C’era una volta… la Principessa del MUOS…


Tutto in soli otto giorni. Giorni che hanno segnato la storia della Sicilia. Che ne hanno ferito inesorabilmente l’anima e il territorio, che l’hanno sacrificata all’altare della guerra planetaria, ipermoderna e disumanizzata. Dal 19 al 26 luglio 2010, gli otto giorni - domenica inclusa – che bastarono a un’ingegnera palermitana di nobili origini a redigere una relazione sui “possibili effetti sulla popolazione e sulle biocenosi, con particolare riferimento all’avifauna, del sistema MUOS della Marina Militare Americana, nel sito di Caltanissetta” e produrre una “proposta di Piano di monitoraggio e delle misure di mitigazione per salvaguardare popolazione e avifauna stanziale e migratoria”. Centinaia e centinaia di pagine da sfogliare e valutare, codici e formule matematiche da decifrare, le potenze e le proiezioni dei fasci elettromagnetici da calcolare, le mappe di una delle più importanti riserve naturali del Mediterraneo da rileggere e reinterpretare. Nella torrida estate siciliana, la professoressa Patrizia Livreri, docente della Facoltà d’Ingegneria di Palermo riuscì a portare felicemente a termine l’incarico nei tempi record fissati da URS Italia, un’azienda privata di Milano contrattata ad hoc dal Comando di US Navy preposto alla progettazione e alla realizzazione del nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari.

Il fatto che bastarono otto giorni per analizzare le caratteristiche tecniche del MUOS e i suoi effetti sulla salute dell’uomo, della flora e della fauna di Niscemi è stato certificato il 26 luglio 2014 dalla stessa Livreri nel curriculum vitae prodotto su carta intesta del DEIM Dipartimento di Energia, Ingegneria dell’informazione e Modelli matematici dell’Università degli Studi di Palermo. Il responso degli studi fu inequivocabile: le enormi parabole satellitari del MUOS sono del tutto innocue e l’installazione di uno dei quattro terminali terresti all’interno della sughereta di Niscemi, sito d’importanza comunitaria, non potrà che avere effetti migliorativi sull’ambiente e il territorio. Conclusioni rigirate alla Regione Siciliana e che convinsero l’allora governatore dell’Isola, l’on. Raffaele Lombardo, ad autorizzare i lavori di costruzione dell’impianto di telecomunicazioni satellitari.

Solo una parte di questa brutta storia era stata raccontata dalla stessa Livreri e dal professore Luigi Zanforlin, anch’egli docente della Facoltà d’Ingegneria di Palermo, ai membri delle Commissioni Territorio e Ambiente e Sanità dell’Assemblea Regionale Siciliana, il 5 febbraio 2013, nel corso di un’audizione pubblica sul MUOS di Niscemi. “Devo precisare che sono stata chiamata da una società italiana, non dagli americani”, esordì Patrizia Livreri. “Sono stata contattata dalla società d’ingegneria e consulenza ambientale URS di Milano e ho preso a riferimento i dati relativi alle emissioni elettromagnetiche registrate in un’analoga postazione di antenne MUOS operante nelle isole Hawaii. Noi abbiamo espresso un parere non su un’arma di guerra ma di telecomunicazioni, migliorativa rispetto all’esistente. Il MUOS è un sistema di difesa del territorio, un sistema dell’ONU. La Sicilia è sola davanti ad un problema che riguarda tutto il mondo e nessuno di noi è stato ascoltato. Dobbiamo costituire un tavolo tecnico in cui parlare di cose serie con tutti i dati a disposizione”. Incalzata dai sempre più sconcertati parlamentari dell’ARS, la Livreri rispose però che certe informazioni, lei, aveva il diritto-dovere a tenerle top secret. “I dati completi sul MUOS sono secretati, per cui li potremo dare fino ad un certo punto, perché abbiamo firmato un non-disclosure act con la Marina Usa. Se me li chiederete con una richiesta ufficiale dell’ARS all’Università, vi forniremo tutti i dati possibili”. In verità, i due ingegneri palermitani erano stati convocati in audizione in qualità di “consulenti” dell’allora Presidente della Regione Siciliana Lombardo “per la valutazione dell’impatto ambientale del sistema MUOS della US Navy”. A fine 2010, infatti, Lombardo aveva chiesto la collaborazione di Livreri e Zanforlin per chiudere, sulla base di dati scientifici inequivocabili e incontestabili, una vicenda che rischiava di pregiudicare irrimediabilmente le relazioni tra la Sicilia, Roma e Washington.

