Messina, saccheggiare il territorio e vivere contenti
L’istituzione di un “tavolo tecnico per la
messa in sicurezza e la sistemazione dell’assetto idrogeologico del torrente
Trapani”. L’ennesima suggestiva narrazione dell’amministrazione comunale a
guida Renato Accorinti per occultare il saccheggio senza fine del territorio, madrine
ancora una volta le imprese in mano ai soliti noti. Un comunicato stampa del
Comune, pubblicato il 5 gennaio 2017, formalizzava l’accordo tra l’assessore
alle Politiche del territorio, l’ingegnere Sergio De Cola e un paio di società
costruttrici per “individuare possibili soluzioni e ristabilire condizioni di
sicurezza della collina e delle abitazioni realizzate in questa parte della
città”.
Il tavolo tecnico, annunciava con
soddisfazione Sergio De Cola, “ha prodotto iniziative ed azioni condivise: in
particolare, la società Residenza Immobiliare, in qualità di proprietaria delle
aree oggetto del programma costruttivo, darà procura alla Carmel S.r.l. per
redigere una variante al piano costruttivo originario, eliminando la cause del
dissesto idrogeologico attualmente in atto nella zona; successivamente, il
Comune di Messina proporrà all’Autorità Giudiziaria di valutare la possibilità
di dissequestro di parte delle aree per potere avviare i lavori previsti per la
messa in sicurezza che, se autorizzati, saranno regolati da una nuova
convenzione con l’Amministrazione”.
Una scelta, quella dell’assessore, che aveva
fatto storcere il muso agli ambientalisti, perlomeno a quelli meno distratti. Proprio
il progetto di realizzazione del megacomplesso edilizio da parte del duo
Residenza Immobiliare – Carmel Srl nel torrente Trapani è stato al centro di
una complessa indagine giudiziaria. Il 13 luglio 2016, sei mesi prima cioè del
tavolo tecnico in Comune, la Seconda sezione penale del Tribunale di Messina,
presidente il dottor Mario Samperi, ha emesso una pesante sentenza di condanna
in primo grado a danno di alcuni degli imputati: un anno e tre mesi di
reclusione e 20.000 euro di ammenda più altri 6 mesi di reclusione e 10.000
euro per i sei reati contestati al costruttore originario di San Piero Patti,
Giuseppe Pettina (rappresentante legale della Pett Srl) e Silvana Nastasi
(Se.Gi. Srl); un anno e tre mesi più 20.000 euro di ammenda a Franco Lo Presti
(rappresentante legale della società Residenza Immobiliare delle Imprese C.O.C.
e Costa Srl), Nicola Biagio Grasso (Carmel Srl) e Francesco Rando, dirigente
pro tempore del Dipartimento “Attività edilizie e repressione abusivismo” del
Comune di Messina.
“E’ indubbio che da tutto il complesso delle
opere eseguite risulta una palese violazione dell’art. 2 delle norme tecniche
di attuazione del piano regolatore generale, con gravi rischi per l’incolumità
pubblica”, scrivono i giudici nella loro sentenza. “In altri termini, non si è
affatto in presenza di scelte meramente inopportune sul piano
urbanistico-amministrativo ma di un vero e proprio contrasto dell’intero
strumento urbanistico e degli atti esecutivi consequenziali a precetti imposti
per il corretto governo del territorio a tutela dell’interesse collettivo alla
sicurezza e salubrità degli insediamenti abitativi”. I giudici sottolineano
altresì che “le macroscopiche violazioni accertate sono state commesse nel
quadro di una trasformazione rilevantissima del territorio in contrasto con i numerosi
parametri urbanistici esaminati”, integrando così il reato di “lottizzazione
abusiva materiale”. “Il complesso delle violazioni riscontrate (sotto il
profilo del vincolo idrogeologico ed ambientale, delle variazioni non
autorizzate del programma costruttivo, del cronogramma eseguito e
dell’inadeguatezza delle opere di urbanizzazione) ha posto in evidenza che il
programma costruttivo e gli atti concessori erano affetti da una serie di
palesi illegittimità di tale portata da non poter sfuggire a nessuno degli
imputati”, si legge ancora nella sentenza.
