Il governo blocca il Muos di Niscemi, ma il movimento non si fida
Non sarà né il nuovo governo
né il Parlamento a decidere le sorti del MUOS che le forze armate Usa intendono
installare a Niscemi ma un “organismo tecnico indipendente”. Lo ha riferito Mario Monti
a conclusione del faccia a faccia con il governatore della Sicilia, Rosario
Crocetta, oggetto l’installazione nell’Isola di uno dei terminali terrestri del
nuovo sistema di telecomunicazione satellitare che consentirà al Pentagono di
gestire le future operazioni di guerra a livello globale. “Abbiamo esaminato la
situazione creatasi con il MUOS di Niscemi, con il protrarsi di problematiche
per l’ordine pubblico che rischiano di compromettere il funzionamento
quotidiano di una base Nato a valenza strategica”, spiega il governo.
“In risposta alle preoccupazioni delle popolazioni
riguardo all’impatto sull’ambiente e la salute, abbiamo deciso di affidare all’Istituto
Superiore della Sanità o altro istituto dell’OMS uno studio approfondito sulle
emissioni elettromagnetiche delle antenne, anche in caso di utilizzo alla
massima potenzialità degli impianti”, aggiunge Monti. E in attesa delle analisi,
c’è l’impegno a non procedere con i lavori d’installazione delle parabole. “Ovviamente
è stato confermato l’impegno ad assicurare il rispetto della legalità per
garantire il regolare accesso del personale in servizio presso la base Nato di
Sigonella, secondo quanto previsto dagli accordi internazionali”, minaccia però
il presidente del consiglio. Peccato che il movimento No Muos si è limitato a
bloccare solo i cancelli della stazione di telecomunicazione di Niscemi che,
secondo l’accordo tra Italia e Stati Uniti, è classificata però “ad uso
esclusivo” delle forze armate Usa.
Per l’assessore all’ambiente della Regione, Mariella
Lo Bello, la scelta di Monti è una “vittoria” per la Sicilia. “L’idea
iniziale del governo non era quella di sospendere i lavori, bensì che
continuassero”. Era stata proprio la giunta Crocetta a suggerire di
subordinare il proseguo dei lavori al parere scientifico dell’ISS, anche se i professori
Massimo Zucchetti e Massimo Coraddu del
Politecnico di Torino hanno certificato l’insostenibilità ambientale del MUOS e
le gravissime lacune e le omissioni degli studi delle autorità statunitensi e
degli accademici siciliani contattati dall’ex presidente Raffaele Lombardo. Oggi,
lo stesso Zucchetti esprime perplessità per la decisione del governo. “Affidare
ad un organismo indipendente il futuro del MUOS è una manovra pericolosissima”,
afferma lo studioso. “Non ci sarebbe da stupirsi che alla fine l’ISS o qualche
altro dichiari la non pericolosità del sistema. Per questo è indispensabile che
i
dati di partenza e le specifiche del MUOS - sino ad oggi top secret - siano
resi pubblici prima che il nuovo studio parta, in modo che siano oggetto di
verifica da parte della comunità scientifica”.
Assai perplesso si dichiara
pure il presidente della Commissione ambiente della Regione siciliana,
Giampiero Trizzino. “Le
risultanze emerse durante le audizioni tecniche da noi tenute sono più che
esaustive, relativamente agli effetti nocivi sulla salute delle antenne del
MUOS”, dichiara l’esponente di M5S. “Non vorremmo che si trattasse in realtà di un passo indietro e che alla fine si
pervenisse alla revoca della revoca delle autorizzazioni, che ci aspettiamo,
invece, diventi operativa il 17 marzo come comunicatoci dal presidente Crocetta”.
Ancora più critici i rappresentanti del Movimento che
si oppone all’installazione del sistema satellitare. “Proviamo sconcerto per
l’atteggiamento del moderno Ponzio Pilato nostrano”, afferma Concetta Gualato
delle Mamme No MUOS di Niscemi.
“Quello che si temeva è successo, il passaggio della palla dal governo siciliano
a quello nazionale, il tutto per tutelare i diritti di altri ma non degli italiani”.
A respingere l’ipotesi di ulteriori studi è pure il Coordinamento regionale dei
Comitati No MUOS. “Non ci fidiamo assolutamente
dell’obiettività di autorità scientifiche indipendenti,
spesso sensibili alle pressioni del complesso militare industriale, delle
transnazionali della telefonia e dei poteri forti”, spiega Alfonso di Stefano.
“Mentre nella base Usa di Niscemi lavoravano ditte sprovviste della
certificazione antimafia, si negava invece l’accesso all’Arpa, l’agenzia per la
protezione dell’ambiente, boicottandone le misurazioni”.
I No MUOS
continuano a presidiare i cancelli della stazione di telecomunicazione di
contrada Ulmo, pronti a riprendere i blocchi stradali nel caso in cui dovessero
ripartire i lavori. Per sabato 30 marzo è stata indetta una grande
manifestazione nazionale a Niscemi per chiedere al nuovo governo di revocare in
via definitiva le autorizzazioni del MUOS. “Forse a Roma si sperava di
disinnescare il nostro appuntamento”, spiega Peppe Cannella, esponente dei comitati
siciliani.
Articolo pubblicato in Il Manifesto del 13 marzo 2013.
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