Happening pacifista a Niscemi: liberiamoci dal Muos
Sicilia.
Centinaia di cittadini alla “Giornata partigiana” contro le antenne satellitari
Usa. Le nuove azioni del movimento dopo il ricorso del governo al Tar contro lo
stop regionale al cantiere.
Per liberarsi
dall’orrore delle guerre e dalle servitù delle basi Usa e Nato. A Niscemi centinaia
di attivisti No MUOS si sono dati appuntamento nella
riserva naturale “Sughereta” per una giornata di festa che ha unito simbolicamente
la Resistenza partigiana al fascismo con il movimento di opposizione
all’installazione del nuovo sistema di telecomunicazione satellitare della
Marina militare statunitense. L’happening si è aperto con un’escursione
ecologica tra i “sentieri partigiani No Muos”, a destra i campi in fiore, le
querce plurisecolari e gli ultimi sugheri di Sicilia, a sinistra il filo
spinato e le 46 antenne dell’impianto di telecomunicazioni con i sottomarini
che l’US Navy gestisce dal 1991 e le cui emissioni elettromagnetiche hanno
superato costantemente nel 2013 i limiti imposti dalle leggi italiane.
Presso il Presidio
permanente di contrada Ulmo è stata inaugurata la mostra sulla Brigata Stella
Rossa che operò contro i nazifascisti tra Marzabotto e Monte Sole e quella
sulla Resistenza No MUOS che in questi mesi ha visto protagonisti in Sicilia migliaia
di donne e giovani con l’organizzazione di marce, azioni dirette, blocchi
stradali e finanche invasioni ed occupazioni simboliche delle aree militari. Il
22 aprile, cinque attivisti No MUOS, dopo aver scavalcato le recinzioni, sono
riusciti a scalare una delle antenne statunitensi, piantando la bandiera No
Muos. Per due di loro, il pacifista Turi Vaccaro e il milanese Nicola Arboscelli
è scattato l’arresto ma nel pomeriggio il Tribunale di Caltagirone ha ordinato la
loro liberazione non ritenendo ammissibili le misure cautelari preposte dalle
autorità di polizia. Rientrati a Niscemi, Vaccaro e Arboscelli sono stati
festeggiati nel corso di un’affollata assemblea popolare tenutasi in serata
nella piazza centrale. “La nostra è stata un’azione di testimonianza
nonviolenta e di amore per un territorio straordinario che i Signori della
guerra hanno deturpato e derubato alla popolazione locale”, hanno spiegato.
Ospite d’onore
dell’incontro il partigiano di origini niscemesi Giuseppe Bennici, nome di
battaglia “Ursus”. Militare di stanza ad Alessandria, dopo l’8 settembre 1943
Ursus si rifiutò di operare a fianco delle truppe di occupazione nazista scegliendo
di far parte della Brigata Garibaldi. Accanto a lui Massimo Zucchetti,
ordinario del Politecnico di Torino che ha documentato l’insostenibilità
ambientale e i gravissimi rischi alla salute delle emissioni elettromagnetiche
delle antenne del MUOS. “Ho appreso con amarezza dalla stampa che il governo ha
deciso di disattendere la richiesta di istituire una commissione indipendente
per valutare le caratteristiche tecniche e i pericoli del nuovo sistema Usa”,
ha dichiarato Zucchetti. “Individuare nell’Istituto Superiore di Sanità
l’entità che avrà l’ultima parola sul MUOS è un fatto gravissimo sia dal punto
di vista formale che sostanziale. L’ISS ha sempre assunto posizioni negazioniste
in tema di elettromagnetismo. Adesso che il governo ha impugnato la revoca
delle autorizzazioni ai lavori della Regione siciliana, l’Istituto che dipende
dal Ministero della Sanità perde ogni aspetto di neutralità. Noi scienziati
indipendenti faremo in modo di costituire una commissione di studio che produca
in tempi brevi uno studio che inchiodi le autorità civili e militari alle loro
responsabilità. Sempre ammesso che la Marina Usa fornisca tutti i dati tecnici
sul sistema di guerra, cosa che non ci risulta abbia fatto ancora con gli
esperti dell’Istituto di Sanità”.
“Il voltafaccia del
governo che dopo aver sottoscritto e disatteso l’impegno a sospendere i lavori
si è costituito contro la Regione chiedendo un cospicuo risarcimento per i
presunti ritardi causati all’installazione del MUOS inficia definitivamente il
rapporto del nostro Movimento con le istituzioni”, ha concluso Peppe Cannella
del Coordinamento dei Comitati No MUOS. “Così non si fa altro che dare
legittimità e rafforzare le nostre pratiche di azione diretta che hanno
consentito effettivamente di ritardare i lavori e sancire la revoca dal basso
delle autorizzazioni. Apriremo una nuova fase di lotte per giungere all’approvazione
in sede parlamentare di una mozione che imponga l’uscita da un progetto che
trasforma il nostro paese in avamposto bellico per le operazioni Usa in Africa
e Medio oriente”.
Commenti
Posta un commento