Per i danni prodotti, gli amministratori
delle società coinvolte nell’affaire torrente Trapani sono stati condannati
altresì al risarcimento dei danni a favore del Comune di Messina e del WWF
Italia, associazione ambientalista rappresentata in giudizio dall’avvocata
Aurora Notarianni. Proprio il WWF, con un esposto all’Autorità giudiziaria del 30
aprile 2009, aveva segnalato “possibili abusi edilizi in violazione delle norme
di tutela vigenti in materia ambientale”, durante la realizzazione delle opere
in torrente Trapani da parte de La Residenza Immobiliare
delle imprese C.O.C e Costa S.r.l.”. “Oltre a presentare irregolarità
procedurali per la normativa vigente, queste opere assumono carattere di elevato
rischio idrogeologico che la città, a seguito di quanto accaduto anche
recentemente, non può essere in grado di sopportare senza possibili gravi
rischi futuri”, denunciava il WWF Italia. “Da nostri rilevamenti nel giugno del
2006, i lavori di urbanizzazione erano in corso, mentre l’attività edilizia
risultava avviata nel giugno del 2007, già in piena vigenza della ZPS Zona a
Protezione Speciale. Nonostante tali segnalazioni, le opere sono continuate,
portando la ditta a presentare l’istanza per la Valutazione di
Incidenza nel luglio del 2007, ma senza per questo sospendere le attività che
ci risultano proseguite anche durante l’istruttoria presso la Commissione
Valutazione di Incidenza (settembre – novembre 2007)”.
L’associazione ambientalista stigmatizzava
altresì l’enorme dimensione dell’intervento: 239 unità abitative e 1.104 nuovi
abitanti per un totale di 81.050 mq, più una nuova strada per 750 metri. “La Valutazione di Incidenza risulta redatta
dallo Studio Dolfin e associati, che risulterebbe anche far parte della
Commissione Valutazione di Incidenza istituita con determina del sindaco
nell’agosto del 2007”, aggiungeva il WWF. “La lettura della Valutazione di
Incidenza è risultata priva della importantissima valutazione delle opere congiuntamente ad altri piani e/o progetti,
rendendo di fatto tale importantissimo strumento, inutile e inconsistente ai
fini della valutazione della compatibilità delle opere con i valori
naturalistici per i quali il sito è stato individuato”. Erano altresì
denunciati “numerosi sbancamenti anche di notevole entità, visibili a distanza”
nonché una “notevole situazione di instabilità dei pendii, segnati da evidenti
solchi di scorrimento delle acque piovane e punti di frana”.
A seguito dell’esposto del WWF, la Procura
della repubblica di Messina avviava le indagini e nel dicembre 2011, su disposizione
del giudice Daria Orlando, veniva ordinato il sequestro dell’area di cantiere
del secondo lotto funzionale della “Residenza Immobiliare” e delle opere di
urbanizzazione. A convincere i magistrati sulla necessità di bloccare le opere,
i gravissimi rilievi riportati nella relazione scaturita dal sopralluogo ai
cantieri in data 30 marzo 2010 del personale dei Vigili del Fuoco e dell’Ufficio
del Genio Civile di Messina. “La realizzazione di più complessi edilizi
posizionati in sommità alle colline ha richiesto notevoli interventi di
sbancamento e movimentazione di terra”, riportavano gli ispettori. “Si è
riscontrato che una consistente quantità di materiale, proveniente con molta
probabilità dai predetti scavi, è stata accumulata lungo i versanti limitrofi e
versa in precarie condizioni di equilibrio in quanto nessun intervento di
stabilizzazione è stato eseguito. In caso di abbondanti precipitazioni
meteoritiche si potrebbero infatti innescare fenomeni di ruscellamento che
riverserebbero verso valle ingenti quantità di materiale detritico, con
conseguente pericolo per la pubblica e privata incolumità e blocco della
viabilità”.
