Riparte il MUOS tra sviste ed errori tecnici
Nella stazione di Cape Canaveral, Florida, le forze
armate Usa e i tecnici di Lockheed Martin stanno per avviare il count down per il lancio del vettore
spaziale Atlas 5-551 con a bordo il terzo satellite del MUOS (Mobile User Objective System), il nuovo
sistema di telecomunicazioni satellitari che conterà su cinque satelliti
geostazionari e quattro terminali terrestri, uno dei quali in via di completamento
a Niscemi, Caltanissetta. Il conto alla rovescia prenderà il via la notte del
19 gennaio, mentre il lancio è programmato, salvo imprevisti dell’ultima ora,
per martedì 20 tra le 19.42 e le 20.26 locali,
dal complesso n. 41 della grande base aerospaziale. L’Atlas 5 condurrà il MUOS
3 nell’orbita prefissata tre ore dopo il lancio; subito dopo il satellite di
Lockheed Martin inizierà una serie di manovre indipendenti che lo
posizioneranno nell’orbita geostazionaria finale a 22.300 miglia dalla terra. “Questo
terzo lancio del MUOS segna un ulteriore passo per raggiungere la completa
funzionalità del sistema satellitare entro il 2016”, ha dichiarato il capitano Joseph
Kan, direttore del programma MUOS di US Navy. “La Marina, in stretta
collaborazione con l’Esercito e l’Aeronautica e le nostre industrie partner,
sta creando il futuro delle comunicazioni satellitari mondiali per gli Stati
Uniti e, potenzialmente, per le nazioni alleate”.
Per Iris Bombelyn,
vice presidente per le comunicazioni in banda larga di Lockheed Martin, con
il terzo satellite si espanderà notevolmente la copertura della nuova rete
mobile satellitare. “La costellazione del MUOS supporterà le comunicazioni in
voce e video e lo scambio di dati tra le unità da guerra”, ha spiegato
Bombelyn. “Le antenne del MUOS sono state progettate per facilitare le
comunicazioni in UHF (Ultra High
Frequency) e quando il sistema satellitare sarà operativo, tutti gli utenti
potranno mettersi in rete, in modo sicuro, grazie a una tecnologia basata sul
Protocollo Internet per trasmettere e ricevere da qualsiasi parte del mondo
essi si trovino”.
A
fine dicembre, Lochkeed Martin ha reso noto di aver completato all’interno dei
propri stabilimenti di Sunnyvale, California, la costruzione di un mega
terminare radio che consentirà di velocizzare le comunicazioni tra le unità e i
sistemi di guerra “utenti” del MUOS (cacciabombardieri, sottomarini, unità
navali, droni, ecc.). La Test Radio Access Facility (TRAF) di Lockheed Martin,
costata più di 6,5 milioni di dollari, consentirà la connessione ultra-veloce
tra più di 55.000 terminali, utilizzando il codice d’accesso per le trasmissioni
in banda larga del MUOS Wideband Code Division Multiple Access. “La nuova Test Radio Access Facility accrescerà le
capacità sperimentali e operative dell’azienda e ci consentirà di sviluppare nuovi
software, hardware e ulteriori applicazioni utilizzando i segmenti e i
simulatori satellitari”, ha dichiarato Glenn Ladue, manager del programma MUOS
TRAF.
Il
via al satellite numero 3 e la
realizzazione dei nuovi impianti in California non hanno tuttavia placato le
polemiche sulla dubbia funzionalità del multimiliardario sistema satellitare.
Una serie interminabile di errori progettuali hanno causato rilevanti ritardi
all’intero programma. Il lancio del terzo vettore Atlas era stato previsto
entro l’autunno 2014, ma un “inatteso” problema rilevato nella primavera 2013, ha
costretto a rinviarlo al 20 gennaio 2015. Nello specifico, i tecnici di
Lockheed Martin avevano scoperto un insufficiente adattamento dei sistemi di
comunicazione UHF nel satellite agli enormi sbalzi di temperatura che si
registrano nello spazio.
“Il
ritardo per il terzo satellite MUOS non comporterà costi aggiuntivi al
programma”, ha dichiarato John Zangardi, vicesegretario di US Navy, nel corso di
una sua recente audizione davanti al Sottocomitato per le Forze armate del
Senato. La direttrice per la gestione degli acquisti governativi dell’U.S.
Government Accountability Office (GAO), la Corte dei Conti statunitense,
Cristina Chaplain, ha però pubblicamente criticato l’operato dei militari e
delle aziende contractor. “Attualmente più del 90% delle funzioni del primo
satellite MUOS messo in orbita sono sottoutilizzate a causa dei ritardi
registrati per portare a termine il programma”, afferma Cristina Chaplain in un
report pubblicato nel marzo 2014. “Le forze armate fanno affidamento sulle
connessioni dei terminali ma non sono in grado di avvantaggiarsi delle maggiori
funzioni offerte dal nuovo sistema satellitare”. L’ennesima doccia fredda è
giunta nell’ottobre scorso, quando il Comando di US Navy ha reso pubblico che
il cosiddetto “test di valutazione operativo multifunzione” del MUOS - previsto
inizialmente nell’aprile 2014 e poi rinviato a giugno - è stato posticipato al
dicembre 2015 “a causa dei problemi d’integrazione della nuova frequenza radio
del sistema con i quattro terminali terrestri”.
I primi due satelliti del MUOS sono stati lanciati,
rispettivamente, nel febbraio 2012 e nel luglio 2013. Il lancio del quarto
satellite, pianificato per il gennaio 2015, non avverrà prima della fine della
prossima estate mentre il quinto e ultimo satellite dovrebbe essere lanciato da
Cape Canaveral nel luglio 2016, anche se non è stato ancora scelto il tipo di
vettore che lo trasporterà. Se il cronogramma sarà rispettato, la rete tra terminali
terrestri e satelliti sarà pienamente operativa a partire del 2017, mentre nel
biennio 2018-19 diverranno compatibili con il sistema MUOS i primi 12.000 terminali-utenti.
I circa 53.000 terminali finali saranno in rete solo alla fine del 2025.
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