Uruguay: armi per uccidere oppositori dittatura in Argentina

Fu il governo dell’allora presidente Juan María Bordaberry a inviare all’ambasciata di Uruguay a Buneos Aires le armi utilizzate il 26 maggio 1976 per assassinare in Argentina i parlamentari Zelmar Michelini ed Héctor Gutiérrez Ruiz, dopo il loro sequestro organizzato nell’ambito del famigerato Plan Cóndor.

Le autorità dell’Uruguay inviarono in Argentina mitragliatori, armi di diverso calibro e munizioni utilizzando le valigie diplomatiche dei propri funzionari di ambasciata a Buenos Aires durante il periodo della violenta dittatura militare (anni 1973-1985). Lo afferma il quotidiano “La República” di Montevideo del 17 settembre 2007, riportando le conclusioni a cui sono giunti gli studiosi che hanno analizzato alcuni documenti desecretati rinvenuti negli archivi del ministero degli esteri uruguaiano. “Parte di quelle armi – scrive il quotidiano – furono utilizzare presumibilmente per assassinare i parlamentari Zelmar Michelini ed Héctor Gutiérrez Ruiz dopo il loro sequestro nella capitale argentina”.

I documenti rinvenuti nell’archivio proverebbero che il governo di Juan María Bordaberry (che sciolse il Parlamento dopo aver guidato un colpo di Stato con l’aiuto dei militari nel 1973) e le Forze armate utilizzarono i canali diplomatici per inviare “mitragliatori, submitragliatori e centinaia di munizioni per essere utilizzate dai militari e dai poliziotti uruguaiani in operazioni in Argentina”.

Una copia di questi documenti sono stati presentati dagli avvocati Hebe Martínez Burlé e Walter de León al giudice Roberto Timbal che guida le indagini sul duplice omicidio dell’ex senatore Michelini del Frente Amplio (partito di sinistra) e dell’ex presidente della Camera dei deputati Gutiérrez Ruiz del Partito Nazionale (centrodestra), avvenuto il 26 maggio 1976 a Buenos Aires. I cadaveri dei due parlamentari, crivellati da pallottole, evidenziarono evidenti segni di tortura.

Dai documenti risulterebbe che le armi sarebbero state inviate da Montevideo a partire del febbraio 1976 per essere destinate all’uso di “militari e poliziotti che agirono in operazioni in Argentina nell’ambito del Plan Cóndor”, il famigerato piano orchestrato dai governi dittatoriali dell’America latina per perseguire congiuntamente ed assassinare gli oppositori in tutto il continente. I canali diplomatici furono utilizzati con il chiaro intendimento di facilitare il transito delle armi attraverso le frontiere.

Oltre a Michelini e Gutiérrez Ruiz, in Argentina furono pure assassinati i militanti di sinistra Rosario Barredo e William Whitelaw; inoltre furono fatti sparire nel nulla dopo il loro arresto altri 150 cittadini uruguaiani. Le famiglie dei due parlamentari accusano l’ex presidente Bordaberry e il suo ex cancelliere Juan Carlos Branco di essere tra i responsabili del duplice omicidio e di aver copromosso il Plan Cóndor.

L’ex diplomatico uruguaiano è attualmente sotto processo per concorso nell’assassinio di Elena Quintero, l’attivista politica che fu sequestrata dalle forze di polizia mentre si trovava rifugiata presso l’Ambasciata del Venezuela a Montevideo. Ad oggi il corpo di Elena Quintero non è stato ancora rinvenuto.


Articolo pubblicato in Terrelibere.org il 19 settembre 2007

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