Alla luce di quanto riportato sopra, appare
pertanto del tutto incomprensibile e difficilmente sostenibile la decisione
dell’assessore De Cola di istituire un
“tavolo tecnico di risanamento” con due delle società che più hanno
contribuito allo scempio-affaire in torrente Trapani e i cui rappresentanti legali
hanno pure subito una pesante condanna penale in primo grado. Come se ciò non
bastasse, le recenti indagini del Raggruppamento Operativo Speciale – ROS
dell’Arma dei Carabinieri sulla penetrazione criminale mafiosa del clan
Santapaola nell’economia peloritana (Operazione Beta), hanno accertato l’interesse
di alcuni imprenditori ritenuti vicini ai clan sul megaprogetto abitativo in torrente
Trapani. I ROS, nella loro informativa inviata ai giudici della Direzione Distrettuale
Antimafia il 7 settembre 2015, dedicano all’affaire un intero capitolo. In
particolare, gli inquirenti ritengono che l’imprenditore di origini milazzesi
Biagio Grasso, “soggetto già emerso in pregresse attività di
indagine del ROS perché vicino alla criminalità organizzata barcellonese nonché indiziato di appartenere alla famiglia mafiosa Santapaola-Romeo di Messina”,
nel corso di numerose intercettazioni ambientali e telefoniche ha riferito ai
propri interlocutori “di
essere intestatario – per conto del sodalizio – di terreni ed appartamenti per
un valore di diversi milioni di euro lungo tutto il Torrente Trapani”. “Vedi
che l’abbiamo come al Torrente Trapani una miniera d’oro, ma dobbiamo fare in
modo di non farci fottere dallo stress...”, affermava il Grasso nell’aprile
2014 in un colloquio con Vincenzo Romeo, indicato dagli inquirenti come uno dei
“promotori” dell’associazione mafiosa legata ai Santapaola.
I ROS ritengono altresì che un “prestanome”
di Grasso sarebbe stato l’imprenditore Franco Lo Presti, “dal 2 febbraio 2011 amministratore unico
de La Residenza Immobiliare delle Imprese COC e Costa S.r.l.. ed amministratore
unico della società successivamente in fallimento Se.Gi. S.r.l. (di intera
proprietà della Solea S.r.l. di Biagio Grasso), entrambe interessate al
realizzando complesso edilizio denominato La
Residenza sito in Messina in viale Torrente Trapani; sub-appaltato per il
completamento dei lavori alla società Carmel S.r.l. e la cui iniziativa
imprenditoriale è senza dubbio da legare all’esigenza del sodalizio di
reimpiegare i proventi illeciti accumulati in settori economici diversificati
così da renderli di difficile individuazione”.
“Le indagini connesse
all’episodio in questione – aggiunge il ROS - quest’ultimo ancora in itinere al momento
della presente trattazione a causa di un’imprevista evoluzione burocratica
della vicenda amministrativa e relativa al sequestro preventivo (GIP Daria Orlando)
nell’ambito di una indagine della Procura di Messina dopo che il Genio Civile aveva
fermato il progetto all’inizio del 2010 a causa della mancanza di opere di
stabilizzazione della collina e di contenimento e di urbanizzazione primaria,
hanno avuto il pregio di mettere in luce sia il livello di pervasività della
famiglia mafiosa investigata che ha dimostrato comunque di potersi insinuare
nell’amministrazione comunale al fine di condizionare la gestione della cosa
pubblica, sia le singole responsabilità dei soggetti coinvolti, alcuni dei
quali appartenenti allo stesso ente e, al contempo, a disposizione del comparto
criminale messinese”.
L’indagine Beta ha
ricostruito le identità degli attori e i passaggi più salienti dell’intero affare.
