Ucraina. Draghi manda più uomini alla NATO e più armi pesanti a Kiev
Alla guerra, alla guerra!!! L’Italia è pronta a rafforzare
il proprio schieramento militare in Est Europa nell’ambito delle operazioni
NATO di “contenimento” anti-Russia. A dichiararlo il ministro Lorenzo Guerini
(Pd), intervenuto il 5 maggio scorso in Commissione Difesa di Camera e Senato.
“Relativamente all’impegno del nostro paese in supporto all’Ucraina, abbiamo deciso di rafforzare la postura di deterrenza e
rassicurazione, con particolare attenzione sui paesi del fianco Est”, ha
dichiarato Guerini. “L’Italia già contribuisce a queste misure in maniera
significativa, con una componente terrestre in Lettonia, una componente aerea
in Romania e Islanda e una componente navale nel Mediterraneo Orientale. A
questo sforzo si aggiungeranno gli impegni in Bulgaria e Ungheria, che saranno
inseriti nella delibera Missioni di prossima presentazione al Parlamento”. (1)
Il
tricolore sventolerà in territorio bulgaro ed ungherese, dunque. Come e in che
modo? Lo Stato maggiore della Difesa non è disponibile a fornire alcun elemento.
Secondo Analisi Difesa il nuovo
contributo italiano contro Mosca comprenderebbe “forze terrestri dell’entità di
uno o due battaglioni di fanteria (oppure solo di loro componenti a livello
compagnia)” da inserire nei gruppi da combattimento multinazionali che la NATO ha
schierato in tutti gli stati membri dell’Europa orientale, dalle Repubbliche
baltiche sino al Mar Nero. Conti alla mano, sempre secondo Analisi Difesa, in Bulgaria e Ungheria dovrebbero essere inviati
tra i 500 e i 1.000 militari delle forze d’élite dell’Esercito. (2)
Il
governo Draghi & C. sceglie dunque la linea dura promossa da Washington:
più uomini per l’Alleanza e più armi pesanti per le forze armate di Kiev. “Sulla
base di quanto indicato dalla legge e in relazione all’evoluzione sul terreno,
l’impegno italiano continuerà a supportare l’Ucraina nella sua difesa dall’aggressione
russa anche con dispositivi in grado di neutralizzare le postazioni dalle quali
la Russia bombarda indiscriminatamente le città e la popolazione civile”. Si
tratta cioè di sistemi offensivi in grado di colpire oltre-frontiera, direttamente
in territorio russo. Armi le cui caratteristiche tecniche e quantità
continueranno ad essere secretate per “non provocare” Mosca ed “evitare di
palesare eventuali vulnerabilità delle forze ucraine”, anche se Lorenzo Guerini
qualcosa in più ai commissari parlamentari l’ha detta: sistemi controcarro e di difesa aerea a cortissimo raggio, mortai,
munizionamento di artiglieria, sistemi di comunicazione, dispositivi di
protezione individuale e kit di sopravvivenza. Forniture belliche solo in
parte recuperate dagli arsenali di esercito, marina e aeronautica. L’Unione
europea ha infatti approvato un fondo finanziario per un miliardo e mezzo di
euro attraverso lo strumento European
Peace Facility, a cui potranno attingere tutti gli stati membri per acquistare
altre armi, attrezzature belliche e munizioni da inviare ai reparti ucraini.
(3)
La
proiezione bellica delle forze armate italiane in Ungheria e Bulgaria è stata
preparata meticolosamente dagli uomini di vertice della Difesa. Il 7 marzo,
quindici giorni dopo l’invasione russa dell’Ucraina, il ministro Lorenzo
Guerini si è recato a Budapest per incontrare il suo omologo ungherese, Tibor
Benkő. “Nella bilaterale sono stati affrontati temi di interesse comune quali
le conseguenze sulla sicurezza internazionale dell’aggressione all’Ucraina, la
collaborazione militare e industriale”, riporta la nota stampa del dicastero.
