Esercitazioni USA, GB e Francia nei cieli del Corno d’Africa con i bombardieri nucleari
Stati Uniti d’America, Francia e Gran Bretagna
proiettano la loro potenza nucleare in Corno d’Africa. Giovedì 11 novembre i
bombardieri strategici e i nuovi caccia multiruolo F-35 Lightning II in dotazione alle aeronautiche dei tre
paesi NATO hanno svolto un’esercitazione militare
nei cieli di Gibuti, il piccolo stato-enclave tra Eritrea, Etiopia e
Somalia con un ruolo chiave nel controllo del corridoio geostrategico tra il
Mar Rosso e il Golfo di Aden.
“Un
paio di bombardieri B-1 Lancers del 9th Expeditionary Bomb Squadron di US Air
Force, di stanza nella base aerea di Dyess, Texas, affiancati da sei caccia,
hanno sorvolato a bassa quota la base di Camp Lemonnier a Gibuti”, riporta la
nota emessa da USAfricom, il Comando delle forze armate USA destinate a operare
nel continente africano con base a Stoccarda (Germania). Camp Lemonnier è l’unica base permanente dei reparti statunitensi in
Africa (la Combined Joint Task
Force-Horn of Africa) e sorge a
fianco dell’aeroporto internazionale di Gibuti-Ambouli, a pochi chilometri
dalla capitale.
“L’odierna
missione della task force internazionale con i due bombardieri strategici è
servita da rappresentazione visiva dell’impegno collettivo dei partecipanti a
favore della stabilità e della sicurezza in Corno d’Africa”, ha dichiarato il
generale Gregory Anderson, direttore delle operazioni di USAfricom. “Essa dimostra
inoltre come Gibuti sia un partner guida per la difesa nella regione”.
La
missione dei due bombardieri del 9th Expeditionary Bomb Squadron ha preso il
via dalla base aerea britannica di Fairford, a circa 35 miglia a nord di Oxford.
Dopo aver percorso in volo oltre 7.000 migli nautiche, i due velivoli hanno
raggiunto Gibuti dove congiuntamente ai caccia delle forze aeree francesi e britanniche
hanno simulato attacchi aerei nel grande poligono militare di Bara, per poi
concludere l’esercitazione con un passaggio a bassa quota su Camp Lemonnier.
“Le
operazioni hanno fornito un’ottima opportunità ai piloti dei B-1 per operare in
diversi spazi aerei congiuntamente con le unità distaccate a bordo delle
portaerei o assegnate a Camp Lemonnier”, aggiunge il Comando di USAfricom. Ai
war games hanno avuto modo di partecipare due caccia multiruolo Dassault “Mirage
2000” dell’Aeronautica francese e quattro cacciabombardieri F-35 Lightning II
decollati dalla portaerei britannica “HMS Queen Elizabeth” a capo della task
force navale che Londra ha inviato da mesi nel Mediterraneo orientale e in
Golfo persico. Gli F-35 impiegati appartengono al Fighter Attack Squadron 211
del Corpo dei Marines USA e al 617th Squadron della Royal Air Force.
La
breve missione in Corno d’Africa dei bombardieri B-1 Lancers ha coinciso con l’Allied
Appreciation Day, l’evento annuale che riunisce a Camp Lemonnier le forze
armate internazionali che operano a Gibuti. “Celebrare insieme questo evento è
il simbolo del nostro comune coinvolgimento a favore della pace in Corno
d’Africa così come nell’intero continente africano, soprattutto in Sahel”, ha
commentato il Comandante delle forze francesi a Gibuti, generale Stéphane
Dupont. “La nostra azione in questo paese è fondamentale per la stabilità
regionale e contribuisce a rafforzare la cooperazione con i nostri partner”.
A
salutare a Camp Lemonnier le evoluzioni dei bombardieri strategici USA c’erano
pure un centinaio di militari di Gran Bretagna, Spagna, Giappone e Italia. Il
nostro paese è presente a Gibuti dall’ottobre 2013 con una task force militare
e una base operativa a Loyada, a pochi chilometri a sud della capitale e dal
confine con la Somalia. La missione italiana dipende dal COI – Comando
operativo di vertice interforze di Centocelle, Roma ed è composta attualmente da
117 militari (in particolare i nuclei d’élite della Brigata San Marco), con 18
mezzi terrestri pesanti.
