneo, l’Africa settentrionale e l’Europa orientale a supporto del
Comando delle forze armate USA in Europa e nel continente africano”, spiega il
Pentagono. Per i nuovi pattugliatori sono state ampliate a NAS Sigonella le
aree di parcheggio e le piste ed è stato realizzato un maxi-hangar con annesso
centro di manutenzione del costo di 26,5 milioni di dollari, inaugurato
ufficialmente a metà gennaio 2022. “Progettato per ospitare simultaneamente due
P-8A Poseidon, l’hangar di 56.000
piedi quadrati offre uno spazio per gli squadroni aerei trasferiti a rotazione
e per le operazioni della Commander Task
Force 67 di US Navy”, spiega il Dipartimento della Difesa. “Lo scorso anno,
la parte dell’hangar già completata, è stata utilizzata come luogo di transito
per i cittadini afgani evacuati prima del loro trasferimento definitivo in
altri paesi”.
Insieme ai droni “Global Hawk” di US Navy e AGS NATO –
anch’essi con quartier generale Sigonella – i pattugliatori “Poseidon” hanno
assunto un ruolo chiave nelle operazioni militari di Washington e dell’Alleanza
Atlantica a sostegno del governo di Kiev contro l’occupazione russa di ampie
regioni ucraine. Una specie di occhio
e orecchio non poi tanto segreto
contro le manovre dell’esercito di Mosca e una sorta di consigliere-guida della controffensiva delle forze armate ucraine
che ha già consentito di ottenere sul campo rilevanti e sanguinosi “successi”
sugli avversari.
Droni e pattugliatori decollano da Sigonella verso
l’Europa orientale e il Mar Nero con frequenza ormai quotidiana e lo fanno da
molto prima dell’invasione russa del 24 febbraio. Un servizio dell’emittente
statunitense CNN andato in onda il 16
febbraio ha riferito di un incontro ravvicinato nel cieli del Mediterraneo
tra alcuni cacciabombardieri russi Sukhoi
SU-35 e un P-8 “Poseidon” proveniente dallo scalo siciliano. “Non sono state
fornite informazioni dal Pentagono sul punto esatto in cui è avvenuto
l’incontro, ma le manovre aeree dei russi sono state definite pericolose e scarsamente professionali”,
riferiva la CNN. Con lo scoppio della
guerra e l’escalation militare di USA, NATO e UE in Est Europa, gli analisti
indipendenti di ItaMilRadar hanno documentato
la crescita progressiva delle operazioni dei velivoli-spia, con e senza pilota,
in Mar Nero e ai confini con Ucraina, Russia e Bielorussia e nel Mediterraneo
orientale in prossimità del porto di Tartus, Siria, utilizzato per le soste
tecniche della flotta militare russa.
E un
“Poseidon” ha avuto un ruolo importantissimo in quella che ad oggi, per il
valore politico-simbolico ma soprattutto per le sue drammatiche conseguenze in
termini di vite umane, rappresenta una delle azioni di guerra più
significative: l’affondamento
dell’incrociatore russo Moskva
a largo di Odessa, mercoledì 13 aprile, presumibilmente dopo essere stato
colpito dai militari ucraini con uno o più missili
anti-nave. Sono ancora fittissimi i misteri sulle dinamiche e sulle
unità protagoniste dell’attacco, così come è ancora ignoto il numero delle
vittime. E’ tuttavia certo che l’operazione militare contro la nave ammiraglia
russa nel Mar Nero è stata “monitorata” e registrata a poche miglia di distanza
da un Boeing P-8A di US Navy decollato dalla stazione aeronavale di Sigonella. Il
12 aprile, ItaMilRadar ha pubblicato
un breve post segnalando che “per la prima volta dall’inizio dell’invasione
russa dell’Ucraina, stiamo tracciando una missione di un Boeing P-8A di US Navy
sul Mar Nero”.