“I professori Livreri e Zanforlin sono due tecnici neutrali e non ingaggiati sicuramente dal Ministero della difesa o dalla Nato, ma segnalati in maniera particolare dal Rettore dell’Università di Palermo”, spiegò lo stesso Lombardo. Il 16 febbraio 2011, il governatore, alcuni dirigenti regionali, tre colonnelli delle forze armate e il parlamentare Alessandro Ruben (Fli), membro della commissione Difesa della Camera e delegato presso l’Assemblea Parlamentare della Nato, raggiunsero Niscemi per presentare agli amministratori locali le conclusioni a cui erano giunti i due consulenti scientifici. “Le nuove antenne statunitensi del MUOS, da come espresso dai tecnici in materia, fanno meno male rispetto a quelle che insistono già nel territorio di Niscemi, asserì Lombardo in Consiglio comunale. Seguirono poi gli interventi dei docenti della facoltà d’Ingegneria di Palermo. “L’emissione delle antenne paraboliche ed elicoidali del MUOS avrebbe prodotto un campo elettrico che si perde nel rumore di fondo, cioè a livello di 0,3/0,5% dei 6 V/m, il limite estremamente cautelativo previsto dalle norme italiane”, spiegò il professor Zanforlin. “Il MUOS è un’innovazione tecnologica a bassissimo impatto ambientale che non comporta condizioni di rischio per la salute dell’uomo”, aggiunse la professoressa Livreri. Le tre antenne del sistema mandano il segnale al satellite ma non funzionano contemporaneamente. Il loro scopo è di trasmettere i dati elaborati sulla stazione base e ovviamente il funzionamento è previsto per una, due antenne. Un’altra è sempre di riserva per dare continuità alla trasmissione. Il successivo 22 febbraio 2011, su carta intestata del Dipartimento d’Ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni dell’Università di Palermo, i due docenti qualificarono il MUOS come un sistema migliorativo poiché presenta valori di campo elettromagnetico di gran lunga inferiori a quelli generati dal sistema di comunicazioni attualmente esistente nella base americana di Niscemi. Per Livreri e Zanforlin, la previsione di una non operatività di parte delle 27 antenne attualmente funzionanti, correlata all’installazione delle antenne paraboliche ed elicoidali, porterebbe ad un evidente abbassamento dei livelli di campo elettromagnetico.

Le conclusioni dei docenti palermitani furono respinte integralmente da diversi studiosi, in particolare dal professore Massimo Zucchetti, ordinario di Impianti nucleari del Politecnico di Torino e dal dottore Massimo Coraddu, consulente esterno del dipartimento di Energetica del Politecnico. Con la realizzazione delle nuove antenne si verificherà un incremento medio dell’intensità del campo in prossimità delle abitazioni più vicine pari a qualche volt per metro rispetto al livello esistente, con la possibilità del verificarsi di punti caldi”, rilevarono Zucchetti e Coraddu in un rapporto consegnato al Comune di Niscemi e alla Regione siciliana dove si evidenziarono le incongruenze e gli errori dello studio Livreri-Zanforlin. I rilievi del Politecnico furono però ignorati dalla giunta Lombardo: ottenuti i pareri favorevoli alla realizzazione degli impianti dall’ARPA Sicilia e dal Consiglio regionale per la protezione del patrimonio naturale, l’1 giugno 2001 la Regione diede l’ok al MUOS. Successivamente, la parzialità, la fragilità, le omissioni e i limiti scientifici delle analisi condotte dai consulenti di fiducia di Lombardo (una, lo ricordiamo, contestualmente incaricata per gli stessi studi dall’azienda contractor della Marina Usa) furono rilevate nel corso del procedimento, davanti al Tribunale Amministrativo di Palermo, sulle “presunte” violazioni commesse dalla Regione nella concessione delle autorizzazioni ai lavori per il terminale MUOS di Niscemi. 

