Tra pillole e pallottole. Matteo Messina Denaro e il suo medico curante
“Per
garantire le cure mediche per il tumore al colon del boss Matteo Messina
Denaro, il dottor Tumbarello ha firmato 95 ricette per i farmaci e 42
analisi, per un totale di 137”, scrive il Gip del Tribunale di Palermo, Alfredo
Montalto, nell’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti dello
pneumologo. “Le cure assicurate personalmente dal Tumbarello hanno garantito al
latitante non solo le prestazioni sanitarie necessarie per le gravi patologie
sofferte, ma soprattutto, per quel che si rileva, la riservatezza sulla sua
reale identità”. E ancora per il Gip di Palermo “il primo intervento chirurgico
cui è stato sottoposto Messina Denaro è stato reso possibile grazie alla falsa
scheda firmata dal dott. Tumbarello il 5 novembre 2020 a nome di Bonafede
Andrea classe 1969, nella quale ha dato atto di aver eseguito personalmente
un’accurata anamnesi e valutazione clinica del paziente, che già aveva eseguito
una colonscopia sollecitandone il ricovero”. Da qui l’intervento chirurgico del
boss all’ “Abele Ajello” il successivo 13 novembre.
Tumbarello
ha poi continuato ad assistere il latitante fino alla vigilia del suo
“arresto”. “Il Tumbarello ha concorso, senza prendevi parte, nell’associazione
mafiosa, assicurando al sodalizio le proprie competenze mediche e i propri
poteri derivanti dalla qualità di medico di medicina generale convenzionato con
il servizio sanitario nazionale”, conclude il Gip Alfredo Montalto.
La
figura del dottor Alfonso Tumbarello era finita sotto i riflettori mediatici
subito dopo il controverso “arresto” di Diabolik all’uscita della clinica
oncologica palermitana. La sua abitazione e lo studio medico a Campobello di
Mazara erano stati perquisiti dai Carabinieri e il nome del medico era stato
iscritto nel registro degli indagati. Ai giornalisti Alfonso Tumbarello aveva
prontamente dichiarato di “avere la coscienza pulita” e di “essere stato tratto
in inganno dal vero Andrea Bonafede”. “Il medico ha raccontato ai conoscenti
che durante la pandemia i soggetti fragili come i malati di tumore
restavano a casa e quindi lui non ha avuto contatti con Messina Denaro”, ha
riportato il Corriere della Sera. “E ha aggiunto che la calvizie del
favoreggiatore del boss gli ha fatto pensare che fosse l’effetto della
chemioterapia”.
I PRANZI AL RISTORANTE DELLO ZIO DI MATTEO
Alla
vigilia dell’arresto, Alfonso Tumbarello è stato intercettato dai cronisti a
pranzo da “Zio Giovanni”, la trattoria di Castelvetrano gestita dal fratello di
Lorenza Santangelo, madre di Matteo Messina Denaro. “Nel locale c’è un
manifesto del bandito Salvatore Giuliano. E l’insalata si chiama Primula
Verde”, aggiungeva il Corriere della Sera. Coincidenza vuole che nel lontano 5
luglio 1950 proprio a Castelvetrano fu predisposta dalle forze dell’ordine la
sceneggiata del “conflitto a fuoco” in cui avrebbe trovato la morte il
latitante eccellente Salvatore Turiddu Giuliano.
Alfonso
Tumbarello è un professionista noto e riverito in tutta la provincia di
Trapani. Più volte ha tentato l’agone politico-elettorale candidandosi per un
seggio all’Assemblea Regionale Siciliana o alla guida del comune di Campobello
di Mazara. Alle regionali del 2006 aveva corso per l’Udc raccogliendo nel
trapanese 2.697 preferenze; alle elezioni a sindaco del 2011 i voti furono 610,
troppo pochi per contrastare la vittoria dell’avversario Cirò Caravà,
arrestato subito le elezioni nell’ambito dell’operazione antimafia Campus Belli
e deceduto prematuramente dopo una condanna in secondo grado per concorso
esterno in associazione mafiosa.
Del
medico di base di Campobello di Mazara aveva parlato il 19 ottobre 2012 in
un’udienza del processo “Golem III” (Tribunale di Marsala) l’ex sindaco di
Castelvetrano Antonio Vaccarino che con lo pseudonimo di Alessio aveva
intrattenuto una corrispondenza epistolare con il superlatitante Matteo Messina
Denaro “per conto del Sisde”, l’allora servizio segreto del ministero
dell’Interno. “Sono stato io a chiedere al dottore Tumbarello di poter
incontrare Salvatore Messina Denaro, fratello di Matteo Messina Denaro, perché era
suo assistito”, rivelò Antonio Vaccarino. “Lo contattai perché ritenevo potesse
portarsi avanti un’iniziativa, assolutamente legittima: creare un’area di
servizio presso l’area Costa Gaia sull’autostrada, che porta in direzione
Palermo da Castelvetrano”. Stando al Vaccarino l’incontro con il fratello di
Diabolik si sarebbe concretizzato tra il 2001 e il 2004.
Come
buona parte dei professionisti eccellenti della provincia di Trapani il dottor
Alfonso Tumbarello era massone, “fratello” della Real loggia “Valle di Cusa –
Giovanni di Gangi” di Campobello di Mazara, affiliata al Grande Oriente
d’Italia di Palazzo Giustiniani. Il 17 gennaio 2023, a seguito delle indagini
della Procura di Palermo, il Gran Maestro del G.O.I. Stefano Bisi ha
decretato la sospensione del professionista “a tempo indeterminato” da ogni
attività massonica. Nonostante le frequentazioni di loggia e il “legame” con il
germano del superboss Salvatore Messina Denaro (così come riferito da Antonio
Vaccarino ai giudici del Tribunale di Marsala), il Tumbarello avrebbe ottenuto un
notevolissimo numero di incarichi di perito da parte dello stesso tribunale di
cui è stato Procuratore capo il dottor Paolo Borsellino.