Incontri ravvicinati sulla pelle della gente
“Da
quando è iniziata la guerra non ci sono state missioni di sorveglianza sul Mar
Nero da parte di velivoli con pilota e questo tipo di operazioni sono state
lasciate ai droni”, aggiungeva ItaMilRadar.
“Oggi, tuttavia, un Poseidon di
Sigonella sta svolgendo una missione di pattugliamento a largo delle coste
della Romania e della Bulgaria, E’ interessante notare che l’aereo è giunto a 20
km dall’isola del Serpente (Snake Island), attualmente occupata dalla
Marina russa, pur rimanendo nello spazio aereo rumeno. Questo è certamente
l’incontro più ravvicinato sin dall’inizio della guerra tra un velivolo NATO e
le truppe russe direttamente coinvolte nel conflitto. Va anche sottolineato che
il P-8A ha spento il transponder ADS-B mentre stava volando sul mare”.
Un
articolo comparso il 20 aprile sull’autorevole quotidiano londinese The Times, prontamente ripreso dal
francese Le Figaro ha fornito una
descrizione delle evoluzioni aeree del pattugliatore “Poseidon” prima e durante
l’attacco contro l’incrociatore
lanciamissili russo. “Un Boeing P8 era a meno di 100 miglia dal Moskva il giorno che l’incrociatore
russo ha subito un danneggiamento catastrofico”, esordisce The Times. “Si crede che centinaia di marinai siano morti quando
l’unità ammiraglia della flotta russa nel Mar Nero è stata colpita da almeno un
missile ucraino anti-nave Neptune. Il
suo affondamento ha drammaticamente ridotto la probabilità di un assalto
anfibio su Odessa e ha inferto un colpo all’operatività della Russia nel Mar
Nero”.
Il
quotidiano londinese ha ricostruito dettagliatamente il volo del pattugliatore
marittimo di US Navy sin dal decollo dallo scalo siciliano. “Il 13 aprile, un
P8, identificato con il codice AE681B,
ha lasciato la base aeronavale USA di Sigonella, per dirigersi verso il Mar
Nero”, rivela The Times. “Esso è
stato tracciato per la prima volta in volo sul Mediterraneo alle ore 13.32
(fuso orario di Kiev). I dati forniti da FlightRadar24
mostrano che il P8 ha sorvolato i Balcani e la Bulgaria, per poi raggiungere la
costa rumena sul Mar Nero nelle prime ore del pomeriggio”.
“Il
velivolo è stato localizzato per l’ultima volta mentre volava sulla città di
Valea Nucarilor in Romania, a circa 12 miglia dalla frontiera con l’Ucraina,
alle ore 15.27”, prosegue il quotidiano. “A quel punto il P8 era a meno di un
centinaio di miglia da dove è stato colpito l’incrociatore Moskva. All’ora in cui è scomparso ai monitor di FlightRadar24, il P8 si era abbassato in
volo da un’altitudine di 29.000 piedi a 11.900 (da 8.840 a 3.627 metri, nda)”. Sempre secondo The Times, nelle successive tre ore è
stato impossibile per i radar tracciare la rotta del pattugliatore di US Navy.
“Alla fine esso è riapparso alle ore 18.23, mentre volava sulla costa del Mar
Nero in prossimità della città di Casimcea in Romania, a circa 37 miglia dalla
sua ultima posizione documentata”, spiega la testata. “Dopo 19 minuti, il P8 ha
spento ancora una volta il suo transponder, per riapparire 42 minuti più tardi
vicino Abrud, nella Romania meridionale, alle ore 19.24, per poi rientrare alla
base di Sigonella. Il primo report noto su quanto stava accadendo al Moskva risale alle ore 20.42, quando un
volontario ucraino con legami con i militari ha postato un messaggio su
Facebook. Alle 22.31 il governatore ucraino di Odessa ha fornito la prima
conferma ufficiale sullo strike”.
