Barcellona PG e quelle relazioni familiari all’ombra del Ponte…

A quasi sette anni dall’alluvione che investì la città di Barcellona Pozzo di Gotto, forse sarà ricostruita una delle infrastrutture chiave per riportare alla normalità la viabilità nella costa tirrenica in direzione Milazzo, il Ponte in località Calderà, crollato per l’impetuosa pressione delle acque il 22 novembre del 2011. L’Amministrazione comunale della città del Longano ha reso noto che l’Associazione temporanea di imprese con capogruppo la Preve Costruzioni S.p.A di Cuneo (associate le aziende barcellonesi Co.Ge.Mar. Srl e Co.In.Sot. Srl) si è aggiudicata la gara d’appalto per la ricostruzione del ponte con un ribasso d’asta del 26%, per un importo ribassato di 1 milione e 709 mila euro. Il bando prevedeva un tempo massimo di realizzazione di un anno, ma le società si sono impegnate a completare l’opera in soli 135 giorni grazie a una “tecnica innovativa” che vedrà l’assemblaggio delle parti metalliche del ponte in un’area libera diversa da quella dell’installazione. Come ha rilevato il giornalista Leonardo Orlando sulla Gazzetta del Sud, il termine di consegna indicato nell’offerta, ha “fatto innalzare l’Ati al primo posto della classifica con un punteggio finale di 89,58 punti”. Per l’allestimento del cantiere per la preparazione ed il montaggio delle diverse componenti, la Preve Costruzioni e associate hanno presentato un contratto di comodato d’uso stilato con un privato per l’utilizzo di un terreno adiacente dove saranno predisposti i materiali da costruzione, “senza necessità di ricorrere al complesso sistema di trasporti eccezionali penalizzati tra l’altro dalla precarietà di collegamenti della zona con il resto del territorio”. In questo modo, secondo i proponenti, sarà possibile ridurre i tempi previsti per l’opera.
Dopo la consegna dei lavori di ampliamento del Cimitero di Zigari, con l’aggiudicazione dei lavori per la ricostruzione del ponte di Calderà sul torrente Longano disposta dalla Commissione di gara costituita presso l’UREGA di Messina, è raggiunto anche il secondo dei due punti programmatici prioritari di questa Amministrazione in materia di infrastrutture”, commenta entusiasta il sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto, Roberto Materia. “Sono fatti concreti che rispondono con la chiarezza dei fatti alle critiche sterili – alle parole – di taluni manifesti apparsi in città proprio in questi giorni. E’ un fatto, ad esempio, che il ponte sarà ricostruito soltanto grazie al finanziamento reso immediatamente disponibile dal Comune. L’aggiudicazione appena disposta segna il traguardo finale di un percorso lungo e faticoso, un traguardo raggiunto con un’azione concretamente sinergica dei vari Enti e dei diversi settori dell’amministrazione pubblica a vario titolo coinvolti nell’intervento”.
In verità, l’iter burocratico per il finanziamento, la progettazione, il conseguimento di tutte le autorizzazioni e la pubblicazione del bando di gara era stato tutt’altro che facile. Il 26 luglio 2017, la Giunta Municipale di Barcellona aveva deliberato l’approvazione in linea amministrativa del progetto esecutivo per il ponte, poche ore dopo la trasmissione del progetto definitivo da parte dell’ufficio tecnico della Città Metropolitana di Messina, l’ente responsabile dell’iter procedurale. “L’accelerazione definitiva è arrivata dopo il via libera della Cassa Deposito e Prestiti alla concessione del mutuo a carico dell’ente provinciale per la quota di circa 600 mila euro prevista in una seconda fase della procedura e destinata alla copertura degli oneri amministrativi”, spiegò al tempo l’amministrazione comunale. A metà settembre  2017 fu invece firmata la determinazione dirigenziale che consentiva la pubblicazione del bando di gara da parte dell’UREGA di Messina, per un importo complessivo di 3 milioni e 200 mila euro. Il bando per la ricostruzione del Ponte di Calderà venne pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana il successivo  25 novembre, stabilendo come termine per la ricezione delle offerte la data del 17 gennaio 2018 e il successivo 22 gennaio per l’apertura della gara.
Il 18 dicembre 2017 vennero pubblicati all’Albo Pretorio del Comune di Barcellona gli elaborati corretti e aggiornati all’ultima versione del progetto esecutivo, con tanto di inatteso “avviso di errata corrige” relativo all’importo totale dell’opera. Come spiegato dagli uffici tecnici del Comune di Barcellona e dell’Area Metropolitana di Messina, era cioè stato riportato in uno degli allegati progettuali un valore “errato” della somma prevista per l’espletamento dei lavori del Ponte. Allora tanti temettero l’ulteriore allungamento dei tempi di gara, ma alla fine, il 5 giugno 2018, la commissione presieduta dall’ing. Angela Palumbo dell’UREGA di Siracusa, dall’ing. Pietro Antonio Furnari dell’Ordine degli ingegneri di Catania e dal dott. Raffaele Lucchesi, funzionario del Comune di Barcellona, ha formalizzato la classifica finale della gara: al primo posto l’ATI Preve Costruzioni - Co.Ge.Mar. - Co.In.Sot.; seconda, l’impresa Ricciardello Costruzioni (66,56 punti ed un ribasso del 30,6%); al terzo posto, l’ATI composta dalle imprese Celi Energia, Geo Ambiente ed Eredi Geraci Salvatore (65,25 punti ed un ribasso del 14,4%).
