Il Da Vinci gemellato al MUOStro di Niscemi
Come rafforzare l’alleanza
politico-militare tra Italia e Stati Uniti e nel contempo indebolire il fronte del
No all’installazione del MUOS, il nuovo sistema di telecomunicazioni
satellitari delle forze armate Usa? Per il Dipartimento di Stato basta gemellare
un liceo siciliano con una high school
d’oltreoceano e il gioco è fatto. Così, lo scorso 15 febbraio, il Public Affairs Office del Consolato
generale degli Stati Uniti di Napoli ha inviato una lettera all’Associazione
americana degli insegnanti d’italiano (AATI), istituzione fondata in Canada nel
1924 per promuovere lo studio della lingua e della letteratura italiana nei
college e nelle università nordamericane. Oggetto, lo sviluppo di un Sister School Program a Niscemi, la cittadina
in provincia di Caltanissetta dove sta per essere installato uno dei quattro
terminali terrestri del famigerato MUOStro per le guerre stellari.
“Il Dipartimento di Stato
degli Stati Uniti d’America è interessato a stabilire un’interessante
opportunità di scambio educativo”, scrivono i funzionari del Consolato di
Napoli. “Noi saremmo particolarmente grati di un vostro aiuto nell’identificazione
di una scuola superiore statunitense da gemellare con il Liceo scientifico
Leonardo da Vinci di Niscemi. Questo legame ha la possibilità di fornire una forte
base per la programmazione culturale ed educativa di cui beneficeranno enormemente
le due istituzioni oltre a migliorarne la reciproca conoscenza. La cosa bella
di questo programma è la sua flessibilità; voi potete modellarlo per adattarlo alle
necessità della vostra scuola. Il vostro livello di comunicazione può andare
dalla semplice spedizione di lettere alla sponsorizzazione di scambi
internazionali di studenti”.
Il consolato Usa espone con
chiarezza i fini e gli obiettivi perseguiti dal Sister School Program. “Si tratta di un’iniziativa individuale e
diretta che è stata disegnata dal Dipartimento di Stato per migliorare le
odierne relazioni USA-Italia riguardo a specifici sforzi militari e diplomatici”.
In caso di successo del programma, si aggiunge, “non solo ci saranno importanti
benefici dal punto di vista culturale ed accademico per ambo le parti, ma da
quello diplomatico, gli interessi statunitensi ed italiani saranno favoriti
grazie all’accresciuto contatto”. Le scuole dunque non solo come fabbriche di
consenso ma anche laboratorio per sviluppare sforzi e interessi
politico-militari interalleati. All’ombra, magari, delle industrie di guerra e
della armi.
Ad una partnership pro-MUOS tra
scuole e studenti siculo-statunitensi ci avevano pensato in verità anche l’ex ministro
della difesa Ignazio La Russa e il governatore dell’isola Raffaele Lombardo. Tra
le effimere compensazioni previste dal protocollo d’intesa Governo-Regione per gli
enti locali che saranno investiti dalle emissioni elettromagnetiche del nuovo sistema
satellitare, compaiono infatti “la promozione e l’istituzione di summer schools in gemellaggio con centri
d’eccellenza americani” e “la costituzione di borse di studio per gli studenti
niscemesi per lo svolgimento di attività di studio/ricerca presso gli Stati
uniti d’America”. Adesso che le antenne del MUOS sono pronte, dalle parole si è
passati evidentemente ai fatti.
A Niscemi, però, del gemellaggio
in itinere e delle sue conclamate finalità diplomatico-militari sono all’oscuro
proprio gli insegnanti e gli studenti dell’Istituto d’istruzione superiore “Leonardo
Da Vinci”. Solo il dirigente, prof. Fernando Cannizzo, ammette che nel liceo “è
in corso un’iniziativa, ancora allo stato embrionale, finalizzata a creare
scambi di natura culturale con studenti statunitensi, assolutamente non collegata
con la vicenda del MUOS”.
Il “Da Vinci” è una vera e
propria spina nel fianco dei programmi di militarizzazione del territorio niscemese.