La disinformazione italiana
Amelia
Smith, analista statunitense indipendente, ha spiegato a The Times che la presenza del P8 in vicinanza dell’unità russa “era
inusuale, ma non del tutto fuori dall’ordinario”. “L’analista ha anche detto
che in quella giornata c’è stato un numero leggermente maggiore di velivoli USA
che hanno sorvolato le coste del Mar Nero”, aggiunge The Times. “Il Segretario della Difesa USA, Lloyd Austin, ha
ammesso questo mese che gli Stati Uniti stanno fornendo intelligence ai
militari ucraini nella regione del Donbass, la prima ammissione pubblica che
sono state condivise informazioni classificate con Kiev”. A conclusione, il
quotidiano inglese si sofferma sulle caratteristiche tecniche del
pattugliatore. “Il Boeing P8 Poseidon è il più sofisticato velivolo
dell’arsenale USA per individuare i sottomarini e le unità da guerra di
superficie; esso utilizza sonoboe contro le unità nemiche e può essere
equipaggiato pure con sofisticati radar APY-10”, scrive The Times. “Anche se le sue capacità operative sono secretate, è
parere degli esperti che un P8 può mappare con i radar un’area di 10.000 metri
quadri da una distanza di più di 220 miglia, è ciò significa che il Moskva poteva essere tracciato
perfettamente il giorno del suo affondamento”.
Il
quotidiano francese Le
Figaro si è spinto ancora oltre
rivelando un particolare assai inquietante: “Il P8 Poseidon è pure armato con
missili antinave AGM-84 Harpoon e siluri Mark 54. Sono simili ai sistemi
impiegati a bordo del velivolo equivalente francese ATL2, utilizzato con il
gruppo aeronavale da febbraio ad aprile 2022 (nel Mediterraneo orientale, nda), guidato dalla portaerei
Clémenceau”. In verità altri analisti militari hanno scartato l’ipotesi che i
missili che hanno colpito la nave russa siano partiti dal pattugliatore USA.
Secondo uno dei massimi esperti di intelligence e questioni militari, l’ex
vice-sottosegretario alla difesa statunitense Stephen Bryen “non esiste alcuna evidenza che il P-8A abbia
lanciato qualsiasi dispositivo d’arma”. Se ciò fosse accaduto, aggiunge Bryen in un lungo articolo apparso su Asia
Times, “sarebbe stata superata una linea assai sensibile e ciò avrebbe
spinto gli USA direttamente alla guerra in Ucraina senza l’autorizzazione del
Congresso o della Presidenza”. “Certo, ogni cosa è possibile”, commenta in
conclusione. “Sicuramente, se il P-8A era lì, inseguendo le navi e i
sottomarini russi, non avrebbe non potuto testare i differenti sistemi presenti
a bordo contro le maggiori unità da guerra della Marina russa. Il P-8A ha una
sofisticata suite di contromisure elettroniche AN/ALR-55 realizzata da BAE Systems. Questi
sono sistemi nuovi di zecca e se si trovano sui pattugliatori P-8 che operano
nell’arena del Mar Nero, dovrebbero essere stati installati lo scorso anno o
anche nell’ultimo paio di mesi. Molto di ciò che l’ALR-55 può fare è sottoposto
a segreto, ma si sa che è capace di disturbare i radar nemici o, possibilmente,
di annullarne i segnali. Tuttavia è teoricamente possibile che se il P-8A di
US Navy era connesso in tempo reale o quasi agli operatori ucraini del Neptune,
esso potrebbe aver oscurato e annullato i sistemi radar a bordo delle navi
russe. Ci sono pochi dubbi che il P-8A non si sia coordinato con gli ucraini, forse
direttamente o attraverso connessioni satellitari, o possibilmente dopo il
passaggio tra le forze USA e NATO e poi a quelle ucraine”. In un servizio
pubblicato il 5 maggio dal New York Times
sono state citate fonti ufficiali statunitensi e ucraine che avrebbero riferito
anche di una possibile “distrazione” del Moskva
con un drone “Bayraktar” di produzione turca ma in possesso delle forze armate
di Kiev.
