Inviavano bombe in Arabia Saudita per la guerra in Yemen: chiesto ora rinvio a giudizio per abusi edilizi
Attività di scavo e sbancamenti abusivi per decine di migliaia di metri cubi e in violazione alle norme di controllo sui livelli di contaminazione delle sostanze inquinanti; assenza delle necessarie relazioni geotecniche e delle verifiche per il controllo degli incendi; autorizzazioni irregolari per realizzare nuove costruzioni in assenza di adeguata progettazione; trattamento inidoneo delle terre di scavo. Sono solo alcuni dei “presunti” comportamenti illeciti che il Pubblico ministero del Tribunale di Cagliari, la dottoressa Rossella Spano, ritiene siano stati commessi dai dirigenti dell’azienda RWM Italia SpA e da alcuni funzionari dei comuni di Domusnovas e Iglesias, in Sardegna, dove hanno sede gli stabilimenti in cui sono state prodotte le bombe impiegate dall’Aeronautica saudita nei sanguinosi raid in Yemen.
Come riferito in una nota a
firma di numerose associazioni e organizzazioni sindacali di base (Italia
Nostra Sardegna, Movimento Nonviolento, USB Cagliari, Cagliari Social Forum,
Confederazione Sindacale Sarda, Assotziu Consumadoris Sardigna, Associazione
Centro Sperimentale Autosviluppo, Comitato Riconversione RWM), giovedì 24 marzo
è stato richiesto dalla Procura di Cagliari il rinvio a giudizio
dell’amministratore delegato di RWM Italia, Fabio Sgarzi, del responsabile
aziendale per la funzione Fabbricati
Lavori e Impianti e di tre tecnici incaricati dall’azienda di redigere
progetti e relazioni e di seguire le pratiche relative ai piani di ampliamento
della fabbrica di esplosivi ed ordigni militari, negli anni 2017–2019.
E’ stato chiesto di
processare pure i dirigenti responsabili degli uffici SUAPE (Sportello Unico Attività Produttive) ed
altri due funzionari dei comuni di Domusnovas e Iglesias che hanno seguito i
piani di ampliamento dello stabilimento di RWM Italia. A tutti gli indagati
viene contestato il reato di falso: ai dirigenti dell’azienda per aver
presentato progetti e richieste di autorizzazioni “omissive e irregolari”, mentre
ai funzionari comunali per “averle accettate e dichiarate complete ed adeguate”.
Secondo le associazioni
ambientaliste e sindacali sarde che si costituiranno parte civile all’udienza
preliminare fissata per il 29 giugno 2022, gli inquirenti hanno elencato ben 30
violazioni, tutte relative a interventi richiesti, approvati e infine
realizzati nel contesto dei piani di ampliamento dell’industria di armi. “I
documenti procedimentali mancano ad esempio dei calcoli per le strutture in
cemento armato e della relazione geologica”, scrivono le organizzazioni. “Sono
state inoltre autorizzate variazioni di destinazione d’uso di fabbricati,
destinati a diventare depositi, anche di materiali pericolosi, con procedure
semplificate e irregolari, senza le necessarie autorizzazioni dei Vigili del
Fuoco e l’adeguamento della Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e della
successiva AUA (Autorizzazione Unica Ambientale, nda)”.
L’inchiesta dei magistrati
cagliaritani è stata avviata a seguito di una serie di esposti presentati da
associazioni, comitati e da singoli cittadini, tra il 2018 e il 2019, nei quali
si denunciava che i lavori di ampliamento stessero procedendo in violazione di
numerose norme urbanistiche, ambientali e di tutela della salute e della
sicurezza della popolazione.
In particolare i “presunti” illeciti
riguardano le autorizzazioni relative alla realizzazione di un nuovo poligono
per test esplosivi (denominato “Campo Prove R140”) e dei nuovi reparti “R200”
ed “R210” per la fabbricazione degli esplosivi PBX-colabili e il caricamento
dei rispettivi ordigni, nonché all’ampliamento dei locali di RWM Italia adibiti
a uffici e sosta degli operai, del piazzale d’ingresso dello stabilimento e
alla ristrutturazione dei reparti “R4a”, “R39b”, “D39a”, “D39c”, “D39e”,“D39f”,“D39g”,
“R4b”, etc.