Alle polemiche sempre più velenose e alle accuse dei No MUOS su possibili conflitti d’interessi, la professoressa Livreri ha risposto nel febbraio 2013 con un’intervista ad una testata siciliana. “Per chiarire, non so chi abbia incaricato il gruppo URS di Milano”, ha dichiarato la docente. “Ho cercato di contattare il governatore Rosario Crocetta circa un mese fa, attraverso il centralino della Regione siciliana. Avrei voluto dargli delle informazioni sul MUOS, ma non ho avuto riscontro. Ho provato a contattare anche il ministro degli Interni e la Presidenza del consiglio, invano. Siamo di fronte a una farsa: se si vuole veramente intervenire la Regione siciliana discuta della vicenda MUOS con lo Stato e l’Unione europea”.

Sì, proprio una farsa, con un epilogo dal sapore amaro e beffardo. Impossibile sapere chi ci fosse dietro URS? Bastava dare un’occhiata al sito internet aziendale per verificare che la società di Milano è interamente controllata dalla URS Corporation, holding internazionale con sede a San Francisco (California) operante nel campo dell’ingegneria militare, nucleare, spaziale, ecc. e dell’offerta di servizi di progettazione, manutenzione, ampliamento e dismissione di siti militari. Più specificatamente, URS Italia “fornisce di norma la propria consulenza al Dipartimento della Difesa sull’applicabilità delle normative ambientali e tecniche nazionali alle basi dell’esercito, della marina e dell’aeronautica militare Usa in Italia”. Conti alla mano, nel solo periodo compreso tra il 2006 e il 2013, la società milanese ha sottoscritto con il Pentagono contratti per un ammontare di 1.280.886 dollari per non meglio specificati servizi di ingegneria e valutazione di impatto ambientale.

URS Italia è anche operativa da tempi immemorabili in Sicilia, dove ha concorso alla realizzazione di opere strategiche, buona parte delle quali dal devastante impatto socio-ambientale. In raggruppamento con R.P.A. S.p.A., l’azienda si è aggiudicata la gara per la progettazione e la direzione dei lavori d’ampliamento dell’aeroporto di Lampedusa. Con il Laboratorio di analisi SGS si è aggiudicata la gara di Eni Mediterranea Idrocarburi, società del gruppo Eni, per la “caratterizzazione ambientale dei siti industriali e/o aree dismesse situati nella Piana di Gela”. URS Italia ha pure eseguito lo studio d’impatto ambientale sul nuovo impianto per la produzione di idrogeno HMU3, con una capacità produttiva massima di circa 25.000 Nm3/h di idrogeno puro, in via di realizzazione nella Raffineria di Milazzo, di proprietà al 50% di Eni e Kuwait Petroleum Italia. Nel 2005, URS ha partecipato in associazione con Spea Ingegneria Europea S.p.A., CESI, Telespazio ed Elsag (gruppo Finmeccanica) alla gara internazionale per il conferimento del monitoraggio ambientale, territoriale e sociale per la fase ante operam, di costruzione e di esercizio del Ponte sullo Stretto di Messina, poi vinta dal gruppo con capofila Fenice S.p.A.. Nel gennaio 2006, URS Italia ha anche acquisito il Centro Oceanografico Mediterraneo (Ceom) di Palermo, costituito agli inizi degli anni ‘90 come joint venture dall’Eni e dalla Regione Siciliana. Il Ceom, specializzato in “analisi di compatibilità ambientale per lo sfruttamento a fini industriali e scientifici delle risorse marine”, è stato incaricato in particolare di eseguire il monitoraggio ambientale durante la costruzione del Libyan Gas Transmission System, il gasdotto che trasporta il gas libico alle coste siciliane.

