Muos è una prima vittoria, ma non basta
Lo stop all’impianto satellitare della Marina militare
americana non soddisfa del tutto i comitati. Blocchi a oltranza. Incontro top
secret tra il ministro Cancellieri e l’ambasciatore Usa Tromp
Dopo
una notte tranquilla, i NO MUOS hanno lasciato i tendoni del presidio per
occupare la strada che conduce all’ingresso della grande stazione di
telecomunicazione della Marina militare Usa di Niscemi. La notte precedente, le
violente cariche della polizia hanno consentito l’ingresso del camion gru che
dovrà innalzare le tre mega antenne satellitari del MUOS. Così è stato deciso
di estendere il blocco a tutti i mezzi militari Usa e ai furgoni delle imprese
chiamate a realizzare la nuova infrastruttura militare. Passano le ore, ma
nessuno si presenta a lavoro. All’interno della base non si registra alcun
movimento. Per oggi è chiaro che non si lavorerà. Nel corso della giornata, il
blocco si rafforza con la presenza di centinaia di studenti e cittadini
niscemesi. Ci sono diversi giornalisti, qualche amministratore locale, i
consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle. Poi giungono da tutta la Sicilia
i Comitati No MUOS per fare il punto sulla mobilitazione e programmare i
prossimi impegni.
“Prendiamo
atto delle dichiarazioni tardive del Presidente della Regione Rosario Crocetta
che assicura aver predisposto il decreto che avvia il procedimento di revoca
delle autorizzazioni ai lavori. Ma in attesa di poter conoscere l’esatto
contenuto degli atti, noi continuiamo a presidiare la base di morte e a
impedire che i lavori, illegittimi, possano comunque continuare”, afferma
Elvira Cusa, esponente dei No MUOS di Niscemi. C’è una certa sfiducia tra i
manifestanti. Troppe promesse, troppi impegni sono stati disattesi in questi
anni di lotta contro l’Eco MUOStro. Non sono stati sufficienti le delibere di
quattro consigli provinciali, decine di consigli comunali e, qualche giorno fa,
il voto unanime dell’Assemblea Siciliana per imporre lo stop ai lavori. Le
ruspe e i camion hanno già irrimediabilmente distrutto un’area della riserva
naturale orientata “Sughereta” per lasciare il posto ai terrapieni dove
installare i tralicci e le antenne del sistema satellitare. “I segnali che
giungono dal governo di Roma, l’anomalo attivismo dei diplomatici statunitensi
in Italia, sono allarmanti”, aggiunge Elvira Cusa. “Siamo convinti che si
tenterà in tutti i modi di imporre il completamento dei lavori, con o senza la
sospensione o la revoca delle autorizzazioni da parte della Regione. Le nostre
proteste continueranno sino a quando non verrà definitivamente chiusa la
partita, il governo revocherà il permesso a utilizzare il territorio italiano
per installare un sistema di aggressione bellica ad uso esclusivo Usa e si
avvierà lo smantellamento delle 46 antenne già esistenti, responsabili di un
pericolosissimo inquinamento elettromagnetico nella città di Niscemi”.
L’indignazione
generale per la decisione di utilizzare i reparti antisommossa per piegare la
resistenza nonviolenta dei No MUOS ha costretto i vertici della Regione ad
assumere una posizione politica più decisa. Dopo aver promesso in campagna
elettorale il proprio impegno ad impedire l’installazione del sistema militare,
Crocetta ha poi mostrato una certa tiepidezza ad affrontare la questione,
rinviando ogni decisione all’assunzione di nuovi pareri scientifici sul rischio
elettromagnetico da parte dall’Istituto superiore di sanità e dall’Agenzia
regionale per la protezione dell’ambiente. “Avevamo chiesto che non avvenissero
forzature contro gli abitanti di Niscemi ma appena saputo degli scontri ho
deciso di inviare subito il decreto di sospensione dei lavori al ministero
della Difesa degli Stati Uniti, all’ambasciata USA in Italia e al Viminale”, ha
spiegato Rosario Crocetta. “Non sbloccheremo le autorizzazioni se prima non ci
saranno consegnati due studi, il primo deve riguardare i rischi per la salute
dei cittadini, il secondo sull’impatto che l’opera può avere sulla navigazione
aerea del vicino aeroporto di Comiso. La Marina Usa ha presentato uno studio
sulla salute fatto da ingegneri che non pare siano autorizzati ad emettere
pareri sanitari. Inoltre non esiste alcuno strumento di monitoraggio di
emissioni elettromagnetiche. Ciò potrebbe viziare tutto l’iter delle
autorizzazioni, rendendole nulle. Anche se è considerata un’opera di interesse
nazionale, questa non può andare contro il diritto alla salute garantito dalla
Costituzione”.
In
una nota inviata il 3 gennaio scorso a Crocetta, la ministra Cancellieri,
bypassando il collega alla Difesa ammiraglio Gianpaolo Di Paola, aveva definito
d’importanza “strategica” la nuova struttura militare per le forze armate USA e
per quelle NATO e italiane. Peccato che nei documenti ufficiali italiani e
statunitensi, il MUOS, come la stesa base di Niscemi, sono classificati ad “uso
esclusivo” dei militari USA. Una valutazione quella della Cancellieri che
singolarmente è stata riproposta in un comunicato diffuso dall’ambasciata Usa
di Roma subito dopo le dichiarazioni di sospensione dei lavori da parte della
Regione siciliana. “L’Italia, in quanto membro della Nato e partner importante
per la sicurezza e la pace a livello internazionale, così come gli altri membri
dell’Alleanza, trarrà beneficio dal Muos a sostegno delle operazioni Nato”,
scrive l’ufficio stampa dell’ambasciata. Una versione forse concordata nel
corso dell’incontro top secret tenutosi il 21 dicembre scorso al Viminale, tra
la ministra Cancellieri e l’ambasciatore Usa David Tromp, il diplomatico che si
è battuto con tute le forze per rendere digeribili MUOS, aerei senza pilota a
Sigonella e Dal Molin di Vicenza.
Articolo pubblicato in Il Manifesto, 13 gennaio 2013
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