La devastante espansione di Sigonella nell’omertà di governo ed enti locali
Un merito l’inchiesta della Procura di Catania sulla presunta istigazione alla corruzione da parte di due ufficiali dell’Aeronautica militare per gli espropri dei terreni con cui ampliare la base di Sigonella, certamente l’ha avuto: far sapere ai siciliani e al resto del paese quello che era noto da tempo ai vertici militari NATO, al governo italiano, alla Regione siciliana, agli amministratori dei comuni di Catania e Lentini e ai vecchi e onnipotenti signori dell’editoria, della carta stampata e delle tv locali. Cioè che la grande stazione aeronavale di Sigonella sarà uno dei principali hub operativi al mondo degli aerei tanker dell’Alleanza Atlantica, delle forze Ue e dei paesi partner per il rifornimento aria-aria di cacciabombardieri, droni e velivoli da trasporto in modo da velocizzare ed estendere le capacità di proiezione bellica in qualsivoglia scenario di crisi e conflitto internazionale.
Un progetto, quello dell’ampliamento delle piste e delle aree
di Sigonella ove ospitare i tanker-giganti capaci di trasportare sino a 154.000
kg di gasolio per jet, maturato tra il 2007 e il 2008 in seno al Pentagono,
fatto proprio dalla NATO perlomeno sin dal 2014 e prontamente accolto e
sponsorizzato dal Ministero della difesa e dall’Aeronautica militare d’Italia,
con tanto di benedizione del Consiglio Ue e dell’European Defense Agency che
considerano di priorità strategica le infrastrutture e gli assetti militari
destinati al rifornimento aria-aria dei velivoli da guerra, tanto da destinare
al loro sviluppo fondi per 2,2 miliardi di euro. Peccato però che nessun
governo alternatosi alla guida del bel
paese abbia sentito il dovere di informare il Parlamento e i cittadini
italiani su una scelta che proietta con ancora maggiore aggressività la Sicilia
nei conflitti africani, est-europei e mediorientali e che avrà pesantissime
conseguenze in termini di impatti socio-ambientali sul territorio e sulla
salute di centinaia di migliaia di persone che hanno la sventura di risiedere
vicino la grande base di morte.
Nonostante la lunghissima gestazione del programma NATO di
potenziamento infrastrutturale della stazione di Sigonella (finanziato con
apposito capitolo di spesa denominato Capability
Package 9A1301 Air-to-air refeuelling assets), l’iter per l’elaborazione
progettuale, l’individuazione delle aree da espropriare, la loro stima
economica, l’accordo con i proprietari per evitare lungaggini e contenziosi in
sede amministrativa e l’approvazione definitiva, è avvenuto in tempi
recentissimi e con rapidità. Le prime relazioni tecniche-illustrative sono
state elaborate dal 3° Reparto Genio – Ufficio Demanio dell’Aeronautica di Bari
e trasmesse al Ministero della Difesa il 29 aprile 2020. Il 13 maggio veniva
emesso dalla Direzione dei Lavori e del Demanio della Difesa il decreto di pubblica utilità di alcuni
terreni di proprietà privata confinanti con le aree est ed ovest dello scalo
militare siciliano, ricadenti quasi per intero nel territorio del Comune di
Lentini e in minima parte in quello di Catania. Una ventina di giorni più tardi
i proprietari delle aree individuate per l’ampliamento della base venivano
informati con una missiva dall’Aeronautica.
Il 24 giugno 2020 il progetto Capability Package 9A1301 Air-to-air refeuelling assets di
Sigonella veniva approvato a Palermo nei locali del Comando militare Esercito
“Sicilia” dal Comitato Misto Paritetico della Regione Siciliana, l’istituzione
che ha il compito di esaminare i nuovi programmi di insediamento militare a
livello regionale e i cui componenti sono designati dal Ministero dalla Difesa,
dal Presidente della Giunta regionale e dall’Assemblea siciliana. Nel frattempo
sempre i funzionari preposti del 3° Reparto Genio dell’Aeronautica militare di
Bari si occupavano di rivedere l’estensione della superficie dei terreni da
espropriare e il loro valore di mercato.
