Dolce casa Sicilia per Carlos Luis Malatto accusato di gravi crimini durante il regime militare golpista in Argentina
Portorosa si conferma il rifugio dorato di criminali e
latitanti di mezzo mondo. E’ di oggi lo scoop dei giornalisti di Repubblica.it Emanuele Lauria e Giorgio
Ruta che hanno filmato in un villino della rinomata località turistica l’ex
tenente colonnello dell’esercito argentino Carlos Luis Malatto, fuggito dal
paese di origine a seguito di diversi ordini di cattura per l’omicidio e la sparizione
forzata nei terribili anni della dittatura militare di tre attivisti politici, nonché per i reati di associazione per delinquere,
lesioni aggravate, violazione di domicilio e sequestro di persona.
Malatto dopo
essersi rifugiato in Cile, nel 2011 ha raggiunto l’Italia, ospite prima a
L’Aquila della Confraternita della Misericordia e successivamente a Genova
della Parrocchia di San Giacomo Apostolo. Dopo essere stato individuato dai
corrispondenti liguri del Corriere della
Sera, l’ex militare della Junta golpista argentina ha fatto perdere le
proprie tracce per ricomparire nell’estate 2017 in Sicilia: aveva trovato
domicilio in un appartamento di via santa Chiara a Calascibetta (Enna). A
seguito della rivelazione da parte di un periodico spagnolo del suo
trasferimento in Sicilia, Carlos Luis Malatto ha lasciato in fretta e furia il
piccolo comune per trascorrere la propria latitanza in un residence di
Portorosa, proprio come avevano fatto negli anni passati alcuni dei maggiori
boss dell’ala stragista di Cosa nostra, grazie anche alla protezione dei
referenti mafiosi locali in odor di servizi segreti, massoneria deviata e
neofascismo.
Dopo che nel
luglio del 2014 la Corte di Cassazione aveva annullato l’autorizzazione dei giudici del Tribunale de L’Aquila
all’estradizione delle’ex militare in Argentina, nel novembre 2016 l’allora
ministro della Giustizia Andrea Orlando, in base all’articolo 8 del codice penale,
ha firmato l’autorizzazione a processarlo in Italia. A difendere Carlos Luis Maletto sono i legali Augusto
Sinatra e Franco Sabatini, soci senior
del noto studio Sinatra di Roma, fondato nel 1963 dall’avv. Mario Sinagra. Augusto
Sinatra, originario di Catania ed ex ufficiale dell’Aeronautica militare, dopo
aver ricoperto il ruolo di magistrato è stato nominato nel 1980 Consigliere giuridico presso il Ministero degli
Affari Esteri. Successivamente è diventato docente di materie giuridiche nelle
Università di Roma, Trieste, Genova, Chieti e Palermo. Il suo nome è finito
nelle liste della loggia massonica P2 del maestro venerabile Licio Gelli
(tessera n. 946); dello stesso Gelli, Augusto Sinatra è stato pure l’avvocato difensore. Più recentemente il legale di origini etnee ha
ricoperto l’incarico di “rappresentante permanente in Italia della Repubblica Turca di
Cipro del Nord” (il territorio cipriota illegalmente occupato dalla Turchia), ed ha rappresentato il governo di
Ankara nella richiesta di estradizione dall’Italia dello storico leader del Pkk
Abdullah Ocalan. Alle scorse elezioni politiche, l’avv. Augusto Sinatra è stato
pure candidato per l’organizzazione neofascista Casa Pound nel collegio Roma
Tuscolano, caratterizzando il suo impegno cerca-voti principalmente in opposizione
alle politiche di accoglienza di rifugiati e migranti in Italia.
Dello studio legale Sinatra di Roma
risultano “soci associati” pure due docenti dell’Università Kore di Enna, gli
avvocati Paolo Bargiacchi e Anna Lucia Valvo. Quest’ultima, in particolare,
rappresenta insieme ad Augusto Sinatra la Fondazione-Fondo Proserpina (amministratore
il noto politico Pd Vladimiro Crisafulli) nel procedimento contro il MIUR sul
mancato riconoscimento legale della sedicente “Facoltà di medicina di Enna” istituita
dalla Fondazione insieme all’Università Dunarea de Jos di Galati (Romania). Già Preside della Facoltà di Scienze economiche e
giuridiche ed odierna titolare della cattedra di Diritto dell’Unione europea dell’Università Kore, l’avv. Anna Lucia Valvo è pure
“docente aggiunto” nei corsi di aggiornamento della Scuola Interforze della
Polizia di Stato, nonché “consulente” dell’Ambasciata della Repubblica di
Turchia in Italia. Nel suo curriculum accademico compare pure la pubblicazione
di una “nota giuridica”
a favore delle motivazioni della sentenza della Cassazione del 17 luglio 2014 ha
nei fatti ha impedito l’estradizione in Argentina di Carlos Luis Malatto.
Tra i
“collaboratori esterni” dello Studio legale che difende il transfuga (ex)
golpista argentino c’è pure un altro noto professionista siciliano, l’avv.
prof. Salvatore Lombardo, già deputato del Psi all’Assemblea regionale
siciliana.
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