Italia dona a forze armate albanesi armamenti per 2 milioni di euro

Si rafforza la cooperazione militare bilaterale Italia-Albania in vista dell'integrazione nella NATO di Tirana. Gli Stati Uniti, attraverso una corporation privata, avviano intanto un piano decennale per la professionalizzazione delle forze armate albanesi.

Mezzi ruotati, cingolati, attrezzature e materiali militari per il valore di due milioni di euro sono stati donati dall’Italia alle forze armate albanesi nel corso di una cerimonia tenutasi presso il Comando delle Forze Terrestri a Durazzo, alla presenza del Ministro della Difesa Pandeli Majko e del Capo di Stato Maggiore generale Pellumb Qazimi.

L’equipaggiamento è stato consegnato dalla Delegazione Italiana Esperti (DIE) che dal 2003 ha avviato una serie di progetti di cooperazione militare per la riorganizzazione e il consolidamento delle Forze Armate albanesi ed il loro adeguamento agli standard previsti in ambito NATO, organizzazione in cui il governo ‘socialista’ di Fatos Nano aspira ad entrare nel 2015 .

Il materiale ceduto dalla Difesa italiana sarà destinato soprattutto al potenziamento della Brigata Genio delle forze terrestri ed al miglioramento dell’efficienza operativa della Brigata di Reazione Rapida e della struttura nazionale di Protezione Civile.

Sempre all’interno del programma d’intervento della Delegazione Italiana Esperti militari, un anno fa nei pressi di Valona era stata ristrutturata con fondi italiani (1.600.000 euro) la nuova Scuola di volo delle forze aree albanesi. Da allora 110 militari italiani si alternano nell’addestramento e l’assistenza dei piloti dell’aeronautica albanese, la quale è stata dotata di 7 elicotteri Agusta Ab206 a cui si aggiungeranno altri 7 velivoli Agusta Ab205. Una parte delle esercitazioni congiunte è finalizzata al contrasto nell’Adriatico di gommoni e mezzi navali che trasportano migranti illegali.

Nell’ambito della cooperazione militare Italia-Albania, nei prossimi mesi potrebbe essere varato un contingente misto di peacekeeping da inviare per missioni all’estero. La notizia è stata confermata dal sottosegretario alla difesa Berselli, il quale ha dichiarato che “le autorità di Roma stanno pensando alla possibilità di condurre operazioni di pace fuori area inserendo, in alcuni casi, i militari albanesi nei nostri contingenti. C’è stato il parere favorevole dell’Esercito ed ora la questione è all’esame dello Stato maggiore della Difesa che deciderà su alcune questioni specifiche come la retribuzione e le regole d’ingaggio”.

Le forze armate albanesi sono già presenti in alcune aree geostrategiche: 250 uomini delle truppe d’elite chiamate “Komando” operano in Bosnia, Afghanistan e Iraq sotto il comando delle forze armate degli Stati Uniti. ”Noi Albanesi siamo una nazione di combattenti per la libertà che sa cosa significa vivere sotto l’oppressione”, ha scritto il premier Fatos Nano nella lettera indirizzata a Gorge Bush in occasione della recente decisione di ampliare il contingente militare in Iraq. "E’ per questo che sosteniamo con convinzione lo sforzo degli Stati Uniti a favore della libertà del popolo iracheno. Anche se siamo un piccolo paese con piccole forze armate, siamo a fianco dei nostri alleati nella lotta per porre fine al regno del terrore a Baghdad".

Italia, Stati Uniti e Turchia sono attualmente i paesi che più stanno contribuendo all’assistenza militare dell’Albania in vista del suo ingresso nella NATO. Mentre le forze armate italiane sono particolarmente attive nel settore logistico e dell’addestramento, Ankara ha finanziato la realizzazione della nuova base meridionale di Pasha Liman. Gli Stati Uniti hanno invece avviato un piano decennale per la riorganizzazione dell’esercito albanese. Secondo quanto rilevato da Llazar Semini, corrispondente dell’Osservatorio dei Balcani, l’esecuzione del piano è stato affidato dal Pentagono alla società privata statunitense CAIK. Nello specifico si prevede una riduzione da 18.000 a 16.500 del personale di leva, l’ingresso di 3.500 volontari professionisti, un aumento del PIL destinato alle spese per le forze terrestri dall’odierno 1,2% al 2% nel 2015.


Articolo pubblicato in Terrelibere.org l’1 aprile 2005

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