Ciliegina sulla torta la firma di una dichiarazione
di intenti con cui Roma e Budapest si impegnano a “rafforzare la
cooperazione strutturata in ambito militare anche sul piano dell’addestramento in
ambito terrestre, aereo e nel dominio cyber”. (4)
Una
decina di giorni dopo è stato il neo-responsabile del COVI - Comando Operativo
di Vertice Interforze, il generale Francesco Paolo Figliuolo (sì proprio lui,
l’ex onnipotente commissario straordinario della guerra al Covid19) a recarsi
in visita ufficiale in Ungheria e incontrare i reparti alleati impegnati
nell’esercitazione Eastern Shield e
quelli del regime xenofobo di Viktor Orban che operano lungo il confine
nazionale a supporto delle attività di “controllo” dei flussi di migranti
provenienti dall’est Europa. Successivamente il generale Figliuolo si è recato
presso il confine ucraino, nella cittadina di Fehérgyarmat, sede della task
force Charlie schierata accanto alle
forze di polizia per regolare
l’assistenza a favore dei rifugiati in fuga dal sanguinoso conflitto ucraino. La
missione in Ungheria del generale dell’emergenza anti-covid non ha avuto però solo
fini “umanitari”; innumerevoli infatti gli incontri effettuati con i vertici militari
di Budapest e delle forza di pronto intervento NATO attiva nel paese. “Nei pressi
della città di Várpalota il generale Figliuolo ha assistito a un briefing sulla
Multinational Division Centre (MND-C)
alleata, che al momento ha raggiunto la capacità operativa iniziale”, spiega lo
Stato Maggiore italiano. “Successivamente, ha presenziato alla fase finale
dell’esercitazione Livex a
fuoco che ha visto impegnate sul terreno unità ungheresi di fanteria leggera,
media e pesante, supportate da elicotteri d’attacco, artiglieria, mortai e
velivoli ad ala fissa per attività di Close
Air Support”. (5)
In Bulgaria invece non si è
registrata ancora una missione sul campo della Difesa, ma le relazioni militari
di Roma con Sofia non sono certamente meno consolidate di quelle con Budapest.
Meno di un anno fa gli esploratori paracadutisti del 183°
Reggimento “Nembo” della Folgore hanno partecipato
all’esercitazione multinazionale Swift
Response 2021, la prima di
una lunga serie che le forze armate USA, NATO e di altri paesi europei partner
hanno svolto nella primavera-estate dello scorso anno alle frontiere con
Ucraina, Russia e Bielorussia (Defender
Europe). I parà italiani hanno raggiunto la Bulgaria a bordo di
un grande velivolo cargo C27J della 46^ Brigata
Aerea di Pisa dal quale hanno effettuato un lancio sulla zona di
esercitazione. “Una volta a terra i militari italiani si sono congiunti ad un
team di controllo aereo tattico statunitense che ha garantito il supporto
aereo”, scrive Report Difesa. I parà
della Folgore hanno operato come unità di ricognizione a lungo raggio e la
raccolta e il riporto dei dati informativi hanno permesso l’intervento
operativo delle unità della 173^ Brigata Aviotrasportata dell’Esercito USA,
appositamente trasferite in territorio bulgaro dalle basi italiane di Vicenza
ed Aviano. (6)
Non
è casuale dunque che proprio nelle scorse settimane uomini, mezzi e sistemi d’arma della 173^ Brigata
Aviotrasportata siano stati schierati in Lettonia per operare a fianco del Battle Group multinazionale che la NATO
ha reso operativo in questo paese. In questo gruppo di combattimento è stata
integrata la task force dell’Esercito italiano con circa 240 militari (unità
del 2° Reggimento Alpini, del 1° Reggimento “Nizza Cavalleria” della Brigata
Alpina “Taurinense”, del 17° Reggimento Artiglieria Controaerei e del 2°
Reggimento Trasmissioni alpino) e 135 mezzi terrestri (blindati, cingolati
e carri armati).
“In
base alla decisione assunta dai Capi di Stato e di Governo dell’Alleanza
durante il Summit di Varsavia del luglio 2016, l’Italia con il Task Group Baltic prende parte al
dispositivo NATO di quattro
Battle Group multinazionali, ciascuno
guidato da una framework nation
(Canada in Lettonia, Germania in Lituania, Regno Unito in Estonia e USA in
Polonia)”, spiega lo Stato Maggiore. (7) Il potenziamento del dispositivo
alleato in Europa orientale precede pertanto di sei anni l’aggressione russa all’Ucraina
e da allora le forze terrestri d’eccellenza italiane si sono alternate in
Lettonia per consolidare la cooperazione tecnica con i partner (Albania, Canada, Islanda, Lettonia,
Montenegro, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Spagna) in quella
che è stata denominata Operazione Baltic
Guardian.
