MUOS: il voltafaccia di Crocetta, la resistenza dei pacifisti
Nel cosiddetto Decreto del Fare del 21 giugno 2013, il
governo Letta ha introdotto il comma 4 all’articolo 39, consentendo la deroga alle
norme che regolano il fragile rapporto tra la realizzazione di infrastrutture e
la difesa dell’ambiente e del territorio. “Qualora i lavori siano iniziati nei
cinque anni dal rilascio, l’autorizzazione paesaggistica si considera efficace per
tutta la durata degli stessi e, comunque, per un ulteriore periodo non superiore
a dodici mesi”, recita il comma. Da oggi è dunque sufficiente l’avvio dei cantieri
per evitare l’effetto di decadenza dell’autorizzazione allo scadere del
quinquennio. Se la deroga non fosse stata richiesta da tempo dall’associazione
dei costruttori parrebbe essere pensata ad hoc per consentire la ripresa a
Niscemi, Caltanissetta, dei lavori del MUOS, il nuovo sistema di
telecomunicazioni satellitari della marina militare degli Stati Uniti
d’America.
L’autorizzazione
paesaggistica per costruire il terminale terrestre del MUOS all’interno di una
riserva naturale inserita nella rete ecologica “Natura 2000” come Sito di Importanza
Comunitaria (SIC) è scaduta a metà giugno ma grazie al Decreto del Fare le autorità militari e le società contractor hanno
ripreso i lavori lo scorso 26 agosto. “I partiti al governo sono determinati a consentire
alle forze armate Usa di completare al più presto il MUOS, violando i vincoli
ambientali e paesaggistici e ignorando i gravi rischi per la salute della
popolazione”, commenta il Coordinamento siciliano dei Comitati No MUOS. “Il
comma 4 al decreto omnibus fornisce un escamotage per evitare ulteriori denunce
e procedimenti giudiziari che andrebbero a sommarsi a quelli già in corso e ai
nuovi avanzati in questi giorni dai legali del Movimento”.
Alla realizzazione del nuovo
strumento di guerra globale concorrono l’amministrazione Usa, le maggiori
aziende del complesso militare-industriale e finanziario internazionale, centri
accademici e di ricerca. Una lobby onnipotente che punta ad affermare la
propria superiorità in ogni angolo del pianeta sviluppando sistemi sempre più
automatizzati e disumanizzati. Il MUOS (Mobile
User Objective System) assicurerà il collegamento della rete militare statunitense
(centri di comando, controllo e logistici e gli oltre 18.000 terminali militari
radio esistenti; tutti gli utenti mobili
come cacciabombardieri, unità navali, sommergibili, reparti operativi, missili
Cruise, aerei senza pilota, ecc.) decuplicando la velocità e il numero delle
informazioni e dei dati audio e video trasmessi
nell’unità di tempo. Il MUOS - nelle
intenzioni del Pentagono - sostituirà il sistema satellitare UFO (Ultra High
Frequency Follow-On) in funzione dal 1993, garantendo maggiore mobilità, facilità di accesso e migliore qualità del servizio
agli utenti.
Il nuovo sistema di
telecomunicazione comprenderà quattro impianti di stazione a terra, quattro
satelliti attivi e uno di “riserva”. Le installazioni terrestri sono previste a
Niscemi presso la stazione NRTF utilizzata da oltre vent’anni per le trasmissioni
con le unità navali e i sottomarini nucleari; nella Defence Satellite Communications Station di Kojarena-Geraldton (nel
sud-ovest dell’Australia); a Norfolk (Virginia) e nella stazione aeronavale di Wahiawa, isole Hawaii. La stazione
mediterranea era prevista originariamente all’interno della base militare di
Sigonella, alle porte di Catania. A seguito di uno studio sull’impatto delle
onde elettromagnetiche generate dalle antenne, il progetto fu però dirottato a
Niscemi. Nello specifico, due aziende statunitensi elaborarono nel 2005 un
modello di verifica dei rischi di irradiazione del MUOS sui sistemi d’arma,
munizioni, propellenti ed esplosivi ospitati nella grande base siciliana e sulle
apparecchiature poste sugli aeromobili ivi operativi.
Ad
analizzare dettagliatamente le criticità ambientali del nuovo sistema
satellitare sono stati però i professori Massimo Zucchetti e Massimo Coraddu
del Politecnico di Torino. “C’è il rischio di effetti acuti legati
all’esposizione diretta al fascio emesso dalle parabole del MUOS in seguito a
malfunzionamento o a un errore di puntamento”, avvertono i ricercatori. “I
danni alle persone accidentalmente esposte a distanze inferiori ai 20 Km
saranno gravi e permanenti, con conseguente necrosi dei tessuti. Inoltre il
fascio di microonde è in grado di provocare gravi interferenze nella
strumentazione di bordo di un aeromobile che dovesse essere investito. I rischi
d’interferenza investono potenzialmente tutto il traffico aereo della zona
circostante il MUOS, dove si trovano ben tre scali: Comiso, a poco più di 19 Km
dalla stazione di Niscemi; Sigonella a 52 km e Catania-Fontanarossa a 67 Km”.
