Draghi & C. ultimo atto: vendita blindati a oligarca per armare milizie e truppe speciali ucraine
Blindati acquistati in Italia da un controverso oligarca che finiscono nelle mani dei reparti d’assalto ucraini per la sporca guerra in Donbass. Alla vigilia di ferragosto, undici veicoli MLS Shield prodotti dall’azienda abruzzese Tekne SpA sono stati consegnati ai paracadutisti della 79^ Brigata Aerea d’Assalto, il reparto d’élite delle forze armate ucraine con quartier generale a Mykolaiv, impiegato a partire del 2014 contro le autoproclamate repubbliche indipendenti di Donetsk e Lugansk e, dopo l’invasione del 24 febbraio, per la controffensiva anti-Russia nella tormentata regione sudorientale del Donbass. Ad acquistare i blindati l’“organizzazione non governativa” Sprava Hromad e la Poroshenko Foundation, la fondazione del magnate ed ex presidente della repubblica ucraina Petro Oleksijovyc Poroshenko, presente alla cerimonia di consegna dei veicoli da guerra.
Secondo quanto dichiarato dallo stesso Poroshenko, “per
gli undici blindati italiani sono stati versati più di 3 milioni di euro e sono
in grado di equipaggiare un intero battaglione anfibio”. “Sono stati necessari
tre mesi e mezzo perché questi veicoli giungessero alle forze armate ucraine
dopo una serie di negoziati per ottenere le licenze di esportazione”, ha
aggiunto l’ex presidente. “L’unicità di
questo progetto è che l’equipaggiamento Nato viene acquistato non attraverso un
programma di appalti statali, ma grazie a contributi privati. Intense
trattative e così abbiamo ottenuto che il governo italiano autorizzasse la vendita
di attrezzature militari ad un’organizzazione non governativa fuori dall’UE”.
“Per
la prima volta nella storia, veicoli blindati da combattimento sono stati
venduti a un fondo di solidarietà e ai volontari dell’Ucraina”, conclude enfaticamente Petro Poroshenko. “L’incredibile
è diventato possibile! Ringraziamo quindi per l’aiuto i funzionari italiani, gli
ambasciatori, l’addetto militare dell’Italia in Ucraina e quello ucraino in
Italia, il Ministero della Difesa e lo Stato maggiore delle Forze Armate”.
La
transazione bellica con tanto di “presunta” autorizzazione del governo italiano
è stata salutata con “emozione ed entusiasmo” dagli uomini della 79^ Brigata
Aerea. Euroweeklynew.com nel servizio sulla consegna dei blindati, l’11
agosto scorso, ha riportato le dichiarazioni di alcuni combattenti ucraini. “Io
penso che essi rappresentano una speranza per il futuro, per contribuire alla
nostra vittoria e sconfiggere gli invasori”, il commento di un militare. “Se ci
aiuteranno ad espellere l’occupante dalla nostra terra, poi noi voteremo tutti
per Pyotr Oleksiyovych”, l’impegno espresso da un secondo parà.
Secondo le due “ong” che hanno promosso la campagna
per l’acquisto dei mezzi militari, più di un centinaio di “grandi donatori
privati” avrebbero contribuito alla raccolta del denaro necessario. Il progetto è stato lanciato da un sito web
aperto in aprile che ha legato i blindati alle immagini di undici supereroi dei fumetti. “Stiamo raccogliendo fondi per i
veicoli blindati destinati ai nostri super guerrieri dell’Ucraina”, esordiscono
Sprava
Hromad e Poroshenko Foundation. “E affinché l’equipaggiamento inizi a
vivere le sue leggendarie storie, abbiamo deciso di collegare ai veicoli
blindati gli eroi di Marvel Comics”.
“Cosa
c’è in comune tra le storie che si svolgono negli universi Marvel ed il mondo
reale, in particolare con gli eventi in Ucraina?”, domandano le due organizzazioni di volontariato. “In
entrambi i casi c’è posto per gli eroi che proteggono la parte del bene,
dell’onore e della giustizia. Nell’universo Marvel li chiamano Supereroi,
invece nel nostro, Soldati delle Forze Armate dell’Ucraina!”. Ecco allora che
gli undici veicoli da guerra made in
Italy vengono denominati Hulk, Spiderman, Wolverine, Thor, Punisher, Iron
Man, Captain America, Deadpool, Ghost Rider, Rocket Raccoon e Venom; per ognuno
di loro viene aperto un numero di conto su cui gli affezionati
ultranazionalisti possono versare il loro contributo. “Probabilmente li
chiameremo I Vendicatori o Battaglione dei Vendicatori e tutti loro
si impegneranno nella battaglia contro il vero male!”, annunciano ancora Sprava
Hromad e Poroshenko Foundation.
