Sto MUOS-Tro s’ha dda fa’!
Così
è detto, così è scritto. E la Costituzione? Piccolezze. I vincoli Paesaggistici?
Scempiaggini. I gravi rischi per la salute? Idiozie. Gli amministratori
smentiscono se stessi? Sciocchezze. L’elettore dimenticherà. Intanto come
giustificazione viene esibito il risultato di uno studio sulle problematiche
elettromagnetiche del sistema satellitare commissionato dal governo Monti all’Istituto
Superiore di Sanità: preventivamente purgato dei rilievi e delle contestazioni dei
docenti e degli esperti nominati dalla stessa giunta Crocetta, lo studio arriva
a contraddire le rilevazioni dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente
(ARPA) che avevano accertato preoccupanti indici d’inquinamento
elettromagnetico generato dalle 46 antenne della base NRTF della marina
militare Usa funzionanti a Niscemi da oltre vent’anni e che riporta giudizi inverosimilmente
tranquillizzanti sui possibili rischi del MUOS.
Nessun ripensamento per il
governo. Il MUOS s’ha da fare il più
presto possibile anche al costo di violare la costituzione e le leggi, aggirare
i vincoli paesaggistici e ignorare i gravi rischi per la salute della popolazione
di Niscemi e dintorni. La potente lobby d’oltreoceano, capitanata dalla regina
delle società produttrici di sistemi di morte Lockheed Martin, dopo Roma ha
fatto breccia anche a Palermo, convertendo il governatore Rosario Crocetta in
convinto assertore della sostenibilità politico-ambientale del nuovo sistema di
telecomunicazioni satellitari della Marina militare Usa. Dopo aver vinto la
tornata elettorale dell’autunno 2012 anche per le sue esternazioni contro le
maxiantenne che dirigeranno le future guerre yankee, a metà luglio Crocetta ha
formalizzato la revoca del provvedimento di blocco dei lavori d’installazione
del MUOS firmato dai suoi funzionari regionali solo quattro mesi prima.
Quello che è stato vissuto
da tutti i siciliani come un vile e inatteso tradimento, viene giustificato con
le risultanze di uno studio sulle problematiche elettromagnetiche del sistema
satellitare commissionato dall’allora governo Monti all’Istituto Superiore di
Sanità. Preventivamente purgato dei rilievi e delle contestazioni dei docenti e
degli esperti nominati dalla stessa giunta Crocetta, lo studio dell’ISS riporta
giudizi inverosimilmente tranquillizzanti sui possibili rischi del MUOS.
Inoltre arriva a contraddire le rilevazioni dell’Agenzia regionale per la
protezione dell’ambiente (ARPA) che avevano accertato preoccupanti indici d’inquinamento
elettromagnetico generato dalle 46 antenne della base NRTF della marina Usa
funzionanti a Niscemi da oltre vent’anni.
A leggere con attenzione alcuni capitoli della
controversa relazione dell’Istituto dipendente dal ministero della Sanità, le
condizioni ambientali e di salute della popolazione a Niscemi sono tutt’altro
che idilliache. Nell’ambito del gruppo di lavoro dell’ISS sul MUOS è stata
eseguita infatti una valutazione del potenziale impatto sul territorio di
Gela-Niscemi delle emissioni della Raffineria ENI tramite i dati di qualità dell’aria
registrati negli anni 2010-12 da nove stazioni di monitoraggio (sette a Gela e due
a Niscemi). Sono state analizzate in particolare le concentrazioni di PM10, inquinanti
che presentano valori significativi di Idrocarburi Policiclici Aromatici e
metalli pesanti derivanti dai processi di combustione, classificati come Cancerogeni di 1^ Categoria. La centralina di Niscemi ha registrato nel
2010 e 2012 valori medi annui superiori a quelli previsti dalla legge (40
μg/m3), mentre per tutti e tre anni è stato superato il valore limite
giornaliero (50 μg/m3). In particolare, la stazione collocata nel
centrale viale Mario Gori ha rilevato il superamento della soglia di 50 mg di
PM10, 70 volte nell’anno 2009 e ben 95 nel 2010.
