Francia in guerra anche grazie alle aziende italiane
Venerdì
13 novembre, Parigi è teatro di un sanguinoso attacco terroristico di matrice
islamico-radicale. Neanche il tempo di commemorare le numerosissime vittime e
il governo Hollande annuncia una controffensiva in vasta scala contro l’Isis e il
Califfato. Le parole d’ordine sono guerra totale e permanente, il conflitto globale
sul fronte interno e internazionale. L’appello all’uso incondizionato delle
armi condizionerà pesantemente la società francese per i prossimi anni: alla
produzione delle armi ci penserà l’onnipotente complesso militare industriale
nazionale, magari in partnership con i maggiori alleati europei, Italia in
testa.
Quel
maledetto venerdì 13 novembre, poche ore prima del bagno di sangue nelle strade
della capitale transalpina, l’ammiraglio Donato Marzano, comandante logistico
della Marina militare italiana, l’ingegnere Roberto Cortesi, amministratore
delegato di Oto Melara (gruppo Finmeccanica) e l’ammiraglio François Pintart,
direttore della centrale servizi logistici della Marina francese, s’incontravano
per siglare un protocollo d’intesa per trasferire alla Spezia le attività di
manutenzione dei cannoni da 76/62 SR “Super Rapido” installati a bordo delle unità
da guerra francesi Chevalier Paul e Forbin.
L’accordo
rientra nell’ambito del programma “Orizzonte” con cui Italia e Francia hanno realizzato
una nuova generazione di fregate-cacciatorpediniere (Horizon Common New
Generation Frigate - CNGF). “Oltre a consolidare e indirizzare le
principali iniziative italo-francesi per il supporto in servizio delle navi
classe Orizzonte, l’intesa rappresenta un primo passo verso un accordo
più ampio che potrebbe includere i sistemi da 76/62 installati a bordo delle nuove
fregate multi missioni FREMM francesi”, hanno dichiarato i manager di Oto
Melara. “Si tratta, inoltre, di un importante segnale nell’ottica di future
collaborazioni tra le forze armate europee oltre a generare significative
ricadute industriali per l’area della Spezia. La commessa prevede, inoltre, le
calibrazioni degli impianti, a terra e a bordo, a cura dal Centro per il Supporto e la Sperimentazione Navale (CSSN) spezino”.
Al
programma di sviluppo delle unità della classe “Orizzonte” hanno partecipato le
holding Fincantieri e Finmeccanica e le aziende francesi DCN e Thales. Quattro
le imbarcazioni sino ad oggi realizzate: le cacciatorpediniere lanciamissili Andrea Doria e Caio Duilio per la Marina militare italiana e le fregate Chevalier
Paul e Forbin per la marina francese. Varate
rispettivamente nel 2010 e nel 2011, le due unità francesi hanno come missione
principale la protezione anti-aerea della flotta navale. “In particolare – spiega
il Comando navale francese – le fregate della classe Orizzonte devono assicurare la difesa contro le minacce aeree di un
gruppo aeronavale guidato da un portaerei, delle altre unità da guerra, delle
forze anfibie e delle imbarcazioni civili destinate al traffico commerciale;
devono intervenire in un contesto operativo di blocco marittimo, faccia a
faccia con le unità nemiche, in caso d’evacuazione di cittadini francesi, ricerca di
informazioni, controllo del traffico aereo in zone di crisi, ecc.”.
Con un dislocamento di 7.000 tonnellate e una
lunghezza di 153 metri circa, le fregate
“Orizzonte” sono caratterizzate da una bassissima visibilità ai tracciati radar.
Le unità francesi e italiane differiscono solo per alcuni sistemi d’arma
imbarcati: le fregate Chevalier Paul e Forbin hanno 48 missili antiaerei PAAMS Aster 15 a corto raggio e Aster
30 a medio raggio (prodotti da MBDA, holding europea del mercato missilistico,
controllata per il 25% dal Finmeccanica), 8 missili anti-nave Exocet MM40, 2 lanciasiluri per i MU 90
(coprodotti da WASS - Whitehead Alenia Sistemi Subacquei,
Finmeccanica), 2 cannoni Oto Melara 76/62 “Super Rapido” e artiglieria da piccolo calibro (mitragliere mod. F2 da 20mm). Le cacciatorpediniere Andrea Doria e Caio Duilio,
a differenza delle cugine transalpine, ospitano
un terzo sistema “Super Rapido”, il radar di ricerca di superficie Selex RAN 30X/I, alcuni
sofisticati apparati di guerra elettronica e i missili S/S Teseo Mk2/A al posto
degli Exocet MM40. Il sistema informatico di comando, controllo e combattimento
delle unità “Orizzonte” è gestito dal CMS (Combat
Management System) sviluppato da EuroSysNav, una società italo-francese creata
appositamente da DCN e Alenia (Finmeccanica). Le imbarcazioni sono dotate infine di un ponte di volo per i
decolli di un elicottero EH-101 o NH-90.