Dodicesimo “supereroe” del team mobile con l’incredibile Hulk & friends è proprio il modello di blindato MLS Shield. “Questo veicolo ha elevate caratteristiche di affidabilità
mobilità, protezione, velocità, adattamento ai compiti militari, versatilità
nelle condizioni di minaccia medio-alta”, riporta la scheda tecnica riprodotta dalla
campagna raccolta fondi. “Il blindato ha una capacità di trasporto fino a dieci
membri delle truppe d’assalto ed è dotato di telecamere e sensori di
sorveglianza”.
Per
una descrizione dettagliata delle caratteristiche tecniche del distruttivo
sistema d’arma, meglio consultare le riviste specializzate del settore
militare. “Un alto livello di protezione integrata antideflagrante è combinata
con la difesa balistica per rispondere alle esigenze operative”, spiega Italian Defence Technologies. L’MLS Shield
Speed è un mezzo pesante 4×4 assai veloce: può raggiungere i 110 km/h anche su
strade accidentate con un’autonomia operativa fino a 500 km. Il blindato è
trasportabile a bordo di elicotteri e degli aerei cargo C-130 ed è “un’ideale
piattaforma per differenti sistemi d’arma: può ospitare infatti torrette con
periscopi notturni, cannoni a controllo remoto da 12.7 mm, lanciagranate da 40
mm e mitragliatrici da 5.56 e 7.62 mm”.
Conclusa
con successo la campagna di raccolta fondi per i blindati, Sprava Hromad e Poroshenko
Foundation hanno lanciato un appello per acquisire una prima tranche
del carburante necessario al loro rifornimento. “Ho 2,5 tonnellate di diesel in
11 bicchieri”, lo slogan. “Abbiamo un
solo problema: il rifornimento delle nostre perle
che è di 220 litri di diesel per ognuna di esse. E ce ne sono undici. Duemila e
mezzo litri di diesel per l’ultima corsa. Rifornire le nostre perle sarà una responsabilità dei nostri
volontari fino al momento della loro consegna dell’esercito”. Anche il pieno di
carburante è stato pagato in tempi record grazie alle donazioni di altri
misteriosi privati.
Alla
cerimonia di consegna dei mezzi da guerra italiani ai parà ucraini, l’ex
presidente Poroshenko ha annunciato
l’intenzione di ordinare altri veicoli cingolati. Dopo l’aggressione militare
russa dell’Ucraina del 24 febbraio, le organizzazioni nella titolarità del
potente magnate avrebbero raccolto e dirottato in acquisto di armi 90 milioni
di dollari circa. “Con questi fondi abbiamo acquistato migliaia di giubbotti
antiproiettile ed elmetti Kevlar, centinaia di veicoli per le operazioni al
fronte di guerra come blindati, camion e pickup, termocamere, droni,
generatori elettrici, stazioni radio digitali e satellitari, vestiario militare,
kit di pronto soccorso, sistemi per la purificazione dell’acqua, carburante,
materiali di costruzione delle fortificazioni e generi alimentari”, annota Solidarietà Europea, il partito di
centro-destra guidato da Petro Oleksijovyc Poroshenko.
A metà giugno l’ex premier
ha ricevuto 12 nuovi pickup Mitsubishi L200
acquistati dall’omonima industria giapponese, poi riadattati per l’uso in
combattimento da parte dell’esercito; altri 12 dovrebbero essere consegnati
nelle prossime settimane. A fine giugno sono giunti invece dal Regno Unito 12
camion Leyland DAF 45.150 a trazione
integrale che la Poroshenko Foundation ha inviato al fronte per trasportare sistemi
d’arma, cibo, acqua e gasolio. A luglio l’ong
ha acquistato in Estonia 350 minidroni Autel
e, dall’industria aeronautica cipriota Swarmly Ltd., un imprecisato numero di
droni spia H10 Poseidon Mk II. “I Poseidon sono aerei senza pilota di
nuovissima produzione: hanno un alto grado di protezione contro le
apparecchiature radioelettroniche da combattimento nemiche, possono rimanere in
aria a lungo e sono dotate di moderne telecamere con zoom 40x”, scrive la
fondazione dell’oligarca ucraino. “Tale uccello
vola fino a 150 chilometri di distanza e a un’altezza fino a 4mila metri, ad
una velocità di crociera di 75 km/h. I nostri guerrieri hanno già completato
diverse settimane di addestramento, hanno imparato i segreti per operare al
meglio con questa tecnologia e sono pronti ad utilizzarli per un efficace
contrattacco. Faremo di tutto per ottenere la nostra vittoria!”.
