Falcon Strike, l’esercitazione in Italia che ha messo alla prova i cacciabombardieri F-35

 


Maggio 2021, operazione “Guardiani del Muro”, quasi due settimane di bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza, l’ennesima carneficina a danno della popolazione palestinese. In Italia quasi tutte le forze politiche si sono schierate con gli aggressori, ma c’è stato uno zoccolo duro che crede ancora nel diritto e nei processi di pace. Nigrizia, Mosaico di Pace, Missione Oggi, Pax Christi e la Campagna di pressione alle banche armate hanno inviato un appello al governo di Mario Draghi chiedendo di sospendere l’invio di armi alle forze armate di Tel Aviv. “La repressione, i lanci di missili, le rappresaglie ed i raid aerei si stanno susseguendo tra Israele e territori palestinesi, con le conseguenti perdite di vite umane soprattutto tra la popolazione civile”, hanno scritto le organizzazioni e le testate pacifiste. “L’Italia, se non vuole continuare ad essere complice delle violenze e della sopraffazione nei confronti del popolo palestinese, deve sospendere immediatamente tutte le forniture di armamenti a Israele, revocare tutte le licenze per armi in corso e farsi promotore di una simile istanza presso i governi dei Paesi dell’Unione europea”.

La risposta delle autorità politiche e militari italiane non si è fatta attendere. Così il 6 giugno, nella base di Amendola (Foggia), sede dei droni spia e d’attacco dell’Aeronautica militare, ha preso il via “Falcon Strike 21”, una vasta esercitazione aeronavale congiuntamente alle forze armate di Stati Uniti, Regno Unito e…, sì, proprio lei, Israele. Dodici giorni di esercitazioni aeronavali con l’uso dei più avanzati sistemi missilistici in un’area geografica che dai poligoni della Sardegna si è estesa sino alla Campania, alla Basilicata e alla Calabria, al Golfo di Taranto e al mar Ionio. Un test strategico della potenza di fuoco dei nuovi cacciabombardieri F-35 in dotazione alle aeronautiche dei quattro paesi partecipanti per “accrescere il livello di cooperazione e l’interoperabilità durante le operazioni congiunte”, come riporta un comunicato del Pentagono. Altro che sospensione dell’export di armi ad Israele: con “Falcon Strike” ben sei velivoli dell’Israelian Air Force reduci dal loro sanguinoso intervento a Gaza sono stati promossi ad ospiti d’onore dei war games negli spazi aerei e nelle acque italiane.

“La nostra preparazione a quest’esercitazione, che è già stata posticipata due volte a causa del Covid-19, ha preso il via un anno fa”, ha spiegato il portavoce dell’Aeronautica di Tel Aviv. “Uno degli suoi aspetti più importanti riguarda lo schieramento dei comandi di telecomunicazione e intelligence C4I e cyber defence; inoltre è una storica opportunità per addestrare i nostri piloti all’uso dei cacciabombardieri contro le forze iraniane”. Obiettivo Iran, dunque per gli F-35 stealth in viaggio premio ad Amendola, in linea con quanto preannunciato lo scorso gennaio dal Capo di stato maggiore delle forze armate israeliane, il generale Aviv Kochavi. “Sono in preparazione nuovi piani operativi per fermare definitivamente il programma nucleare di Teheran”, aveva spiegato. “La decisione spetterà ai politici, tuttavia è assolutamente necessario che tali piani siano pronti…”.

All’esercitazione hanno partecipato oltre 50 velivoli tra caccia, aerei da trasporto e rifornimento ed elicotteri pesanti, e circa seicento militari sotto il controllo del Comando Operazioni Aerospaziali di Poggio Renatico (Ferrara). L’Aeronautica italiana, evidentemente imbarazzata per la partecipazione dei velivoli killer di Gaza, ha fornito un primo dettagliato report su “Falcon Strike” solo il 10 giugno, quattro giorni dopo cioè dal suo inizio. La lista dei mezzi e dei reparti impiegati è lunghissima a conferma della rilevanza strategica dell’esercitazione multinazionale: i velivoli F-35A, F-35B e i droni “Predator” del 32° Stormo di Amendola; i cacciabombardieri F-2000 “Typhoon” del 36° Stormo di Gioia del Colle e del 37° di Trapani-Birgi; i “Tornado” del 6° Stormo di Ghedi; gli AMX e i “Typhoon” del 51° Stormo di Istrana; i caccia addestratori T-346A del 61° Stormo di Galatina (Lecce); i velivoli tanker KC-767A e un aereo da ricognizione di produzione israeliana Gulfstream “Eitam” del 14° Stormo di Pratica di Mare. Per l’US Air Force i nuovi caccia F-35A e sei F-16C a capacità nucleare del 555th Fighter Squadron di Aviano (Pordenone); un aereo da rifornimento britannico Voyager A330 e, per l’aeronautica israeliana, oltre agli F-35 di Lockheed Martin anche un aereo-spia Gulfstream “Etam” e due aerei da rifornimento Boeing “Re’em”.