Da Sigonella direttamente sul Mar Nero
Le
operazioni dei pattugliatori “Poseidon” sono proseguite anche nei giorni
successivi all’affondamento della nave ammiraglia. ItaMilRadar ne ha documentato una il 15
aprile sul Mediterraneo orientale e un’altra ancora il giorno successivo.
“Nel pomeriggio abbiamo tracciato una nuova missione sul Mar Nero di
un USN Boeing P-8A partito da NAS Sigonella”, recita il report del 16
aprile. “Dopo una lunga sospensione (sin dall’inizio della guerra in Ucraina), nell’ultimo
paio di giorni abbiamo registrato diverse nuove missioni dei Poseidon a largo
delle coste bulgare e rumene (la prima il 12 aprile). Coincidenza (o no?), le missioni
sono state riesumate appena prima dell’affondamento dell’incrociatore Moskva.
Molto probabilmente essi stanno monitorando la situazione nel Mar Nero di
fronte ad Odessa per comprendere le intenzioni della flotta russa riguardo a un
possibile sbarco vicino la città ucraina”.
Nella
mattinata del 19 aprile ItaMilRadar
ha tracciato il decollo da Sigonella di un pattugliatore ATR P-72A dell’Aeronautica
Militare italiana poi direttosi in missione nel mar Ionio e, subito dopo, di un
Boeing P-8A di US Navy che ha raggiunto il Mar Nero per poi rientrare in
serata nella base siciliana. “Durante il volo sul Mar Nero l’aereo ha spento il
transponder ma possiamo affermare con certezza che la missione si è svolta di
fronte alla Romania e alla Bulgaria, in una zona (specialmente quella
settentrionale) che è ad appena un paio di miglia di distanza dall’area delle
operazioni della flotta della Marina russa”. Un “Poseidon” ha operato nel
Mediterraneo orientale pure tutta la giornata del 20 aprile, a breve distanza da
un pattugliatore marittimo Lockheed CP-140 “Aurora” dell’Aeronautica militare
del Canada, anch’esso decollato da Sigonella. E poi ancora il 24 aprile per l’ennesima missione top secret
in Mar Nero (con il transponder spento per sfuggire al controllo radar) e nella
serata di giorno 26, contemporaneamente a un’operazione vicina al confine
occidentale dell’Ucraina di un drone “Global Hawk”
dell’US Air Force (nome in codice Forte10)
anch’esso decollato da NAS Sigonella.
Mentre in Italia nessuna grande rete televisiva né tanto meno un quotidiano
di tiratura nazionale ha provato ad approfondire la vicenda relativa
all’affondamento del Moskva e al
ruolo assunto dal “Poseidon” decollato dalla Sicilia,
il 5 maggio due importanti emittenti
Tv degli Stati Uniti hanno fornito ulteriori dettagli sull’azione di guerra consumatasi
in mare a metà aprile. La CNN ha
riferito che “sono stati gli Stati Uniti a fornire le informazioni di
intelligence che hanno aiutato a colpire l’incrociatore russo”. “Un funzionario
statunitense – che ha parlato in forma anonima – ha affermato che l’Ucraina da
sola ha deciso di prendere di mira e affondare l’ammiraglia della flotta russa
del Mar Nero, usando i propri missili anti-nave”, ha aggiunto la CNN. “Tuttavia, visti i continui
attacchi della Russia dal mare verso la costa ucraina, gli Stati Uniti hanno
fornito una serie di informazioni,
compresa l’ubicazione delle navi”.