Magnate
del settore dolciario e alimentare, proprietario fino a otto mesi fa
dell’emittente televisiva 5 Kanal, Petro Poroshenko è riuscito a mettere le mani su importanti gruppi
agro-industriali e commerciali ucraini a seguito delle privatizzazioni post-URSS.
Emulo di Silvio Berlusconi si è lanciato in politica divenendo prima ministro degli Affari Esteri dal 2009 al
2010 e del Commercio e dello Sviluppo Economico nel 2012, fino alla vittoria
alle presidenziali del 2014. Da capo di stato e di governo, Petro Poroshenko ha dato un
ulteriore colpo di acceleratore alle politiche di matrice ultranazionista e
neoliberista e dopo l’annessione della Crimea da parte della Federazione russa
ha lanciato una sanguinosa controffensiva militare in Donbass contro le milizie
filo-russe. Sue le due scelte che hanno fatto da miccia esplosiva all’odierno
conflitto Mosca-Kiev: l’accordo di associazione dell’Ucraina
all’Unione europea ma soprattutto la scellerata domanda di adesione alla Nato.
La presidenza Poroshenko è
nota inoltre per il varo di alcune leggi dichiaratamente anti-russe e
“anti-comuniste”, come ad esempio quella che ha imposto la rimozione dei
monumenti eretti per commemorare le vittime sovietiche della Seconda guerra
mondiale. Un provvedimento legislativo ha equiparato il regime nazista a quello
sovietico mentre ha riconosciuto tutti coloro che “hanno combattuto per
l’indipendenza dell’Ucraina durante il ventesimo secolo”. Tra gli eroi della libertà del popolo ucraino si
annoverano anche le famigerate OUN (Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini) e UPA
(Esercito Insurrezionale Ucraino), gruppo politico fascista il primo,
formazione paramilitare nazista il secondo, responsabili di innumerevoli
crimini contro l’umanità e del massacro degli ebrei ucraini e di decine di
migliaia di cittadini polacchi durante l’ultimo conflitto mondiale.
Poroshenko è stato inaspettatamente
sconfitto alle elezioni presidenziali del 2019 da Volodymyr Zelenskyi. Nel
dicembre 2021 ha lasciato l’Ucraina
per farvi rientro il mese successivo dopo le minacce di invasione della Russia.
Giunto a Kiev, l’ex presidente è stato arrestato per alcuni giorni e il 17
gennaio è comparso davanti ai giudici per rispondere dell’accusa di alto tradimento per alcune sue supposte
transazioni di carbone con le repubbliche “secessioniste” di
Donetsk e Lugansk. Poroshenko ha
respinto le accuse e dopo l’invasione del 24 febbraio ha assunto il ruolo di leader combattente anti-Putin,
acquistando all’estero sistemi d’arma e, finanche, fondando un proprio battaglione
con diversi veterani della guerra in Donbass del 2014.
Nonostante
il divieto di espatrio impostogli dai giudici di Kiev, Petro
Poroshenko ha tentato per due volte di
attraversare il valico di frontiera con la
Polonia (l’ultima il 28 maggio), ma è stato fermato dalle forze di polizia
ucraine. Lo scorso 5 luglio è stato intervistato da
una troupe di Sky TG24. “Voglio confermare la grande
leadership del presidente Biden e degli americani del loro ruolo a sostegno
dell’Ucraina e, in secondo luogo, ringrazio gli italiani e il presidente del
consiglio Draghi”, ha dichiarato Poroshenko. “Sono molto grato per la vostra
posizione affidabile soprattutto quella interna all’Italia, quando i Cinque
Stelle hanno provato a bloccare la soluzione del parlamento a sostegno
dell’Ucraina. Voglio ringraziare l’ambasciatore a Kiev che insieme al governo
ha giocato un ruolo importantissimo e cruciale. Adesso tutti noi siamo soldati
e stiamo difendendo l’Ucraina, l’Europa e tutto il mondo democratico”.
“Servono tre cose: armi, armi e armi”, ha concluso
l’oligarca ucraino. E per ottenerle sarebbe stato “autorizzato” a venire
personalmente in Italia ad acquistarle. Due giorni dopo l’intervista a Sky TG24, Repubblica.it ha pubblicato un video in cui Poroshenko compare in visita allo stabilimento della Tekne
SpA di Ortona (Chieti) e, in posa, mentre mostra gli undici veicoli fuoristrada
blindati MLS Shield acquistati e
successivamente consegnati alle truppe paracadutiste d’assalto in Donbass.
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