Ma chi è e cosa fa quella che è ormai stata definita da pacifisti e ambientalisti  come la principessa del MUOS? L’ingegnera Patrizia Livreri ricopre attualmente i ruoli di “professore aggregato” dell’Università degli Studi di Palermo - Scuola Politecnica e “professore associato” del CNR, docente di “Elettronica” per il corso di laurea in Ingegneria meccanica e di “Strumentazione e Misure Elettroniche” (6 crediti) per il corso di Ingegneria elettronica. Amplissimo il ventaglio delle competenze scientifiche dichiarate dalla Livreri: esse spaziano dai “sistemi radianti a microonde” alle “misure a microonde, campi elettromagnetici, impianti energetici, efficienza energetica ed energie alternative, politiche industriali energetiche ed ambientali, sviluppo sostenibile, valutazioni di impatto ambientale, ricerca e innovazione sostenibile, trasferimento tecnologico, alta formazione e bandi Ue, finanza agevolata, cooperazione internazionale”.

Altrettanto variegato il curriculum relativo agli incarichi professionali ricoperti in passato, alcuni dei quali per conto di importanti aziende attive pure nella produzione di sofisticati sistemi militari. Dal 2 febbraio 1987 al 31 agosto 1988, la Livreri ha operato come “progettista di circuiti a microonde” presso l’azienda Elettronica S.p.A. di Roma, leader europeo nella realizzazione di apparati per la difesa elettronica (alcuni di essi sono stati acquisiti in ambito nazionale e Nato per i cacciabombardieri Eurofighter, AMX, Mirage 2000 e Tornado, per gli elicotteri da combattimento NH-90 e EH101, per le fregate lanciamissili “Horizon”). Dal 2 aprile 1995 al 2 aprile 1998, Livreri ha ricoperto l’incarico di ricercatrice presso la Facoltà di Ingegneria di Palermo - settore delle microonde - in progetti finanziati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca scientifica (MIUR), da imprese transnazionali (ST Microelectronics, Italtel, IBM) e da società del gruppo Finmeccanica produttrici di sistemi radar civili e militari ed apparati di contromisura elettronica (Alenia, Galileo Avionica, Selex). Sempre per Galileo Avionica (oggi confluita in ES Selex), nel gennaio 2002, l’ingegnera è stata “docente  responsabile del  progetto di formazione per la riqualificazione del personale nel settore delle microonde”, su incarico della società Reiss Romoli.