Come
emerge dall’atto di compravendita di immobili stipulato il 12 gennaio 2011 tra
la Se.Gi. S.r.l. e la Carmel S.r.l., la prima società è proprietaria dei
terreni in gran parte edificabili del complesso La Residenza e su altri terreni anche di altre ditte, nel medesimo
comprensorio del Torrente Trapani; mentre “La Residenza Immobiliare delle
Imprese Coc e Costa S.r.l.” è la società che ha presentato al Comune di Messina
il programma per la realizzazione del complesso di edilizia convenzionata, approvato
con delibera del Consiglio comunale il 16 aprile 2003. La costruzione di una
palazzina per complessivi 28 alloggi è stata affidata invece dalla Se.Gi. S.r.l.
all’impresa Carmel; a quest’ultima, inoltre, la stessa Se.Gi. ha deliberato di
trasferire le aree edificabili di cui è proprietaria, cedendo altresì la
posizione contrattuale di promittente venditrice nei contratti preliminari con
incasso delle relative caparre per un ammontare di 374.080 euro.
“Le
conversazioni ambientali intercettate nell’ambito della presente indagine hanno
permesso di acquisire inequivocabili fonti di prova che riconducono agli
interessi patrimoniali del sodalizio investigato gli immobili oggetto di
sub-appalto dalla Se.Gi. S.r.l. alla Carmel S.r.l.”, scrive il ROS
nell’informativa Beta. “Grasso Biagio, che nel corso delle indagini ha
manifestato in più occasioni la propria potenza economica ed imprenditoriale
celata mediante l’utilizzo di interposte persone nell’intestazione delle
proprie società e l’occultamento di capitali all’estero, ha dato indicazioni a Domenico
Bertuccelli, amministratore unico della subappaltatrice Carmel S.r.l., in
merito a quali azioni dovessero essere intraprese al fine far dissequestrare
l’area, e quindi riprendere i lavori di costruzione e completamento,
estromettendo da ogni scelta relativa l’amministratore unico della
subappaltante Se.Gi. S.r.l., Franco lo Presti”. “Torrente Trapani è bloccata da 4 anni, ma se
mi riesce a spostarmi la cubatura, che ora la legge lo prevede, qua sotto in
via La Farina, io invece di fare case popolari, faccio le case più lussuose di
Messina”, spiegava il Grasso a Bertuccelli nella primavera 2014. “Quando
riusciremo a togliere quel sequestro del cantiere Trapani risolveremo molte
cose”. Bertuccelli comunque rassicurava l’interlocutore, riferendogli di
essersi già recato in Tribunale per depositare il dissequestro e di aver preparato
tutta la documentazione con l’avvocato Andrea Lo Castro, noto professionista di
Messina, successivamente raggiunto da mandato di cattura nel corso
dell’Operazione Beta. “L’impossibilità
di proseguire i lavori in quel cantiere, dettata dal sequestro in essere,
avrebbe indotto Biagio Grasso – coadiuvato dall’avv. Lo Castro, sul conto del
quale si è detto in ragione dell’ausilio dal medesimo prestato al sodalizio al
fine di occultare il relativo patrimonio – a condurre scelte imprenditoriali
per conto della ditta appaltante Carmel S.r.l., finalizzate in particolare
all’annullamento del contratto d’appalto stipulato tra questa e la Se.Gi. S.r.l.,
amministrata formalmente da Franco Lo Presti” annotano i militari del ROS.
Atteso che i beni oggetto di sequestro sarebbero stati successivamente
dissequestrati dopo l’emissione dei prescritti pareri del Comune, il 17 luglio 2014,
Grasso e Bertuccelli si confrontavano sulle possibilità di superare gli
ostacoli frapposti all’ultimazione dei lavori dal Comune di Messina connessi
all’esigenza di mettere in sicurezza l’immobile attraverso la realizzazione di
un muro di contenimento con l’intervento della solita Carmel. “Ulteriori elementi
di prova hanno altresì dimostrato che anche gli aspetti relativi agli ostacoli
burocratici frapposti dal Comune alla prosecuzione dei lavori edili per la realizzazione
dell’opera in disamina, sono stati superati dal sodalizio facendo ricorso alle
relazioni clandestine già documentate nella presente informativa con l’ingegnere
Raffaele Cucinotta, al tempo direttore di
sezione tecnica della Ripartizione Urbanistica del Comune”, annota il ROS.
