L’America mostra i muscoli in Niger con una nuova mastodontica base militare
Agadez, Niger, 500 miglia a nord ovest della capitale Niamey, da secoli città chiave delle rotte trans-sahariane verso l’Algeria, la Libia e il Mediterraneo. E’ qui, nel cuore del deserto, che sorge il più moderno avamposto strategico-militare delle forze armate degli Stati Uniti d’America nel continente africano, nome in codice Air Base 201.
Il Dipartimento della Difesa la definisce il “più grande progetto di
costruzione della storia dell’Aeronautica militare USA”: l’infrastruttura si
estende in un’area di 9 Km2 e ospita un aeroporto con una pista della lunghezza
di 1.900 metri e larga 50, da cui possono atterrare e decollare i giganteschi
aerei da trasporto C-17 “Globemaster III”, più innumerevoli
hangar, depositi di armi e carburante, centri di comando, antenne radar e
telecomunicazione, gli alloggi per la task force statunitense e per le truppe
nigerine.
“La località di Agadez è stata scelta
congiuntamente alle autorità del Niger per motivi geografici e per la
flessibilità strategica che offre agli sforzi regionali di scurezza”, ha
dichiarato il generale Jeff Harrigian, Comandante in capo dell’U.S. Air Forces
in Europa e in Africa. “Air Base 201 ci
consente di rafforzare la nostra capacità di facilitare lo scambio
d’intelligence per e sostenere meglio le forze armate del Niger e di altre
nazioni partner, come Camerun, Ciad, Mali e Nigeria. Il trasferimento delle
operazioni militari da Niamey ad Agadez allinea la persistente attività ISR (intelligence-sorveglianza-riconoscimento)
alle minacce esistenti ed emergenti da parte delle organizzazioni terroristiche,
a supporto delle forze francesi presenti nella regione, ed estendendo il raggio
d’azione sino alla Libia”.
Air Base 201 è
operativa da meno di due anni; i lavori di costruzione, avviati nel 2015, hanno
comportato una spesa da parte del Pentagono di 110 milioni di dollari, 22
milioni in più di quanto previsto inizialmente. A ciò devono aggiungersi i
costi di gestione di tutte le operazioni della grande base aerea, stimati in 30
milioni di dollari l’anno e questo perlomeno sino al 2024, quando dovrebbe
scadere la concessione da parte del governo nigerino.
Per la
complessità delle opere e le difficilissime condizioni ambientali sono state
impegnate alcune delle unità d’élite USA, come ad esempio i Red Horses di U.S. Air Force (31st Expeditionary Rapid Engineer Deployable Heavy Operation Repair
Squadron Engineer Airmen). Attualmente la presenza statunitense ad Agadez è
rappresentata dal 724th
Expeditionary Air Base Squadron (724th EABS) a cui sono assegnati i compiti di
comando, logistici-operativi e di protezione di Air Base 201 e dagli uomini del 435th Air Expeditionary Wing e del
409th Air Expeditionary Group dell’Aeronautica militare che opera con due
velivoli da trasporto C-130J “Super Hercules”.
In occasione della visita ad Agadez della Segretaria di U.S.
Air Force, Barbara M. Barrett, il 21 dicembre 2019,
l’ufficio stampa di U.S. Africom (il Comando delle forze armate statunitensi
per le operazioni in Africa) ha pubblicato una foto in cui la stessa
s’intratteneva a colloquio nella base aerea con il
capitano Marcus Fairchild, comandante del 4th
Expeditionary Space Control, il “primo team installatosi nell’Air Base 201 nigerina, appartenente alla
nuova struttura delle forze armate USA, la Space Force”. L’unità è parte
integrante del 4th Space Control Squadron, lo squadrone assegnato alla
conduzione delle Guerre Stellari, di stanza nella base aera di Peterson,
Colorado.
Dal
novembre dello scorso anno, dallo scalo di Agadez operano stabilmente i droni MQ-9
“Reaper”, sia quelli non armati per funzioni d’intelligence che quelli armati
con sofisticati sistemi missilistici d’attacco, prodotti da General Atomics. Il 29 febbraio 2020 un velivolo a
pilotaggio remoto, modello MQ-1C “Grey Eagle” è
precipitato nel deserto del Niger subito dopo il decollo da Agadez, a causa di
problemi meccanici, secondo quanto riferito dai vertici di U.S. Africom. Nella
foto scattata ai resti del drone, era ben visibile un missile “Hellfire” rimasto
intatto dopo l’impatto con il suolo.
Prima
dell’attivazione di Air Base 201, le
missioni d’intelligence e d’attacco con i droni erano svolte dall’aeroporto
della capitale Niamey. Secondo quanto documentato da The New York Times, il Pentagono e la CIA utilizzerebbero per gli
strike contro le organizzazioni militari islamico-radicali in Libia e
nell’Africa sub-sahariana pure un’installazione top secret realizzata a Dirkou,
località nel nord del Niger a 660 Km circa da Agadez, nota internazionalmente
per essere un punto di snodo della rotta migratoria trans-sahariana.
La
realizzazione dell’avamposto militare di Agadez è al centro di un’indagine
dell’Ispettorato Generale del Dipartimento della Difesa. In un report del 31
marzo scorso, consultabile in rete ma ancora coperto da numerosi omissis, i
funzionari del Pentagono ipotizzano che durante i lavori sarebbe stata violata
la legge federale sul rispetto degli standard di sicurezza, “con conseguente
aumento dei rischi per le truppe assegnate alla base”.
“Il
completamento dell’aeroporto e delle altre infrastrutture ha accumulato un
ritardo di almeno tre anni ed è stato segnato da una cattiva gestione”, riporta
l’Ispettorato Generale. “Lo scalo aereo non è stato progettato secondo i
criteri previsti dal Dipartimento della Difesa e sono stati evidenziati problemi
pure alle strutture preposte al ricovero dei velivoli e alle attività
anti-incendio. Inoltre non è stata ancora completata la realizzazione delle opere
necessarie a supportare la missione ISR, così come il deposito munizioni e
l’area per la movimentazione dei velivoli”.
Le guerre
di Washington nel continente africano si confermano davvero un pessimo affare.
Articolo pubblicato in Africa ExPress il 30 ottobre 2020, https://www.africa-express.info/2020/10/30/lamerica-mostra-i-muscoli-in-niger-con-una-mastodontica-base-militare/
Commenti
Posta un commento