Allarmi analoghi sono giunti
pure dai periti de “La Sapienza” di Roma, nominati dal TAR di Palermo nel
contenzioso legale tra il Ministero della difesa da una parte, Regione Sicilia,
Comune di Niscemi, Comitati No MUOS, Legambiente e WWF dall’altra. Nel rapporto
depositato il 27 giugno 2013, gli esperti dell’ateneo romano hanno stigmatizzato
l’inattendibilità degli studi della
Marina Usa che avevano certificato l’innocuità del MUOS. Inoltre si è rilevato
come le autorizzazioni dei lavori a Niscemi siano state emesse dalle autorità regionali
senza un’adeguata valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza del
traffico aereo. Il TAR, con ordinanze del 9 luglio 2013, ha rigettato la
domanda di sospensiva dell’Avvocatura dello Stato contro il provvedimento di
revoca delle autorizzazioni firmato dalla Regione Siciliana il precedente 29
marzo, ritenendo che vi fossero seri dubbi sulla nocività del nuovo impianto. La
sentenza del TAR è stata però prontamente impugnata dal ministro Mauro innanzi
al Consiglio di Giustizia Amministrativa che ha fissato in tempi record la
discussione per il 25 luglio. A meno di 24 ore dall’udienza, si è però verificato
un colpo di scena che ha lasciato attonite le realtà sociali e politiche mobilitatesi
in questi anni contro il MUOS. Il governatore Rosario Crocetta, vincitore della
tornata elettorale dell’autunno 2012 anche per le sue esternazioni contro il
nuovo sistema di guerra, ha formalizzato la revoca del provvedimento di blocco
dei lavori firmato dai suoi funzionari qualche mese prima. Il voltafaccia della
Regione viene giustificato con le risultanze di uno studio sulle problematiche
elettromagnetiche del MUOS commissionato dal Governo all’Istituto Superiore di
Sanità. Preventivamente purgato delle contestazioni dei docenti universitari e
degli esperti nominati dalla giunta Crocetta, l’ISS ha espresso un giudizio
tranquillizzante sul sistema satellitare. Inoltre è giunto a contraddire le
rilevazioni dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (ARPA) che
avevano accertato valori preoccupanti sull’inquinamento elettromagnetico
generato dalle 46 antenne della base NRTF di Niscemi.
Oltre a delegittimare gli
esperti della Regione siciliana, Rosario Crocetta ha ignorato le considerazioni
della Procura della
repubblica di Caltagirone che il 6 ottobre 2012 aveva disposto il sequestro dei
cantieri del MUOS per palesi violazioni delle normative urbanistiche ed
ambientali. Durante i lavori
erano state sbancate intere colline e sradicata la macchia mediterranea,
sfregiando irrimediabilmente un’ampia area classificata come zona A (cioè inedificabile) della riserva “Sughereta” di Niscemi. Orecchie da
mercante dell’antimafioso Crocetta anche
relativamente alle denunce di giornalisti e parlamentari sull’infiltrazione
mafiosa nei cantieri del MUOS, accertata dai rapporti della questura e della
prefettura di Caltanissetta.
Quella
dell’installazione in Sicilia del nuovo sistema satellitare non è però solo una
storia di raggiri, soprusi, illegalità di Stato. È anche la narrazione di numerose
iniziative e campagne di mobilitazione, azioni dirette non violente e di
disobbedienza civile, blocchi dei mezzi militari e invasioni pacifiche di massa
della grande base Usa. La resistenza di migliaia e migliaia di siciliani,
comitati di base, associazioni socio-culturali e religiose, amministratori
locali contro lo strapotere dei Signori di tutte le guerre. Per continuare a
sognare un’Isola ponte di pace e dialogo in un Mediterraneo sempre più armato e
diviso dalle flotte navali e dai muri anti-migranti. Per riportare Diritto e
Giustizia dove l’illegalità è sistema di potere e dove vecchi e nuovi
Gattopardi tradiscono speranze di rinnovamento e aspirazioni al bene comune.
Il
Movimento No MUOS non si arrende. Il prossimo appuntamento è per sabato 28
settembre a Palermo per far sentire forte la propria voce sin sotto ai palazzi
del Potere che per ignavia o interesse hanno ridato vita a un progetto di
sterminio illegittimo. Poi - in ottobre - a Roma perché della questione sia
finalmente investito il Parlamento. Un’assunzione di responsabilità dovuta nel
pieno rispetto della Costituzione.
Articolo pubblicato in Adista, n. 32, 21 settembre 2013
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