La
rilevanza della missione dei B-1 Lancers in Corno d’Africa è stata evidenziata
dal sito specializzato statunitense Star
and Stripes. “Gibuti e gli USA hanno una lunga storia di cooperazione su
diverse questioni relative alla sicurezza in tutta l’Africa orientale e il volo
sino a Camp Lemonnier dei bombardieri strategici sottolinea l’interesse e
l’importanza che gli Stati Uniti riservano a questa partnership”, riporta la
testata on line. “Washington vede il piccolo paese in Africa orientale come un
alleato modello in una regione dove gli USA competono in influenza con Pechino
e Mosca. Piccoli investimenti statunitensi nel continente potrebbero dare
grandi dividendi più tardi”.
Ma è
soprattutto la tipologia dei velivoli impiegati nell’esercitazione che
evidenzia l’ennesimo salto qualitativo e strategico della penetrazione USA ed
europea nel continente africano e che apre, altresì, inquietanti scenari di
guerra globale - anche nucleare - a medio termine. Il B-1 Lancer, prodotto dall’holding industriale Rockwell, è infatti un
bombardiere strategico supersonico per missioni di interdizione che ha
un’autonomia di volo di 12.000 km. e la capacità di trasportare fino a 40
tonnellate di carico. Nelle sue stive possono trovare alloggio
missili cruise aria-superficie AGM-86 (con testate convenzionali, ma nei
depositi USA ci sono ancora missili in versione nucleare con testate AGM-86B); bombe
Mk.82 da 500 libbre; Mk.84 da 2000 libbre e penetratori BLU-109 con kit di
guida JDAM (Joint Direct Attack Munition,
i dispositivi che trasformano le bombe a caduta libera in bombe guidate). Il
B-1 è stato però pensato e progettato soprattutto per svolgere missioni di strike
nucleare, grazie all’impiego di bombe all’idrogeno B-61 (con potenza distruttiva
variabile da 1 a 340 kiloton) e bombe a caduta libera B-83 (1,2 megatoni di
potenza).
Entrato ufficialmente in
servizio con l’US Air Force il 1º ottobre 1986, il bombardiere è stato
impiegato operativamente nel 1998 contro l’Iraq, nel 1999 in Jugoslavia, a
partire del 2001 in Afghanistan e nel 2011 in Libia. Dopo il ritiro di alcuni
esemplari obsoleti, le forze aeree statunitensi dispongono attualmente di 45 B-1.
Da evidenziare infine come
anche i caccia multiruolo Dassault “Mirage 2000”
dell’Aeronautica francese hanno un modello in grado di effettuare attacchi
nucleari con l’impiego di missili aria-suolo ASMP e testate con potenza
variabile da 100 a 300 kiloton.
Il 9 giugno scorso, per la prima volta nella
storia, gli Stati Uniti d’America hanno effettuato un’esercitazione sui cieli
del continente africano con un altro bombardiere strategico a capacità
nucleare, il B-52H “Stratofortress”. Il velivolo in forza al 2nd Bomb Wing di stanza a Barksdale,
Louisiana, partito dalla base aerea spagnola di Morón de la Frontera, ha
sorvolato prima il nord Africa e si è poi diretto verso il Golfo di Guinea per
rientrare a fine missione in Spagna.
Con
un’autonomia di volo sino a 16.000 km, il B-52H “Stratofortress” può
trasportare e lanciare sino a 31.500 kg di bombe e i missili da crociera aria-superficie AGM-86 abilitati al
trasporto di testate nucleari con una potenza variabile tra i 5 e i 150 kiloton.
Articolo
pubblicato in Africa ExPress il 13
novembre 2021, https://www.africa-express.info/2021/11/12/gibuti-esercitazioni-di-usa-gb-e-francia-nei-cieli-del-corno-dafrica/
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