Tornano obici e cannoni nella mini-riserva di Punta Bianca. A sparare pure i Marines USA di Sigonella

 


Dopo il decreto truffa della giunta Musumeci, ecco al via una nuova stagione di esercitazioni a fuoco a Punta Bianca, Agrigento, area di incomparabile bellezza naturale e paesaggistica del Mediterraneo.

Il 23 giugno scorso la Regione Siciliana ha istituito la Riserva Naturale Orientata “Punta Bianca, Monte Grande e Scoglio Padella”, disattendendo però la richiesta degli ambientalistici di inserire nell’area protetta anche la porzione di territorio contigua utilizzata come poligono di tiro dalle forze armate di stanza nell’Isola. Così a partire da lunedì 17 ottobre fino al 30 dicembre, tutti i giorni dalle ore 8 alle 20, escluso il sabato e festivi, si tornerà a sparare con obici e cannoni sui suggestivi speroni di roccia calcarea e sulle incantevoli calette di sabbia bianco-corallina, rifugio di innumerevoli specie dell’avifauna a rischio di estinzione.

Il fittissimo calendario dei giochi di guerra è stato inserito nell’ordinanza n. 6/2022 del Comando Militare dell’Esercito in Sicilia. “Lo svolgimento di esercitazioni a fuoco presso il Poligono di tiro sperimentale di Drasi risponde alla necessità, prospettata dai Reparti della Forza Armata, dalla U.S. Naval Air Station di Sigonella, dai Corpi Armati dello Stato e dalle Forze di Polizia, di svolgere esercitazioni di tiro con armi individuali, di reparto e lancio bombe a mano”, riporta il Comando dell’Esercito. Non si addestreranno dunque solo reparti italiani, ma anche i marines USA della grande stazione aeronavale di Sigonella, a riprova dell’importanza assunta dal poligono agrigentino per il processo di riarmo e militarizzazione della Sicilia imposto da Washington e dalla NATO. In particolare il personale di US Navy si eserciterà a Punta Bianca nei giorni 4-7 e 11, 18 e 25 novembre, e il 5, 7-9, 16, 22 dicembre. Da parte italiana è prevista invece la presenza del personale del Comando Brigata Meccanizzata “Aosta”, del 5° Reggimento Fanteria “Aosta” (Messina), del 6° Reggimento Bersaglieri (Trapani), del Reggimento Logistico “Aosta” (Palermo), del 6° Lancieri di Aosta (Palermo), del 62° Fanteria “Sicilia” (Catania), del 24° Artiglieria Terrestre “Peloritani” (Messina), del 4° Genio Guastatori (Palermo), del Comando Legione e del 12° Reggimento Carabinieri “Sicilia”. Ai war games nella riserva “rubata” ci saranno infine anche gli uomini e le donne della Capitaneria di Porto Empedocle e delle Questure di Palermo ed Enna.

Per tutto il periodo delle esercitazioni è stato disposto lo sgombero di persone, il divieto di accesso all’area e l’interdizione al transito delle strade che attraversano la “zona pericolosa”. Non meglio specificati gli ordigni che saranno esplosi nel terreno e nelle acque prospicienti. Nell’ordinanza emessa dalla Capitaneria di Porto di Porto Empedocle in vista del ciclo di esercitazioni al poligono di “Drasy” per il primo semestre 2022, si faceva espresso riferimento ad “armi da fuoco portatili, di reparto, bombe a mano, sistemi d’arma c/c, cannoni da 105/51,105/52 e 25mm con munizionamento APDS-T (perforanti a distacco di Sabot traccianti) e TP-T (da addestramento traccianti)”. Per la cronaca le munizioni APDS-T vengono usate “contro obiettivi al suolo” per perforare corazze di 25 mm di spessore alla distanza di un paio di km; in esse e in quelle TP-T è utilizzato propellente alla nitrocellulosa, composto chimico con enormi proprietà infiammabili-esplosive.