Dai
documenti di cui siamo venuti in possesso risulta che nell’anno 2016 Alfonso
Tumbarello è stato incaricato 20 volte come “consulente tecnico d’ufficio
civile” del Tribunale di Marsala, ricevendo compensi per 4.833 euro; nel 2017
gli incarichi sono stati ben 32 per 8.505 euro; l’anno dopo le perizie sono
scese a 15 ma i compensi sono cresciuti a 10.729 euro; nel 2019 le consulenze
si sono ridotte a 10 per un totale di 3.699 euro. Si tratta di 77 incarichi per
quasi 28.000 euro in quattro anni, a cui si aggiunge anche un piccolo introito
quale “esperto in medicina legale” con determina dirigenziale del 15 novembre
2016 del Comune di Mazara del Vallo
I
magistrati sono adesso chiamati ad accertare le responsabilità del
professionista, verificando contestualmente anche le eventuali relazioni in
ambito istituzionale e giudiziario. Ma sarà utile e opportuno ricostruire
anche l’intero trascorso medico-sanitario di Matteo Messina Denaro durante la
latitanza. Il 5 agosto 2019 pubblicammo un’inchiesta in Stampalibera.it su una sua presunta
operazione oculistica in un ospedale di Messina.
IL
RICOVERO A MESSINA
La
rivelazione sul ricovero del boss - ancora una volta sotto false generalità -
era stata fatta nel corso di un’udienza del processo Borsellino quater in svolgimento
al tempo presso la Corte d’Appello di Caltanissetta. Autore Spatuzza, l’ex boss
di Brancaccio responsabile dell’omicidio di padre Pino Puglisi. Rispondendo
all’avvocato Fabio Repici, legale di parte civile di Salvatore Borsellino,
fratello del magistrato palermitano, Spatuzza si era soffermato sulla
provenienza di parte dell’esplosivo utilizzato per la sanguinosa offensiva
mafiosa del biennio 1992-93.
“Oltre
a quello recuperato in mare, sentii dire che l’esplosivo veniva da Messina o da
Catania”, ha dichiarato il collaboratore di giustizia. “Si faceva il conto di
quello che noi eravamo in possesso... dell’esplosivo che doveva arrivare da
fuori... Era esplosivo con gelatina, confezionato in salsicciotti
trasparenti... Quindi quell’esplosivo a me estraneo l’ho collegato a quello che
potesse arrivare da Messina o da Catania (...) Su Messina, inerente
all’esplosivo, non mi è stato detto... Non ricordo... C’è un particolare da
Messina, però, ma credo che era per una problematica di Matteo Messina Denaro...
So un particolare, in cui Matteo Messina Denaro ha subito un intervento agli
occhi a Messina... In questa vicenda era coinvolto Nino Mangano...
Messina
Denaro all’epoca si andò a curare sotto il nome di Giorgio Pizzo, un uomo del
nostro gruppo, della famiglia di Brancaccio. Andò a curarsi Messina sotto
il controllo di Nino Mangano...”. Gaspare Spatuzza non ha fornito altri
elementi utili a determinare la data in cui sarebbe stato effettuato
l’intervento al superlatitante trapanese, ma è presumibile che esso si sia
verificato in un arco temporale compreso tra la strage di Capaci (23 maggio
1992) e il dicembre 1995, quando con l’operazione antimafia Spartacus finirono
in carcere numerosi appartenenti alla cosca di Brancaccio, tra cui proprio
l’allora reggente Nino Mangano e quel Giorgio Pizzo che avrebbe prestato il
proprio nome e documenti per occultare la vera identità di Messina Denaro. Dopo
gli arresti, Gaspare Spatuzza fu promosso a capomandamento in rappresentanza
dei fratelli Graviano, con il pieno sostegno, tra gli altri, del superboss
latitante.
Spatuzza
non è stato l’unico collaboratore a riferire di un’operazione oculistica da
parte dell’esponente mafioso trapanese. In un interrogatorio Vincenzo Sinacori,
già affiliato al mandamento di Mazara del Vallo, aveva rivelato che durante la
latitanza condivisa con Matteo Messina Denaro tra il settembre del 1995 e
l’aprile del 1996, questi gli aveva rivelato di soffrire di una malattia agli
occhi e di essere intenzionato a recarsi in Spagna per farsi visitare.
Gli
inquirenti poterono poi accertare che il boss si era già recato nel gennaio del
1994 presso la clinica “Barraquer” di Barcellona proprio per effettuare una
visita oculistica. Il medico che lo ebbe in cura riferì che il paziente si
era fatto registrare con il proprio nome e che era affetto da una grave
patologia alla retina, ipotizzando che nel frattempo fosse pure diventato cieco
ad un occhio.
Il
28 novembre 2019 i Carabinieri effettuarono un blitz al Centro Neurolesi
“Bonino Pulejo” di Messina per accertare la vera identità di un paziente
proveniente da Castelvetrano dopo una segnalazione anonima in cui si riferiva
che lo stesso era giunto alla struttura sanitaria a bordo di una lussuosa
macchina sportiva. I controlli appurarono però che non era Matteo Messina
Denaro il facoltoso paziente in cura al Neurolesi dopo essere stato colpito da
un ictus. “Si è trattata di una fake news”, fu il commento dell’Arma. Tre anni
dopo la resa del padrino aggredito dal cancro.
Articolo
pubblicato in Le Siciliane – Casablanca,
n. 76, gennaio-febbraio 2023
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