Sempre nel 2009 le
centraline hanno rilevato pure la presenza di ozono superiore ai valori
consentiti dalla normativa, mentre per gli ossidi di azoto, agenti inquinanti solitamente riconducibili alle attività
antropiche giornaliere connesse al traffico, il valore limite annuo è superato
in tutto il triennio considerato. L’ISS ha pure condotto le simulazioni di
dispersione e ricaduta nel territorio delle emissioni in atmosfera degli
inquinanti della raffineria di Gela. “Nonostante i rilievi siano stati parziali
e le simulazioni incomplete - scrivono gli esperti dell’Istituto - i risultati
preliminari hanno mostrato che il territorio di Niscemi può essere interessato
dalle ricadute degli inquinanti SO2 e NO2 emessi dagli impianti”.
Nelle sue conclusioni, lo studio dell’ISS rileva come l’aria respirata dagli
abitanti di Niscemi
mostri una situazione d’inquinamento atmosferico non trascurabile, con particolare riferimento agli ossidi di azoto
ed al particolato. “Per i microinquinanti analizzati, si può ragionevolmente
supporre che le concentrazioni di SO2 misurate siano per la maggior parte
dovute alle emissioni della Raffineria, mentre per l’NO2 e il PM10 il
contributo industriale è di più difficile valutazione, essendo questi emessi da
sorgenti diverse quali il traffico”, spiega il rapporto. “Per il PM10, oltre i
valori di concentrazione, sarebbe importante effettuare la caratterizzazione
chimica in termini di microinquinanti, in particolare di diossine, IPA e
metalli pesanti, contenuti nella frazione inalabile di particolato sospeso.
Tali inquinanti, che per le loro caratteristiche chimico-fisiche e
tossicologiche sono particolarmente pericolose per la salute umana sia per
esposizione inalatoria sia per ingestiva (diossine), dovrebbero essere valutate
tramite campagne di misura ad hoc sia
sul particolato sospeso sia su quello sedimentale”.
In attesa di una nuova e più specifica campagna di
rilevamento degli agenti che ammorbano l’aria di Niscemi, l’Ufficio di statistica dell’ISS ha comunque redatto un profilo di salute della popolazione
residente, a partire da alcuni indicatori come il numero dei decessi e dei
ricoveri in ospedale. Il profilo di
salute prende in considerazione, per mortalità ed ospedalizzazione, i
grandi gruppi di patologie: malattie infettive, tumori maligni, sistemi
nervoso, circolatorio, respiratorio, digestivo e urinario. Inoltre utilizza i
cosiddetti indici SMR (Standardized Mortality Ratio) per la
mortalità ed SHR (Standardized Hospitalisation
Ratio) per le ospedalizzazioni; se sono maggiori di 100, gli indici
indicano valori eccedenti la media.
Nel periodo compreso tra il
2003 e il 2009 sono state analizzate 56 cause di morte. Per il genere maschile,
sono emersi eccessi significativi per
mieloma multiplo (SMR 250), malattie
infettive e parassitarie (SMR 215),
in particolare per epatite virale (SMR
257) e per malattie cerebrovascolari (SMR
130). Relativamente al genere femminile, tra le cause che hanno presentato
un eccesso significativo, l’ISS
segnala le malattie infettive e parassitarie (SMR 196), le malattie cerebrovascolari (SMR 122), la cirrosi e altre malattie croniche del fegato (SMR 219).