“A tal proposito si rappresenta che il 10 maggio 2014, Biagio Grasso e Raffaele
Cucinotta si mettevano d’accordo sui particolari che il primo avrebbe dovuto
rappresentare all’assessore De Cola nel corso di un incontro che quest’ultimo
avrebbe dovuto avere a Palazzo Zanca con Grasso. Emergeva così, che sarebbe
stata affrontata anche la problematica connessa alle opere di urbanizzazione
richieste dal Comune per il cantiere di Torrente Trapani”.
Il
Raggruppamento Operativo Speciale dell’Arma dei Carabinieri chiude le sue
indagini sull’affaire cementificazione richiedendo ai giudici il sequestro preventivo della Carmel Srl. “Capitale sociale 54.000
euro (deliberato e sottoscritto ma di cui 13.500 versati), la società ha sede
legale a Messina
in via Monsignor D’Arrigo n. 90 (la stessa sede legale delle società
riconducibili a Biagio Grasso, denominate Solea S.r.l. e Se.Gi. S.r.l.), costituita in data 27/02/2009”. Il ROS ricostruisce i farraginosi passaggi
che hanno portato all’acquisizione della società leader del progetto di
urbanizzazione. “Il
27/02/2009 Giuseppe Puglisi quale amministratore unico della GPA S.r.l. (quota
pari a 18.920 euro dell’intero capitale sociale); Simona Ganassi, amministratore unico della Sibi General
Construction S.r.l. (quota pari a 17.820 euro); Giuseppe Denaro, amministratore
unico della GDH S.r.l. (12.150), Vincenza Gangemi per conto di Antonino
Denaro, quale amministratore unico della Società Gestioni Immobiliari S.r.l.
(5.940), costituivano la Carmel S.r.l., versando il 25% del capitale sociale
pari a 13.500 euro. Il 5/11/2009 Simona Ganassi cedeva la propria quota di
partecipazioni a Lucia Russo (coniugata con Nicola Biagio Grasso). Lo stesso
giorno erano anche Giuseppe Puglisi, Giuseppe Denaro e Antonino Denaro a cedere
le proprie quote di partecipazione, complessivamente di 36.180 euro (di cui
versati 23.680), per la cifra di 23.680,50. Il 7/7/2011 Lucia Russo cedeva la
propria quota di 17.820 euro a Domenico Bertuccelli, per il medesimo prezzo. Sempre
il 7 luglio 2011, Nicola Biagio Grasso cedeva la propria quota di 36.180 euro a
Teresa Cavò (rappresentata per procura speciale da Domenico Bertuccelli), per
il medesimo prezzo (…) Carmel S.r.l. è stata intesta dal 5/11/2009
ai genitori di Biagio Grasso, Nicola Biagio e Lucia Russo che l’hanno
acquistata per un prezzo complessivo pari a 28.135,50 euro. Il 7/7/2011 è stata
poi intestata a Domenico Bertuccelli e Teresa Cavò, che l’hanno acquistata per
l’importo totale di 54.000 euro”.
La ricostruzione del ROS riserva una sorpresa, quella della presenza tra
i primi ex soci di Carmel della società GDH Srl, sede a Messina in via XXVII
luglio 61. Costituita il 13 dicembre 2007 con un capitale sociale interamente
versato di 100.000 euro, GDH controlla a sua volta il 98% del capitale di
Irrera 1910, la società a responsabilità limitata titolare dell’omonimo
prestigioso ritrovo bar-pasticceria di Messina. Amministratore e socio unico di
GDH, come abbiamo visto, è l’imprenditore Giuseppe Denaro, consorte
dell’odierna assessora comunale ai Servizi sociali, Nina Santisi.
Articolo pubblicato in Stampalibera.it il 14 settembre 2017, http://www.stampalibera.it/2017/09/14/linchiesta-di-antonio-mazzeo-laffaire-torrente-trapani-messina-come-saccheggiare-il-territorio-e-vivere-contenti/
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