Attualmente Patrizia Livreri ricopre il ruolo di “ideatore e project leader” del Distretto di Alta Tecnologia per i Beni Culturali (finanziato con 13 milioni di euro dal MIUR con fondi PON R&C, 2007-2013) e “principal investigator” del Progetto Heraclea (finanziato con fondi Horizon 2020), in partenariato con Svezia, Repubblica Ceca, Lituania, Spagna e Portogallo. Contestualmente, la docente è pure “principal investigator” nell’ambito degli accordi di collaborazione Italia-Israele firmati dall’Università di Palermo e la Ben Gurion University e di quelli Italia-Svezia (UNIPA-SLU), nonché “responsabile” del Programma MIT Italia sottoscritto tra l’ateneo palermitano e il Massachusetts Institute of Tecnology di Boston. Patrizia Livreri coordina inoltre le attività del Master di 1° livello Esperto di Valorizzazione e Comunicazione del Patrimonio Culturale indoor e outdoor e di quello di 2° livello Esperto di Nanotecnologie e Nanomateriali per i Beni Culturali (finanziato con 162.708 euro dall’Assessorato regionale ai Beni culturali e Pubblica istruzione). Negli anni accademici 2010-2011 e 2011-2012, la Livreri ha pure coordinato il Master di 2° livello Ricercatore Esperto di Nanotecnologie per le Energie Sostenibili, anch’esso finanziato dalla Regione Siciliana. Dall’anno accademico 2005-2006, l’ingenera ricopre pure il ruolo di “responsabile scientifico e di gestione” del Laboratorio di sperimentazione di Nanotecnologie e Nanomateriali per i Beni culturali dell’Università di Palermo, finanziato dal CIPE nel 2003, con un importo di 2.950.000 euro. Relativamente al campo strategico delle nanotecnologie, è opportuno menzionare che negli anni fiscali 2009 e 2010 il Dipartimento della difesa statunitense e l’U.S. Army Research Laboratory Command (il Comando per le ricerche in laboratorio dell’esercito Usa) ha sottoscritto due contratti per un valore complessivo di 70.000 dollari con la Facoltà d’Ingegneria di Palermo per la “produzione elettro-chimica di materiali nano-strutturali per applicazioni di conversione energetica.

La Livreri è inoltre componente dei consigli d’amministrazione del Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia e del Consorzio di ricerca PITECNOBIO (Piattaforma Tecnologica Ricerca Biotecnologie) con sede a Catania, il cui capitale societario appartiene per il 73% a diverse aziende private, il 17% agli Istituti Ortopedici “Rizzoli” di Bologna e il 10% dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. La docente ha pure svolto incarichi per conto di Banca Nuova e dell’Istituto Ortopedico Rizzoli per la sede siciliana; è stata componente della  Commissione del Concorso ministeriale per dirigenti scolastici; consulente dell’Assessore all’Industria per i distretti industriali e i laboratori pubblici privati e all’energia (Piano energetico ambientale della Regione Siciliana); consulente della Commissione Attività Produttive dell’Assemblea Regionale Siciliana; membro della Commissione ministeriale MIUR per la selezione dei Progetti di ricerca (PON 2007-2013), su nomina del Presidente della Regione Siciliana; componente della commissione tecnico-scientifica per l’inquinamento atmosferico dell’Assessorato ambiente del Comune di Palermo; componente del Comitato tecnico scientifico del Progetto Autoimprenditoria Femminile nel settore dei Beni Culturali (cofinanziato dall’Ue e dal MIUR); componente Commissione nazionale Pari Opportunità, su nomina del Ministro delle Pari Opportunità.

Lunga pure la lista degli studi, delle ricerche e delle valutazioni scientifiche commissionatele da amministratori ed enti locali. Ancora una volta su incarico dell’ex Presidente Raffaele Lombardo, la Livreri ha svolto la valutazione dell’impatto ambientale” di un radar meteorologico previsto a Comune di Isola delle Femmine per le operazioni del vicino aeroporto di Palermo-Punta Raisi. Inoltre è stata consulente per le valutazioni di impatto ambientale di un impianto eolico (Comune di Menfi, Agrigento), di un cogeneratore a biomassa liquida (Comune di Ribera), dei sistemi di stazione radio base di telefonia mobile (Comune di Cammarata). Recentemente il sindaco di Caronia (Messina) ha affidato alla docente lo studio per individuare le “cause ambientali” dei misteriosi incendi e “autocombustioni” che da più di un decennio tormentano la piccola frazione marinara di Canneto, episodi che secondo alcuni esperti sarebbero riconducibili alla sperimentazione di nuovi sistemi d’arma elettromagnetici. “Non è un fenomeno che viene dallo spazio”, ha dichiarato Livreri in un’intervista rilasciata il 10 novembre 2014 all’emittente televisiva messinese TCF, dopo un sopralluogo sprint a Caronia. Se fossimo in presenza di radiazioni che colpiscono dal lato opposto della costa, dovremmo essere in presenza di potenze elevatissime, ingiustificabili. Da cosa siano generati un’idea ce l’ho, ma in questo preferisco essere cauta. Intanto, in meno di 24 ore di lavoro abbiamo capito qual è il punto di osservazione. Penso che in un paio di mesi riusciremo a risalire al problema…”.