Per quanto riguarda invece
le ospedalizzazioni, i ricercatori hanno esaminato le schede di dimissione
ospedaliera in regime ordinario e day-hospital relative a 46 patologie indicate
come diagnosi principale (anni 2005-2010). L’analisi ha fatto emergere in
entrambi i generi un eccesso
significativo di residenti ricoverati rispetto al riferimento regionale: SHR 147 per gli uomini e SHR per le donne. In entrambi i casi si
osservano valori ben al di là delle medie per i tumori maligni primitivi del
fegato (SHR 342 per gli uomini, SHR 278 per le donne), mieloma multiplo
(SHR 190 e 187), malattie infettive e parassitarie (SHR 247 e 268), malattie
del sistema nervoso centrale (SHR 114
e 115), malattie del sistema
circolatorio (SHR 131 e 160) e tra queste ultime: malattie
cardiache, ischemiche del cuore, cerebrovascolari. Inoltre sono stati evidenziati
eccessi nelle malattie dell’apparato
respiratorio (SHR 186 per gli uomini
e SHR 189 per le donne) e in
particolare nelle infezioni delle alte vie respiratorie. Pure in eccesso le malattie dell’apparato
digerente (SHR 199 e 230) ed in particolare per cirrosi e
altre malattie croniche del fegato (SHR
217 e 240), malattie
dell’apparato urinario (SHR 176 e 210).
Per il genere maschile si sono
evidenziati eccessi significativi per
i tumori maligni nel loro complesso (SHR
111), tra cui il tumore al polmone (SHR
132) e i tumori maligni delle ossa e della cartilagine (SHR 246); inoltre si è registrato un eccesso di malattie polmonari cronico
ostruttive (SHR 184). Per il genere
femminile si è registrato invece un eccesso
per tumori maligni del sistema linfoematopoietico (SHR 131). Di contro risulta significativamente
inferiore al riferimento regionale
l’ospedalizzazione per asma in entrambi i generi e negli uomini per
nefrite/nefrosi e per tumori del pancreas e dell’encefalo ed altre non
specificate parti del sistema nervoso. “L’aver trovato nel Comune di Niscemi alcune
patologie in eccesso in entrambi i generi, non indica la presenza di rilevanti
rischi prettamente occupazionali, ma piuttosto sembra indicare la presenza di
esposizioni di varia natura”, riporta in conclusione lo studio dell’ISS senza
però sbilanciarsi sulle possibili cause delle patologie riscontrate. “La presenza nella popolazione di
Niscemi di una componente per età giovanile più accentuata che nell’intera
Regione - avverte però l’ISS - richiede particolare attenzione e cautela, in
linea anche con la Dichiarazione finale della V Conferenza ministeriale europea
su Ambiente e Salute (Children’s
Environment and Health Action Plan for Europe – CEHAPE); secondo
l’Organizzazione Mondiale della Sanità c’è un’evidenza diretta che i bambini
sono più suscettibili degli adulti ad almeno alcuni cancerogeni, incluse alcune
sostanze chimiche e varie forme di radiazioni”. Attenzioni e cautele che
dovrebbero includere soprattutto le onde elettromagnetiche sprigionate dalla
grande stazione di telecomunicazioni della marina militare Usa e a cui si
sommeranno quelle che saranno emesse dal MUOS autorizzato da Crocetta,
assessori e dirigenti regionali.
Quella
dell’installazione in Sicilia del nuovo sistema satellitare non è però solo una
storia di sopraffazioni, raggiri, soprusi, illegalità di Stato. È anche la
narrazione di una vasta campagna di mobilitazione, azioni dirette non violente
e di disobbedienza civile, blocchi dei mezzi militari e invasioni pacifiche di
massa della grande base Usa. La storia di una resistenza di migliaia e migliaia
di siciliani, comitati di base, associazioni socio-culturali e religiose,
amministratori locali contro lo strapotere dei Signori di tutte le guerre. “Mentre
siamo impegnati nella dura lotta contro le antenne NRTF e l’installazione delle
parabole del MUOS, ascoltiamo le sirene del democratico
occidente che sembrano volere annunciare un ennesimo massacro umanitario in Siria, malamente mascherato
da intervento in difesa dei diritti umani”,
scrivono i militanti No MUOS. “Noi però ci schieriamo in modo compatto e
unanime contro ogni possibile intervento militare straniero in Siria e a favore
della pace. E ci appelliamo a tutti i movimenti antimilitaristi italiani —
pacifisti, non-violenti e contrari al riarmo — e a tutte le realtà sociali di
lotta perché si dia vita insieme a una campagna nazionale di War Stopping volta a boicottare ogni
attività e logistica bellica si svolga sul territorio del nostro Paese”.
