I Paesi africani, ottimi clienti dell’industria militare turca: Angola acquista nuovi droni
I paesi africani si confermano ottimi clienti per il complesso militare-industriale turco. Nelle scorse settimane le forze armate dell’Angola hanno ordinato un imprecisato numero di droni da combattimento “Aksungur” prodotti dalle Turkish Aerospace Industries (TAI).
L’interesse delle autorità militari di Luanda per i
velivoli killer era stato espresso dal presidente Joao Lourenco durante la sua visita in Turchia nell’agosto 2021. Due mesi
più tardi il leader turco Recep Tayyip Erdoğan aveva annunciato la possibilità
di un accordo di cooperazione militare-industriale con l’Angola. Nell’ottobre
2022 l’ok da parte del governo dello stato africano allo stanziamento di 93
milioni di dollari per l’acquisto di velivoli senza pilota da parte della
società a capitale pubblico Simportex.
Il manager generale del comparto droni di TAI - Turkish Aerospace Industries (TAI), Omer Yildiz, ha
confermato l’avvio della produzione degli “Aksungur”;
otto velivoli sarebbero stati completati mentre altri sei dovrebbero essere
pronti nelle prossime settimane. Oltre all’Angola, i droni sono destinati alle
forze armate del Kyrgyzstan.
Con un’apertura
alare di 24,2 metri, una lunghezza di 12,5 metri e un’altezza da terra di 3,1
metri, gli “Aksungur” sono velivoli senza
pilota bimotore del tipo “MALE” (media altitudine e lungo raggio): possono
raggiungere una tangenza operativa di 40.000 piedi con un raggio di
collegamento di oltre 250 km. Hanno un’autonomia di volo fino a 50 ore e una
velocità di 180 km/h.
L’“Aksungur”
è stato sviluppato dal drone-killer “Anka” acquistato dalla Marina militare
della Turchia nell’ottobre 2021. La società produttrice ha configurato i nuovi velivoli
per lo svolgimento di missioni diurne e notturne ISR (Intelligence, Sorveglianza
e Ricognizione) e per l’attacco al suolo, con l’impiego di sofisticati sistemi
radar ed elettro-ottici e un’ampia gamma di armi aria-terra (carichi fino a 750
kg di bombe a guida laser Teber 81 e 82, Mk 81 e Mk 82, MAM-L e MAM-C, missili
anticarro L-UMTAS e razzi Cirit).
TAI
ha predisposto pure una versione “Aksungur”
per il pattugliamento marittimo con radar, sistemi di identificazione
automatica, sonoboa e rilevatore di campi magnetici anomali.
“L’Aksungur
è la soluzione economica migliore per i paesi che hanno budget limitati per la
difesa; inoltre l’Angola potrà beneficiarsi anche dell’esperienza e delle
capacità tecnologiche delle forze armate turche”, commentano gli analisti del
sito specializzato Military Africa. “Il
drone assicurerà un assetto inestimabile ai militari angolani. Le sue
caratteristiche lo rendono ideale per un ampio spettro di missioni, da quelle
di intelligence e individuazione di potenziali minacce, a quelle di attacco
contro obiettivi terrestri. Inoltre, l’Aksungur è particolarmente manovrabile e
ciò lo rende adatto per le operazioni aeree”.
L’Angola
non sarebbe il primo paese africano a cui TAI - Turkish Aerospace Industries potrebbe
trasferire i velivoli d’attacco. Nell’ottobre dello scorso anno la stampa
internazionale ha riportato la notizia di una commessa di sei droni “Aksungur”
da parte delle forze armate dell’Algeria. Pare tuttavia che Algeri potrebbe
optare per l’acquisto del modello “Anka-S+”, anch’esso prodotto dal gruppo
industriale turco. Quest’ultimo è un velivolo capace
di operare a media altitudine e lunga durata per soddisfare i requisiti di
ricognizione, trasmissione satellitari dati, acquisizione obiettivi,
tracciamento e attacco.
Secondo Military Africa anche il Ciad si starebbe dotando di droni-killer “Anka-S+”.
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