“A Falcon Strike hanno partecipato pure unità specializzate dell’Aeronautica Militare in vari ambiti: componenti di Force Protection del 16° Stormo di Martina Franca, Special Forces del 17° Stormo Incursori di Furbara, Counter UAS del 16° Stormo e del 32° Stormo, unità del Centro Cinofili di Grosseto, nonché assetti del 3° Stormo di Villafranca”, spiega l’Ufficio stampa della Difesa. “L’esercitazione ha avuto quale base principale di rischieramento Amendola, ma ha visto al contempo coinvolte altre basi in funzione di supporto, tra cui quella di Trapani e del Reparto di Standardizzazione e Tiro Aereo di Decimomannu, in Sardegna. Gli scenari esercitativi sono stati creati per offrire agli equipaggi di volo un contesto complesso, altamente mutevole e non permissivo, in cui potersi addestrare in varie tipologie di missioni, tra cui l’interdizione aerea con gestione strategica e tattica, il supporto alle forze speciali a terra, le operazioni di targeting dinamico”. Tra le attività di particolare rilevanza anche quelle relative alla “guerra elettronica”, protagonisti il centro di comando e controllo radar del 2° Stormo di Rivolto (Udine) e una componente del sistema di “difesa” contraerea SAMP-T dell’Esercito, congiuntamente ai reparti e ai velivoli d’intelligence israeliani.

Una parte delle operazioni bellico-addestrative hanno interessato pure Pantelleria, dove negli ultimi anni sono state ammodernate e potenziate alcune infrastrutture risalenti al secondo conflitto mondiale. In particolare l’8 giugno, presso il distaccamento aeroportuale dell’isola, sono stati effettuati atterraggi e decolli di caccia F-35B del 32° Stormo di Amendola e della Royal Air Force, più “attività di rifornimento a terra a motori accesi” dei velivoli da parte di un aereo tanker KC-130J della 46ª Brigata Aerea di Pisa, in collaborazione con il personale del 3° Stormo di Villafranca-Verona. Alcuni dei caccia erano partiti dalla portaerei “HMS Queen Elizabeth” in missione nel Mediterraneo con alcune fregate e due navi appoggio britanniche e il cacciatorpediniere lanciamissili “Andrea Doria” della Marina italiana. A bordo della nave ammiraglia si sono addestrati pure i fucilieri della brigata “San Marco”, mentre i velivoli a decollo verticale AV-8B della Marina militare, dopo il decollo da Sigonella, hanno simulato degli attacchi aerei sul gruppo navale. Dopo “Falcon Strike” la portaerei “Queen Elizabeth” ha effettuato una lunga sosta tecnica nel terminale NATO di Augusta (Siracusa), dove – proprio come avveniva in tempi di guerra mondiale - ha avuto modo di ospitare, domenica 13 giugno, un vertice top secret tra i ministri della difesa di Gran Bretagna, Italia e Turchia.

“Lo svolgimento in Italia dell’esercitazione militare Falcon Strike 2021 è stato un evento inaccettabile e fortemente preoccupante”, ha commentato la Rete Italiana Pace e Disarmo. “Come noto, gli F-35 israeliani hanno fatto il loro debutto operativo durante l’operazione Guardiani del Muro con intensi bombardamenti sulla Striscia di Gaza che hanno ucciso 230 palestinesi, la gran parte civili, inclusi 65 bambini, 39 donne e 17 anziani e ferito più di 1.710 persone”.

“I bombardamenti – prosegue la Rete Pace e Disarmo - hanno colpito anche la sede della stampa internazionale, 58 scuole e 8 centri sanitari ed hanno sfiorato la sede dell’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. Come ha evidenziato l’Alto Commissario per i Diritti Umani, Michelle Bachelet, tali attacchi possono costituire crimini di guerra. Proprio per questo il Consiglio dei diritti umani dell’Onu ha promosso un’inchiesta internazionale sulle violazioni dei diritti umani commesse da Israele nei Territori palestinesi occupati e in Israele da aprile”. Per la cronaca la risoluzione è stata approvata il 27 maggio 2021 con 24 voti favorevoli, 9 contrari e 14 astensioni. Tra gli astenuti il governo italiano, anfitrione dell’esercitazione che ha avuto il “merito” di legittimare in ambito NATO i più recenti crimini dell’aviazione israeliana e di autorizzarne l’estensione all’intera area mediorientale, Iran in testa.

 

Articolo pubblicato in Mosaico di Pace,  luglio 2021.

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