La maledetta seconda giovinezza della base Usa e Nato di Aviano
Nell’attesa di sapere se la nuova amministrazione USA confermerà la decisione di Donald Trump di trasferire in Italia i cacciabombardieri F-16 del 52nd Fighter Wing dell’US Air Force attualmente schierati in Germania a Spangdahlem, la grande base aerea di Aviano (Pordenone) di certo non se ne sta con le mani in mano. Le pesanti restrizioni alla mobilità di persone e mezzi riservate ai cittadini italiani in tempi di pandemia non sembrano assolutamente valere per i militari statunitensi presenti nello scalo aereo friulano. Così, specie nelle ultime settimane, ad Aviano si assiste a un continuo via vai di caccia, grandi aerei cargo, velivoli spia e armamenti pesanti e leggeri destinati alle forze armate Usa che operano in diversi teatri di guerra.
Il sito
specializzato Aviation
Report ha dato notizia che il 30 ottobre
2020 sono giunti nella base di Aviano tre aerei “Pilatus” U-28A forniti di
sofisticate apparecchiature ISR (Intelligence,
Sorveglianza e Riconoscimento), appartenenti al 492nd Special Operations
Wing dell’U.S. Air Force Special Operations Command, il comando delle forze
speciali dell’Aeronautica USA con quartier generale a Hurlbult Field, Florida.
Provenienti dalla base di Souda Bay,
Creta, i velivoli sono poi ripartiti per Ramstein (Germania) e successivamente
per Prestwick (Regno Unito). I tre “Pilatus” hanno poi attraversato l’oceano Atlantico
per rientrare alla base di Hurlburt Field. Attivato il 10 maggio 2017, il 492nd Special Operations Wing svolge operazioni
di guerra “irregolare” per conto dell’Aeronautica militare statunitense. E’
costituito da cinque gruppi di volo: il 319th, il 34th, il 318th e il 5th e il
19th Special Operations Squadron che fungono pure come unità da addestramento per
le forze aeree “speciali” impiegate in ogni parte del mondo.
L’aereo impiegato dal reparto di
punta dell’U.S. Air Force Special Operations Command, il “Pilatus”, è un velivolo monomotore ad ala bassa, progettato e prodotto
dall’azienda aeronautica svizzera “Pilatus Aircraft”. Con una
lunghezza di 14,4 metri e un’apertura alare di 16,28 m., esso ha una velocità
di crociera di 519 km/h e un’autonomia di volo di 2.890 km. Normalmente viene utilizzato per compiti di trasporto leggero, pattugliamento
marittimo, ricognizione e piattaforma di comando e controllo nelle missioni di
guerra elettronica. La versione U-28A acquistata in 28 esemplari da U.S. Air
Force è dotata di sistemi di comunicazione comprendenti data link, video e data
voice, mentre alcuni aerei hanno ricevuto sensori elettro-ottici per svolgere
missioni d’intelligence. Cosa ci facevano i “Pilatus” del 492nd Special
Operations Wing nelle acque del Mediterraneo
orientale a fine ottobre? E sono state informate le autorità italiane del
transito dei tre velivoli spia dalla base aerea di Aviano o sulle segretissime operazioni
militari svolte fuori dal contesto e dalle catene di comando NATO?
Ancora Aviation Report fa sapere che sempre il 30 ottobre2020, oltre ai
velivoli USA sono atterrati nello scalo friulano due cacciabombardieri F-16 “Fighting
Falcon” dell’Aviazione militare della Romania. Quattro giorni prima invece avevano
fatto rientro ad Aviano i sette cacciabombardieri F-16 del 555° Squadrone del
31st Fighter Wing di US Air Force provenienti dalla base aerea di Graf
Ignatievo, Bulgaria.
Il distaccamento aereo statunitense, permanentemente
schierato ad Aviano con i suoi cacciabombardieri a capacità nucleare, era stato
inviato in Bulgaria a metà settembre per partecipare all’esercitazione Thracian Viper insieme agli uomini e ai
mezzi del 435th Air Ground Operations Wing e del 86th Airlift Wing di stanza nella base tedesca
di Ramstein e ai velivoli d’attacco dell’Aeronautica bulgara, greca e
rumena.