Le molteplici attività svolte in questi sei lunghi
anni confermano che quella in terra lettone non è stata assolutamente una
presenza simbolica né tanto meno meramente “dissuasiva” dell’orso russo. Utile
soffermarsi sulle esercitazioni promosse alla vigilia e durante l’attacco di
Putin all’Ucraina. Manovre di avvicinamento e combattimento con
azioni in bianco e a fuoco con blindo armata Centauro sono state svolte dagli alpini della “Taurinense” a
metà gennaio ad Adazi, quartier generale del Battle Group NATO in Lettonia. “La bocca da fuoco da 105 mm ad
anima rigata, il sistema di puntamento auto stabilizzato con unità di
elaborazione dati e il rapporto peso potenza costituiscono gli elementi
operativi della blindo armata Centauro, mezzo in dotazione alle citate unità”,
si legge nel comunicato del Ministero della Difesa che sembra più uno spot
pubblicitario dell’autoblindo prodotto dal consorzio industriale Iveco-Oto
Melara che un report finale sulle attività addestrative nel baltico. “Duttile
sotto il profilo tattico ed operativo, la Centauro è capace di sparare anche in
movimento sfruttando la stabilizzazione della linea di mira (…) L’elevata
mobilità e autonomia su strada e la grande capacità di percorrenza fuoristrada
consentono alle Unità di Cavalleria di effettuare la condotta combinata di
attività tattiche offensive, difensive e abilitanti, nell’ambito di campagne
di combattimento”. (8) Ancora da metà gennaio 2022 e per tutto
febbraio, le truppe
alpine impiegate nell’ambito dell’Operazione
Baltic Guardian hanno testato il proprio stato di prontezza e
l’interoperabilità in ambito multinazionale, utilizzando per il trasporto del
personale in ambiente montano i cingolati da neve BV2906/S7 prodotti dall’holding britannica BAE Systems Land.
A
fine gennaio i reparti dell’Esercito hanno svolto in Lettonia attività addestrative di tiro dinamico utilizzando le armi
installate sui veicoli multiruolo blindati VTLM “Lince” anch’essi prodotti da
Iveco Defence Vehicles a Bolzano e cugini
dei “Lince” impiegati dall’esercito russo in Ucraina (la loro consegna a Mosca
risale a fine 2014). Dal 4 all’11 marzo il contingente italiano è stato
impegnato invece in una complessa esercitazione multinazionale, Crystal
Arrow. “Assetti dell’Esercito su mezzi corazzati e meccanizzati sono
stati impiegati insieme agli eserciti degli Stati Uniti e della Lettonia”,
annota la Difesa. Anche stavolta gli intenti di propaganda
commerciale-industriale si sommano a quelli prettamente addestrativi. “Si è
operato a bordo di mezzi BV206/S7 e VTLM Lince anche in terreni compartimentati
a connotazione boschiva e rapidità di movimento con potenza di fuoco garantita
dall’utilizzo dalle Blindo Centauro”, aggiunge lo Stato Maggiore. “All’esercitazione
si sono aggiunte Unità di fanteria meccanizzata e carristi (circa 100 militari), tratte dall’8°
Reggimento Bersaglieri su
veicoli blindati da combattimento VCC Dardo e dal 4° Reggimento Carri su carro
Ariete che, insieme ad altre unità statunitensi del 2-3 Infantry Regiment Stryker e lettoni, hanno costituito le
forze di opposizione, elemento necessario per rendere la manovra più aderente a
situazioni reali”. (9)
All’escalation
del conflitto russo-ucraino il Battle Group NATO in Lettonia ha risposto con
attività sempre più integrate e caratterizzate da una maggiore capacità di
proiezione delle forze di combattimento. Così a fine aprile per i reparti
italiani ci sono stati i tiri a fuoco con i mortai da 81 mm Expal e
da 60 mm Hirtenberger, anche
in attività notturne con l’impiego munizionamento illuminante; le
operazioni di Joint Terminal Attack Controller con il supporto
aereo dei cacciabombardieri F-18 “Hornet” dell’Aeronautica militare spagnola; la
formazione al “combattimento in ambiente montano ed ardimento per acquisire le capacità di base necessarie al superamento degli
ostacoli naturali in contesti tattici”, svolta a favore della Brigata di
fanteria meccanizzata della Lettonia e di US Army. (10) Per la cronaca, i war games si sono conclusi il 2 maggio con la
visita nella Repubblica baltica del Capo di Stato Maggiore della
Difesa, l’ammiraglio Giuseppe
Cavo Dragone, e del Capo del Comando Operativo di
Vertice Interforze, generale Francesco
Paolo Figliuolo. Nove giorni dopo a Riga si è presentato il
ministro della difesa Lorenzo Guerini per incontrare l’omologo lettone
Artis Pabriks ed assistere alle fasi conclusive dell’esercitazione NATO Ajax Strike.
