Hotspot migranti a Messina. Quando l'assessore De Cola diceva "Lo voglio!!!"
“Il
governo nazionale finora non ha mai localizzato le strutture d’accoglienza
senza prima essersi confrontato con le amministrazioni locali. E’ quindi
impossibile che Accorinti non abbia dato un assenso di massima, a meno che il
sindaco non voglia dire di non aver compreso bene la questione". Così ha
dichiarato a Tempostretto l'ex ministro Gianpiero D'Alia "Non vorrei che
si sia trattato di uno scambio politico legato al Patto per Messina. Il Comune
fa realizzare l’hotspot e in cambio il governo velocizza le opere del
Masterplan. In questo caso sarebbe un duplice errore, perché l’hotspot causerà
tensioni sociali e le opere del Masterplan non sono una cortesia, un regalo, ma
un atto dovuto”.
D'Alia
ammette inoltre di aver suggerito lui in un primo tempo l'utilizzo di Bisconte
per l'accoglienza migranti in alternativa alla vergognosa tendopoli dell'Annunziata,
all'interno dell'ex Campo di baseball di proprietà dell'Università degli studi,
ma di aver poi sollecitato l'amministrazione comunale a richiedere l'area di
Bisconte per realizzarvi il secondo Palazzo di giustizia, scelta invece fatta
per l'area dell'Ospedale militare. "Una soluzione che comporterà tempi
biblici ed una procedura lunghissima della quale al momento si ha notizia solo
di un incontro”, ha affermato D'Alia.
Nostro
malgrado, dobbiamo ammettere che il senatore centrista, in una prima fase
sostenitore dell'amministrazione Accorinti, dice il vero.
Ecco
quanto avvenuto:
Il
17 marzo 2014, il sindaco Accorinti annunciava una trasferta a Roma, per affrontare
il tema dell’ex caserma di Bisconte. Secondo le intenzioni dell’amministrazione
comunale, a Bisconte dovranno nascere un centro di accoglienza e il nuovo
palazzo di giustizia. “E’ un’area di 70mila metri quadri – spiegava il sindaco
-, talmente grande che si possono fare entrambe le cose, ovviamente separate.
Spero di poter andare a Roma, a parlare direttamente con il ministro Alfano,
già nel corso di questa settimana. La nostra scelta ricade su Bisconte perché è
l’area più vicina ad uno svincolo della tangenziale.E’ anche un’occasione in
più per mettere in sicurezza il torrente Bisconte”.
IL 2
luglio 2014, però, l'allora vicesindaco Guido Signorino, confermava al
presidente della Corte d’Appello, Nicolò Fazio, che l’Amministrazione comunale
aveva contattato il Governo, per ottenere che uno spazio adeguato della Caserma
Crisafulli-Zuccarello (attuale Ospedale Militare) fosse messo a disposizione
per la realizzazione immediata del secondo palazzo di giustizia. “Dopo avere
discusso di questa opportunità col ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ed
averla condivisa con l’onorevole Vincenzo Garofalo, il sindaco, Renato
Accorinti, ha sottoposto questa ipotesi al ministero della Difesa all’inizio
del mese di giugno e il 15 giugno al governo Renzi”.
Il
cambiamento di orientamento dell'amministrazione Accorinti avviene nei mesi in
cui l'assessore all'Urbanistica Sergio De Cola "monitorava" l'area
delle ex caserme di Bisconte per realizzarvi un grande centro d'accoglienza per
i rifugiati. Ecco quanto riportato il 18 aprile 2014 dalla testata online
quimessina.it
L’Area
militare di Bisconte, localizzata sopra il Villaggio Camaro, potrebbe davvero
essere la soluzione per dare accoglienza ai profughi. Questa è l’idea
dell’assessore comunale all’Urbanistica, Sergio De Cola, dopo il sopralluogo
nel presidio ministeriale, svoltosi lo scorso martedì 15 aprile, insieme ad una
delegazione di circa 10 componenti della Difesa.
La
vasta zona che si estende per 70 mila metri quadri risulta formata da tre
grandi caserme: Gasparro, Masotto e Neserva. “Quest’ultima, rispetto alle
altre, sembra in buono stato – chiarisce De Cola -. Tutte le caserme hanno
spazi enormi con altrettanti fabbricati al loro interno enormi, per cui ci si
domanda perché non si è fatta mai richiesta agli organi competenti per poterle
utilizzare. Il responsabile della struttura ha dichiarato di voler cedere ben
volentieri alcune parti o addirittura l’intera area al Comune di Messina per
gestirla nell’ambito della programmazione d’emergenza abitativa, quale potrebbe
essere l’ospitalità agli immigrati in fuga dal loro Paese e giunti nelle nostre
coste. Bisogna attendere che le Autorità militari ci inoltrino la
documentazione mancante e ulteriori dati e autorizzazioni, dopo l’avvenuta
visita che permetterà di decidere su quali specifiche zone operare anche in
base alla disponibilità finanziaria”.
La
Neserva era adibita ad alloggio delle truppe quindi è già attrezzata di
dormitori e servizi igienici. “Occorre fare il punto degli interventi di
riqualificazione e manutenzione – osserva ancora De Cola -. A detta degli
esperti che hanno partecipato alla visita, gli edifici presenti sono dotati dei
requisiti di sicurezza, essendo parte integrante di una zona militare,
particolarmente attenta alle norme strutturali e d’impianto”.
Ricordiamo
che Messina ha potuto già accedere ai fondi Pon Metro 2014/2020 pari a 80-100
milioni di euro, destinati alle città metropolitane delle regioni ad Obiettivo
convergenza. Potrà, per l’esattezza, investire 58 milioni di euro per un piano
di inclusione sociale. Di questa somma, 10 milioni e 800 mila euro saranno
dirottati per il recupero delle aree militari dismesse quindi compresa
Bisconte.
Ecco
avviato l'iter per convertire l'ex caserma Bisconte prima in centro di
"prima accoglienza" per adulti migranti e minori stranieri non
accompagnati", Centro Hub poi per rifugiati e adesso hotspot Frontex-Ue
per l'identificazione, la detenzione e l'espulsione di chi è in fuga dalle
guerre e dai crimini socio-ambientali prodotti dal modello di sviluppo neoliberista.
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