Le relazioni tecniche-illustrative aggiornate venivano trasmesse al Ministero
della Difesa il 23 marzo 2021 e il 5 maggio quest’ultimo emetteva un
nuovo decreto di pubblica utilità per l’ampliamento di Sigonella che faceva proprie le richieste espresse
dal maggiore proprietario dei terreni sottoposti a esproprio, la Sater
– Società Agricola Turista Etna Riviera S.r.l. di Catania: in particolare veniva aumentata da
60 a 76 ettari la superficie da annettere alla stazione aeronavale e veniva
incrementato il loro indennizzo da 1.800.000 a 2.500.000 euro.
Il 26 ed il 27 maggio 2021 una delegazione del Genio della Difesa guidata
dal generale ispettore Giancarlo Gambardella (a capo della Direzione dei Lavori e del Demanio del Ministero
della Difesa) si recava in visita a Sigonella per una “verifica dello stato di
avanzamento dei numerosi lavori di potenziamento infrastrutturale, legati a
progetti a finanziamento NATO e nazionali”, riporta la nota emessa dall’ufficio
stampa dello Stato maggiore dell’Aeronautica militare.
“La delegazione, composta, tra gli altri, anche dal Brig. Gen. Mario Sciandra
e dal Ten. Col. Giovanni Tota e coadiuvata da rappresentanti dello Stato
maggiore della Difesa è stata ricevuta dal Comandante del 41° Stormo, Col. Pil.
Howard Lee Rivera”, aggiunge l’Aeronautica. “In particolare, la prima giornata è stata dedicata alla visita del cantiere
della erigenda Main Operating Base della NATO AGS Force,
inserita nel Capability Package NATO CP (0A201) Alliance Ground
Sourveillance, dove il Direttore dei Lavori, unitamente ai rappresentanti
della NSPA (NATO Support and Procurement Agency) ha illustrato
l'avanzamento dei lavori che, ad oggi, appare essere prossimo al 55% del
completamento”.
Dopo la visita alle opere infrastrutturali per il centro di comando e
controllo del nuovo sistema di sorveglianza terrestre con i droni AGS della
NATO, il cui completamento è previsto entro il luglio 2022, la delegazione ufficiale
si dedicava ad analizzare l’iter attuativo del progetto di ampliamento di
Sigonella per consentire gli atterraggi, i decolli e le attività di
manutenzione dei maxi-velivoli tanker dell’Alleanza atlantica. “Nella seconda
giornata di visita, la delegazione ha effettuato un sopralluogo presso le aree
di cantiere afferenti al Capability Package NATO CP (9A1301) Air to Air
Refueling Assets, che prevede importanti lavori di potenziamento della
Pista Principale, della realizzanda Pista Secondaria, dei raccordi di
circolazione e delle relative aree di parcheggio/manovra, da parte degli
assetti Troop Labour del 16° G.G.C. del 3° Reparto Genio dell’AM”,
aggiunge lo Stato Maggiore dell’Aeronautica. “Tali interventi, in ragione dell’alta
valenza operativa e del profondo impatto e contenuto tecnologico, necessitano
di uno stretto e continuo coordinamento temporale, unitamente a sinergie
procedurali multidisciplinari, al fine di evitare ogni soluzione di continuità
delle attività operative nazionali, USA e NATO. La visita si è conclusa con un’attività
di de-briefing con tutti gli attori coinvolti ed un saluto di
indirizzo finale del Gen. Isp. Giancarlo Gambardella il quale, nel riconoscere
l’assoluto valore delle lavorazioni in essere, ha assicurato il pieno supporto
della Direzione allo scopo di mantenere il livello qualitativo delle opere al
massimo livello, unitamente al pieno rispetto delle tempistiche richieste dalle
esigenze operative”.
