Italia in Ciad per grande esercitazione militare US Africom
Forze
armate italiane in Ciad per un’articolata operazione militare multinazionale sotto
il Comando Usa. Dal 16 febbraio al 9 marzo 2015, un contingente italiano parteciperà
a “Flintlock 2015”, la principale esercitazione di pronto intervento di US
Africom, il Comando delle forze armate Usa per il continente africano. Le operazioni
saranno coordinate da un centro interforze nella capitale N’Djamena e si
svolgeranno principalmente in Ciad e, secondariamente, anche in Camerun, Niger,
Nigeria e Tunisia. A “Flintlock 2015” parteciperanno oltre 1.200 militari
provenienti da venti paesi (oltre all’Italia, Belgio, Burkina Faso, Danimarca,
Canada, Ciad, Estonia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Lituania, Mali, Mauritania,
Norvegia, Olanda, Repubblica Ceca, Senegal, Spagna, Stati Uniti e Svezia). “Sotto
la guida dello US Special Operations
Command Forward – West Africa, Flintlock è un’esercitazione congiunta
finalizzata a perfezionare lo scambio d’informazioni a livelli operativi e
tattici nella regione del Sahara e a promuovere una più stretta collaborazione e
coordinazione”, spiega il Comando di US Africom. “Quest’esercitazione punta all’interoperabilità
e alla capacity-building tra le forze
militari anti-terrorismo del continente africano, dell’Occidente e degli Stati Uniti
d’America. Essa rafforza le istituzioni responsabili della sicurezza e sviluppa
la mutua cooperazione tra le nazioni aderenti alla Trans-Sahara
Counter-Terrorism Partnership (TSCTP). Flintlock consente inoltre a US Africom
di sviluppare le iniziative di addestramento militare e di cooperazione regionale
multinazionale”.
La
scelta del Comando Usa di svolgere in Ciad la maggiore esercitazione annuale del
continente africano, è stata accolta con particolare favore dal governo e dalle
autorità militari locali. “Si tratta di un evento importantissimo per la storia
militare del nostro paese”, ha dichiarato il generale Zakaria Ngobongue, comandante
dell’esercito del Ciad. “Le forze armate nazionali svilupperanno le attività
addestrative di Flintlock ‘15 con la
consapevolezza di contribuire al rafforzamento delle relazioni tra i militari
dei paesi partecipanti e della loro capacità ad assicurare una condizione di
stabilità per la crescita e lo sviluppo della regione. Quest’esercitazione
premia l’impegno e il progresso dei nostri militari, in tutti questi anni, nel
dare sicurezza e stabilità al nostro popolo”.
La
disponibilità del Ciad ad ospitare “Flintlock 2015” è stata particolarmente apprezzata
da Washington. “L’esercitazione multinazionale è un esempio perfetto della
cooperazione regionale e internazionale tra partner africani, europei e nord
americani”, ha dichiarato l’ambasciatore Usa in Ciad, James A. Knight. “Flintlock ‘15 si realizza grazie al
successo e alle lezioni apprese nel corso delle precedenti esercitazioni, condotte
ininterrottamente dal 2005 per ridurre il peso e ogni forma di sostegno delle
organizzazioni estremiste violente”.
I
giochi di guerra previsti nei prossimi mesi in Ciad sono stati al centro di un affollato
convegno sulla “cooperazione alla sicurezza nella regione del Sahel”, tenutosi N’Djamena
a metà dicembre, a cui hanno partecipato i leader delle comunità tradizionali
del paese, i responsabili delle forze armate nazionali, l’ambasciatore statunitense
Knight e il generale James B. Linder, Comandante in capo del Comando Usa per le
operazioni speciali in Africa. “Le minacce che provengono dalle organizzazioni
estremiste necessitano di un approccio più aggressivo da parte dei paesi della
regione maggiormente colpiti”, ha dichiarato Sua Maestà il Sultano Tamitah Djidingar, presidente dell’Association of Tribal Leaders,
co-organizzatrice dell’evento. “I militari non devono più essere visti
come l’altro e non devono essere un’entità
estranea”, ha aggiunto Sua Maestà il
Sultano. “La coalizione civili-militari deve essere la cortina che
sbarra la strada a tutte le forme d’estremismo, al terrorismo e ai trafficanti.
Con l’ospitalità di Flintlock 2015, il
Ciad ha un’opportunità unica per migliorare la partnership tra le forze militari
della regione e internazionali, così come quella tra la popolazione civile del
paese e le sue forze armate. Noi combatteremo insieme e insieme sconfiggeremo
il male comune”.
Il
Ciad, uno dei paesi più poveri dell’Africa, ha visto accrescere nell’ultimo
decennio il proprio ruolo di protagonista politico-militare regionale. “Le
crisi in Mali e nella Repubblica Centrafricana, in particolare, hanno fornito a
N’Djamena l’opportunità di candidarsi a svolgere un ruolo militare e
diplomatico sempre più incisivo in questi difficili teatri”, scrive Vincenzo
Gallo in un suo recente studio pubblicato dal Centro Studi Internazionale - Cesi.
“Tale atteggiamento proattivo ha avuto il triplice effetto di favorire il
rafforzamento delle relazioni con quei Paesi occidentali impegnati nella lotta
al terrorismo in Africa, in primis Francia e Stati Uniti, di dimostrare
all’opinione pubblica internazionale la volontà del N’Djamena di impiegare le
ingenti risorse destinate alla difesa non solo per scopi di sicurezza interna
ma anche per il mantenimento della stabilità regionale, e infine di consolidare
il proprio ruolo di attore emergente in Africa”.
Le
scelte politico-militari del Ciad hanno però comportato enormi sacrifici in
termini di risorse economiche e vite umane. “Nell’ultimo decennio gli ingenti
introiti derivanti dall’estrazione di petrolio hanno permesso al Presidente
ciadiano, Idriss Deby Itno, al potere ininterrottamente dal 1990, di investire
cifre considerevoli nel settore difesa”, aggiunge Vincenzo Gallo. Stando ai
dati ufficiali, nel 2011 il Ciad ha destinato il 2,6% del proprio PIL alle
spese militari. La sola partecipazione alle operazioni in Mali con AFISMA (African-led International Support Mission to
Mali) ha comportato una spesa di 114 milioni di dollari circa, mentre più
di 30 militari ciadiani hanno perso la vita in combattimento. Discutibile nelle
forme e negli esiti il contributo del Ciad alle operazioni di peacekeeping dell’Unione africana nella
Repubblica Centrafricana; nell’aprile
2014, il governo ha formalizzato il ritiro del contingente di
850 soldati, dopo che era stato documentato che alcuni militari ciadiani avevano
aperto il fuoco in modo indiscriminato contro i civili.
Attualmente, tra i maggiori fornitori di armi al paese
africano compaiono l’Ucraina, il Belgio, la Russia, Israele, la Cina e,
immancabilmente l’Italia. Nel 2014 l’azienda
Alenia Aermacchi (gruppo Finmeccanica) ha consegnato all’Aeronautica militare
ciadiana un aereo per il trasporto tattico
C-27J “Spartan”. Un altro C-27J era stato consegnato nel dicembre 2013. Per i
due velivoli, il regime di N’Djamena ha sborsato più di 106 milioni di dollari;
l’accordo con Alenia Aermacchi ha previsto pure la fornitura di supporto logistico,
parti di ricambio, kit di protezione balistica, ricerca e soccorso.
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