In
Romania il tricolore sventola nello scalo aereo “Mihail Kogălniceanu” di
Costanza, sul Mar Nero. Il contingente italiano (Task Force Air Black Storm) è composto attualmente da 200 militari
e otto cacciabombardieri di quarta generazione Eurofighter Typhoon, provenienti dal 4°, 36°, 37° e 51° Stormo dell’Aeronautica
Militare. “La Task Force Air Black Storm
contribuisce a garantire l’integrità dello spazio aereo della Romania
rafforzando le attività di sorveglianza svolta dall’aeronautica romena”, spiega
lo Stato maggiore. “L’Air Policing è una missione di difesa
collettiva, concetto quest’ultimo cardine del Trattato NATO, condotta in tempo
di pace ininterrottamente, 365 giorni all’anno, allo scopo di assicurare la
sicurezza di tutti i Paesi dell’Alleanza (…) E’ stato deciso un potenziamento
di tali attività – la cosiddetta enhanced
Air Policing – a favore dei Paesi membri del fianco orientale come nel caso
della Romania”. (11) I velivoli da guerra italiani operano dai primi di
dicembre del 2021 congiuntamente a quelli di Francia, Belgio, Olanda,
Regno Unito e Stati Uniti d’America, sotto il comando e controllo del
Combined Air Operations Centre (CAOC) ubicato a Uedem (Germania) e la
supervisione del Comando Alleato Aereo di stanza nel grande scalo tedesco di
Ramstein. Inizialmente erano solo quattro gli Eurofighter dell’Aeronautica,
ma il numero è raddoppiato a seguito del potenziamento del dispositivo
nazionale pro-Ucraina deciso dal Consiglio dei Ministri il 25 febbraio 2022.
Nella base aerea di Costanza sono state realizzate in tempi record le
infrastrutture necessarie ad ospitare i militari e i velivoli italiani. Nello
specifico il personale del 3° Stormo di Verona Villafranca e del 3° Reparto
Genio Campale del Comando Logistico dell’Aeronautica hanno approntato un campo
di circa 15.000 metri quadri composto da tende e strutture campali. Installati
anche i centri di controllo e trasmissione utilizzati per i contatti con i
caccia in missione e con i velivoli d’intelligence Gulfstream G550 CAEW
(Conformal Airborne Early Warning),
nella disponibilità del 14° Stormo di Pratica di Mare, dotati di sofisticate
apparecchiature elettroniche di produzione israeliana.
I
Gulfstream sono utilizzati con sempre più frequenza per spiare la flotta russa in navigazione nel Mar Nero, il confine rumeno-ucraino
e le sempre più calde regioni della Moldavia e della Transinistria. “L’assetto
italiano CAEW è basicamente un radar
volante anche se fa di più di questo: è infatti un aereo AEW-BM & C (Airborne Early Warning – Battlefield Management and Communication) che
può monitorare una certa area con traffico sconosciuto, gestire le missioni
alleate così come raccogliere dati d’intelligence sulle emissioni nemiche con i
sensori elettronici ESM di bordo”, scrive il sito specializzato The Aviationist. “I dati possono essere
scambiati con tutti i rilevanti player,
inclusi le stazioni radar terrestri, altri aerei, navi, ecc.. In altre parole,
esso è un assetto di altissimo valore sia per l’Italia che per la NATO ed è cruciale
per conseguire la cosiddetta Information
Superiority (ossia il vantaggio operativo che deriva dall’abilità di
raccogliere, processare e disseminare un flusso ininterrotto di informazioni
mentre si sfruttano o si impediscono le capacità del nemico a fare lo stesso)”.
(12) Sappiamo oggi quanto la superiorità in intelligence di USA e NATO e il
trasferimento di una immensa mole di dati “sensibili” all’alleato ucraino
stiano condizionando l’esito dei combattimenti sul terreno contro l’invasore
russo.
La
presenza militare italiana in Romania è destinata ad essere rafforzata. Lo ha
accennato ancora una volta Lorenzo Guerini durante la sua visita-lampo a
Costanza il 28 marzo 2022. “La
vigilanza dei cieli che qui si svolge è una componente essenziale dell’attività
di prevenzione dei conflitti, così come quella sui mari”, ha enfatizzato il
ministro. “Da questo punto di vista ho manifestato la disponibilità italiana a
inviare nel Mar Nero, su richiesta rumena e sempre a fini di prevenzione e
sicurezza della navigazione, dei cacciamine della Marina Militare italiana per
svolgere attività di sminamento marittimo”. (13)
(1) https://webtv.camera.it/evento/20602
(3) https://www.geopolitica.info/ministro-della-difesa-guerini-impegno-italiano-ucraina/
(5) https://www.difesa.it/SMD_/Eventi/Pagine/Visita_del_Generale_Figliuolo_in_Ungheria.aspx
(6) https://www.reportdifesa.it/esercito-italiano-i-paracadutisti-del-nembo-partecipano-allesercitazione-multinazionale-swift-response-2021/
(12)
https://theaviationist.com/2022/03/08/italian-g550-caew-romania/
Articolo
pubblicato in Pagine Esteri il 13
maggio 2022, https://pagineesteri.it/2022/05/13/primo-piano/ucraina-draghi-manda-piu-uomini-alla-nato-e-piu-armi-pesanti-a-kiev/?fbclid=IwAR1GCdhJi4eUmG3jyTIsrTmIOEHpFiiku1jU2bCXuE_Wdt2MnYaQ_B8Xn50
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