L’11 agosto 2021, con propria lettera, lo Stato Maggiore
dell’Aeronautica – IV Reparto Logistico e Infrastrutture, garantiva le risorse
finanziarie per l’esproprio dei terreni necessari all’ampliamento della base. Lo
scorso 6 ottobre, infine, giungeva a firma del Segretario generale e direttore
armamenti del Ministero della difesa, generale Giancarlo Gambardella, il decreto di designazione e approvazione delle
tabelle descrittive e il piano particellare di esproprio dei terreni per le
nuove piste. Il decreto veniva pubblicato all’albo pretorio del Comune di
Lentini il 13 ottobre 2021, due giorni dopo il voto per il rinnovo
dell’amministrazione (primo turno) e del consiglio comunale. Per la cronaca,
l’11 giugno il Gip del Tribunale di Catania aveva firmato l’ordinanza di
custodia cautelare in carcere nei confronti dei due militari
deputati a seguire l’iter delle procedure di esproprio, il tenente colonnello Matteo
Mazzamurro e il luogotenente Giuseppe Laera del 3° Reparto Genio di Bari,
arresto eseguito dagli agenti della Guardia di finanza sabato 16 ottobre.
Troppo tardi però per impedire l’approvazione definitiva del Ministero delle
tabelle con il piano di esproprio.
“Le indagini hanno consentito di
accertare che i due pubblici ufficiali, in cambio della messa a disposizione
della loro funzione, hanno, in più occasioni, richiesto al proprietario del
terreno un illecito compenso, stabilito mediante un tariffario che prevedeva una percentuale (dall’1 al 3 per cento),
in base all’aumento di valore dell’indennità di esproprio”, scrive il Gip di
Catania, dott.ssa Marina Rizza. Il proprietario,
come abbiamo visto è la Sater S.r.l. di Catania, costituita nel dicembre 1962
con oggetto sociale l’acquisto o la
vendita di terreni agricoli e/o l’assunzione della gestione della conduzione
diretta degli stessi e l’esecuzione di opere di bonifica e di trasformazione
agricola e forestale. E’ ad essa che andranno gli indennizzi della Difesa
per oltre 2 milioni e mezzo di euro, settecentomila in più di quanto era stato
indicato dalla prima stima del maggio 2020.
Un ottimo affare, l’ennesimo, per
la famiglia Ciancio Sanfilippo a capo di un impero
industriale-terriero-editoriale e proprietaria al 100% della Sater, dopo le
sventure giudiziarie che l’hanno investita negli anni scorsi e che
fortunatamente si sono concluse nel migliore dei modi. Mario Ciancio
Sanfilippo, storico editore e direttore del quotidiano La Sicilia e presidente
della Federazione italiana editori giornali (Fieg) dal 1996 al 2001, imputato
di concorso in esterno in associazione mafiosa, è stato assolto il 21 dicembre
2015 dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Catania “perché il
fatto non è previsto dalla legge come reato”.
La stessa Sater S.r.l. di Catania è stata
sottoposta a sequestro il 24 settembre 2018 dal Tribunale di Catania su
richiesta della Direzione distrettuale antimafia nell’ambito del maxi-sequestro
per svariati milioni di euro delle aziende e dei beni di Mario Ciancio
Sanfilippo. La confisca è stata però annullata il 24 marzo 2020 dalla seconda sezione
penale della Corte d’Appello poiché non sono state provate né “l’esistenza
di alcun attivo e consapevole contributo arrecato dal Ciancio in favore di Cosa
nostra catanese”, né “alcuna sproporzione tra redditi legittimi e beni mobili o
immobili di proprietà”. Il dissequestro è divenuto definitivo il 21 gennaio
2021 con sentenza della quinta sezione
della Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Procura generale di Catania contro
il provvedimento della Corte d’appello. Restituzione di beni che coincidono
temporalmente con l’avvio dell’iter espropriativo da parte dell’Aeronautica
militare: come abbiamo visto la trasmissione delle prime relazioni tecniche-illustrative
da parte del 3° Reparto Genio risalgono al 29 aprile 2020, un mese dopo la
sentenza di annullamento della confisca di Sater S.r.l. e di altre innumerevoli
società dell’impero Ciancio; le “nuove” relazioni con l’ampliamento dell’area
da espropriare e l’aumento di valore il 23 marzo 2021, due mesi dopo la
sentenza definitiva della Cassazione. E tra i due eventi temporali c’è la
lettera a firma dei legali della Sater in data 21 ottobre 2020,
indirizzata al 3° Reparto
Genio, con la quale si proponeva l’estensione della superficie oggetto della
procedura in modo da ricomprendervi l’intera area agricola di proprietà, in
cambio della rinuncia al ricorso proposto al TAR Sicilia contro il
provvedimento del Ministero della difesa.
