Insegnante contesta presenza esercito a scuola. E la dirigente lo sanziona…
In concomitanza con l’avvio
delle lezioni dell’anno scolastico 2018-19, mi è stata notificata dalla
dirigente dell’Istituto Comprensivo “Cannizzaro-Galatti” di Messina (scuola in
cui insegno ininterrottamente da 35 anni), la sanzione disciplinare dell’avvertimento scritto a conclusione del
procedimento avviato a seguito della mia lettera aperta in cui stigmatizzavo la
parata musicale-militare della Brigata Meccanizzata “Aosta” all’interno del
cortile dell’istituto nella primavera 2018, con la partecipazione obbligatoria
di tutte le alunne e gli alunni della scuola dell’infanzia, della primaria e
della secondaria di primo grado. L’iniziativa, mai deliberata dal collegio dei
docenti, rientrava all’interno del cosiddetto “Progetto Esercito e Studenti
Uniti nel Tricolore”, promosso dal Comando della Brigata Aosta in
collaborazione con alcuni dirigenti di scuole e istituti della città di Messina
per “promuovere tra i giovani il valore dell’identità nazionale” ed esaltare gli
“atti di eroismo” dei militari italiani nel corso della 1^ Guerra Mondiale.
“Valutato che non è stata
fornita alcuna motivazione sufficiente a giustificare il comportamento tenuto –
scrive la dirigente Giovanna Egle Candida Cacciola - ritenuto che i fatti, pienamente provati, costituiscano
violazioni della normativa vigente; ritenuta l’intenzionalità del comportamento
e considerata l’inesistenza di precedenti sanzioni, si irroga la sanzione
disciplinare dell’avvertimento scritto. Si richiede e sollecita per il futuro una
condotta da parte della S.V. rispettosa e rispondente ai doveri professionali
previsti dal Contratto collettivo nazionale di lavoro e della normativa vigenti”.
Nella sua sanzione
disciplinare, la dirigente a cui le leggi attribuiscono contestualmente i
poteri e lo status di inquirente, pubblico ministero e giudice, omette di
specificare quali siano gli articoli delle leggi o del contratto di lavoro che
avrei “violato”; inoltre si afferma l’inesistenza di “motivazioni sufficienti a
giustificare” le mie dichiarazioni e le mie innumerevoli denunce contro il processo
di militarizzazione delle istituzioni scolastiche e del sapere, nonostante la documentale
memoria difensiva prodotta congiuntamente dall’avvocato Nello Papandrea del
Foro di Catania, dalle avvocate Filippa Di Marzo e Paola Ottaviano, dalla
consulente del lavoro Anna Bonforte e con la collaborazione dei Cobas Scuola.
A ulteriore prova di come ormai
i principi cardine del diritto e della giurisprudenza non abbiano più
cittadinanza nella Buona Scuola architettata
dal governo Renzi, la dirigente ammette candidamente nella sua sanzione disciplinare
di “avere svolto un’ulteriore indagine istruttoria” successivamente alla produzione
della suddetta memoria difensiva in data 11 giugno 2018, con la “raccolta di note
a verbale e depositate” nel periodo compreso tra l’11 giugno e il 9 settembre
2018: si tratterebbe in tutto di 16 atti “d’indagine” mai sottoposti al
sottoscritto o ai suoi legali e della cui esistenza (ma non dei suoi contenuti)
siamo venuti a conoscenza solo con la notifica della sanzione disciplinare.
Ribadendo ancora una
volta la fondatezza e legittimità delle mie affermazioni pubbliche contro il “progetto”
della Brigata “Aosta” di esaltazione del disvalore della guerra e di mistificazione
di una delle pagine più nere della storia italiana (il 1° Conflitto mondiale), riaffermo
il diritto-dovere come educatore, pacifista, antimilitarista e obiettore di
coscienza di respingere ogni forma di militarizzazione delle istituzioni
scolastiche. Per questo rifiuto nel contenuto e nella forma la sanzione
intimidatrice nei mie confronti. Se nel corso di quest’anno scolastico, si
riterrà di dover ospitare nel mio istituto altre becere attività di propaganda delle
forze armate, non farò mancare il mio totale dissenso pubblico, nelle stesse modalità
– civili e democratiche – da me manifestate alla vigilia della parata dell’Aosta
del 17 aprile 2018.
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