Intanto
i Comitati No MUOS, i centri sociali autogestiti e alcune associazioni
culturali, antimafia ed ambientaliste siciliane si sono dati appuntamenti a
Palermo sabato 28 settembre per far sentire forte la propria voce sin sotto ai
palazzi del Potere che per ignavia o interesse hanno ridato ossigeno al
progetto di costruzione del terminale terrestre satellitare di Niscemi.
Per Bloccare il MUOS, sabotare la guerra,
cacciare Crocetta. No alla mafia, alla guerra e alla militarizzazione. La
Sicilia sia terra di pace...
Procedure di misurazione
superficiali e incomplete; pericolose sottovalutazioni dei campi
elettromagnetici esistenti; conclusioni contraddittorie e irragionevoli. E’
quanto emerge dalle campagne di monitoraggio di ARPA Sicilia dell’inquinamento
elettromagnetico esistente nel territorio di Niscemi in conseguenza delle
emissioni generate da più di vent’anni dalla grande stazione di
telecomunicazione della Marina militare Usa di contrada Ulmo.
Per tutelare la popolazione
dagli effetti di un’esposizione prolungata, la legislazione italiana prevede
che in prossimità delle abitazioni il campo elettrico debba trovarsi al di
sotto della soglia di 6 V/m. Nonostante gli esperti dell’agenzia regionale per
la protezione dell’ambiente si siano costantemente prodigati a tranquillizzare
la popolazione e gli amministratori locali, a Niscemi il valore soglia viene però
impunemente superato.
“Le analisi dell’ARPA hanno
consentito di rilevare valori di campo elettrico prossimi al valore di
attenzione stabilito dalla normativa”, riportano nei loro studi sui pericoli
del MUOS i ricercatori del Politecnico di Torino Massimo Zucchetti e Massimo
Coraddu. “Le misurazioni hanno provato in particolare la presenza di un campo
elettrico intenso e costante in prossimità
delle abitazioni, mostrando un sicuro raggiungimento dei limiti di sicurezza
per la popolazione e, anzi, un loro probabile superamento”.
L’unica centralina che in
questi ultimi quattro anni ha effettuato misurazioni prolungate nelle alte
frequenze (la n. 2 di Contrada Ulmo) ha registrato valori assai variabili delle
emissioni: tra i 5,9 e gli 0,6 V/m del periodo dicembre 2008 - marzo 2009 e tra
i 4,5 e i 5,5 V/m nel periodo febbraio – settembre 2011. Le emissioni sono cresciute nei
successivi mesi e i rilievi più recenti indicano superamenti sistematici della soglia di sicurezza. Nel
luglio 2012 sono stati raggiunti i 5,8 V/m e
dal 23 al 26 dello stesso mese i valori di campo sono oscillati tra 6 e 7 V/m.
Tale andamento si è mantenuto poi per buona parte dei mesi di settembre e
ottobre 2012; poi le emissioni hanno raggiunto un valore praticamente continuo
di 7 V/m nel corso della giornata, tra dicembre 2012 e gennaio 2013, con un
picco di emissione che è arrivato a superare per qualche ora i 9 V/m (quanto
registrato il 19 dicembre 2012). Infine il campo elettromagnetico è tornato su
valori poco al di sotto dei 7 V/m tra marzo e aprile 2013.
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