Un altro affare milionario era
stato capitalizzato sedici anni fa dalla Sater del gruppo Ciancio ancora una
volta grazie alla grande stazione aeronavale di Sigonella. In vista del
ventilato ennesimo ampliamento della base e dell’arrivo di altri militari USA,
il 2 febbraio 2006 fu presentato al Comune di Lentini un piano per l’insediamento di un megavillaggio abitativo di 670.000
metri cubi per oltre 6.800 tra militari statunitensi di Sigonella e famiglie in
due aree agricole di 91 ettari nelle contrade Xirumi, Cappellina e Tirirò. Alla
vicenda è stato dedicato un lungo capitolo del provvedimento
di sequestro dei beni di Mario Ciancio Sanfilippo, disposto nel settembre 2018
dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Catania.
“A presentare il progetto al Comune di Lentini per il cambio
di destinazione d’uso dei terreni fu la Scirumi S.r.l. di Catania, che sino al
25 febbraio 2010 aveva amministratore unico Carmelo Garozzo, figlio di
Francesco Garozzo amministratore unico della Cappellina S.r.l. e Mauro De Paoli, presidente del C.d.A.,
consigliere nominato in quota dalla società di costruzioni Maltauro di Vicenza”, annotavano i
giudici etnei. “La Scirumi
tra il 9 febbraio 2005 e il 20 luglio 2005 acquistava terreni di
proprietà di Mario Ciancio Sanfilippo e della Sater - Società Agricola Turistica Etna Riviera S.r.l. (società le cui quote
appartenevano allo stesso Mario Ciancio Sanfilippo, al coniuge Valeria
Guarnaccia ed ai figli Domenico Ciancio Sanfilippo e Rosa Emanuela Ciancio) per
il complessivo importo di euro 5.434.300”. Denaro, quest’ultimo, non sborsato
direttamente dai soci della Scirumi, ma attraverso la contrazione di mutuo
ipotecario con l’allora Banco San Paolo IMI, filiale di Catania. La stipula dei contratti di
compravendita riservava però un’altra sorpresa:
gli attori chiedevano infatti il “trattamento tributario agevolato disposto
dall’articolo 60 della legge Regionale 26 marzo 2002 n. 2”, un vero e proprio
regalo della Regione siciliana ai vecchi e nuovi latifondisti dell’Isola. Per
gli atti riguardanti fondi agricoli, la legge regionale riconosceva infatti i
benefici che altrove erano appannaggio della piccola proprietà contadina: per
la compravendita si dovevano applicare in fase di registrazione le imposte
ipotecarie e catastali nella misura fissa di 168 euro, invece che
proporzionalmente sul valore della compravendita (il 2%). Una legge che aveva
anche il merito di avere una
limitazione temporale: la data ultima per beneficiarne fu fissata infatti al 31
dicembre 2006.