Tris di consulenze quelle fornite al Comune di Furnari (Messina). La prima, liquidata il 10 novembre 2014 con la somma di 10.000 euro, ha riguardato la valutazione di impatto ambientale del progetto di un impianto di cogenerazione a biomassa solida della ditta Comet Bio S.r.l. di Messina. La seconda - ignota a Furnari, ma confermata dalla Livreri - riguarda la VIA della discarica di rifiuti sita nel contiguo comune di Mazzarrà Sant’Andrea, vera e propria bomba ecologica a cielo aperto e grande business per le cosche mafiose locali. Il terzo incarico risale al 5 gennaio scorso. Con ordinanza contingibile ed urgente in materia sanitaria ed ambientale a firma del sindaco, avvocato Mario Foti, è stato richiesto alla Livreri di “procedere entro 60 giorni alla rilevazione dei livelli di campo elettromagnetico nel territorio comunale e predisporre un Regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici”.

Nonostante la frenetica attività professionale, scientifica e di ricerca, Patrizia Livreri ha pure trovato il tempo di misurarsi nell’agone politico-elettorale, anche se con scarsa fortuna. Alle elezioni regionali del 2008, la docente è scesa in lizza con la lista dell’Udc di Totò Cuffaro, mentre nel 2012 è stata indicata come assessora in pectore alle elezioni amministrative di Palermo con Massimo Costa sindaco e la coalizione di centro-destra Pdl-Udc-Grande Sud. Molto meglio è andata nel mondo più effimero dei galà, dei maxi-ricevimenti e dei premi alla carriera promossi dai circoli più esclusivi. L’anno d’oro è stato certamente il 2013, quello contrassegnato dalla non certo piacevole audizione sul MUOS a Palazzo dei Normanni. Nel mese di giugno Patrizia Livreri ha ricevuto a Palermo l’Oscar Scienze e Tecnologie dell’Accademia Nazionale di Scienze, Lettere e Arti “Ruggero II di Sicilia”; a settembre, negli Stati Uniti, le è stato attribuito il riconoscimento per il “Distinguished Service” dalla Contea di Westchester (New York) e il “Premio dell’Amicizia” dalla rivista della comunità newyorkese di origine italiana Il Ponte Italo-americano. Nel 2006 c’era stato il Premio Mimosa d’Oro per la ricerca scientifica ad Agrigento e nel 2011 la Migliore Bibliografia dell’anno in Who’s Who in the World.
La Livreri, presidente regionale della Fondazione Marisa Bellisario, è a sua volta animatrice del premio “Franca Florio”, ideato nel 2005 insieme alla marchesa Costanza Afan de Rivera (nipote e ultima discendente della Florio) per le “personalità che si sono distinte del mondo della ricerca scientifica, della medicina, dell’impresa, della cultura, del sociale e dello sport”. Sempre nel campo delle onorificenze d’eccellenza e ancora una volta negli States, nell’autunno del 2013 la principessa Patrizia Livreri – così come riportano le didascalie delle riviste di cronaca mondana – ha presenziato la “Festa dell’Amicizia e della Cultura” organizzata dal Principe Cav. Mattia Cipriano nel lussuoso Ristorante Gavi di Armonk (New York), per premiare Maria Di Paolo, Gran Dama dei Cavalieri di Ruggero e Regina di Sicilia. Il 24 agosto 2014, infine, Livreri è stata ospite d’onore del gala “Reaching Our Vision” organizzato in un noto casinò di Westin Houston dall'Italian Cultural and Community Center (ICCC) per premiare le figure leader della comunità italo-americana distintesi in campo medico e scientifico.

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