Nell’istituto si sono formati molti dei giovani che animano le campagne di
mobilitazione popolare contro il nuovo sistema di guerra Usa. Lo scorso anno, mentre
le forze politiche locali capitolavano sotto l’offensiva pro-MUOS di Raffaele
Lombardo e del governo italiano, erano gli studenti dell’istituto a mantenere
viva l’attenzione contro i lavori d’installazione delle antenne
satellitari all’interno della riserva naturale “Sughereta” di contrada Ulmo. Il
28 febbraio 2011, in particolare, essi si autoconvocavano in assemblea, dando
vita ad incontri di approfondimento, seminari e proiezione di filmati e, il successivo
12 marzo, ad un colorato corteo nelle vie cittadine. Le iniziative studentesche
hanno consentito di riaccendere le proteste contro il MUOStro in Sicilia.
Perché allora l’interesse al Sister School Program da parte dei funzionari del Dipartimento di
Stato e del Consolato generale Usa di Napoli? Forse la risposta sta in un
incidente di percorso, l’organizzazione da parte del liceo “Da Vinci” di una
“conferenza scientifica” in cui furono fortemente ridimensionati gli impatti
ambientali e sulla salute umane delle onde elettromagnetiche del MUOS. L’iniziativa fu duramente
stigmatizzata dai no war. “Non ci risulta che la Conferenza sia mai stata
deliberata dal Collegio dei docenti né che esso sia stato mai chiamato
anche informalmente ad esprimersi sulla sua organizzazione”, denunciò il Comitato No MUOS. “Ci
sembra poi scorretto che i volantini, consegnati solo ad una stretta elite di
invitati, siano stati stampati a colori all’interno ed a spese dell’istituto”. Ancora
più infelice la decisione di affidare le relazioni “scientifiche” a tre docenti
della facoltà di Ingegneria
dell’Università degli Studi di Catania, sin troppo “amica” delle
forze armate statunitensi ed italiane.
Negli anni fiscali 2001,
2002 e 2005, il Dipartimento di ingegneria elettrica, elettronica e dei sistemi
(DIEES) dell’ateneo catanese ha sottoscritto tre contratti con il Pentagono per
complessivi 118.750 dollari per non meglio specificati progetti di “ricerca”. Sempre il DIEES compare
tra i partecipanti al Renewable Hydrogen
R&D Projects Lab (IDRILAB) per la realizzazione d’impianti di
generazione da fonti rinnovabili e produzione d’idrogeno, accanto ad Ecoenergy
- LAGECO Costruzioni di Catania, società chiamata ad eseguire proprio i lavori
di realizzazione delle piattaforme delle antenne del MUOS. La LAGECO vanta tra i principali committenti lo stesso DIEES, la
Marina militare Usa e il 41° Stormo dell’Aeronautica militare italiana.
Nel novembre 2008, proprio
il 41° Stormo Antisom di stanza nella grande stazione aeronavale di Sigonella è
stato onorato della visita di una
delegazione ufficiale della facoltà d’Ingegneria meccanica dell’Università di
Catania, composta dai professori Massimo Oliveri, Gabriele Fatuzzo e Gaetano
Sequenza. “Durante il colloquio con il comandante della base di Sigonella, colonnello
Antonio Di Fiore”, recita il dispaccio emesso dall’Aeronautica militare, “i
docenti hanno inoltrato la richiesta di formalizzare un rapporto di
collaborazione fra le due istituzioni, con l’obiettivo precipuo di organizzare
degli stages di formazione per gli universitari presso le strutture della base
e con la possibilità nel contempo di riconoscere dei crediti ad eventuali
studenti militari”.
Negli ultimi due anni
accademici, l’Università di Catania è pure riuscita a strappare 475.000 dollari
allo SPAWAR - Space and Naval Warfare Systems Center
Pacific, il centro di
ricerca spaziale della Marina di guerra statunitense, per programmi top secret
nel campo dell’elettronica e delle telecomunicazioni. E allo SPAWAR, guarda caso, fa capo il miliardario
programma di realizzazione della rete MUOS…
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