Israele fornirà per 5 anni i sistemi di sicurezza alla missione dell’ONU in Mali
Saranno i grandi gruppi industriali-militari israeliani a fornire i sistemi di sicurezza e d’intelligence per la “difesa” delle installazioni militari della missione delle Nazioni Unite di stabiliIizzazione politica del Mali. Secondo un rapporto pubblicato dal sito specializzato Africa Intelligence, IAI - Israel Aerospace Industries, attraverso la controllata Advanced Technology Systems con sede in Belgio, ha firmato un contratto con l’ONU per assicurare la protezione esterna delle numerose basi utilizzate dalle forze di polizia e dai reparti militari assegnati alla missione internazionale MINUSMA (Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali). La durata prevista del contratto è di cinque anni.
IAI è il principale gruppo industriale aerospaziale e missilistico
israeliano. Con più di 15.000 dipendenti e un fatturato annuo superiore ai
3.300 milioni di dollari, IAI ha il suo quartier generale nella città di Lod, a
una quindicina di km. a sud-est di Tel Aviv. Specie nell’ultima decade le Israel
Aerospace Industries hanno consolidato partnership strategiche con il colosso
aerospaziale europeo Airbus e con le statunitensi Boeing, Lockheed Martin, General Dynamics e Raytheon. Tra le componenti belliche
prodotte compaiono soprattutto i recentissimi sistemi di difesa aerea “Iron Dome” e i sistemi anti-missile a corto e medio
raggio “David’s Sling”, “Arrow-2” e “Arrow-3”, ma soprattutto i velivoli aerei
a pilotaggio remoto “Heron”, in grado
di sorvolare i teatri operativi per lunghi periodi di tempo ad altitudini medie. Con
funzioni di sorveglianza, monitoraggio, rilevamento e assistenza alle
operazioni di combattimento, gli “Heron” sono stati utilizzati dalle forze
armate israeliane nelle operazioni d’attacco a Gaza, Libiano e Siria. Alcuni
velivoli sono stati acquistati anche dalle forze aeree di Australia, Canada,
Francia, India, Germania e Turchia; le agenzie europee Frontex ed EMSA a cui è affidato
il controllo e la “sicurezza” della frontiere esterne UE, si sono affidate ai
droni di IAI per le operazioni di “contenimento” dei flussi migratori nel
Mediterraneo.
Gli “Heron” israeliani sono pure
ben conosciuti in Mali: dall’1 novembre 2016 sono utilizzati infatti dall’esercito
tedesco per il supporto aereo alla missione MINUSMA. Sino ad oggi questi droni hanno svolto nel martoriato
paese africano più di 1.200 interventi con oltre 11.500 ore di volo. Qualche
mese fa le forze armate della Germania hanno rinnovato sino al giugno 2021 (con
un’opzione per un altro anno ancora) il contratto di servizio per i sistemi a
pilotaggio remoto; il contractor è Airbus Defence and Space, rappresentante in
Europa del gruppo IAI.
Sempre secondo Africa Intelligence,
il contratto per la protezione delle installazioni militari in Mali è stato
preceduto nel mese di giugno da un accordo delle Nazioni Unite con altre due
importanti aziende militari israeliane, Elbit Systems e MER Group, per la
fornitura di sofisticati sistemi di individuazione ed identificazione delle
“minacce”, video-camere, apparecchiature di telerilevamento e droni, più
relativi servizi di manutenzione e formazione del personale MINUSMA.
Elbit
Systems, interamente in mano alla finanza privata, è una delle maggiori aziende
internazionali produttrici di centri di telecomunicazione, sistemi di comando e
controllo, tecnologie di sorveglianza e per le guerre
elettroniche e cyber. Uno dei “gioielli” di morte più noto è il drone-spia e
killer “Hermes”, utilizzato dall’esercito israeliano durante il conflitto in
Libano nel 2006 e contro obiettivi civili palestinesi a Gaza e Cisgiordania tra
il 2008 e il 2014. MER Group è invece un’affermata azienda produttrice
di sistemi d’intelligence con sede a Holon e filiali e uffici di rappresentanza
in mezzo mondo (ben quindici nel continente africano).
La
missione MINUSMA ha preso il via a seguito della Risoluzione n. 2100 del 25
aprile 2013 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per sostenere il processo
politico di transizione e aiutare la stabilizzazione del Mali. Con la
successiva Risoluzione n. 2164 del 25 giugno 2014, le Nazioni Unite hanno ampliato
i compiti della missione internazionale alla ricostruzione e stabilizzazione della
sicurezza e alla protezione dei civili; al sostegno del dialogo politico e della
riconciliazione nazionale; all’assistenza al ristabilimento dell’autorità
statale e alla “promozione e protezione dei diritti umani nel paese”.
Alla forza
MINUSMA contribuiscono con proprie unità militari e di polizia 57 Paesi,
schierati nelle principali città del Mali tra cui Kidal, Gao, Tomboctu, Mopti e
la capitale Bamako. Alla
data del 20 ottobre 2020 erano schierati nel paese africano 1.421 civili, 25
“esperti”, 1.695 poliziotti, 443 ufficiali, 12.956 membri di forze armate e 176
“volontari UN”, più 7 velivoli aerei (con e sena pilota) e 24 elicotteri. I
paesi che più stanno contribuendo a MINUSMA in termini di personale sono il Bangladesh
1.601; la Guinea (1.512); il Ciad (1.456); il Burkina Faso: (1.255); l’ Egitto (1.208);
il Togo (1.206); il Senegal (999); il Niger (867); la Costa d’Avorio (816); la Germania
(429). L’Italia, invece, assegna annualmente alla missione internazionale sette ufficiali
dell’Esercito, impiegati quale personale di staff nel Quartier Generale
militare a Bamako.
Articolo pubblicato in Africa ExPress il 26 novembre 2020, https://www.africa-express.info/2020/11/26/israele-fornira-per-5-anni-alla-missione-dellonu-in-mali-i-sistemi-di-sicurezza/
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