Il
maxi-piano urbanistico-immobiliare della Scirumi S.r.l. prevedeva investimenti
per oltre 300 milioni di euro e l’interesse diretto all’affaire del gruppo
Ciancio attraverso la Cappellina S.r.l. di proprietà dei cinque figli del patròn
de La Sicilia Mario: Angela, Carla,
Rosa Emanuela, Natalia e Domenico Ciancio Sanfilippo. L’allora amministratore Sater,
l’avvocato Francesco Garozzo, presente in altre operazioni finanziarie della famiglia
Ciancio, ricopriva pure il ruolo di amministratore della Nuova Scirumi S.r.l., società
costituita il 5 ottobre 2005 ma formalmente inattiva
che aveva l’oggetto sociale identico a quello della Scirumi, della Cappellina e
della Sater: “l’acquisto e/o la vendita di terreni agricoli e/o l’assunzione e
la gestione della conduzione degli stessi, ecc.”. Inoltre la Sater aveva come
indirizzo e-mail una casella de La
Sicilia (sater@lasicilia.it), come numero di telefono uno ad uso interno
del quotidiano, e condivide(va) la stessa sede di via Pietro dell’Ova 51, Catania della Cappellina e di altre società
del gruppo Ciancio poi sottoposte a sequestro e dissequestro (Società
Agricola Fiumara S.r.l.; Lisa S.r.l.; Azienda
Agricola Rovitelli di Natalia Ciancio & C. s.n.c; Aci Sant’Antonio Sviluppo
S.r.l.; Società Agricola Cardinale; Azienda Agricola Serraci).
Alla fine l’operazione
di cementificazione selvaggia del territorio lentinese fallì nonostante il
beneplacito del governo di Raffaele Lombardo e dell’amministrazione comunale di
Lentini soprattutto a seguito dell’esposto presentato il 7 giugno 2006 dal Centro Studi Territoriale
DDISA, dai Verdi e dal giornale online
Girodivite.it, in cui si ipotizzava la violazione delle norme
regionali in materia urbanistica. “Tutta l’operazione Scirumi è stata viziata dall’inizio da una serie di errori, di
violazioni e di omissioni che duramente configgono con la moralità, la
trasparenza e le leggi”, scrivevano le associazioni. “L’insediamento
deturperebbe irrimediabilmente il contesto paesaggistico e colpirebbe una delle
attività produttive locali più redditizie, la produzione di agrumi. La zona di
Xirumi, Cappellina e Tirirò è pure interessata da almeno due aree archeologiche,
una delle quali ricade proprio all’interno della cinta del complesso in
questione…”.
Stavolta un benevolo silenzio istituzionale
è calato sull’inchiesta-affaire espropri e sulla trasformazione di Sigonella in
piattaforma avanzata nel Mediterraneo degli aerei cisterna USA e NATO. Il
governatore di destra Nello Musumeci che non poteva non sapere del devastante e
pericolosissimo progetto dell’Alleanza, ha evitato ad oggi ogni commento.
Eppure da europarlamentare, il lontano 2 ottobre 2007, aveva interpretato a Strasburgo
i legittimi timori dei cittadini della provincia di Siracusa per l’aumento dei casi di tumore
e per il loro possibile legame con le attività e gli agenti inquinanti top
secret di Sigonella. “Da almeno un ventennio si registra in Sicilia un
preoccupante aumento di casi di leucemia infantile, soprattutto nel territorio
dei comuni di Lentini, Carlentini e Francofonte”, scriveva Musumeci in un’interrogazione
alla Commissione Ue. “I dati statistici riportati dall’Atlante delle mortalità
per tumori e per patologie cronico-degenerative in provincia di Siracusa
sottolineano un aumento inquietante della mortalità per leucemia, specie fra i
soggetti di sesso maschile”.
“Numerose famiglie residenti nei
succitati comuni temono che i casi di leucemia possano essere causati da reati
contro l’ambiente”, aggiungeva l’odierno governatore di Sicilia. “In
particolare, è additata la vicina base militare USA di Sigonella — classificata
dai vertici militari statunitensi Special
Ammunitions Depot —in quanto è a Sigonella che viene effettuato lo
stoccaggio di bombe nucleari messe a disposizione dei velivoli statunitensi che
operano nel bacino mediterraneo in ambito NATO. Sembra verosimile che la base
di Sigonella smaltisca i rifiuti, prodotti in enorme quantità nell’ampio
complesso militare, proprio nel territorio di Lentini, in contrada Armicci. Si
tratta di un’area trasformatasi in una vera e propria bomba ecologica, nella
quale confluiscono anche i rifiuti prodotti dai comuni vicini e i rifiuti
cosiddetti speciali, ossia i rifiuti
ospedalieri provenienti da diverse strutture dell’Italia settentrionale…”.
Commenti
Posta un commento