Messina. Emilia Barrile, i Pernicone e il pressing in Comune per il concerto dei Pooh
Pugno di
ferro quello del neosindaco di Messina Cateno De Luca. La querelle a distanza con
Calogero Ferlisi, da vent’anni alla guida della Polizia municipale, è sfociata in
un procedimento disciplinare e nella destituzione di quest’ultimo. All’origine
del conflitto istituzionale, una divergenza di vedute sulle modalità di
repressione del commercio ambulante. De Luca ha inoltre deciso di trasferire provvisoriamente
Ferlisi al dipartimento Patrimonio del Comune e ha affidato l’incarico ad
interim di “capo” dei vigili urbani al dottor Salvatore De Francesco, dirigente
del dipartimento Politiche Educative e Sviluppo Economico. Determinante per la promozione
di De Francesco, il possesso del dirigente di un grado militare come “allievo
ufficiale di complemento” della Marina militare.
Per certi
versi, forse, inopportuna, la scelta di affidare il delicato incarico di Comandante
della Polizia municipale a Salvatore De Francesco. Stando a quanto emerso nell’inchiesta
giudiziaria Terzo livello che meno di
due mesi fa ha condotto all’arresto, tra gli altri, dell’ex Presidente del consiglio
comunale Emilia Barrile, il dirigente sarebbe stato “avvicinato” proprio dalla Barrile
“al fine di facilitare” alcuni imprenditori a lei vicini, interessati
alla gestione del servizio ristoro e parcheggi dello stadio comunale in
occasione delle partite del Messina calcio e di alcuni grandi concerti, in
particolare quello dei Pooh nel giugno 2016. Va detto che i magistrati non
hanno rilevato alcun comportamento illecito da parte di De Francesco (il
dirigente non risulta infatti tra gli indagati). Ma quella della concessione dello
stadio San Filippo è tra le vicende più eclatanti - secondo gli inquirenti - per
provare come Emilia Barrile fosse capace di “interferire, in
particolare, sull’operato degli uffici comunali, esercitando un’attività di
pressione e di condizionamento, in ordine ad una pratica amministrativa di
interesse dei fratelli Angelo e Giuseppe Pernicone (soggetti raggiunti da
ordinanza di custodia cautelare nell’ambito della cosiddetta Operazione Matassa in quanto gravemente
indiziati di essere partecipi di un pericoloso clan mafioso locale)”.
Per i magistrati peloritani,
proprio in vista del concerto del popolarissimo gruppo musicale italiano, la
Barrile avrebbe esercitato indebitamente il proprio status istituzionale per
fare assegnare ai Pernicone le attività di steward
ed i parcheggi nelle aree di pertinenza dello stadio, “ricevendo, in
contropartita, dai Pernicone, la promessa che, in occasione del concerto in
questione, nell’attività di ristorazione prevista, e nella percezione dei
relativi introiti, sarebbe stata coinvolta anche la cooperativa Peloritana
Servizi (o, comunque, altra impresa riferibile a Emilia Barrile e del
commercialista Marco Ardizzone, o soggetti o costoro, parimenti, riferibili)”.
“A partire dal mese di maggio 2016, in
prossimità della stagione estiva, riprendevano, infatti, i contatti tra i
fratelli Pernicone e il duo Barrile-Ardizzone: contatti che si erano interrotti
una volta definita la questione relativa alla sistemazione della stagione calcistica”, scrive il Giudice per le
indagini preliminari, dottoressa Tiziana Leanza. “L’oggetto di tale nuovo
intensificarsi delle relazioni, testimoniato da una serie di telefonate volte
alla programmazione di un incontro, veniva chiarito nel corso di una telefonata
registrata il 2 maggio 2016 tra la Barrile e l’Ardizzone nel corso della quale
la prima ragguagliava il secondo in merito all’argomento trattato con Pernicone
Giuseppe durante un convegno appena svoltosi, attinente nella sostanza a una
richiesta di intercessione della Barrile presso gli uffici comunali per far
conseguire ai Pernicone la concessione del servizio parcheggi per il concerto
dei Pooh, il cui organizzatore era un imprenditore catanese che a breve le
sarebbe stato presentato”.
Il giorno seguente, secondo gli
inquirenti, l’allora Presidente del Consiglio comunale “si attivava con Salvatore
De Francesco, dirigente del Comune di Messina, responsabile ad interim del
dipartimento Sport – Turismo - Cultura e
Tempo Libero al fine di facilitare i Pernicone nel conseguimento delle
concessioni cui ambivano”. La Barrile si prodigava inoltre a far ottenere all’impresa
catanese la concessione di utilizzo del san Filippo. “Tanto si ricavava da una
serie di contatti telefonici registrati tra il 5 e il 10 maggio 2016 tra la
Barrile, il De Francesco e i due Pernicone, volti a concordare un incontro
presso gli uffici del Comune per trattare la questione alla presenza, anche,
dell’impresario catanese; incontro che aveva luogo il 10 maggio 2016”.
“L’intervento della Barrile
sortiva I’effetto auspicato”, scrive il Gip del Tribunale di Messina. “Il
giorno stesso, infatti, il dipartimento comunale delle politiche culturali e
ricreative istruiva e proponeva alla Giunta, che la approvava in pari data, la
deliberazione relativa alla concessione dello stadio san Filippo all’impresa Musica e suoni di La Ferlita Sebastiano
& c. s.n.c. con sede in Catania, per la realizzazione del concerto previsto
per il 18 giugno 2016. A distanze di poche settimane, la Giunta comunale, su
proposta istruita dal De Francesco, quale dirigente del summenzionato
dipartimento comunale, autorizzava la società del La Ferlita a gestire anche i
parcheggi ubicati nell’area dello stadio, in occasione dell’evento musicale in
questione”.
Nonostante l’esito positivo del
pressing di Emilia Barrile, l’arresto dei fratelli Angelo e Giuseppe Pernicone,
avvenuto in quegli stessi giorni nell’ambito dell’inchiesta Matassa, non consentiva di dare luogo
alla “programmata spartizione” del servizio ristorazione e parcheggi. Al maxi-concerto
dei Pooh, il catering sarà poi affidato all’impresa “L’Ancora” di Vincenzo
Franza, mentre la gestione del parcheggio andrà ad un’impresa riconducibile a Raffaele
“Lello” Manfredi.
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