Pronto al lancio il terzo satellite MUOS
Salvo
imprevisti dell’ultima ora, il 20 gennaio 2015 sarà lanciato nello spazio il
terzo satellite MUOS (Mobile User
Objective System), il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari della
Marina militare Usa che avrà a Niscemi, Caltanissetta, uno dei suoi quattro
terminali terrestri. “Il satellite sarà lanciato da Cape Canaveral, Florida, con
la navicella spaziale United Launch
Alliance Atlas V”, ha annunciato Iris Bombelyn, vicepresidente di Lockheed
Martin, la società statunitense a cui è affidata la realizzazione del MUOS. “Grazie
al lancio del terzo satellite, sarà possibile accrescere la copertura della
nostra rete di telecomunicazioni a tre-quarti circa del pianeta”.
La
costellazione del MUOS comprenderà complessivamente quattro satelliti geostazionari più un quinto in orbita di riserva. Ognuno di essi è
progettato per funzionare attivamente per non meno di 15 anni, ma quanto
accaduto nel corso dell’intera fase progettuale del sistema satellitare non
lascia certamente sereni i militari Usa. A
causa di una serie di “imprevisti” tecnici, test operativi falliti e l’aggiunta
di soluzioni alternative per le apparecchiature terrestri e spaziali, il
programma ha accumulato ritardi di oltre cinque anni. In origine, il Comando di
US Navy pianificava di lanciare i satelliti a partire del 2009 per ottenere la loro piena capacità operativa
entro il 2013. Il lancio in orbita del primo satellite è avvenuto in realtà
solo il 24 febbraio 2012, ventisei mesi dopo di quanto previsto, mentre il
secondo apparato satellitare è stato lanciato solo il 19 luglio 2013. Del tutto
errate pure le previsioni per il terzo satellite, il cui lancio nello spazio
era stato programmato entro il primo semestre 2014. Adesso Lockheed Martin assicura che il quarto satellite sarà in orbita entro la
fine del prossimo anno. “I due satelliti
MUOS in orbita stanno mostrando nuove performance, specialmente nella regione
artica dove in passato non è stata possibile una copertura da parte dei satellite
UHF (Ultra High
Frequency), accrescendo l’interesse per i trasporti
e l’esplorazione delle risorse naturali sopra i 65° di latitudine”, spiegano i
manager di Lockeed Martin. “Lo scorso anno il MUOS ha consentito la connessione
tra gli utenti vicino i poli artici durante i test indipendenti di Lockheed
Martin e delle industrie partner (General Dynamics, Rockwell Collins ed Harris)
e quelli effettuati nel 2014 con le esercitazioni ICEX della Marina militare statunitense e Arctic Shield della US Coast Guard”.
Quando sarà ultimato il
programma, il MUOS consentirà il collegamento della rete militare statunitense
(centri di comando, controllo e logistici e gli oltre 18.000 terminali radio
esistenti, tutti gli utenti mobili
come droni, cacciabombardieri, unità navali, sommergibili, reparti operativi,
missili Cruise, ecc.), accrescendo esponenzialmente la velocità e il numero
delle informazioni e dei dati trasmessi
nell’unità di tempo (dagli odierni 2,4
kilobyte al secondo a 348 kb/s). “La nuova costellazione satellitare
assicurerà le comunicazioni in tempo reale audio, video e dati in ultra alta
frequenza (UHF) a tutti i sistemi di guerra mobili Usa ovunque essi si trovino
e sarà pienamente interoperativo con lo Joint
Tactical Radio System (JTRS), i cui terminali sono in via di sviluppo, e
con i sistemi radio odierni”, spiega il Comando centrale della
Marina Usa.
I
satelliti MUOS sono progettati per mantenere costante nell’arco delle 24 ore la
loro posizione nello spazio a più di 36.000 Km dalla terra. Ogni satellite è
classificato secondo la rispettiva area di copertura: Pacific (PAC), Continental
U.S. (CONUS), Atlantic (LANT),
and Indian Ocean (I.O.). Secondo il
Comando di US Navy, essi saranno
posizionati alle seguenti longitudini: il primo a 177° Ovest, incrociando il
meridiano che passe per le isole Fiji; il secondo a 100° Ovest (su un meridiano
che passa a metà circa degli Stati Uniti d’America); il terzo a 15,5° Ovest (su
un meridiano che passa per le isole Canarie), mentre il quarto a 72° Est (su un
meridiano che passa per le Maldive e l’India). Tutti i satelliti saranno
collegati tra loro mediante link intersatellitari (ISL) da 60 GHz, mentre
ognuno di essi si interfaccerà con la stazione terrestre di riferimento
geografico o ai ricevitori mobili come un comune telefono cellulare impiegando
la banda UHF compresa tra i 300 MHz e i 3 Ghz.
La gestione e il controllo a
distanza dei satelliti (incluso il loro lancio nello spazio) sono assegnati al Naval Network and Space Operations Command
e al Naval Satellite Operations Center
di Point Mugu, California. Le attività prettamente operative saranno invece
sotto la responsabilità del MUOS Global
Satellite Support Center insediatosi presso il Comando strategico delle
forze armate Usa nella base aerea di Offutt (Nebraska), con la collaborazione
di diversi centri regionali di comando, supporto e combattimento di US Navy. Il
Centro strategico di Offutt sovrintende alle funzioni d’intelligence,
ricognizione, sorveglianza e “difesa missilistica” e controlla l’intero
arsenale nucleare statunitense.
Le stazioni terrestri del MUOS consentiranno le
connessioni e i controlli interfaccia tra i satelliti MUOS e i network di
telecomunicazione del Dipartimento della difesa con base a terra. Questi
terminali sono previsti all’interno di quattro infrastrutture nella
disponibilità delle forze armate Usa: oltre alla Naval Radio Transmitter Facility (NRTF) di Niscemi, la stazione di Chesapeake, nei pressi di Norfolk, Virginia; la Naval Computer and Telecommunications Area Master Station Pacific
di Wahiawa (isole Hawaii); l’Australian Defence Satellite Communications
Ground Station (ADSCGS) di Kojarena, 30 km a est di
Geraldton (Australia). Ognuna di queste
stazioni è stata dotata di tre grandi antenne paraboliche dal diametro di 18,4 metri e funzionanti in banda Ka per le trasmissioni
verso i satelliti geostazionari e di due trasmettitori elicoidali di 149 metri
d’altezza in banda UHF (tra i
240 e i 315 MHz) per
il posizionamento geografico. Le
maxi-parabole trasmetteranno con frequenze che raggiungeranno valori compresi tra
i 30 e i 31 GHz con una potenza di 1.600 W ciascuna; i due trasmettitori elicoidali, modello TACO H124, opereranno invece con una
potenza di 105-200 W ciascuno. Sarà generato un micidiale cocktail
elettromagnetico. Numerosi esperti internazionali hanno documentato che i fasci
emessi dalle parabole del MUOS costituiranno un serio pericolo per la salute
delle popolazioni che vivono nei pressi delle infrastrutture militari e per la sicurezza
del traffico aereo, civile e militare.
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