Quando la Provincia di Messina disse: 'Ponte? No grazie!'
Nel febbraio 2003, la Provincia Regionale di Messina inviava al Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio alcune osservazioni in merito al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. I dirigenti dell’Ente rilevavano i violenti impatti dei piloni, del pontile e dei viadotti sulla Riserva naturale di Capo Peloro. Gli amministratori locali e i funzionari chiamati a valutare l’Impatto Ambientale del Ponte non ne hanno però tenuto conto…
Dagli archivi della Provincia Regionale di Messina salta l’ennesimo documento ufficiale che denuncia le gravi conseguenze che il Ponte sullo Stretto recherà all’ambiente e al territorio di Capo Peloro, riserva naturale orientata designata in ambito europeo come “sito di importanza comunitaria” (S.I.C.) e “zona a protezione speciale” (Z.P.S.).
Nel febbraio 2003 veniva infatti emessa una nota dal 7° Dipartimento – Servizio “aree protette”, sottoscritta dell’allora Presidente della Provincia Regionale Giuseppe Buzzanca (Alleanza nazionale), in cui si evidenziavano ai ministri dell’Ambiente e dei Beni Culturali e all’Assessorato al Territorio ed Ambiente della Regione Siciliana le considerazioni e le osservazioni dell’Ente in merito all’ipotesi progettuale del Ponte.
I dirigenti della Provincia sottolineavano come una parte del manufatto ricada all’interno dell’area di Pre-riserva di Capo Peloro e dei laghi Faro e Ganzirri. Il viadotto di collegamento al Ponte, ad esempio, “attraversa un’area di delicato equilibrio del sistema lagunare in relazione alla conservazione dei biotopi esistenti, riconosciuta, peraltro, dal decreto istitutivo della riserva, secondo cui, ‘Il lago Faro, per la sua particolare conformazione, rappresenta un raro esempio di bacino meromittico, caratterizzato tra l’altro dal massiccio sviluppo di solfobatteri colorati fototrofi che, in considerazione anaerobica, sono capaci di svolgere attività fotosintetica; le complesse relazioni che si instaurano con le altre popolazioni batteriche intervengono nel ciclo biogeochimico dello zolfo facendone un biotopo di peculiare importanza’”.
Nelle osservazioni dell’Ente locale si aggiunge che “le opere fondali connesse con la costruzione delle pile di supporto del viadotto certamente altereranno l’attuale equilibrio idrogeologico, mutando conseguentemente la salinità delle acque dei due laghi e del canale “Margi”, nonché il livello idrico degli stessi”. “Tali modificazioni – continua la nota inviata ai Ministeri di Tutela del Territorio – creeranno pregiudizio all’intero sistema lagunare in quanto nei due Pantani e nei canali di collegamento con il mare sono presenti specie esclusive ed endemiche appartenenti a molluschi, crostacei e pesci”.
Pesanti rilievi sono stati sollevati anche relativamente alla realizzazione dei piloni del Ponte e del pontile che assicurerà lo sbarco dei mezzi e dei materiali predisposti alla costruzione della infrastruttura. “La realizzazione dei piloni e del pontile possono compromettere la rara formazione del ‘beach rock’. Sulle limitatissime aree dunali e retrodunali ancora esistenti a Punta Faro e Ganzirri sono presenti, in numero estremamente ridotto di individui, specie vegetali rare (Centaurea deusta subsp. divaricata e Anthemis tormentosa). Tali entità, presenti unicamente lungo le spiagge di tale tratto di costa peloritana, individuate come specie a rischio secondo la classificazione I.U.C.N., incluse nel Libro Rosso nazionale, in dipendenza dell’intervento, saranno destinate a scomparire”.
Le osservazioni della Provincia Regionale di Messina si chiudono con l’affermazione lapidaria che “dall’esame degli elaborati progettuali, non si evincono predisposizioni di misure ed accorgimenti per evitare il danno che ne potrebbe derivare dalle costruzioni in esame”.
Dire che l’attenzione su quanto denunciato dai funzionari dell’Ente sia stata pari a zero è più che un eufemismo. Il progetto di piloni, viadotti e pontile continua a ricadere all’interno della riserva naturale di Capo Peloro e dei laghi di Ganzirri; l’allora presidente della Provincia sottoscrittore delle osservazioni, (Giuseppe Buzzanca), oggi sindaco decaduto della città di Messina, è uno dei più strenui paladini della realizzazione del Ponte; dulcis in fundo la Procura di Roma ha aperto un’indagine sull’operato della Commissione speciale istituita presso il ministero dell`Ambiente per la Valutazione di impatto ambientale del Ponte. Quest’organo avrebbe dato il suo parere positivo in tempi troppo veloci per un`analisi seria del progetto, soprassedendo proprio sui danni che l’infrastruttura provocherà sulla riserva di Capo Peloro ed i laghi di Ganzirri.
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