Per impedire l’avvio della nuova campagna di devastanti esercitazioni militari a Punta Bianca, le associazioni Mareamico di Agrigento e Marevivo Sicilia hanno promosso nella mattinata di lunedì 17 un sit-in all’entrata della riserva naturale. “L’Esercito Italiano da più di 60 anni continua a violare un territorio che, sotto l’aspetto paesaggistico, storico, ambientale, ha una valenza incommensurabile”, scrivono le organizzazioni. “Il territorio di Punta Bianca è compromesso purtroppo dalla presenza delle esercitazioni militari, che oltre a violare la storia ed il paesaggio compromettono l’ambiente immettendo in atmosfera sostanze pericolose, come ad esempio i residui di polveri da sparo”.

“Durante le esercitazioni vengono rilasciati grandi quantità di piombo, sostanza velenosissima che, come tutti i metalli pesanti, è altamente tossica per l’ecosistema marino”, aggiungono Mareamico e Marevivo. “La sua permanenza in acqua ad elevata salinità lo degrada dissolvendolo nell’ambiente marino. Il piombo entra nella catena alimentare distribuendosi nei tessuti degli organismi della fauna ittica con destinazione terminale l’uomo, causando una serie di danni ad organi e tessuti spesso irreversibili. I terrificanti boati atterriscono, oltre che le persone, anche gli animali selvatici presenti in queste aree; anche le forti vibrazioni, provocate dalle esplosioni, hanno già causato numerosissime frane, con un considerevole arretramento della fragile falesia”.

Nel mese di ottobre del 2021 Mareamico ha presentato una denuncia riguardante il possibile e probabile inquinamento da metalli pesanti dell’area di Drasy. La Procura di Agrigento ha avviato le indagini e dopo gli accertamenti effettuati dai Carabinieri del nucleo forestale ed ambientale, in collaborazione con l’ARPA regionale, è stato accertato il superamento dei livelli di sicurezza previsti per quel tipo di zona. “Dopo la necessaria e tempestiva comunicazione di questa pericolosa situazione di inquinamento al Comando Militare, dal 2 marzo 2022 l’Esercito aveva disposto la temporanea sospensione di utilizzo del poligono di Drasy, fino a data da destinarsi”, spiegano gli ambientalisti. “Da quella data ci saremmo aspettati che, responsabilmente, l’Esercito provvedesse alla bonifica dei luoghi, al fine di eliminare il pericolo, documentato dalla Procura di Agrigento: ma invece, nulla è stato fatto. Ora, l’Esercito italiano ha comunicato il nuovo programma di esercitazioni che oltre ad inquinare i luoghi, impediranno la pubblica fruizione della Riserva di Punta Bianca”.

Nel promuovere il sit-in contro le esercitazioni autunnali 2022 Mareamico e Marevivo hanno fatto sapere di aver presentato un ulteriore esposto alla Procura di Agrigento, chiedendo nuove analisi del terreno e del mare prospiciente utilizzato per le esplosioni e, nelle more di tale accertamento, la sospensione delle attività militari programmate.

Se l’Assessorato regionale territorio e ambiente dell’uscente giunta Musumeci avesse accolto le osservazioni delle associazioni ambientaliste inserendo l’area “Drasi” all’interno dell’istituenda riserva naturale orientata di Punta Bianca, assai difficilmente le forze armate italiane e USA avrebbero potuto imporre l’ennesimo ciclo di bombardamenti alla flora e alla fauna di questo angolo di paradiso mediterraneo. “Abbiamo partecipato alle riunioni presso il Comitato Regionale per la Protezione del Patrimonio Naturale e alle sedute della Commissione Ambiente dell’ARS, chiedendo la modifica della perimetrazione dell’area da sottoporre a tutela naturalistica”, scrive Legambiente Sicilia. “Tra le osservazioni c’era l’inserimento, in zona di preriserva, del limitrofo poligono militare, in modo da favorirne la progressiva dismissione sino alla scadenza dell’intesa quinquennale concessa il 31 luglio 2018 dalla Presidenza della Regione; l’estensione della zona A in modo da ricomprendere aree in cui, secondo i più recenti censimenti, sono presenti importanti habitat e dare inoltre continuità territoriale alle due zone A già individuate”. La giunta Musumeci ha preferito invece tirare dritto preferendo una mini-riserva con poligono militare annesso, omettendo di predisporre il necessario affidamento ad un ente gestore.

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