“Dopo
aver avvistato una nave da guerra russa nel Mar Nero, Kiev ha chiamato i suoi
contatti americani per avere conferma che si trattasse del Moskva”, aggiunge
l’emittente. “Gli Stati Uniti hanno confermato che era l’incrociatore e hanno
fornito informazioni sulla sua posizione. Non
è chiaro se gli USA sapessero che l’Ucraina avrebbe attaccato e non sono stati
coinvolti nella decisione, hanno sottolineano le fonti militari”. Le
rivelazioni della CNN sono state
prontamente smentite dal portavoce del Pentagono, John Kirby. “Non abbiamo
fornito all’Ucraina informazioni specifiche per affondare l’incrociatore russo Moskva”, ha dichiarato il funzionario alla
CNN. “Non siamo stati coinvolti nella
decisione degli ucraini di colpire l’imbarcazione o nell’operazione che hanno
effettuato. Non eravamo a conoscenza dell’intenzione dell’Ucraina di colpire la
nave (…) Gli ucraini hanno le loro capacità di intelligence per tracciare e
colpire imbarcazioni russe come hanno fatto in questo caso”.
Sempre
il 5 maggio anche l’NBC riportava quanto
dichiarato da “alcune fonti ufficiali secretate”: “L’intelligence statunitense ha
aiutato l’Ucraina ad affondare l’ammiraglia russa Moskva, dicono i funzionari”, riportava l’emittente
televisiva. “L’attacco è avvenuto
dopo che le forze armate ucraine hanno chiesto informazioni agli americani
sull’unità in navigazione nel Mar Nero a sud di Odessa, hanno spiegato gli
ufficiali USA ad NBC News. Gli
statunitensi l’hanno identificata nel Moskva, hanno dichiarato gli
ufficiali, e li hanno aiutati a
confermare la sua localizzazione, dopo il quale gli ucraini hanno mirato alla
nave. Gli USA non sapevano al momento
che l’Ucraina stava per colpire il Moskva, hanno aggiunto, e non sono stati coinvolti nella decisione
di colpirla. L’intelligence
navale viene scambiata con gli ucraini per aiutarli nella difesa contro gli
attacchi delle navi russe, hanno aggiunto gli ufficiali. Il ruolo USA
nell’affondamento non era stato ammesso in precedenza. Ma NBC News aveva documentato
il
mese scorso come l’intelligence americana
scambiata con l’Ucraina fosse stata strumentale nei successi riportati dall’Ucraina
fino ad oggi, incluso l’aiuto agli ucraini per prendere di mira le forze armate
russe ed evitare i suoi attacchi. Gli ufficiali statunitensi hanno espresso
preoccupazione che le prove sullo scambio di intelligence USA con l’Ucraina
possano far arrabbiare Putin e provocare una risposta imprevedibile. La politica odierna statunitense proibisce
espressamente lo scambio di intelligence per colpire in modo letale i leader
civili e militari russi, hanno spiegato ai due ufficiali statunitensi che
hanno voluto rispondere a NBC News. Nei primi giorni di conflitto, il Moskva è stato protagonista di ciò che è
divenuto un incidente iconico quando i militari a bordo ordinarono di
arrendersi alle guardie di frontiere ucraine presenti a Snake Island. Nave da guerra russa, vaffan..,
risposero le guardie”.
Il vaffanculo urlato contro l’incrociatore
russo è divenuto uno degli immancabili ingredienti chiave della macchina da
propaganda di guerra del governo di Kiev. Quando l’1 aprile 2022 attraversammo
con la Carovana della Pace Stop The War
la frontiera tra Polonia e Ucraina diretti a Leopoli, ci trovammo di fronte un
cartellone gigante con al centro la siluette della cittadella del Cremlino
disegnata a mo’ di nave da guerra, piegata su un fianco, mentre affonda in un
lago di sangue. Sopra, a caratteri cubitali, in cirillico, Mosca vaffanculo!!! Cartelloni simili per demonizzare, dissacrare e
disumanizzare un’intera città, un popolo, una lingua, una storia, una cultura,
riempivano le piazze del centro storico di Leopoli, patrimonio dell’umanità. Un
manifesto-icona per fomentare odio e intolleranza, altro che legittima resistenza alla brutale aggressione
dell’esercito di Putin. Tragicamente profetico.
Articolo pubblicato in Le Siciliane/Casablanca, n. 77 luglio – agosto 2022.
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