Eldorado Afghanistan per Finmeccanica
Il Ministero della difesa ha scelto alcune società del gruppo Finmeccanica per potenziare il livello di protezione delle basi operative e di supporto dei militari italiani in Afghanistan. Il contratto, per un valore poco inferiore ai cento milioni di euro, prevede la fornitura di apparecchiature di sorveglianza che includono i radar uomo-trasportabile “Lyra 10” prodotti da Selex Sistemi Integrati (già acquistati dalla Guardia costiera italiana per la vigilanza a corto raggio dei mari anche in funzione anti-migranti) e diversi sensori elettro-ottici ed acustici di Selex Galileo per la localizzazione delle sorgenti di fuoco.
Le aziende di Finmeccanica garantiranno pure l’installazione di telecamere, posti comando e di guardia per la gestione dei sistemi di sorveglianza di aeroporti e basi e “sistemi robotizzati in versione da combattimento” di Oto Melara. Responsabile del trasporto, installazione, integrazione e gestione di tutti i sistemi sarà Selex Sistemi Integrati. All’azienda di elettronica militare sarà anche affidato il potenziamento del sistema di comando e controllo SIACCON2 dell’Esercito italiano e “dell’infrastruttura connettiva attualmente utilizzata in Afghanistan per ottenere una maggiore efficacia ed interoperabilità”.
A riprova che il sanguinoso conflitto afgano è sempre più un buon affare per il complesso militare industriale italiano, a fine gennaio è giunta la notizia che US Air Force ha aggiudicato un contratto di 12 milioni di dollari a DRS Defense Solutions (gruppo DRS Technologies Inc.), società Finmeccanica con sede in Maryland, per l’installazione del sistema Improved Altitude Hold and Hover Stabilization a bordo degli elicotteri Sikorsky HH-60G “Pave Hawk” utilizzati particolarmente in Afghanistan e Iraq. Drs Defense Solutions fornirà anche l’integrazione delle piattaforme, i programmi di sviluppo dei dati tecnici, i pezzi di ricambio e l’assistenza per la flotta di elicotteri. “Gran parte delle perdite dei Sikorsky HH-60G in Iraq ed in Afghanistan possono essere attribuite a problemi legati alle condizioni atmosferiche come le tempeste di sabbia e ai rischi di quando si vola su terreni sconosciuti”, ha commentato il presidente di DRS, Logen Thiran. “La nostra tecnologia di stabilizzazione IAHHS avrà un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza delle persone dentro ed intorno all’aeromobile quando operano in queste condizioni sfavorevoli. Apporteremo miglioramenti che consentiranno agli elicotteri una maggiore capacità di librarsi in volo e di navigazione e migliori sistemi di discesa ed atterraggio automatico”.
Lo scorso anno, DRS Defense Solutions si era aggiudicata un contratto del valore di 23 milioni e mezzo di dollari per la fornitura dei servizi di supporto informatico della base aerea di Bagram, una delle principali infrastrutture delle forze armate Usa in Afghanistan. Nello specifico, la società italo-statunitense deve assicurare la “piena interoperabilità dei sistemi C4I (Command, Control, Communications and Computer Information) impiegati per la pianificazione, la gestione e l’integrazione delle operazioni nel campo di battaglia congiuntamente ai militari della coalizione alleata”. La base di Bagram è nota come la Guantanamo afgana: ospita infatti il maggiore centro di detenzione di cittadini afgani sospettati di “terrorismo”, vittime di gravi maltrattamenti, torture e violazioni dei diritti umani.
A fine 2008, Alenia North America, altra società controllata da Finmeccanica con sede negli Stati uniti d’America, aveva sottoscritto con US Air Force un contratto di vendita di 18 aerei da trasporto tattico C-27A, nient’altro che i vecchi G.222 in uso all’aeronautica militare italiana, successivamente dismessi e riammodernati negli stabilimenti Alenia di Napoli Capodichino. La transazione ha sollevato più di un dubbio dal punto di vista della legittimità e della trasparenza: i velivoli, infatti, sono stati ordinati dal Combined Security Transition Command, il comando per le operazioni Usa in Afghanistan, per essere poi rivenduti all’Afganistan National Army Air Force (ANAAF), la ricostituita aeronautica militare afgana. L’ammontare della commessa, comprensiva della fornitura dei velivoli, delle parti di ricambio e del supporto logistico in Italia e in Afghanistan, è stato di 287 milioni di dollari. Due anni più tardi il Pentagono ha ordinato a Finmeccanica altri due G.222 da consegnare - via Washington - alle forze afgane. Con un contratto aggiuntivo di 30 milioni di dollari, Alenia North America dovrà modificare i velivoli addizionali in funzione “trasporto VIP”, dotandoli di un nuovo sistema autopilota e delle protezioni balistiche. La società ha pure ricevuto da US Air Force altri 20 milioni di dollari per ulteriori lavori di riparazione e manutenzione degli aerei a Madison (Stati Uniti) e in Italia. A fine 2011 erano già stati consegnati all’aeronautica afgana quattordici C-27A.
“Grazie ai G-222, Alenia North America supporterà ancora una volta le forze armate Usa nella lotta globale al terrorismo”, ha commentato Giuseppe Giordo, presidente ed amministratore delegato della società del gruppo Finmeccanica. “I velivoli sono ideali per consentire al governo di Kabul di fornire assistenza umanitaria, evacuazione feriti e supporto logistico in tutto il paese, in special modo nelle aree più remote non facilmente accessibili o isolate a causa delle condizioni del terreno”. I tecnici di Alenia North America curano pure la formazione dei piloti afgani e statunitensi e del personale addetto alla manutenzione dei velivoli. I corsi vengono tenuti presso lo stabilimento Alenia di Capodichino e nella base aerea di San Antonio (Texas). Le operazioni di supporto logistico nello scalo aereo di Kabul sono state affidate invece alla società “L-3 Vertex Aerospace”, uno dei maggiori contractor Usa nel settore aerospaziale.
I manager di Finmeccanica nutrono ancora qualche speranza di assicurarsi un’altra grossa triangolazione con destinazione finale l’Afghanistan. Due anni fa hanno proposto ad US Air Force l’acquisto di una ventina di cacciabombardieri AMX in via di dismissione dall’Aeronautica militare italiana, da trasferire in seguito alle forze aeree afgane. “I velivoli, ottimali per gli attacchi contro obiettivi terrestri, potrebbero essere migliorati nella versione ATOL, acronimo che sta per potenziamento delle capacità operative e logistiche”, hanno spiegato ad Alenia. Inizialmente, il Dipartimento della difesa si era dichiarato interessato alla commessa, ma dopo i tagli al budget della difesa e i diktat di Obama a comprare americano è facile supporre che alla fine i “nuovi” caccia per gli afgani saranno ordinati alle holding belliche a denominazione d’origine controllata U.S.A..
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