“L’esercitazione è servita alle nostre
forze aeree a condurre operazioni di guerra aria-aria e aria-superficie,
testare la nostra capacità a dislocarci rapidamente in luoghi remoti e assumere
il comando e controllo dell’area”, ha spiegato il capitano Alexander
Lodge del 555th Fighter Squadron di U.S. Air Force. “Thracian Viper ha permesso a tutto il nostro
team di piloti di affinare la conduzione della letale potenza aerea con
maggiore efficienza in qualsiasi parte del mondo”. Dopo i giochi di guerra i cacciabombardieri F-16
di Aviano hanno operato per un mese intero da Graf Ignatievo con la missione NATO
di controllo dello spazio aereo alleato in Europa orientale e nella regione del
Mar Nero.
Nella prima decade di settembre, i “Fighting
Falcon” del 555th Fighter Squadron avevano partecipato a una complessa
esercitazione aeronavale nelle acque del Mare del Nord (Point Blank 20-4), coordinata dal Comando di U.S. Air Forces per l’Europa
e il continente africano. All’esercitazione erano presenti anche una
cinquantina di velivoli delle forze armate britanniche e dei Paesi Bassi e del
211st Fighter Attack Squadron del Corpo dei Marines Usa (F-15E “Strike Eagle”,
F-16 “Fighting Falcon”, F-35A “Lighting”, aerei da rifornimento KC-135 “Stratotanker”,
finanche un bombardiere strategico B-52 “Stratofortress” a capacità nucleare).
Dal 28 agosto al 29 settembre 2020, il
510th Fighter Squadron (altro reparto di volo USA con cacciabombardieri F-16 di
stanza ad Aviano) e il 31st Aircraft Maintenance Squadron (reparto impiegato nella
base friulana per la manutenzione dei velivoli) erano stati schierati nello
scalo aereo di Lakenheath (Regno Unito) per esercitarsi all’uso di munizioni teleguidate
e missili aria-superficie.
“Abbiamo effettuato 292 sortite per
un totale di 472 ore di volo di cui una decina a supporto dell’esercitazione Point Blank, utilizzando 90 armi di
precisione e sparando 11.944 colpi di mitragliera da 20mm”, ha dichiarato il
capitano Benjamin Kern del 510th Fighter Squadron. Per il trasferimento di una
parte dei militari da Aviano a Lakenheath, il Comando del 31st Fighter Wing ha usufruito
pure degli aerei cargo Airbus A400M dell’Aeronautica spagnola, appositamente inviati
in Italia dalla penisola iberica.
A metà ottobre il 724th Air Mobility Squadron di Aviano ha partecipato invece
all’esercitazione di pronto intervento Nodal
Lightning
condotta dal 521st Air Mobility
Operations Wing, il reparto per le operazioni di mobilità e trasporto aereo di
U.S. Air Force con quartier generale a Ramstein. “Nodal Lightning ha
visto la partecipazione di differenti unità mobili che l’Aeronautica statunitense
schiera in Europa a supporto di ogni tipo di scenario di guerra”, ha riferito
il portavoce del Pentagono. “L’esercitazione della durata di una
settimana ha incluso pure la simulazione di un intervento di assistenza medica
a favore di militari feriti in un incendio nella loro caserma”.
Importantissimi impegni out-of-area pure per uno dei reparti
ricollocati meno di quattro anni fa ad Aviano dalla base tedesca di Spangdahlem, il 606th Air Control Squadron (nome in codice Primo,), l’unico reparto mobile di comando e controllo aereo che l’U.S.
Air Force schiera fuori dagli Stati Uniti d’America. Composto da 380 avieri, il
606th ha a sua disposizione sofisticate apparecchiature elettroniche per un
valore di 173 milioni di dollari che possono essere trasportate ovunque in
tempi rapidissimi. Attivo principalmente nello scacchiere di guerra
mediorientale, il 10 ottobre scorso il 606th Air Control Squadron ha
inviato propri team in sei differenti località (non specificate) del Sud-est
asiatico a supporto delle missioni aeree dell’U.S. Air Forces Central Command.
Dal 13 al 25 settembre, lo squadrone mobile
di Aviano era stato inviato presso la base aerea di Malbork, Polonia, per
prendere parte all’esercitazione di “difesa missilistica” Astral Knight 20 insieme ad altri reparti di pronto impiego di
Stati Uniti, Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania e Svezia (quest’ultimo paese
non appartenente alla NATO). “Quest’esercitazione ha lo scopo di favorire l’integrazione
dei centri di comando e controllo, il coordinamento e l’interoperabilità delle
capacità aeree, terrestri e marittime e di difesa missilistica aerea”, riporta
la nota del Comando di U.S. Air Force per l’Europa e l’Africa.
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