Colpo di acceleratore sugli espropri per trasformare Sigonella in hub dei maxi-aerei cisterna della NATO
Tutto come prima, anzi peggio di prima. Dopo la sospensione dell’iter espropriativo di un centinaio di ettari di terreni nei comuni di Lentini (Sr) e Catania per ampliare la stazione aeronavale USA/NATO di Sigonella, imposta per l’inchiesta della Procura della Repubblica etnea su un presunto “tentativo di istigazione alla corruzione” da parte di due ufficiali dell’Aeronautica militare, con decreto del 6 dicembre 2021 il Ministero della Difesa ha ordinato “l’occupazione immediata degli immobili individuati, finalizzata all’esproprio degli stessi e necessaria per l’esecuzione delle opere”.
Così, nonostante i gravi incidenti di percorso su cui sono ancora
aperte le indagini dei magistrati e della Guardia di finanza, le forze armate
italiane tirano dritte, anzi schiacciano l’acceleratore sul progetto approvato
e finanziato in sede NATO (Capability
Package 9A1301 Air-to-air refeuelling assets) per trasformare la base di
Sigonella nel principale hub per le operazioni dei grandi velivoli cisterna destinati
al rifornimento in volo dei cacciabombardieri e degli aerei cargo dell’Alleanza,
in transito nel Mediterraneo o diretti verso il Medio oriente e il continente africano.
Lo scorso 30 novembre, il responsabile
della Direzione dei Lavori e del Demanio del Ministero della Difesa, generale
ispettore Giancarlo Gambardella, aveva affermato “che in analogia a quanto
regolarmente avviene in occasione dell’avvio di una indagine giudiziaria sui
comportamenti della pubblica amministrazione”, era stata disposta la sospensione del procedimento di esproprio dei
terreni a Sigonella “a tutela degli interessi pubblici e privati coinvolti”.
Atto dovuto, non fosse altro che dalle indagini della Procura di Catania era
emerso che gli ufficiali del 3° Reparto Genio dell’Aeronautica di Bari incaricati
di seguire le procedure di esproprio, avevano “ritoccato” (al rialzo) la
superficie dei terreni da annettere alla base e il loro valore, a beneficio dei
proprietari e a danno dei contribuenti.
Adesso giunge il colpo di
spugna della Difesa e si riparte come se nulla è accaduto: l’area da
espropriare resta la stessa - anzi forse si aggiunge qualche ettaro in più -
mentre per gli indennizzi si rimanda a tempi migliori. “L’indennità spettante
agli aventi diritto per l’occupazione d’urgenza, calcolata sulla base dell’esatta
superficie utilizzata e il tempo di possesso dalla data di presa in possesso
all’ablazione definitiva sarà successivamente calcolata e liquidata dall’Amministrazione
della Difesa in base alle normative vigenti”, recita il decreto del 6 dicembre
a firma, ancora una volta, del generale ispettore Giancarlo Gambardella.
L’ultimo atto amministrativo
della Difesa certo non eccelle in trasparenza e completezza dati. A differenza del
decreto di esproprio del 12 ottobre (quello poi “sospeso”), nella tabella
allegata al provvedimento non viene riportata l’estensione delle superfici dei
terreni ma solo il numero delle particelle catastali e le generalità dei titolari.
Ciononostante è possibile comparare gli espropri “di prima” con quelli “di oggi”:
nulla viene tolto ai massimi beneficiari dell’affaire (la Sater – Società Agricola Turista Etna Riviera S.r.l. di Catania); spariscono
due particelle in territorio di Lentini (quelle indicate con i numeri 102 e 229
per poco più di 0,1 ettari – categoria seminativo
irriguo), ma se ne aggiungono quattro, sempre nel comune lentinese (n. 317,
319, 286, 287), le prime due nella titolarità di “Roberto Brignone – proprietà effettiva
Az. Agricola Sigonella S.S.”, le altre due della “Cassa di formazione della
piccola proprietà contadina – proprietà effettiva ISMEA”. L’Azienda agricola
Sigonella ha sede a Catania in via Galermo 156 e scopo sociale “l’acquisto, vendita e gestione di fondi rustici e di aziende
agricole, la conservazione e vendita di prodotti agricoli, ecc.”. L’ISMEA è invece l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo
Alimentare, ente pubblico economico che realizza servizi informativi,
assicurativi e finanziari per le imprese agricole.
Doveroso
soffermarsi ancora una volta sulla Sater S.r.l. di Catania che si vede
confermare dal decreto di “occupazione urgente” del 6 dicembre la superficie dei
terreni per l’espropriazione, censiti con la provvidenziale revisione introdotta
con la relazione ispettiva del 23 marzo 2021 a firma dei due ufficiali dell’Aeronautica
Militare indagati a Catania (nello specifico la società è stata premiata con l’incremento
da
60 a 76 ettari dei terreni sotto esproprio e del relativo indennizzo da
1.800.000 a 2.500.000 euro).
Costituita nel dicembre 1962
con oggetto sociale l’acquisto o la
vendita di terreni agricoli e/o l’assunzione della gestione della conduzione
diretta degli stessi e l’esecuzione di opere di bonifica e di trasformazione
agricola e forestale, la Sater – Società Agricola Turista
Etna Riviera ha un capitale sociale di 1.300.320 euro. I suoi soci
sono il noto editore-direttore de La
Sicilia, Mario Ciancio Sanfilippo (777.612 euro di capitale sociale), i due
figli Rosa Emanuela e Domenico Natale (entrambi con 260.580 euro di capitale) e
la moglie Valeria Guarnaccia (1.548). Dell’impresa, l’anziano patròn di alcuni
dei maggiori media siciliani è anche amministratore unico e rappresentante.
Il
24 settembre 2018 la Sater S.r.l. è stata sottoposta a
sequestro dal Tribunale di Catania su
richiesta della Direzione distrettuale antimafia nell’ambito del maxi-sequestro
per svariati milioni di euro delle aziende e dei beni di Mario Ciancio
Sanfilippo, imputato dell’accusa di concorso in esterno in
associazione mafiosa e successivamente
assolto dal
GIP del Tribunale di Catania “perché il fatto non è previsto dalla legge come
reato”. Anche la confisca dei beni è stata annullata il 24
marzo 2020 dalla Corte d’Appello poiché non sono state
provate né “l’esistenza di alcun attivo e
consapevole contributo arrecato dal Ciancio in favore di Cosa nostra catanese”,
né “alcuna sproporzione tra redditi legittimi e beni mobili o
immobili di proprietà”. Il dissequestro è divenuto definitivo il 21 gennaio 2021 con sentenza della quinta sezione della Cassazione.
In
attesa di conoscere l’ammontare del denaro che lo Stato sborserà per ampliare
di cento ettari la base Sigonella, si spera almeno che gli enti locali
investiti dal nuovo progetto NATO facciano pesare in sede politica e
amministrativa l’assenza di valutazioni dell’impatto
socio-ambientale e per la sicurezza delle popolazioni che deriverà dall’aumento
esponenziale del traffico aereo militare e soprattutto dagli atterraggi e dai
decolli degli aerei cisterna giganti come ad esempio i KC-10 “Extender” che
trasportano sino a 154 tonnellate di gasolio.
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