La NATO schiera a Sigonella il quinto drone da guerra AGS
Con tre mesi di ritardo sulla tabella di marcia, la NATO ha trasferito nella grande stazione aeronavale di Sigonella il quinto ed ultimo drone RQ-4D “Phoenix” del programma di sorveglianza terrestre AGS (Alliance Ground Sourveillance).
Il
velivolo senza pilota è decollato dalla base aerea di Palmdale (California)
alle ore 18.04 dell’11 novembre ed è atterrato a Sigonella alle 13.41 del giorno
seguente, dopo un volo durato 20 ore.
“L’arrivo a Sigonella del quinto drone Phoenix
segna un punto fondamentale per ognuno di noi”, ha dichiarato il
Comandante della forza NATO AGS, generale Houston Cantwell. “Abbiamo svolto una
mole enorme di attività addestrative e di preparazione e guardiamo avanti per
continuare il nostro duro lavoro con il nuovo ed ultimo velivolo. Insieme ad i nostri ospiti italiani, al Comando
generale della NATO, ai suoi paesi membri e alle industrie contractor, continueremo
nei prossimi mesi ad espandere le infrastrutture e le funzioni del sistema AGS.
E continueremo ad essere impegnati nel loro sviluppo a beneficio dell’intera Alleanza”.
La NATO
Alliance Ground Surveillance Management Agency (NAGSMA), l’agenzia a cui è
stata affidato il processo di acquisizione del sistema di sorveglianza
terrestre AGS, ha fatto sapere invece che “continuerà, congiuntamente alle
autorità italiane preposte alla sorveglianza del traffico aereo, a predisporre la
documentazione finale richiesta per poi devolvere il sistema alla NATO AGS
Force nei prossimi mesi”. Come dire, cioè, che i droni possono decollare ed
atterrare da Sigonella senza che si sia concluso l’iter di acquisizione e consolidamento
degli standard di sicurezza necessari a evitare eventuali rischi al traffico
aereo civile nei vicini scali di Catania-Fontnarossa e Comiso.
Il
primo dei cinque velivoli senza pilota AGS era giunto nella base siciliana il
21 novembre 2019; era seguito poi l’arrivo del secondo velivolo il 19 dicembre 2019.
Il terzo drone è atterrato il 15 luglio 2020, mentre il quarto undici giorni
dopo. Il
20 gennaio 2020 si è tenuta invece a Sigonella la cerimonia di consegna dei
primi due droni AGS e l’inaugurazione dell’Alliance Ground Surveillance System,
alla presenza del Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, del
Presidente del Comitato militare della Nato Stuart
Peach
e del Comandante Supremo delle Forze Alleate in Europa, il generale dell’US Air
Force Tod Wolters. Il 23 marzo il Comando Supremo Shape avevo
reso noto l’arrivo nello scalo siciliano delle sei unità della componente mobile
del Centro di controllo del sistema AGS.
Il 4
giugno 2020 il nuovo drone NATO ha avuto il suo battesimo operativo nel
Mediterraneo centrale e in nord Africa con un volo di ricognizione e
intelligence decollato da Sigonella e conclusosi dopo nove ore circa. “Durante la
missione, i sensori del velivolo Phoenix hanno raccolto immagini e informazioni
su obiettivi in movimento che sono state trasferite al Centro di Supporto
operativo della task force AGS di Sigonella, dove sono state processate ed
elaborate e successivamente trasferite agli Alleati”, aveva riferito il Comando
Strategico Alleato in Europa (Shape) di Mons, Belgio.
Dotati della piattaforma radar MP-RTIP con sofisticati
sensori termici per il monitoraggio e il tracciamento di oggetti fissi ed in
movimento, i droni AGS possono volare ininterrottamente per più di 22 ore, sino
a 18.000 metri di altezza e a una velocità di 575 km/h. I dati rilevati e
analizzati a Sigonella sono poi trasmessi grazie ad una rete criptata al
Comando JISR, Joint Intelligence,
Surveillance and Reconnaisance della NATO, con sedi a Bruxelles, Mons e The
Hague.
Oltre
16.000 km il raggio d’azione dei velivoli senza pilota: ciò consente la
copertura di un’area geografica che comprende l’intero continente
africano e il Medio oriente, l’Europa orientale sino al cuore della Russia.
Grazie alle informazioni raccolte e decodificate dall’AGS, la NATO è in grado
di ampliare lo spettro delle proprie attività nei campi di battaglia e
rafforzare la capacità d’individuazione degli obiettivi da colpire con gli
strike aerei e missilistici.
Quando tutti e cinque i velivoli NATO diventeranno pienamente
operativi, essi voleranno da Sigonella congiuntamente ai velivoli-spia “Global
Hawk” e Broad Area Maritime Surveillance
e
ai droni killer “Reaper” che le forze armate degli Stati Uniti hanno dislocato nell’installazione
da alcuni anni. Dal
2018 a NAS Sigonella è stato attivato pure l’UAS SATCOM Relay Pads and Facility per le telecomunicazioni via
satellite con tutti i droni che le agenzie di spionaggio statunitensi e il
Pentagono schierano in ogni angolo della Terra. La facility di Sigonella consente la trasmissione dei dati necessari
ai piani di volo e di attacco dei nuovi sistemi di guerra, operando come
“stazione gemella” del sito tedesco di Ramstein e del grande scalo aereo di
Creech (Nevada).
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