Italia alle guerre stellari con i satelliti d’Israele
Tagli per tutti ma non per le forze armate, specie se
le spese rafforzano la partnership tra le industrie d’armi nazionali e quelle israeliane.
Quarantuno milioni e 600.000 euro sul bilancio 2013; 96 milioni per il 2014 e
53,8 per il 2015. Il ministero della Difesa prevede di spendere quasi 192
milioni di euro in tre anni per dotarsi di un nuovo sistema satellitare ad alta risoluzione ottica per l’osservazione
dell’intero globo terrestre, l’OPTSAT 3000, progettato
e prodotto da Israele.
Leggero
e di dimensioni assai ridotte, l’OPTSAT 3000 si caratterizza per l’agibilità e la
manovrabilità da terra e per le notevoli capacità di definizione delle immagini
raccolte dallo spazio. Il satellite è tuttavia programmato per funzionare per
periodi brevi, non oltre i 6-7 anni dalla sua messa in orbita (prevista entro
il 2016).
L’accordo
italo-israeliano per il nuovo sistema di telerilevamento satellitare prevede che la
società Telespazio, controllata da Finmeccanica e dalla holding francese Thales, operi in
qualità di prime contractor per la
fornitura del satellite e del segmento di terra, dei servizi di lancio e messa
in orbita, della preparazione ed esecuzione delle attività operative e
logistiche. Telespazio ha sottoscritto con il Ministero della difesa italiano
un contratto del valore complessivo di 200 milioni di dollari. Personale della
società sarà
dislocato in Israele durante le fasi di preparazione al lancio del satellite,
nonché presso il Centro di Controllo di Tel Aviv durante le fasi di
post-lancio. Il completamento dei test in orbita dell’OPTSAT 3000 sarà realizzato
successivamente dal Centro Spaziale del Fucino di Telespazio.
La realizzazione del satellite per un costo di 182
milioni di dollari sarà affidata alla Mbt Space Division delle Israel Aerospace
Industries (IAI), le industrie aerospaziali e missilistiche israeliane. A produrre
la telecamera spaziale ad “alta definizione” (valore 40 milioni di dollari) sarà
invece Elbit Systems Electro-Optics Elop Ltd., una controllata della Elby
Systems Ltd, altra azienda strategica israeliana nel campo dei sistemi di
comando, controllo, comunicazione, intelligence e dei velivoli senza pilota.
L’acquisizione del satellite è stata formalizzata con l’accordo
di cooperazione militare Italia-Israele firmato a Roma il 19 luglio 2012 dai
ministri della difesa dei due paesi. Oltre all’OPTSAT 3000, l’accordo ha previsto
la fornitura alle forze armate israeliane di 30 velivoli da addestramento
avanzato M-346 prodotti da Alenia-Aermacchi (valore complessivo un miliardo di
dollari circa, di cui 600 milioni di pertinenza dell’azienda del gruppo
Finmeccanica). I primi velivoli saranno consegnati a partire
dalla metà del 2014 e sostituiranno gli A-4 “Skyhawks” utilizzati da Israele per
l’addestramento dei piloti dei cacciabombardieri strategici. Le attività
di formazione, il supporto logistico e la manutenzione dei velivoli saranno
affidate alla società privata TOR di
proprietà dei due colossi Israel Aerospace Industries Ltd. ed Elbit Systems
Ltd.. Elbit implementerà
sui caccia-addestratori un nuovo software, il Vmts (Virtual Mission Training
System) che simulerà le funzioni di un moderno radar di scoperta attiva capace
di gestire numerose funzioni tattiche e scelte d’armamento complesse. “Utilizzando
il software una volta in volo - spiegano i tecnici israeliani - il pilota in
addestramento potrà esercitarsi in scenari avanzati, quali la guerra
elettronica, la caccia alle installazioni radar e l’uso di sistemi d’arma all’avanguardia”. I
sistemi di identificazione e comunicazione e i computer per il controllo di
volo saranno forniti invece da Selex ES, altra azienda del gruppo Finmeccanica.
Sempre nell’ambito dell’accordo
di cooperazione del luglio 2012, l’Italia si è impegnata ad acquistare due aerei radar “Eitam” del tipo “Gulfstream
550” CAEW (Conformal Aerial Early Warning),
con relativi centri di comando e controllo (costo stimato 791 milioni di
dollari). Prodotti da Elta Systems ed Israel Aerospace Industries su licenza
della statunitense General Dynamics, gli
“Eitam” sono operativi con le forze armate d’Israele e Singapore, mentre una
variante del velivolo è stato fornito a Cile ed India. L’Aeronautica
militare italiana ha già avuto modo di familiarizzarsi con questi sistemi di
guerra: a partire del 2010 gli “Eitam” vengono periodicamente dislocati nell’aeroporto
di Decimomannu (Cagliari) per partecipare ad esercitazioni congiunte italo-israeliane.
I nuovi aeri-radar consentiranno di monitorare lo
spazio aereo e marittimo ed intercettare a diverse miglia di distanza l’arrivo
di velivoli, missili e unità navali veloci. Le aziende israeliane doteranno pure
gli “Eitam” di sistemi di geo-localizzazione e identificazione dei segnali
elettromagnetici emessi dai radar e delle comunicazioni d’intelligence “nemiche”.
L’accordo prevede che 750 milioni di dollari finiscano nelle casse di IAI ed
Elta System, mentre 41 milioni di dollari andranno a Selex ES per la realizzazione
dei
sottosistemi di comunicazione, link tattici e identificazione a standard NATO dei
due velivoli CAEW.
La reciproca collaborazione per lo sviluppo dei
programmi OPSAT 3000, M-346 ed “Eitam” consentirà alle aziende d’armi italo-israeliane
di rafforzare la propria presenza nei mercati internazionali. Selex ES ed AEL Sistemas S.A, società
controllata da Elbit Systems Ltd, stanno per costituire ad esempio una joint
venture per la produzione di tecnologie e sistemi radar a scansione meccanica da
destinare ai velivoli d’attacco e di trasporto delle forze armate del Brasile e
di altri paesi sudamericani. Ma all’orizzonte ci sono pure i floridi business
dei sistemi missilistici e dei droni-spia e killer.
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