La
partnership tra le industrie e le forze armate italiane e francesi si è
consolidata grazie all’accordo per lo sviluppo del programma FREMM (Fregate
Europee Multi Missione), la nuova generazione di fregate denominate in
Francia Classe Aquitaine ed in Italia Classe Bergamini. Le
nuove unità sono progettate e realizzate dalla società d’ingegneria Orizzonte
Sistemi Navali (una joint venture tra Fincantieri e Finmeccanica, prime
contractor della Marina militare italiana) e da Armaris, azienda di proprietà
dei gruppi francesi DCNS e Thales. “Il
programma italo-francese per le nuove Fregate Europee Multi Missione (FREMM)
è il più importante programma militare
in ambito navale mai realizzato a livello europeo”, ha dichiarato l’amministratore
delegato di Finmeccanica, Mauro Moretti. Le nuove unità sono lunghe 140,4 metri, larghe 19,7 e
hanno un dislocamento a pieno carico di 6.000 tonnellate circa. Come nel caso della classe “Orizzonte”, le FREMM dispongono
dei più moderni sistemi di scoperta e d’arma: il sistema missilistico antiaereo
SAAM IT a 16 celle per missili MBDA Aster 15 e Aster 30, i missili anti-nave
Exocet MM40, i cannoni Oto Melara 76/62 “Super Rapido”, i siluri MU 90. Inoltre, le
fregate destinate alla marina francese sono armate con missili da crociera a
lancio verticale MBDA “Scalp Naval” con una gittata che può superare i 1.000
km. Originariamente le fregate erano state programmate per imbarcare 165 membri
d’equipaggio, ma grazie ad alcune modifiche dello scafo i posti sono stati
ampliati fino a 200, 23 dei quali destinati al personale che gestisce i due
elicotteri NH-90 ospitati sul ponte.
Le FREMM sono state realizzate in tre versioni: una
per la lotta antisommergibile (ASW); una multiruolo per l’attacco al suolo in
profondità e il bombardamento controcosta in appoggio alle forze da sbarco; una
terza, solo per i francesi, per le operazioni anti-aeree. I cantieri Armaris
hanno ricevuto dal governo francese l’ordine per otto fregate multi missione;
inoltre, nel gennaio 2014, hanno consegnato una FREMM alla marina militare del
Marocco e, nel giugno 2015, un’unità della stessa classe all’Egitto del generale-presidente
al-Sisi.
Le aziende italiane hanno poi ottenuto negli ultimi
anni importanti commesse da parte delle autorità transalpine. Nel febbraio
2013, ad esempio, la Direction Géneral de l’Armement (DGA) del ministero della difesa
francese ha ordinato a Selex ES (Finmeccanica) sei
radar PAR2090 in versione fissa, per un valore di circa 22 milioni di euro,
compreso il supporto logistico post vendita. I PAR sono radar in banda X che
permettono atterraggi di precisione anche in condizioni meteo avverse, con la
capacità di gestire fino a 32 velivoli contemporaneamente. Altri 15 sistemi PAR
erano stati consegnati in precedenza da Selex ES all’Armée de l’Air. Nel luglio
2014, i manager di Finmeccanica hanno invece sottoscritto un accordo di
collaborazione con Thales, della durata di non meno di due anni, per la
realizzazione della suite
sensoristica multifunzione e del sub-sistema di comunicazione del futuro velivolo senza pilota da combattimento
(FCAS) destinato alle aeronautiche militari di Francia e Gran Bretagna. Lo
scorso mese di marzo, infine, la Direction Générale de l’Armement ha affidato alle
aziende Airbus Defence and Space e Thales la produzione di tre nuovi satelliti
spia CERES (costo complessivo 450 milioni di euro) per l’intercettazione delle
comunicazioni radio e dei segnali radar, che dovrebbero entrare in funzione
entro il 2020. Alla piattaforma satellitare lavorerà in qualità di sub
contractor l’azienda Thales Alenia Space, di proprietà al 66% della francese
Thales e per il restante 34% del gruppo Finmeccanica.
Per “approfondire le prospettive di cooperazione
nel quadro della difesa europea, analizzare temi di collaborazione
tecnico-militare bilaterale e valutare le evoluzioni dei teatri di crisi che
minacciano la sicurezza dell’Europa”, nel dicembre 2012 i ministri della difesa
di Italia e Francia hanno dato vita al Consiglio di Difesa e Sicurezza (CFIDS).
L’ultimo vertice bilaterale si è tenuto a Caen il 21 marzo 2015 e ha avuto
all’ordine del giorno la “forte instabilità che interessa Libia, Sahel, Siria,
Iraq/Daesh e l’arco di crisi apertosi nell’est Europa tra Ucraina e Russia”.
Quattro mesi prima, si erano incontrati a Roma i rispettivi Capi di Stato maggiore della
difesa, l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli e il generale Pierre de Villiers. Anche allora il confronto ha avuto come oggetto il conflitto in Siria
e Iraq contro l’Isis e le “forti tensioni” in alcune aree del continente
africano (Niger, Mali, Repubblica Centrafricana e Libia). “A seguire – riporta
una nota del ministero della difesa italiano - i Capi di Stato Maggiore hanno
discusso sulla cooperazione bilaterale tra cui il futuro impiego operativo del
Comando Brigata da montagna italo-francese per missioni in ambito Nazioni Unite, Nato ed
Unione Europea e il mantenimento in vita dei sistemi navali, la cooperazione nel settore
del rifornimento in volo - Air to
Air Refuelling (AAR). Altri accordi sono, inoltre, attivi nel campo della
formazione, come il reciproco scambio di frequentatori presso i principali
Istituti Superiori delle due Difese. I Capi di SMD hanno infine sottolineato
l’importanza di incentivare, in ambito europeo, la Politica di Sicurezza e Difesa Comune (PSDC), promuovendola sul
piano politico ed operativo, nonché in quello dell’industria e del mercato
della Difesa”.
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