La Turchia finanzia la produzione di elicotteri-droni con know-how italiano

 


Il regime turco di Recep Tayyp Erdogan finanzierà la produzione di droni-elicotteri e droni-kamikaze per il mercato nazionale e l’esportazione, decisione che non potrà non essere accolta con favore anche in Italia. La società di engineering aerospaziale Titra Technoloji, con quartier generale ad Ankara, riceverà sussidi economici governativi per realizzare il primo modello di elicottero a pilotaggio remoto in Turchia. Denominato “Alpin”, il drone-elicottero sarà prodotto in dieci esemplari all’anno, “in aggiunta a 250 droni kamikaze”, come ha rivelato il sito specializzato statunitense Defensenews.

“Il governo di Ankara ha inserito il programma di Titra nella lista degli investimenti regionali prioritari”, spiega Defensenews. “Questo significa che il progetto sarà supportato da incentivi pubblici. Il governo ha promesso di acquistare la piattaforma dual use dopo i test sperimentali e potrebbe esportare il drone-elicottero ai paesi alleati quando sarà collaudato in combattimento”. Per lo sviluppo dei droni-elicotteri e dei droni-kamikaze presso lo stabilimento industriale di Ankara-Kaharamanzakan sono previsti investimenti per oltre 45 milioni di lire turche (due milioni e mezzo di euro) e l’assunzione di 100 lavoratori.

L’“Alpin” sarà dunque un sistema a pilotaggio remoto che potrà essere impiegato a fini civili ma soprattutto per missioni bellico-militari di intelligence e ricerca e soccorso. Il prototipo del drone-elicottero è lungo 7 metri, alto 2,35 e ha un diametro del rotore di 6,28 metri; ciò gli consente di essere trasportato in veicoli di medie dimensioni. Il suo peso non supera i 540 kg compresi apparecchiature elettroniche e carburante. L’”Alpin” ha una velocità di crociera di 160 km/h e può coprire un raggio d’azione fino a 840 km di distanza, a un’altitudine di 5.000 m. L’autonomia di volo varia dalle due alle nove ore, secondo la portata del carico a bordo.

“Il drone-elicottero di Titra può trasportare carichi utili multipli, e trasmettere informazioni in tempo reale agli operatori”, aggiunge Defensenews. “Esso presenta un canale di comunicazione satellitare a banda larga che supporta le operazioni in aree remote. Le sue apparecchiature ad alta precisione includono un radar ad apertura sintetica iperspettrale (SAR) e telecamere elettro-ottiche e all’infrarosso (EO/IR)”.

Le funzioni prettamente militari dell’“Alpin” vengono enfatizzate dai manager e dai tecnici della società produttrice. “Il velivolo è molto più di un elicottero”, spiega Titra. “Alpin è pronto ad eseguire ogni compito, di giorno e di notte, sul mare o sulla terra, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche avverse. Alpin è il velivolo senza pilota ad ala rotante più capace e affidabile al mondo, progettato per applicazioni in ambienti tattici difficili per fornire intelligence, sorveglianza, acquisizione del target e riconoscimento (ISTAR), così come elevate capacità di carico”. Il sistema di pilotaggio consentirà atterraggi e decolli del tutto automatizzati e “alte capacità” di controllo delle operazioni di volo.

E’ ancora il sito specializzato Defensenews a rivelare le origini italiane del prototipo di drone-elicottero dual use. “L’Alpin è basato sull’elicottero italiano ultraleggero con equipaggio umano Heli-Sport CH-7”, scrive la testata. Il CH-7 è realizzato infatti dalla Heli-Sport S.r.l. di Torino, azienda fondata dai fratelli Igo, Josy e Charlie Barbaro e specializzata nel design e produzione di velivoli ad ala rotante di ridotte dimensioni. La società si dichiara però del tutto estranea dalla vicenda. “Nessun nostro coinvolgimento nella produzione di elicotteri-droni in Turchia con know-how italiano: si tratta di notizie infondate”, ci scrive il dottor Claudio Barbero, amministratore delegato di CH-7 Helicopters.

Lo sviluppo del drone-elicottero ha preso il via nel 2019 a seguito di un accordo sottoscritto da Titra e dalla società UAVOS, specialista nella progettazione di velivoli a pilotaggio remoto, con sede in California e filiali in Canada, Spagna e Svizzera. L’accordo prevede nello specifico la “conversione” dell’ultraleggero CH-7 in elicottero a pilotaggio remoto, così come l’avvio di programmi congiunti di formazione e manutenzione. La trasformazione dei velivoli italiani in droni-elicotteri è stata avviata dalla statunitense UAVOS, mentre il primo test di volo è stato effettuato nel dicembre del 2020 nei cieli della Turchia.

L’Alpin è stato progettato per andare incontro alle richieste specifiche ed uniche della Turchia e agli interessi speciali della sua industria nazionale per operare come sistema a pilotaggio remoto in una varietà di scenari complessi nei campi civili e della sicurezza”, riporta la nota emessa da UAVOS a conclusione delle attività sperimentali in territorio turco. “L’elicottero convertito è indispensabile per l’industria logistica dei velivoli senza pilota per trasportare carichi in zone difficili da raggiungere e sfornite di campi di atterraggio”.

Nei mesi scorsi la società californiana ha sottoscritto un accordo di cooperazione con l’industria militare Battle Lab India PVT Ltd di Vadodara (Gujarat, India) per realizzare droni da trasporto UVH 500 a decollo e atterraggio verticale.

 

Articolo pubblicato in Africa ExPress il 31 ottobre 2022, https://www.africa-express.info/2022/10/31/la-turchia-finanzia-produzione-di-elicotteri-droni-con-know-how-italiano/

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