“Il quadro che emerge dal
lavoro della Procura è desolante”, commentano le associazioni che hanno
presentato gli esposti. “Finalmente l’inchiesta inizia a gettare un po’ di luce
su una situazione scandalosa e inaccettabile e demolisce completamente la
narrazione di un’azienda che opera nel
rispetto delle leggi e del territorio e della sicurezza delle proprie
maestranze. Al di là dei reati contestati ai vertici di RWM e ai funzionari
comunali, va sollevato il tema delle responsabilità politiche degli
amministratori comunali e regionali: essi e gli stessi sindacati confederali non
potevano non sapere, anche perché da anni informiamo, documentiamo e
contestiamo le discutibili modalità di gestione delle pratiche autorizzative
rilasciate per l’ampliamento della fabbrica delle bombe della RWM”.
Considerato che Italia
Nostra Sardegna, USB Cagliari, Cagliari Social Forum, il Comitato Riconversione
RWM e altre organizzazioni sarde hanno presentato in Procura altri esposti su ulteriori
presunti illeciti commessi nel periodo compreso tra il 2019 e il febbraio 2022,
è prevedibile che la Procura di Cagliari stia lavorando ad altri filoni d’indagine
e i cui sviluppi potrebbero essere noti a breve.
Nel novembre dello scorso
anno era stata la Sezione Quarta del
Consiglio
di Stato (presidente Roberto Giovagnoli, consigliere estensore Silvia Martino) a
dichiarare illegittime le autorizzazioni per
l’ampliamento dello stabilimento di Domusnovas di RWM Italia. La sentenza ha
accolto il ricorso proposto da Italia
Nostra Sardegna, Assotziu Consumadoris Sardigna e USB (rappresentati e difesi
dall’avv. Andrea Pubusa) e annullato il Provvedimento Unico del
9 novembre 2018 del Comune di
Iglesias e la delibera della Giunta Regionale della Sardegna del 15 gennaio
2019. I due atti amministrativi avevano consentito all’azienda di avviare un
programma infrastrutturale con investimenti per oltre 35 milioni di euro con la
realizzazione di nuovi edifici e impianti e del “Campo Prove R140”, il poligono
per prove esplosive all’aperto in località San Marco, nel Comune di Iglesias.
RWM Italia SpA è interamente
controllata dal colosso tedesco Rheinmetall
AG, uno dei maggiori produttori d’armi a livello internazionale. L’azienda
italiana ha due stabilimenti, uno a Domusnovas-Iglesias e uno a Ghedi
(Brescia), dove si trova anche la sede principale. In Sardegna, in particolare,
vengono prodotte le famigerate Mk81, Mk82, Mk83 ed MK84 impiegate dalle forze
saudite in Yemen e le devastanti bombe d’aereo di penetrazione BLU 109, BLU
130, BLU 133 e Paveway IV.
Nei
giorni scorsi proprio i tedeschi di Rheinmetall hanno reso noto l’intenzione di
voler rilevare in Italia la storica azienda produttrice di cannoni, blindati e
carri armati OTO Melara, con quartier generale a Roma e stabilimenti a La
Spezia e Brescia, di proprietà dell’holding industriale-militare Leonardo SpA
(già Finmeccanica).
“Rheinmetall
starebbe pensando di comprare da Leonardo il 49% di OTO Melara e di Wass
(sempre un’azienda che produce armi) con opzione per un ulteriore 2%”, riporta Avionews. “I tedeschi guardano alle
potenzialità dello stabilimento anche con l’obiettivo di creare un ponte con l’Italia,
oltre che godere dei prodotti esclusivi dell’azienda (come ad esempio il
proiettile di artiglieria a lungo raggio Vulcano,
un armamento sviluppato inizialmente per le navi ed oggi utilizzato anche
dall’artiglieria terrestre)”.
Le
forze armate italiane hanno già acquistato proiettili Vulcano per un valore di 139,05 milioni di euro e – sempre secondo Avionews - la prossima commessa potrebbe
arrivare proprio dalla Germania.
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