Missili, satelliti e aerei d’Israele per le forze armate italiane
Può
essere equipaggiato con tre differenti tipologie di testata bellica a seconda
dell’uso: anticarro, antifanteria e per la distruzione di bunker. Lo “Spike” è l’ultimo
gioiello di morte prodotto da Rafael, una delle più importanti industrie militari
israeliane. Si tratta di un missile aria-terra a corto raggio destinato agli elicotteri
d’attacco. La prima versione, denominata “Er”, è capace di colpire bersagli
fino a una distanza di 8 chilometri. Gli israeliani però hanno in produzione un
modello con una gittata superiore ai 25 chilometri, lo “Spike Nlos”, dotato di
un sensore elettro-ottico e infrarossi e di un apparato di ricerca laser.
Secondo
la World Aeronautical Press Agency i nuovi
missili made in Israele saranno utilizzati dagli Eurocopter Tiger e Puma e dagli
AW-129 Mangusta prodotti da AgustaWestland (gruppo Finmeccanica). I Mangusta sono
quelli dei raid dell’esercito italiano nei principali teatri di guerra (prima
in Iraq, adesso in Afghanistan). Gli elicotteri, in numero di 60, sono in
dotazione al 5° reggimento AVES “Rigel” di Casarsa della Delizia (Pn) e del 7° “Vega”
di Rimini, inquadrati nella Brigata Aeromobile “Friuli”. I Mangusta vantano già
una terribile potenza di fuoco: mitragliatrici FN da 12,5 mm, cannoni da 200 mm
a canne rotanti e missili AGM-114 “Hellefire”, BGM-71 “Tow” anti-carro, FIM-92
Stinger” ed MBDA “Mistral” antiaerei. Con gli “Spike” si amplierà il ventaglio
operativo degli elicotteri d’assalto mentre ne uscirà ulteriormente rafforzato l’interscambio
bellico Roma-Tel Aviv e la partnership strategica tra le rispettive forze
armate.
Dopo le recenti esercitazioni
in Sardegna e nel deserto del Negev in compagnia dei cacciabombardieri d’Israele,
l’Aeronautica militare italiana ha deciso d’installare a bordo degli elicotteri
EH101 e degli aerei da trasporto C27J Spartan e C130 Hercules un nuovo sistema di contromisure a raggi infrarossi, denominato “Dircm
- Directional infrared countermeasures”. Il sistema sarà sviluppato e prodotto dalla
società Elettronica Spa di Roma assieme all’israeliana Elbit e comporterà una
spesa di 25,4 milioni di euro. “Le prime consegne sono previste per la fine del
2013”, spiegano al ministero della difesa. “Con il Dircm, l’Aeronautica italiana sarà la prima
forza armata europea a dotarsi di un sistema con tecnologia non americana per
la difesa dai Manpads (Man-portable
air-defense systems), missili che possono essere lanciati con sistemi a
spalla e che rappresentano oggi una delle minacce più pericolose in fase di
decollo ed atterraggio”.
Il
contratto con Elettronica-Elbit ha preceduto di qualche mese l’ordine del
governo israeliano di 30 caccia-addestratori “avanzati” M-346 Master di Alenia
Aermacchi (altra azienda Finmeccanica). I velivoli sostituiranno entro il 2015 i
vecchi A-4 Skyhawk utilizzati dalle Tigri
volanti del 102° squadrone dell’aeronautica israeliana per formare i nuovi
piloti dei cacciabombardieri e come mezzo di supporto alla guerra elettronica. L’M-346 potrà essere utilizzato pure per attacchi al suolo con bombe e missili aria-terra o
antinave e comporterà un giro d’affari di circa un miliardo di dollari. La
manutenzione dei velivoli, per una durata di venti anni, sarà invece affidata
alla joint venture TOR costituita dall’industria aerospaziale israeliana IAI e
da Elbit Systems.
Secondo
quanto trapelato sui media statunitensi, per l’acquisizione dei
caccia-addestratori italiani, Washington potrebbe offrire ad Israele una somma
pari al 25% del valore della commessa nell’ambito degli aiuti militari previsti
dal fondo US foreign military financing
(FMF). Il Pentagono avrebbe confermato che l’Agenzia statunitense per la cooperazione
alla difesa e alla sicurezza avrebbe avviato colloqui ufficiali con il ministero
della difesa israeliano per concordare che alcune componenti degli M-346 Master
prodotte negli USA (come ad esempio i motori turbo F124 di Honeywell e altri sistemi
avionici) siano acquisite con i fondi FMF. Un “aiuto”, dunque, condizionato a favorire
il complesso militare industriale statunitense.
Non
altrettanto vantaggioso per l’Italia il contratto firmato tra il governo israeliano
ed Alenia Aermacchi. Esso prevede infatti come contropartita che il nostro
paese acquisti materiali bellici in Israele per un valore non inferiore al miliardo
di dollari, in particolare sistemi satellitari spia e aerei radar. Per il memorandum of agreement che sarà firmato
entro la fine del mese tra il premier Monti e le autorità israeliane, in cambio
degli M-346, l’Italia si doterà innanzitutto di due satelliti elettro-ottici di
seconda generazione “Ofeq” il cui costo è stimato in 200 milioni di dollari. dovrebbero
essere lanciati entro il 2014. Gli Ofeq, prodotti dalle Israel Aerospace Industries
(IAI) ed Elbit, “verranno lanciati entro il 2014, saranno al 100% italiani e
verranno gestiti da una stazione terrestre italiana”, scrivono in Israele.
Alle forze armate italiane giungeranno
poi due velivoli di pronto allarme (Early
warning and control - AEW&C) Gulfstream 550 con relativi centri di
comando e controllo, prodotti dalle aziende IAI ed Elta Systems. Il costo
complessivo dei due velivoli è stimato in 760 milioni di dollari, più del
doppio di quanto era stato previsto nel 2009 dall’allora ministro della difesa
Ignazio La Russa per la messa a punto del sistema “multi-sensore e
multi-missione” JAMMS (Joint airborne
multisensor multimission system), incentrato sui Gulfstream 550. “Il costo stimato del programma ammonta a 280 milioni di euro a valere sul
bilancio ordinario della difesa e avrà durata di sette anni”, aveva spiegato La Russa ai parlamentari della Commissione
difesa alla vigilia del voto (unanime) a favore del JAMMS. “Esso supporterà le
operazioni delle forze nazionali e alleate impegnate in operazioni militari in
Patria e fuori dai confini nazionali nel
controllo e nella sorveglianza
dello spazio aereo”. Dei 760 milioni previsti, quasi 500 andranno all’acquisto
dei due velivoli AEW&C e i
restanti 260 per finanziarne i costi logistici e la manutenzione per un periodo
di 15 anni dalla loro consegna, fissata tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015.
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