Tutto bene allora? Non proprio tutto, non fosse altro che tra le vincitrici dell’appalto compare una società al centro di alcune importanti vicende giudiziarie, la Co.ge.Mar. Srl, con sede legale in via Kennedy 358, Barcellona Pozzo di Gotto. Attiva dal 1992, l’azienda di costruzione di opere pubbliche, impianti di produzione, trasporto e distribuzione dell’energia elettrica, ecc., è stata infatti per lungo tempo nella titolarità e disponibilità del noto architetto e imprenditore Maurizio Sebastiano Marchetta, già vicepresidente del Consiglio comunale di Barcellona in quota Alleanza nazionale e, per sua diretta ammissione, affiliato ad alcune logge massoniche peloritane. Marchetta è imputato di “concorso in associazione mafiosa” in un processo in svolgimento presso il Tribunale di Messina. Secondo l’accusa, l’imprenditore avrebbe “concorso nell’associazione denominata famiglia barcellonese, operante sul versante tirrenico della provincia di Messina, cui aderivano, tra gli altri, Giuseppe Gullotti, Giovanni Rao, Salvatore Di Salvo, Salvatore Ofria, Carmelo D’Amico, Carmelo Bisognano ed altri ancora, per i quali si è proceduto separatamente”. Sempre secondo i magistrati, “l’organizzazione mafiosa, avvalendosi della forza d’intimidazione permanente dal vincolo associativo e dalla condizione assoluta di assoggettamento e di omertà che ne derivava sul territorio, programmava e commetteva delitti della più diversa matura contro la persona, il patrimonio, la pubblica amministrazione, l’amministrazione della giustizia, l’ordine pubblico e la fede pubblica, con l’obiettivo precipuo di acquisire in forma diretta ed indiretta la gestione e comunque il controllo di attività economiche, di appalti pubblici, di profitti e vantaggi ingiusti per sé e per altri”. In particolare, Maurizio Sebastiano Marchetta, “nella sua qualità di socio delle imprese Co.Ge.Mar ed Archimpresa”, avrebbe svolto attività economiche in “società di fatto e comunque per conto e nell’interesse di Salvatore Di Salvo  e di Carmelo Mastroeni”; Marchetta, inoltre avrebbe partecipato “ad una serie di turbative di aste ed appalti truccati anche per conto e nell’interesse” degli stessi Salvatore Di Salvo e Carmelo Mastroeni e di altri imprenditori ad essi vicini, tra i quali – citano i magistrati - il costruttore Mario Aquilia, condannato in appello a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta Gotha 1, scattata il 24 giugno 2011. “In tal modo – scrivono i magistrati della DDA di Messina - ricavando vantaggi costituiti, per quanto riguarda Maurizio Marchetta, dallo svolgimento della propria attività imprenditoriale sotto la “protezione” e con l’“ausilio” dell’organizzazione mafiosa di riferimento, nonché potendo partecipare agli appalti pubblici truccati di cui sopra; per quanto riguarda l’associazione mafiosa barcellonese, in particolare Salvatore Di Salvo e Carmelo Mastroeni, ricavando il vantaggio di partecipare agli appalti pubblici truccati di cui sopra e di svolgere attività imprenditoriale “pulita” al riparo dai più penetranti controllo delle forze dell’ordine”. I reati contestati, secondo la Procura, sarebbero stati commessi in un periodo compreso tra il 1993 e il febbraio 2011.
L’avviso di chiusura delle indagini preliminari fu notificato al Marchetta nel febbraio 2017, mentre la richiesta di emissione del decreto di rinvio a giudizio venne formalizzata a settembre. All’udienza preliminare del 12 ottobre 2017, Maurizio Sebastiano Marchetta ha scelto il giudizio abbreviato; il processo è ripreso lo scorso 24 maggio, mentre la sentenza è attesa per il prossimo mese di luglio.
Recentemente, l’architetto-imprenditore ha comunque ceduto le proprie quote sociali della Co.Ge.Mar. al fratello Carmelo Marchetta, amministratore unico della società dal 25 maggio 2015 dopo aver ricoperto gli incarichi di direttore e responsabile tecnico. Dal 28 dicembre 2017, Carmelo Marchetta è contestualmente “socio unico” della Co.Ge.Mar., essendo entrato in possesso del 100% delle quote sociali della Srl (importo complessivo deliberato e sottoscritto di 92.880 euro).
Consolidata la partnership tra la Co.Ge.Mar. e l’altra società edile di Barcellona che concorrerà alla realizzazione del Ponte di Calderà, la Co.In.Sot. Srl della famiglia Sottile, con sede legale in via Sant’Andrea 142. Entrambe, infatti, hanno concorso con l’ATI guidata da I.CO.R.E.D. (Impresa Costruzioni Russo Edilizia) Srl di Palermo alla progettazione esecutiva e alla esecuzione dei lavori di completamento del nuovo teatro “Placido Mandanici” di Barcellona, importo dei lavori 4.274.495 euro (le opere realizzate tra il settembre 2010 e l’agosto 2012). Due anni fa, individualmente, Co.In.Sot. ha invece eseguito, sempre per conto dell’Amministrazione comunale del Longano, i lavori di ristrutturazione edile dell’Arena-spettacoli estiva “Montecroci”.

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